Anime & Manga > Pokemon
Segui la storia  |       
Autore: White_    12/12/2011    2 recensioni
[...] -E se viaggiassimo tutti insieme?-
Elizaveta sbuffò.
- Ma sai benissimo che mamma e papà non vogliono e... -
- E BASTA! - intervenne furioso il fratellino. Non ce la faceva più a sopportare i discorsi dei genitori sugli allenatori che erano dei buoni a nulla. - MAMMA E PAPA' NON CAPISCONO NIENTE! - la sorella lo guardò sbigottita. Non si sarebbe mai immaginata una simile reazione da parte di Ivan, ma poi gli sorrise.
Rain, durante la conversazione, era rimasto in silenzio, ma la risposta di Ivan lo aveva lasciato...di sasso, per così dire, tanto da strappargli un raro sorriso -Tu hai carattere ragazzino, d'accordo, verrò con voi- rispose. Era sempre stato solo, ora non lo sarebbe stato mai più...
Liza prese per mano il fratello. Poi guardò Rain.
- Tu! Ti prenderai cura di me e di Ivan, vero? Non sono tipo da fidarmi degli sconosciuti. - [...]
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Ni-hao!
Questa è una fan fic scritta a quattro mani, da me e dalla mia amica Umbre Chan, ed è la prima che scriviamo insieme.
Cercheremo di farvela piacere almeno un po'!
Leggete e recensite! ^^






 



Beyond the star in the sky








I'm happy for I meet you




 





