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Autore: lazybones    12/12/2011    9 recensioni
Gerard urlò e Frank ringraziò il cielo che fossero da soli. Sarebbe stato complicato dare spiegazioni, dato che anche l’anima più innocente avrebbe trovato in quell’urlo la lussuria.
Genere: Fluff, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mikey Way, Ray Toro, Un po' tutti | Coppie: Frank/Gerard
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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It's a Tour Eiffel thing.


 


Passò qualche minuto prima che Frank si rendesse davvero conto di essere solo.
Era triste svegliarsi a metà pomeriggio e accorgersi che il resto della band era in giro per la città del giorno a mangiare porcherie mentre lui se ne stava chiuso nel tourbus a recuperare le ore di sonno che ogni notte Gerard non gli concedeva.
Si sedette sul suo letto, il suo migliore amico, ormai, e guardò fisso le coperte lilla di Gerard. A volte era davvero gay.
Tornò a infilarsi a letto e accese l’iPod, deciso a farsi un altro paio di ore di sonno prima del concerto, dove probabilmente avrebbe continuato a dormire di nascosto dietro l’amplificatore. Più dormiva, più voleva dormire. Era una specie di droga, ormai. Una droga per depressi, cazzo.
Inavvertitamente, partì Destroya. Nemmeno pensava di avere canzoni del suo stesso gruppo nell’iPod. Era assolutamente da sfigati.
S’irrigidì immediatamente quando si accorse che si trattava di quella canzone dove Gerard si era dato da fare con versacci che solo Gerard Way riusciva a fare.
Chiuse gli occhi e arrossì, sentendosi un orribile pervertito.
Qualcuno gli sfilò una cuffia e Frank balzò a sedere, andando quasi a sbattere contro il letto sopra il suo – odiava i letti a castello.
- Che ascolti? – chiese Gerard, rubandogli di mano l’iPod, - Oh, My Chemical Romance... ne ho sentito parlare. Sono quel gruppo con il cantate estremamente figo e il chitarrista estremamente basso, vero? – . Da quanto tempo era lì?
- No, dev’essere un altro gruppo, quello. – farfugliò Frank, riprendendosi dallo shock.
- Oh... ehi, Frank. Lo sai che se hai bisogno di un’erezione devi rivolgerti a me, vero? – disse languidamente, infilando una mano sotto le coperte e trascinandola per il busto di Frank sempre più in basso, - Intendo a me in persona... affidarsi ad un iPod è di pessimo gusto... –
- Ray avverte tensione sessuale! – urlò dal nulla Toro, appoggiato al suo letto a castello lì vicino.
- Parlare di te stesso in terza persona è triste. – commentò Bob, masticando con foga una liquirizia.
Ah, ottimo, quindi per tutto quel tempo non erano soli. E Gerard lo sapeva. Fantastico, davvero fantastico sfottere Frank in quel modo.
- Stronzo. – sbottò Frank, spingendo Gerard lontano da lui.
- Che c’è? – chiese ridendo il più grande.
- C’è che sei un po’ stronzo, tutto qui. –
Gerard fece un ampio sorriso, liberando Frank dalla sua copertina molto metal con degli orsetti color pastello disegnati. E dopo parlava di quelle di Gerard...
- Ehi, laggiù vedo la Tour Eiffel. Una Tour Eiffel piuttosto in miniatura, diciamo... – commentò, osservando il rigonfiamento dei jeans di Frank.
- Gerard Way, vai a guardarti un cazzo di film porno e lascia stare i miei ormoni. – ringhiò Frank.
- Che ha? – chiese a mezza voce Mikey, comparendo dal nulla accanto a Ray. Oh, fantastico, ormai il cazzo di Frank era diventato un affare pubblico.
- Sarà che dorme troppo... –
- Pronto? Sono qui e sento tutto! La piantate di commentare il mio stile di vita? Sono cazzi fottutamente miei, chiaro? Okay? Gerard, davvero, vai a guardarti un film porno. –
- Dai, Frankie, rilassati. – sospirò Gerard, alzando gli occhi al cielo mentre masticava come una porno diva una gomma da masticare rosa. Che gay.
- Giuro che scappo in Vietnam. –
- Nah. Vieni a mangiare con me dal McDonald’s? Dico adesso. Sai, devo tenermi lo stomaco libero per il concerto. –
- Andiamo. – sospirò Frank.
