Warning:
Pre-serie,
Angst
N/A:
Partecipa
alla challenge
bingo_italia,
prompt “Rosa rossa”
In Memoriam
Qualcosa
in me ricorda
e
non vuol dimenticare.
(Il seme del male – J. Harris)
Si
rigira con delicatezza una rosa rossa tra le dita, disperdendone il
profumo delicato nell'aria gelida della notte, ed intanto s'inoltra
lentamente nelle ombre fitte del bosco.
Ogni
passo, che gli piaccia o meno, porta con sé un ricordo di
lei.
Ricorda
di come le piacesse tenere sempre un fiore nei capelli, o appuntato
sul corpetto. Li coglieva personalmente, uno per uno, altre piccole
vittime dei suoi adorabili capricci.
Ricorda
il suo sorriso appena accennato e gli occhi socchiusi quando ne
respirava il profumo, come se la dolcezza di quella fragranza avesse
la straordinaria capacità di trasportarla in un altro tempo,
in un
altro mondo.
Ricorda
le mattine in cui si svegliava da solo, in un letto ormai diventato
freddo ma ancora punteggiato qua e là di petali rossi che a
volte
sembravano macchie di sangue, e a volte lo erano davvero.
Sono
passati dieci anni esatti, pensa. Solo dieci anni.
Di
nostalgia non è mai morto nessuno, si dice. Tanto meno un
vampiro.
Poi
però gli anni diventano trenta.
Cinquanta.
Cento.
E
lui si ritrova ancora lì, con una rosa che già
gli muore tra le
mani e nella testa il ricordo di un amore che proprio non sa come
uccidere.
A
volte gli sembra di scorgerla tra la gente: un sorriso conosciuto su
un volto estraneo, un profumo familiare tra la folla degli odori di
una nuova città, il sussurro di una risata nel silenzio di
una notte
solitaria.
Altre
volte la sensazione di essere osservato da lei è
così forte che non
riesce ad impedire a sé stesso di voltarsi di scatto, sicuro
di
incrociare i suo occhi maliziosi.
Ma
a restituirgli lo sguardo non trova che il vuoto, e al suo interno il
fantasma di un'illusione.
È
in quei momenti che la odia più che mai.
Nel
folto del bosco di Mystic Falls, ben nascosta in una piccola radura
circondata dagli alberi, c'è una vecchia chiesa in rovina.
In realtà
non rimangono che poche macerie annerite dal fuoco e dal tempo,
coperte da radici ed erbacce che ormai fanno da padrone.
È
una tomba, ma non ci sono lapidi né epitaffi in memoria di
un amore
perduto.
Katherine
non merita niente del genere.
Katherine
lo ha tradito, soggiogato, ucciso e ha fatto di lui un mostro.
Qualsiasi
sentimento per lei, qualsiasi ricordo di lei, è ormai
corrotto dalla
rabbia di essersi lasciato ingannare, dal rimpianto di averla amata,
e dal senso di colpa per averle permesso di distruggere la sua
famiglia.
Per
Katherine, ormai, non prova che questo.
Eppure,
di fronte a quelle rovine, di tanto in tanto, Stefan torna a deporre
una rosa rossa.