Sinnoh, Giardinfiorito




Un allenatore passeggiava lungo i viali coperti di fiori e le rive dei piccoli ruscelli con al fianco il suo fedele pokemon, Absol. Era una splendida giornata, perfetta per fare una lotta. A quell'allenatore non piaceva il sole. Amava la pioggia e il suo nome lo confermava. Rain si guardò attorno cercando una allenatore o un pokemon con cui lottare...
Una ragazza attirò la sua attenzione. Lei, originaria di quel piccolo villaggio stava disperatamente cercando in tutti i modi di far staccare il suo fratellino da un Combee selvatico, ma il ragazzino non accennava a scollarsi. Solo quando vide l' Absol di Rain lo lasciò andare, deciso ad abbracciare allora il pokèmon Buio. Il piccolino gli saltò addosso e la sorella maggiore gli fu subito accanto.
- Ivan! Lascialo immediatamente! - gli disse minacciosa.
- Scusa, Elizaveta... -
- Non devi chiedere scusa a me, ma a questo ragazzo. - sospirò, riprendendolo in braccio.
- Scusi signore, non volevo... -
- Bravo. - poi guardò Rain. - Ecco, mi dispiace tanto... ehm... posso offrirle qualcosa per scusarmi? Sa, mio fratello vorrebbe diventare un allenatore ed ha una bella fissa per ogni tipo di pokèmon... he he he... - continuò, impacciata. Si sentiva leggermente a disagio a parlare con qualcuno che non conosceva.
Rain squadrò con freddezza i due ragazzi, spuntati fuori dal nulla: il ragazzino sembrava essere sincero, la ragazza era carina. Elizaveta...
 -No, non fa niente, non importa- disse lui
l'Absol mandò ko il Combee e guardò il suo allenatore alla ricerca di complimenti e lui, in tutta risposta, lo accarezzò.
Elizaveta guardò il pokèmon Coleottero a terra. Che aveva fatto per meritarsi lo svenimento?
- Scusi, ma... cosa le ha fatto di male questo pokèmon? Non c' era bisogno di attaccarlo, poverino... - disse guardando triste il Combee.
-Alcuni pokemon devono capire qual è il proprio posto- ribatté lui -E poi avrebbe potuto attaccare altre persone-. Gli occhi grigio-azzurro di Rain mandarono bagliori di tristezza e determinazione, Elizaveta non capiva, quelle parole dette con così tanta freddezza le mettevano adosso...malinconia, in un certo senso, e non le era mai capitato prima d'ora...
Si riprese dal suo momentaneo black out mentale e sospirò. Ivan, con le forbici (prese chissà dove) stava cercando di tagliare il pelo ad Absol.
- Oh Santo Cielo... Ivan, NON CI PROVARE. -
- Ma...!
- LASCIALO STARE. -
Il fratellino sbuffò e lascio andare il pokèmon tipo Buio con il broncio. Poi guardò Rain.
- Ciao ciao! Io sono Ivan! Come ti chiami? - domandò con la tipica innocenza dei bambini.
Absol ringhiò leggermente, odiava essere toccato da estranei, ma il suo allenatore lo tranquillizzò prima che facesse del male al ragazzino. -Mi chiamo Rain...e lui è Shadow- disse indicando il pokemon Buio che si strusciò, contento, guardò la ragazza -E tu?-
La ragazza gli fece un largo sorriso.
- Elizaveta, piacere! Ho quindici anni, lui è ancora piccolo, ne ha dieci... vero? - chiese. Ivan mostrò un dieci con le mani ed annuì.
- Sì sì, e da grande diventerò Campione del mondo! -
-Capisco...non sei l'unico, ragazzino- disse, impassibile -Da quale regione venite?-
- Da Marte! - rise Ivan.
- Sì, ma solo tu. Siamo di qui, di Sinnoh... tu? -
-Vengo da Hoenn- rispose -Quindi è il vostro primo viaggio questo?-
- Non proprio... i miei genitori non vogliono che facciamo gli allenatori. Dicono che è solo tempo sprecato che non frutterà nulla e, beh... forse hanno ragione... -
Lo sguardo di Rain s'indurì: certe persone erano proprio ottuse...-Io non ho mai avuto genitori che mi dicessero queste cose-
Elizaveta guardò con curiosità Rain. Poi sorrise lievemente.
- Sei stato fortunato, allora. -
Il ragazzo abbassò lo sguardo, non potevano capire. -Io non ho mai avuto dei genitori, lui è sempre stato tutta la mia famiglia- rispose, guardando Shadow che annusava curioso Ivan.
Il piccolo ridacchiò e poi alzò lo sguardo.
- Absol è il tuo papà?- chiese. Eliza lo rimproverò un attimo e poi guardò negli occhi Rain.
- So che detto da me non è nulla, però... mi dispiace tanto, veramente. -
-Non importa, non ho mai sentito la loro mancanza, non li ho mai visti, per me sono poco più che degli estranei- Eliza lo fissò sorpresa e un pò triste, per quanto insopportabili, lei voleva bene ai suoi genitori e non poteva immaginare una vita senza "mamma" e "papà".