- Modalità cagnolino attivata. – lo prese in giro con un sorriso Ray.
- Vai a farti fottere, principessina. –
 
Il concerto andò abbastanza bene. Inutile dire che alla canzone Destroya Gerard non faceva altro che lanciargli sorrisi estremamente compiaciuti, ma a parte i suoi messaggi subliminali tutto andò bene per Frank. Viveva per quei concerti, per quei fans, per quel gruppo, per le occhiate che Gerard gli lanciava, per le sue carezze.
Alle due di notte Mikey, Ray e Bob andarono insieme a un locale vicino dove facevano un concerto, mentre Frank, non certo per scelta, si ritrovò nel tourbus da solo con Gerard.
- Ho fame. – disse Gerard, levandosi la giacca appena entrarono nel bus.
- Hai mangiato poco, al McDonald’s... – commentò Frank, cercando di non saltargli addosso e stuprarlo.
- Mi erano venuti a mente tutti quegli articoli sulle schifezze, hai presente? Tutti in un colpo, mentre aprivo bocca per ordinare un Big Mc... poi mi sono detto “Ehi, Gee. Hai trascinato fin qui Frank, strappandolo dalle fantasie erotiche sul tuo conto... mangiare uno schifosissimo Big Mc davanti a lui è il minimo”. –
Frank si lasciò scappare una risata, appoggiandosi a braccia incrociate al piccolo tavolo della loro cucina.
- Guarda qua... oh, cazzo. Oh, cazzo, sì. Sono avanzati pasticcini dal compleanno della sorella di Ray. – esclamò entusiasta il più grande, la testa praticamente dentro il frigo.
- Questa è una buona notizia. –
- Come minimo. Ehi, prendi questo vassoio... io prendo l’altro. – disse Gerard, chiudendo la porta del frigo con un calcio mentre si voltava verso Frank.
- Hai in mente qualcosa? –
- No, sei tu che hai in mente qualcosa. –
- Non sai nemmeno a cosa mi riferisco. –
- Giochetti erotici. –
- Questo dimostra che avevi effettivamente qualcosa in mente. –
- Anche tu, dato che ci hai pensato per primo. –
Frank lo guardò in cagnesco: - Hai vinto. –
- Ormai dovresti aspettartelo. Finisce sempre così.  –
- Troia. – sorrise Frank, tirandogli un calcio sul sedere mentre si dirigeva per primo verso la zona notte.
Si misero sul letto di Frank con i vassoi di pasticcini in mezzo, mangiandoli come se non avessero mai assunto calorie negli ultimi vent’anni.
- Frank, sei sporco qui. – disse Gerard con un sorrisetto, indicandosi il labbro inferiore. Frank lo sapeva: non aspettava altro. Prese il viso del più piccolo con una mano, avvicinandolo al suo, e leccò lentamente il suo labbro, sembrando quasi un gatto. Un gatto fottutamente figo e da poco di nuovo nero. Magari portava sfiga.
La Tour Eiffel di Frank era su di giri, e Frank quasi si vergognava che per così poco vedesse il paradiso.
Afferrò un pasticcino al cioccolato e lo premette con forza contro il viso di Gerard.
- Che fai? – chiese Gerard, con una smorfia infastidita.
- Cerco e creo pretesti per leccarti. –
- Ah. – commentò, soddisfatto dalla risposta e lasciandosi leccare da Frank, che aveva spinto il vassoio lontano per arrampicarsi sulle spalle di Gerard.
Gli levò la maglietta e la lanciò da qualche parte, forse sopra i pasticcini. Fece distendere Gerard e allungò una mano alla ricerca di un pasticcino che lasciò lì.
- Fanculo i pasticcini. – mormorò contro la pelle di Gerard, chinandosi sul busto nudo e affondando la lingua sui solchi che formava la pelle all’altezza delle costole. Era malsano, ma Frank adorava percepire le ossa così vicine alla sua lingua.
Gerard s’irrigidì e inarcò la schiena, tirando la pancia in dentro e facendo sbucare ancora di più le costole. Oh mio Dio, che se ne fosse accorto che Frank impazziva alla vista di certe cose?
Frank gli baciò delicatamente la pelle e andò sempre più in basso, fino all’orlo dei jeans. Si scostò e gli allargò le gambe, azzannandogli il cavallo dei pantaloni.
