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Autore: Mubbina    12/12/2011    5 recensioni
Sono felice di aver realizzato per scritto una mia fantasia che da tempo girava nella mia testa, anche se questo concerto non ho ancora avuto l’opportunità di viverlo sono fiera che la colonna sonora della mia adolescenza sia accompagnata da una della voci più meravigliose che ci possano essere su questa terra.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Erano le sette e mezza passate, i miei genitori stavano iniziato a mangiare mentre io avevo già finito. Avevo tritato tutto come se fossi stata un frullatore e più veloce della luce ero corsa a preparami per la serata che mi aspettava.
Erano già le otto quando mi accorsi di non avere la minima idea di cosa indossare. Rimasi a contemplare l’armadio aperto un po’ come faccio di solito tutte le mattine prima di andare a scuola, ma quella sera era diversa dalle altre mattine, dovevo trovare un vestito elegante ma non troppo elegante.
Incominciavo a sentire l’agitazione che prendeva possesso del mio corpo, però mi ripetevo: “Calmati un attimo, respira … ce la posso fare tanto sono solo le …” e mi voltai per vedere l’ora e con grande stupore lessi: “Le otto e sei?Il concerto inizia tra meno di quaranta minuti!!!!”
Così decisi di mettermi un paio di jeans chiari, una maglietta e le scarpe da ginnastica. Successivamente, presi anche il marsupio con cellulare, fazzoletti (in caso di sbavature improvvise) per non dimenticare la macchina fotografica.
Mi tirai su i capelli con una pinzetta e dopo aver dato un’ultima occhiata alla mia immagine nello specchio: “Ok, niente trucco, vado così” mi sorrido e mi precipito giù per le scale. Diedi un’occhiata all’ora ed era tardi: le otto e mezza.
Mi avviai fuori di casa dove mio fratello mi aspettava con la macchina accesa, pronto per portarmi nel luogo dove si sarebbe svolto il concerto.
Le mie gambe iniziarono a tremare, temevo di aver dimenticato il biglietto sul comodino invece appariva maestoso in una busta dentro il marsupio.
La vettura si fermò davanti al cancello che mi avrebbe condotta tra una marea di gente, tutte per andare a vedere una persona sola che canta.
Dopo aver ringraziato mio fratello mi diressi verso la biglietteria, e mostrando il mio biglietto firmai, volontariamente, l’entrata in un mondo parallelo.
In un mondo che fino ad all’ora era stato nei miei pensieri e mai reale, quel mondo fatto solo di colori e musica, un mondo creato da un ragazzo che sognava ad occhi aperti.
Mancavano dieci minuti alle nove, di li a poco avrebbe iniziato.
Ero in mezzo a gente che non avevo mai visto, ma non importava, mi feci spazio per poter avvicinarmi il più possibile e riuscii ad avere una bella visuale.
Le luci si spensero, e il buio prese il loro posto, ma non era un buio che faceva paura. Si alzarono le urla, io non riuscivo a muovermi, pensavo che su quel palco sarebbe arrivato lui, l’avrei visto muoversi e non sapevo che cosa avrebbe fatto, visto che questo concerto non era su cd.
All’improvviso s’accese un faretto sul palco che illuminò il pianista e non appena quest’ultimo ebbe la tastiera illuminata iniziò a suonare, poi a raffica s’accesero altre luci che illuminarono rispettivamente prima il chitarrista, poi la batterista ed infine una coppia di ragazze che fungevano da coro.
Finisce a quel punto la musica d’introduzione e inizia Relax,Take it Easy.
Un quinto fascio di luce s’accese a quel punto in centro al palcoscenico, rendendo visibile a tutti colui che avrebbe dato una scossa di energia in quella serata:Mika.
Iniziò a cantare con lo stesso timbro di voce che si sente incisa su Life in Cartoon Motion, il suo primo cd, e tutti alzarono le braccia e incominciarono a saltare e a ripetere le stesse identiche parole.
Indossava una giacca leggera ricoperta di brillantini color oro con sotto una maglietta bianca,portava un paio di pantaloni neri e aveva quelle bellissime scarpe.
Finita la canzone un grido di voci lo esultò liberandosi nell’aria il suo nome seguito da un battito di mani assordante.
Lo vidi sorridere e quasi divenne rosso: “ Ciao a tutti!” fece con il suo accento speciale inglese. Un altro urlo.
“ Volete ballare stasera?” aveva detto, e un “Sì!” di gruppo gli aveva risposto.
Lui continuò: “ Ok, allora siete pronti per delle grandi ragazze?”
“Eh, certo che siamo pronti!” gridai in mezzo alle altre voci.
“Partiamo subito allora … Big Girl?” “You are beautiful” e così contammo la canzone e sul palco salirono le solite ragazze vestite con body rosa e verdi fluo.