Anche Shadow sapeva...conosceva il suo allenatore da una vita, condividevano una sorte comune.
Ivan tirò l' orlo della maglietta alla sorella e la guardò.
- Tatta, mamma e papà staranno sempre sempre con noi però, vero? - domandò con gli occhi lucidi.
- Mi sembra ovvio... - rispose arruffandogli i capelli biondi.
Rain guardò il bambino e poi Eliza -Che ne diresti di una lotta?-
Elizaveta sobbalzò, sorpresa. Combattere? Lei? Non aveva altro che un Cherrim ed un Ponyta che non avevano mai lottato veramente in vita loro...
- Non saprei... non ho mai fatto una lotta con i miei due pokèmon... - disse prendendo dalla borsa sul fianco due pokèball. Sospirò. - Ma immagino che... tentare non abbia mai ucciso nessuno. -
 Rain la guardò: un cherrim e un ponyta non sarebbero certo stati sufficenti per batterlo, ma voleva allenarsi un pò. Sfilò una pokeball dallo zaino e la lanciò in aria, Shadow fece qualche passo indietro,per permettere al compagno di lottare. Un grande Charizard shiny, grigio-nero e rosso fece la sua fiera apparizione. L'allenatore sorrise appena -E' al livello settanta, mica male, eh?-
La ragazza sbiancò. La mano tremò leggermente mentre il fiero cavallino di tipo Fuoco usciva dalla pokèball. Anche lui ci rimase sorpreso nel vedere davanti a lui un Charizard e trotterellò all' indietro spingendo in avanti Elizaveta.
- Ponyta... smettila... so che sarà difficile, ma proviamoci! - gli disse. Il pokèmon riprese un po' di fiducia e guardò il suo sfidante pokèmon e ringhiò. Poi guardò Rain. Non poteva batterli... ma ci avrebbe provato per la sua "allenatrice".
Charizard guardò minaccioso il piccolo Ponyta, e poi, senza che Rain gli ordinasse nulla, si alzò in volo mentre stava chiaramente preparando un attacco. Quella era la LORO strategia. Rain e Charizard erano perfettamente in sintonia. -Flar, usa lanciafiamme!- ordinò l'allenatore, Charizard obbedì e usò la mossa designata.
- Ponyta, cerca di schivarlo! -
Il pokèmon cavallino schivò con abilità le fiamme: era un cavallo abituato alla corsa, lui, ed era molto veloce.
- Usa braciere! - il colpo andò a segno ma, come si poteva già ben prevedere non ferì per nulla Charizard.
Flar guardò sdegnosamente il suo avversario. Pensava di batterlo in questo modo? Però doveva riconoscere che era veloce, sarebbe occorsa una mossa con un ampio raggio d'azione. Naturalmente anche Rain pensò la stessa cosa.
-Flar, scendi in picchiata e usa aereocolpo!- stavolta l'attacco non fallì. Ponyta venne scaraventato all'indietro, ma, incredibilmente e con una grande forza di volontà riuscì a tirarsi su, anche se era evidente che sarebbe  bastato un attacco per mandarlo ko.
Elizaveta si morse il labbro. Doveva fare qualcosa, ma... cosa? Ormai la loro fine era certa.
Ponyta vacillò. Aspettava la decisione della sua allenatrice, non poteva fare altro. Flar li guardò entrambi soddisfatto, stava avendo la meglio. Lui non poteva perdere. Lui detestava perdere. Rain però, non ordinò altre mosse, stette a guardare ciò che avrebbe fatto Eliza, era giusto dargli un pò di vantaggio. 
Il pokèmon di Eliza si stava innervosendo. La sua allenatrice se la stava prendendo troppo comoda. Allora fece quel che pensava avrebbe dato almeno un po' di danni; fece un balzo in aria e cercò di colpire Charizard con la mossa "Pestone". Questo fece leggermente più danni di "Braciere", però comunque era chiaro che a vincere sarebbe stato Rain.
Flar ruggì, arrabbiato, anche Rain sembrò leggermente sorpreso, ma in un attimo, riprese spirito -Flar,usa gigaimpatto!- questo segnava il ko di Ponyta, colpito in pieno dalla potentissima mossa, ora Eliza aveva solo Cherrim e sperava che Rain cambiasse pokemon.
- Bravissimo Ponyta, come tua prima lotta è stata fantastica... riposa, ora. Esci, Cherrim! - il piccolo pokèmon erba uscì.
- Flar, rientra! - ordinò Rain a Charizard. Poi girò lo sguardo verso Absol. - Su, Shadow, tocca a te! -
Cherrim guardò il pokèmon davanti a lui. Lo fissò per alcuni secondi e poi i suoi occhi divennero a cuoricino e si attccò ad Absol. Elizaveta era pietrificata.
- No, Cherrim... non dirmi che... - sussurrò appena, congelata da quello che aveva capito.
Absol non capiva, tentava di scollarsi di dosso il piccolo pokemon erba, Rain si spiaccicò una mano sulla testa -Ci mancava solo questa...Shadow,usa sbigoattacco- l'Absol obbedì e Cherrim riuscì appena a schivarlo.