Gerard urlò e Frank ringraziò il cielo che fossero da soli. Sarebbe stato complicato dare spiegazioni, dato che anche l’anima più innocente avrebbe trovato in quell’urlo la lussuria.
- Ah... Frank? – lo chiamò Gerard, tremando come un vibratore. Uh, la mente malata di Frank...
- Sì? – chiese Frank, lo stesso tono di voce che usa una segretaria per rispondere al telefono.
- Montami come se fossi una cazzo di cassettiera dell’Ikea. - . Frase banale ma a effetto.
- Fammi vedere la Francia... – continuò Gerard con un sorriso estremamente divertito.
Frank rise e afferrò con i denti la cintura dei jeans di Gerard, tentando di slegarla.
- Mi stai divorando il cazzo? – chiese Gerard, dopo qualche secondo di tentativi falliti di Frank.
- Sto cercando di slegarti la cintura... ah, per la cronaca, sto sbavando giusto un po’. –
- Sbava quanto cazzo vuoi. – replicò Gerard, sbattendogli letteralmente il cazzo in faccia.
Frank lo morse di nuovo sul rigonfiamento dei jeans, quasi a rimproverarlo, e il gemito di Gerard confermò che era esattamente quello che si aspettava e voleva.
Il più piccolo si sollevò da Gerard per guardarlo in viso. Si sentiva in qualche modo soddisfatto di essere la causa di tutto quel piacere che provava in quel momento il moro. Si sentiva importante, ecco come si sentiva.
- Che c’è? – chiese Gerard.
- Volevo solo vedere quanto è adorabile il tuo viso quando sei arrapato. –
Gerard sorrise con aria rilassata: - Dovremmo attaccare uno specchio sul materasso sopra così posso vedere la mia faccia ogni notte. Mi eccito da solo, a volte. –
- Gee, sei pieno di te. –
- Lo sono diventato, dopo che troppa gente cercava di farmi credere di non essere all’altezza, di non essere mai abbastanza... – mormorò Gerard, gli occhi verdi che guardavano verso il cielo, quasi persi.
- Oh... –
- Te la sei bevuta? – chiese con un mezzo sorriso il moro.
- Erano balle? –
- Non lo so. – sussurrò Gerard, e per un attimo i suoi occhi si riempirono di lacrime ma li serrò immediatamente, prendendo Frank per i fianchi e guidandolo delicatamente sul suo busto.
- Frankie, vieni qui. – bisbigliò, sollevando le braccia e allargandole appena invitandolo ad abbracciarlo.
Frank si chinò e lo sollevò appena dal materasso per infilare un braccio sotto la sua schiena nuda e stringerselo al petto.
- Gee, tu sei bellissimo. – gli sussurrò Frank all’orecchio, consapevole che era quello che Gerard voleva sentirsi dire. Adorava i complimenti, specialmente quelli di Frank.
- Grazie. – bisbigliò, posandogli un bacio sul petto.
Frank scivolò dal suo petto e si mise al suo fianco, senza smettere di abbracciarlo.
- Frankie, ti sei innamorato di me? – sussurrò Gerard, dopo qualche secondo di puro silenzio dove l’unico rumore erano i loro respiri.
- Ha importanza? –
Gerard scosse la testa.
Si addormentarono lì, abbracciati, e non si preoccuparono di separarsi e andare ognuno nel proprio letto quando sentirono Ray e gli altri rientrare. Forse per pigrizia, forse perché erano stanchi di nascondersi e sapevano che quello che stavano facendo non era sbagliato. Era quello che volevano, e qualsiasi cosa fosse, li rendeva felici, e nessuno avrebbe dovuto negarglielo.
Frank sentì appena i commenti mormorati di Bob e affondò il viso contro il petto di Gerard, tappandosi le orecchie e concentrandosi sul battito del suo cuore, che pompava sangue a ritmo regolare: probabilmente stava già dormendo profondamente. Frank ignorò i mormorii, qualsiasi cosa significassero, e tornò a dormire scivolando in un sonno tranquillo e profondo.
 
Frank si svegliò per primo per il gran baccano. Dalla cucina giungevano le voci sguaiate dei tre che stavano facendo colazione cantando a squarcia gola Bohemian Rhapsody dei Queen. Perché non gli avevano svegliati?
- Gee. – mormorò, scuotendolo appena per svegliarlo.
Gerard aprì gli occhi, smarrito, dopodiché esplose in un sorriso appena riconobbe la canzone che stavano cantando in cucina. La sua canzone preferita.