Dopo il balletto e il “Big girl you are beautiful” finale le luce si spensero, lasciando le voci urlanti dei suoi fan cantare ancora un pezzo della canzone.
Anche io mi ero unita alla massa, cercando di tirare fuori la macchina fotografica dal marsupio.
Le luci si rialzarono e questa volta non aveva più la giacca, ma solo più la maglietta. C’era una sedia al centro della scena e lui si va a sedere, in testa aveva un cappello: “ Sembra quello che porta nel video di …” non riuscii a finire la frase che parte a cantare Blame in on the girls.
Le urla aumentarono e le mani partirono a battere contemporaneamente tutte insieme al ritmo di quelle parole.  Urlai a squarciagola e non riuscivo neanche a fare una foto decente perché mi tremava tutto.
Gli occhi degli spettatori erano puntati su di lui, che correva prima di qua e poi di là, cantando e fermandosi a fare qualche passo di danza, anche se non gli riescono tanto bene.
“Blame in on the boys”, urla e applausi.
Fece un inchino, e in quel momento era come se il tempo si fosse fermato ma allo stesso tempo fosse passato velocemente.
Alzai gli occhi per vedere il cielo stellato e quelle palle luminose che brillavano a milioni di distanza sembravano guardare proprio quello che stavo guardando io, una stella più luminosa.
Sentii una nota al pianoforte “ Qui è lui che suona” abbassai lo sguardo sul palco ed era vero.
Aveva iniziato una canzone che io avrei desiderato tanto imparare a suonare: Grace kelly.
“Bellissima!” gridò qualcuno, “Bravo!” gridarono altri, “Magnifico” mi dicevo.
Ma come tutte le cose belle, anche Grace finì abbastanza velocemente, troppo velocemente.
Le luci si riabbassarono e si rialzarono al ticchettio della pioggia riprodotto da un effetto sonoro poi lo schioccare delle corde di una chitarra; ormai conoscevo molto bene quei suoni .
“ Rain!” urlai e partì la sua voce dalle sue corde vocali, passò le sue labbra che, appoggiate al microfono uscirono come vere gocce di pioggia.
Amavo sempre di più quella canzone, ad ogni parola che diceva, ad ogni colpo di batteria … davvero fantastica.
Si chiuse quell’atmosfera magica e per riprendere fiato iniziò a fare due chiacchiere con noi: “ Come procede la serata?” diceva e noi o meglio, io : “ Bene, ovvio, non deve neanche chiederlo” e in tanto che ci parlava dietro di lui portarono dei bidoni della spazzatura : “ oh, sì, vai con Love Today!” e infatti così fu.
Molta più gente saltava, ballava e cantava.
In seguito a Love Today iniziò Happy Ending,e come quella volta che mio fratello me l’aveva messa in teatro anche quella sera la sua voce riecheggiava tutt’intorno, soltanto che non era registrata, ma dal vivo.
Urla e battiti di mani. “ Grazie a tutti!” aveva sorriso, poi dopo : “A chi di voi piace il lecca-lecca?” “ A me!” “ Bene, piace tanto anche a me” disse e partì una voce di bambino: “Hey, what’s a big idea?” “Yo Mika!” risposi. Anche Lollipop era finita com’era finita Relax.
Dopo quest’ultima canzone ci fu un rullo di tamburi, e temevo che fosse l’ultima canzone, e infatti lo era. Si tolse la maglia e la sua pelle sudata luccicava alla luce dei faretti e devo dire che era molto meglio che nei live registrati.
Disse: “ C’è qualcuno qui questa sera che indossa dell’oro?” molte voci gli risposero con urla.
“Perfetto, e chi è invece ricoperto d’oro?”altre grida.
“E invece,chi è fatto d’oro?”
“Tu!” gridai e un signore a fianco mi guardò scuotendo la testa.
We are gloden fu l’ultima canzone, e credo che sia stata quella a farmi piangere di più.
Non potevo credere di aver visto il mio idolo dal vivo, non riuscivo a realizzare il fatto di averlo sentito cantare e ballare non attraverso ad una telecamera ma  con i miei occhi.
Sono felice di aver realizzato per scritto una mia fantasia che da tempo girava nella mia testa, anche se questo concerto non ho ancora avuto l’opportunità di viverlo sono fiera che la colonna sonora della mia adolescenza sia accompagnata da una della voci più meravigliose che ci possano essere su questa terra.
Ti devo ringraziare ancora una volta Mika per tutto quello che fai per me, rendendomi felice solo con un tuo sorriso, grazie infite di essere tu il mio Happy Ending.
Vorrei inoltre chiedere scusa se non ho messo l’emozione che provo ogni volta che sento tutte le sue canzoni, mi piacerebbe molto ricordare quanto sono belle My interpretation, By the time, I see you, Any other world e tutte le altre.
  

  
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