Il pokèmon Erba si indignò e guardò il suo amato con rimprovero e cominciò a spiaccicargli addosso cose come "non si tratta la fidanzata così", o "ti amo tantissimo e non dovresti fare certe cose".
Elizaveta guardava il tutto leggermente perplessa. In realtà voleva dare uno schiaffo a Cherrim ma non poteva. E non voleva nemmeno mostrarsi aggressiva ma, appena il suo pokèmon diede un bacetto sul muso di Absol scoppiò.
- CHERRIM, P**** P******!!!! SMETTILA IMMEDIATAMENTE DI LIMONARE!!! -
Rain scosse la testa con più o meno questa espressione ----> -.-".
-Non perdere altro tempo, Shadow! Usa palla ombra!-
Cherrim andò ko e quindi vinse Rain.
- Rientra, Cherrim... sei stata brava. - disse, nonostante il suo pokèmon non avesse fatto nulla se non avere avuto una stupida infatuazione. - Mi dispiace molto per Cherrim, è una tipetta molto romantica... -
-Figurati...a volte capita ed è sempre una brutta faccenda- Shadow trotterellò vicino al suo allenatore, per nulla affaticato anche se un pò imbarazzato, -E' un peccato che non hai potuto vedere gli altri- continuò Rain.
- Perchè? Molto probabilmente non ci rivedremo più, fa nulla! -
-Molto spesso coloro che credi di aver perduto ritornano nella tua vita e non ti lasciano mai veramente, l'amore è una di quelle poche cose che non si riesce a dimenticare- rispose Rain, guardando la pokeball di cherrim, ma, per un attimo, fissò Eliza con il suo sguardo penetrante e freddo, tanto che la ragazza si ritrovò ad arrossire leggermente...
-Sentite, io ho un'idea!- intervenne Ivan
 -Dicci scricciolo- rispose la sorella con tono scherzoso per allontanare l'imbarazzo.
-E se viaggiassimo tutti insieme?-
Elizaveta sbuffò.
- Ma sai benissimo che mamma e papà non vogliono e... -
- E BASTA! - intervenne furioso il fratellino. Non ce la faceva più a sopportare i discorsi dei genitori sugli allenatori che erano dei buoni a nulla. - MAMMA E PAPA' NON CAPISCONO NIENTE! - la sorella lo guardò sbigottita. Non si sarebbe mai immaginata una simile reazione da parte di Ivan, ma poi gli sorrise.
Rain, durante la conversazione, era rimasto in silenzio, ma la risposta di Ivan lo aveva lasciato...di sasso, per così dire, tanto da strappargli un raro sorriso -Tu hai carattere ragazzino, d'accordo, verrò con voi- rispose. Era sempre stato solo, ora non lo sarebbe stato mai più...
Liza prese per mano il fratello. Poi guardò Rain.
- Tu! Ti prenderai cura di me e di Ivan, vero? Non sono tipo da fidarmi degli sconosciuti. -
-Lo so- rispose Rain, aveva degli "amici" ora, li avrebbe protetti ad ogni costo, poteva sembrare una cosa banale ma avrebbe dato davvero tutto -Io non sono che un altro compagno di viaggio, sarete liberi di mandarmi via quando volete-
La ragazza fece un mezzo sorriso. Non si fidava completamente, però... Rain gli sembrava sincero.
E poi era anche un bel ragazzo.
Arrossì vistosamente a quel pensiero, tanto che il fratello le chiese se qualcosa non andava.
- N-no, ni-niente!! He he he... - rispose, guardando a terra. Ivan sorrise e poi corse verso Rain, attaccandosi ad una sua gamba come per abbraccio.
- Ti voglio bene, papà! - esordì felice.
- Ivan! - lo reguardì la sorella.
Rain aveva quello che si chiama "il gocciolone", ma era contento che si fidassero di lui, almeno in parte. -Dove si va per primo?-  chiese con rinnovato buon umore.
Eliza lo guardò male.
- Pensi che io parta così, con questo vestito? - chiese, ammiccando agli abiti decisamente inadatti per un' avventura. Poi sogghignò. - Devo cambiarmi, io! - continuò, andando verso casa. - E non vi garantisco che ci metterò poco! -
- Oh no... Elizaveta è partita di testa. - concluse perpresso il piccolo biondino. - E poi, se mamma e papà ci scopr... - non finì la frase che sua sorella spiccò per un attimo fuori dalla porta.
- Mamma e papà sono via, stupidino. Scapperemo! - e tornò dentro. Ivan sospirò e guardò Rain.
- Mia sorella è dolce e gentile, ma... è pur sempre una femmina. Sfortunato chi se la sposa... -
Rain ridacchiò -Già...probabile...sei molto adulto per certe cose-
Ivan annuì.
- Ovvio! Sono molto più inteligente di mia sorel... - una pantofola lo centrò in pieno e Rain guardò perplesso la finestra della camera di Elizaveta.