Il moro scese dal letto senza rivolgergli una parola, si infilò una maglietta e si diresse con Frank in cucina senza nemmeno guardarlo, come se la sera prima non l’avessero passata insieme. Era sempre così. Ogni sera facevano l’amore o ci andavano vicino e ogni mattina Gerard si comportava come se niente fosse.
Lo guardò esibirsi nella sua entrata scenica, unendosi al coretto stonato con la sua voce graffiante, e in una moltitudine di gesti esageratamente teatrali Gerard si buttò in mezzo ai cereali.
Frank si sedette di fronte a Mikey e si riempì una tazza di caffè nell’attesa che Gerard si sgasasse e si sedesse al suo fianco. Fu proprio allora che i discorsi prima allegri divennero tesi.
- Che avete fatto ieri sera mentre noi eravamo al concerto? – chiese Ray, cautamente, bevendo un sorso del suo latte e cacao.
- Abbiamo mangiato pasticcini. – rispose Gerard, quando realizzò che Frank non avrebbe mai e poi mai aperto bocca a quell’ora per dare spiegazioni esaurienti e plausibili.
- Vi abbiamo trovati abbracciati a dormire e semi-svestiti. – replicò Bob.
Mikey sembrava aver assunto momentaneamente la stessa corrente di pensiero di Frank.
- Mi ero solo tolto la maglietta perché mi ero macchiato. Frank era vestito, non fate i maliziosi. Cazzo. – aggiunse, infastidito.
Calò un silenzio glaciale. C’erano tanti sentimenti repressi sotto quelle espressioni rigide. E Frank aveva una fottutissima paura che tutti esplodessero in un colpo, distruggendo ogni legame di amicizia che avevano costruito in quegli anni.
Lo sapeva, lo sapeva che stava sbagliando a fare certe cose con Gerard. Ma era più forte di lui, davvero. Nonostante amasse Jamia, non riusciva a rifiutare una notte con Gerard. Perché gli voleva un bene dell’anima, qualsiasi cosa (gli) facesse.
- Lindsay e Jamia sanno del particolare rapporto che c’è fra voi due? – incalzò Bob.
- Particolare rapporto? Suona fottutamente male, Bob. – sospirò Gerard, abbandonandosi allo schienale della sedia con aria superiore e infastidita.
- Sarà che hai la coscienza sporca... –
- Sporca di cosa? Io e Frank ci vogliamo bene. Siamo legati da puro affetto e pura amicizia, e Lindsay e Jamia lo sanno. –  disse a denti stretti Gerard. Strano che cercasse di trattenersi. Forse aveva paura di lasciarsi scappare frasi fraintendibili, fatti che era meglio non sapessero. Di certo non aveva paura di ferire i sentimenti altrui.
- E sanno anche che scopate? –
A Frank andò di traverso il caffè per il tono in cui lo disse Bob. Sembrava la cosa più brutta del mondo.
Mikey batté debolmente una mano sulla schiena di Frank, in un flebile tentativo di aiutarlo. Mikey non sapeva cosa volesse dire essere energici, ma forse un tipo come lui era ciò che ci voleva in quel nucleo di amici.
- Pensavi fossimo sordi e ciechi? – aggiunse Bob, acido, iniettando un altro po’ di veleno nelle vene di Gerard, che sembrava vicino a un’esplosione.
- E’ affetto. Fottutissimo affetto. – ringhiò Gerard.
No, non era più credibile. Frank non se ne era mai reso conto, ma c’era qualcosa che non andava nella loro amicizia. Qualcosa che non stava in piedi. Si sostenevano su fragili scuse, e ora erano crollate, dopo mesi di fortunata solidità.
- Affetto? – ripeté Ray, quasi ridendo, - Il tuo concetto di amicizia è piuttosto discutibile. –
- Basta. – intervenne Frank.
Tutti si voltarono a guardarlo, quasi fosse appena apparsa la Madonna circondata da angioletti gay.
- Questa discussione non porterà a niente. Vi state agitando inutilmente. – disse lentamente Frank.
- Dovremo pur chiarire, no? – replicò Ray, la rabbia lasciata un attimo da parte per conversare civilmente con Frank, che non aveva ancora detto niente per farsi detestare particolarmente da lui e la sua chioma afro.