La ragazza scese mezz' ora dopo. Indossava un giaccone a righe stile scozzese lungo fino alle ginocchia, dove sotto si intravedevano i pantacollant neri; le scarpe erano degli anfibi viola con i lacci neri. Alle mani portava dei guanti grigi e per finire un cappello francese con una piccola visiera in testa, con lo stesso motivo del giaccone. La borsa, bianca, era la stessa che aveva prima.
- Fratellino, le tue cose le tengo io, va bene? -
- Va bene! -
Per un frazione di secondo, Rain si era fissato a guardarla ma aveva immediatamente girato la stessa, imbarazzato. Anche Eliza aveva notato lo sguardo intenso che si erano scambiati, ma aveva tentato di fare finta di niente, anche se non era affatto facile. Anche Rain era un bel ragazzo. Aveva una maglietta bianca, dalle maniche molto lunghe e tutta sfilacciata sulle spalle e sui fianchi, sopra teneva un gilet senza maniche di pelle, i pantaloni erano anch'essi in pelle nera molto aderente e degli anfibi dello stesso materiale con il carro armato sotto, per tenere le sue cose aveva uno zaino che si allacciava sulla spalla e sulla vita, blu scuro. A completare il tutto c'erano dei capelli corvini eternamente scompigliati e due occhi grigio-azzurro. Ad Elizaveta piaceva tantissimo il colore innaturale di quegli occhi.
Ivan, invece, aveva degli occhi verde chiaro, al contrario della sorella che li aveva sempre verdi ma di un colore più tendente allo smeraldo. I capelli biondi, nonostante fosse maschio ce li aveva abbastanza lunghi, infatti gli arrivavano fino alle spalle. Portava una camicietta bianca la quale sopra si vedeva un bel gilet grigio, jeans scuri e scarpe da ginnastica.
Al piccolo non era di certo passato inosservato lo scambio di sguardi dei due ragazzi più grandi. Era molto geloso della sorella e quindi la prese per mano, tirando uno sguardo di sfida verso Rain e facendogli la linguaccia.
- Elizaveta è mia, non la prende nessuno! Tu sei troppo grande per lei! No, no! - confabulò con le guancette rosse. Liza era intenerita dal bene che gli voleva il fratellino e lo prese in braccio.
- Ti voglio tanto bene anch' io, Ivan! -
Rain credette che il bambino avesse...equivocato un pò troppo. Figuriamoci se poteva piacergli una ragazza che conosceva sì e no da un'ora! E poi non aveva mai creduto nel cosiddetto "colpo di fulmine", erano semplicemente assurdo. -Temo che tu abbia frainteso, Ivan-
Il bambino sospirò. Ne era felice. Elizaveta pensò che era scontato il fatto che non gli piacesse Rain; non aveva mai avuto "veri" contatti con l' altro sesso. Non si era mai innamorata, nè era disposta ad innamorarsi.
- Già. - annuì lei, rimettendo a terra il biondino che subito dopo stava cominciando a scalare (manco fosse l' Everest) Rain.
- Voglio stare in braccio! -
Il corvino, pur di non tenere in braccio Ivan avrebbe fatto di tutto. Non solo perché pesava, ma anche perché non era abituato a contatti così stretti con le persone. -Tu sei un'allenatrice a quanto ho capito- disse rivolgendosi ad Eliza -Vuoi entrare alla Lega?-
- Oh sì, mi piacerebbe veramente tanto! - esultò lei, coprendosi meglio nel cappotto. - Si vede che è inverno! - disse poi. Fece qualche passo ma poi si bloccò. Il tramonto le appariva davanti a lei come una via di fuga da lì, da quel paese dal quale non era mai uscita. Chissà quali avventure, quali pericoli avrebbe dovuto affrontare superata la soglia di Giardinfiorito. - ... Sinceramente, ho un po' paura. - continuò sincera. - Sono una fifona, sembra che abbia cinque anni, forse... non sono portata per aspirazioni così grandi che molto probabilmente mi lasceranno con l' amaro in bocca. -
-Io ero come te- disse Rain -Ma avevo i miei pokemon e non mi sono preoccupato più di tanto, anch'io ho conosciuto delusioni e gioie, quello che è certo è che non bisogna avere rimpianti, se dai tutto riceverai altrettanto- 
- Forse hai ragione. Ma solo forse! Quindi sbrigatevi a venirmi dietro prima che cambio idea! -proseguì. Si girò un attimo verso Rain e gli sorrise. - Grazie. -
Anche Rain accennò un sorriso. Era certo che quel viaggio si sarebbe rivelato interessante. Sotto tutti gli aspetti...                         




Arrivarono a Mineropoli nel pomeriggio. C'era polvere nell'aria, alzata dal vento, il trio entrò nella palestra dove Eliza avrebbe sostenuto la sua prima lotta, contro Pedro.




 

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Pokemon / Vai alla pagina dell'autore: White_