- Lo state facendo nel modo sbagliato. E poi non dovete essere voi a chiarire. Dobbiamo essere io e Gerard. Sempre che ci sia qualcosa da chiarire. – disse, lanciando un’occhiata a Gerard.
Gerard lo guardava senza battere ciglio, quindi Frank non ebbe idea se stesse dicendo stronzate che Gerard condivideva.
- Sicuramente c’è qualcosa da chiarire. –
- Ray. Qual è il problema? No, seriamente. Vi abbiamo fatto qualcosa di male? –
Ray si morse un labbro, stringendo fra le mani la sua tazza vuota. Era quello il modo migliore per pararsi il culo, e Gerard non l’aveva ancora capito: - Ma... magari... –
- Magari un cazzo, Ray. Calmati. Sarà quando saremo un reale problema per voi che avrete il diritto di rimproverarci, ma al momento mi sto personalmente impegnando a non rompere i coglioni a nessuno quindi non serve litigare. –
- E oggi pomeriggio verranno a trovarci Lindsay e Jamia. – aggiunse Gerard, - Quindi siete pregati di non dire stronzate o mettervi in mezzo ai coglioni con ogni scusa. Chiaro? –
- Ma vi sentite? Non vi siete mai comportati in questo modo. - . Il mormorio di Mikey fu la cosa più inaspettata per Frank. Davvero non pensava che avrebbe mai detto qualcosa che potesse andare anche solo vagamente contro le parole del fratello, quindi il silenzio che seguì a quella sua affermazione fu più che giustificato.
- Non è che... state cambiando? – mormorò Mikey, approfittando delle bocche momentaneamente mute degli amici.
- No, Mikey. – rispose Gerard in tono gentile, gli occhi che guardavano preoccupati il fratellino rannicchiato sulla sedia con la sua tazza di cereali in mano, - Sono solo un po’ stanco. Stanco di essere giudicato. –
- Non ti... –
- Ray, basta. Chiudiamola qui prima di smerdarci più del dovuto. – disse Frank, alzandosi dalla sedia con la sua tazza di caffè fumante in mano, - Vado in bagno. E non rompete le palle se ci metto tanto, una doccia di mezz’ora è il minimo per scaricare la tensione. –
- Lo sappiamo tutti che ti ammazzerai di seghe, Frank. – replicò Gerard, accennando un sorriso scherzoso, sintomo che gli importava di riportare il clima alla normalità.
Ray, Mikey e Bob si lasciarono andare in risatine idiote che strapparono a Frank un sorriso.
- Vai a guardarti un film porno, Gerard Way. –
 
Lindsay e Jamia erano in ritardo. Appoggiati al tourbus con una sigaretta fra le labbra, Gerard e Frank aspettavano in silenzio, e man mano che il tempo passava le sigarette consumate si accumulavano sul marciapiede a testimoniare cosa volesse dire essere fumatori incalliti.
Frank tremava come una foglia dal freddo, quindi infilò le mani nelle tasche della giacca di Gerard. Dopo un po’ che osservava una sigaretta per terra ancora accesa, cominciò a sentirsi osservato. Alzò cautamente lo sguardo e non a caso vide che Gerard lo stava fissando con un’espressione che Frank non riuscì a decifrare subito.
- Scusa... posso? – farfugliò, chiedendosi se se la fosse presa.
- Certo, Frank Iero. Tremi come un vibratore. –
Frank rise: pensava di essere l’unico pervertito a pensare oscenità simili: - Anche tu ieri sera mi hai ricordato un vibratore. –
- Perché non mi hai usato come tale? –
- Perché la serata aveva preso un risvolto meno porno. Alla fine è stato bello, no? –
Gerard ci rifletté un attimo, le labbra contratte mentre cercavano di trattenere un sorrisone: - Uh, già. –
Rimasero in silenzio per un po’, anche se a dire il vero il rumore imbarazzante dei denti di Frank che battevano era piuttosto evidente.
- Ho le labbra screpolate. – si lamentò improvvisamente Gerard, mordendosi il labbro inferiore come una coniglietta di Playboy.
- Stai cercando di dirmi qualcosa, Gerard Way? –
- Mmm... – mormorò, arricciando le labbra.
Ormai era diventata routine per Frank corteggiare e farsi corteggiare da Gerard per tutta la giornata per finire poi a letto insieme la sera. La mattina erano perfetti sconosciuti, il pomeriggio fidanzatini e la sera amanti. E tutto si ripeteva, banalmente forse, ma a Frank piaceva dannatamente, cazzo.
- Ho paura di baciarti, magari ti piace troppo e dopo ne diventi dipendente. – disse Frank, gli occhi nocciola che cercavano maliziosi quelli di Gerard, che ormai esitavano sulle sue labbra.
- Sarebbe la dipendenza migliore che mi potrebbe capitare, Iero. –
- Baciami, allora. –
- No, fallo tu. –
Frank non se lo fece ripetere due volte e si sporse a baciarlo, mentre le mani di Gerard si infilavano sulle sue tasche per intrecciare le dita fredde con quelle tiepide di Frank. Si scambiarono un bacio lento e fottutamente languido fino a diventare quasi osceno quando le mani di Gerard intrecciate a quelle di Frank affondarono più a fondo nelle tasche, raggiungendo il rigonfiamento dei jeans di Frank, ormai quasi premuti contro quelli di Gerard.
Frank gemette e si scostò prima di perdere il controllo e sbatterselo lì sul marciapiede.
- La Tour Eiffel ha gradito? – chiese con un sorrisetto idiota e vergognosamente divertito il moro.
- Come se la tua fosse rimasta indifferente... – sbottò Frank, fingendosi infastidito e ritrovandosi ad imitare Gerard quando i capelli non stavano come li voleva lui.
- Sappi che quando faremo un concerto in Francia non risparmierò alcuna battuta a sfondo sessuale sulla tua Tour Eiffel. -
- Saprò vendicarmi, Way. –
- L’idea mi attizza. –
- Gerard! Frank! – le voci femminili affannate colpirono in pieno petto i due, obbligandoli a scostarsi l’uno dall’altro.
Il primo a riprendersi dallo shock, stranamente, fu Frank. Forse Gerard aveva passato momenti più arrapati dei suoi durante quel bacio.
- Tesoro! – esclamò Frank, allargando le braccia per lasciare Jamia lanciarsi addosso a lui. La afferrò prontamente per le gambe, reggendola in braccio.
Jamia lo baciò, e Frank si chiese se avesse sentito il sapore di Gerard. Non che lo conoscesse... o almeno così sperava. Quando la ragazza si scostò aveva un gran sorriso felice, quindi a quanto pareva l’emozione non le aveva fatto notare niente.
- Amore. – trillò, prendendogli il viso fra le piccole mani morbide e chiare, - Sei sempre più bello. –
- Ringiovanisco. – confessò Frank, sorridendo. Non aveva mai realizzato quanto le fosse mancata Jamia prima di allora.
- Qual è il tuo segreto? –
“Scopare con Gerard!”
- La musica, piccola. –
Jamia sorrise, scompigliandoli appena i capelli corti: - Dove sono tutti gli altri? –
- Intendi Ray, Mikey e Bob? In giro da qualche parte, probabilmente. –
Jamia scivolò dalle sue braccia e si limitò a prendergli le mani, che fino a qualche minuto prima erano strette a quelle di Gerard e stavano premendo contro il suo stesso cazzo.
- Mi sei mancato. –
- Anche tu, piccola. - . Il suo sguardo finì inevitabilmente su Gerard, che stava abbracciando Lindsay ma che in realtà stava osservando Frank. Tornò a guardare immediatamente Jamia: non poteva permettersi passi falsi. In fondo, Jamia e Lindsay sarebbero rimaste con loro solo il pomeriggio, non ne valeva la pena di distrarsi con fantasie poco etero.
Incontrò di nuovo gli occhi di Jamia, e la baciò prima che il suo cervello realizzasse che aveva intenzione di farlo e con le dita infilate fra i suoi capelli morbidi capì che l’amava davvero, che non erano balle che raccontava a sé stesso per giustificare le scopate con Gerard.
Il problema era un altro, in realtà. Si poteva amare due persone? Era così sbagliato?
Jamia non sapeva un cazzo del suo rapporto con Gerard. In internet finiva sui loro video che testimoniavano i loro momenti un po’ spinti sul palco, ma quando chiedeva spiegazioni Frank e Gerard si limitavano a ridacchiare giustificandosi con un paio di scuse che prontamente la ragazza beveva, inconsapevole di quante cose nascondevano dietro quei sorriso divertiti. La stava prendendo in giro, ma non poteva vietare al suo cuore di amare due persone diverse. O forse non era questione di cuore.
Forse era solo questione di Tour Eiffel.
 

  
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