Serie TV > Glee
Segui la storia  |       
Autore: _hurricane    13/12/2011    7 recensioni
Kurt Hummel è un ragazzo molto particolare, di quelli che forse incontri una sola volta nella vita. E’ fiero di sé stesso ma mai spavaldo, pungente ma mai arrogante, e tremendamente impacciato nelle questioni di cuore.
Kurt Hummel è un ragazzo speciale, così speciale che difficilmente potresti trovare un altro come lui… ma quando Blaine, solista dei Warblers della Dalton Academy, incrocia il suo sguardo in un negozio di dischi, non sa che dentro quegli occhi azzurri si nasconde una bugia.
"E intanto Kurt sentiva il suo profumo, e il cuore di Blaine che batteva proprio sotto il suo orecchio, che sembrava chiamarlo e ipnotizzarlo.
Come se battesse per lui.
Cercò di ignorarlo, perché un cuore, un organo fatto di tessuti, carne, vene e sangue, non batte per nessuno se non per il corpo a cui appartiene. Non batte per nessun motivo, se non per assicurare la vita a colui che lo possiede.
Eppure quel battito regolare, più accelerato a tratti – che strano, sembrava più veloce proprio quando Blaine inspirava tra i suoi capelli – alle sue orecchie non appariva meccanico e ripetitivo. A lui sembrava musica."
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Blaine Anderson, Kurt Hummel, Nuovo personaggio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

29 Baby, it’s hot inside


Karofsky tornò al McKinley, proprio come aveva suggerito Kurt. Non raccontò ai suoi compagni di squadra il vero motivo delle botte che aveva preso, ma ne approfittò per far loro un discorso su quanto l’esperienza lo avesse sconvolto, facendogli capire che la violenza era terribilmente sbagliata e poteva davvero fare male a livello psicologico, oltre che fisico.

Alla proposta di smettere di fare i bulli e rigare dritto, le reazioni non erano state esattamente entusiaste, anche perché tutti concordavano sul fatto che “tirare granite in faccia, sbattere finocchi contro gli armadietti e sfotterli per come si vestono non è come picchiare una persona”.

Ma Karofsky aveva un indubbio ascendente sul resto della squadra, e senza il suo entusiasmo nell’organizzare bravate anche quello degli altri scemò leggermente. Ma non del tutto, come era prevedibile.

Colin assistette silenzioso ai loro discorsi negli armadietti, profondamente colpito dalle parole del ragazzo.

Tra Dave e Kurt non nacque l’amicizia che sarebbe stata forse prevedibile. Continuò ad esserci un certo distacco da parte di entrambi: Dave non voleva fare niente che potesse creargli altri problemi, e conoscendosi optò per il non fare niente in assoluto; Kurt, semplicemente, giunse alla conclusione di aver fatto quello che era giusto e di aver contribuito, con il suo perdono, alla sua “redenzione”.

I bulli della Welby vennero arrestati, condannati ad una diffida nei confronti di Blaine, Kurt e Dave (le varie testimonianze dei tre si erano accumulate, creando un quadro completo della situazione) e al carcere minorile per percosse per un determinato periodo di tempo.

I loro genitori non si sprecarono in tante scuse, ma fecero sapere con delle lettere che si sarebbero trasferiti altrove dopo la fine della condanna e che loro non avrebbero più sentito parlare dei loro figli. Probabilmente fu più una questione di salvataggio estremo della loro reputazione, ma aveva poca importanza.

Perché la vita riprese a scorrere, come scorreva prima e come avrebbe sempre fatto, lineare e indifferente ai problemi di quelle strane, complesse creature chiamate uomini.

 

* * *

 

Era l’ultimo giorno di scuola prima delle vacanze natalizie, e Blaine aveva espresso il desiderio di invitare Kurt alla Dalton per fargli vedere quanto la sua scuola diventasse bella e accogliente – più del solito – in quel periodo, piena di stelle di Natale, decorazioni, candele rosse sui ripiani dei caminetti accesi, mazzi di vischio appesi ai lampadari.

Perché beh, era una scuola esclusivamente maschile, ma essendo dalla mentalità molto aperta accettava ben volentieri di rispettare la tradizione e permettere qualche casto bacio sotto il vischio.

Blaine aspettò Kurt all’ingresso, un berretto di lana rossa sulla testa abbinato alla sciarpa, a braccia conserte. Non appena lo vide si illuminò e sorrise.

Kurt avrebbe dovuto essersi abituato a quella reazione, così spontanea e per questo meravigliosa, ma era impossibile. Blaine lo guardava e sembrava vivere sempre in attesa del suo arrivo.

“Ciao!” disse Blaine prendendolo per mano e dandogli un bacio sulle labbra, fredde ma per niente screpolate grazie ai prodotti che utilizzava. Era una cosa che lui adorava, il fatto che fossero sempre così morbide e vellutate.

Condusse il suo ragazzo lungo i corridoi perfettamente illuminati a giorno, anche se erano le sette di sera e ormai fuori era buio. C’erano candelabri attaccati ai muri ricoperti di mogano liscio, che uniti ai lampadari sul soffitto non facevano che migliorare l’atmosfera.

Ragazzi in divisa passarono accanto a loro da entrambi i lati del corridoio, alcuni salutando Blaine con la mano e sorridendo visibilmente nel vederlo mano nella mano con un ragazzo.

“Scommetto che quello è un Warbler” disse Kurt, quando un ragazzo di colore fece l’occhiolino a Blaine con aria divertita.

“Sì, è David!” rispose Blaine con una risatina.

Raggiunsero una piccola ma accogliente sala, con due divanetti di pelle marrone al centro, tappeti perfettamente rifiniti sopra il parquet, un camino acceso e un pianoforte in un angolo. Kurt, nonostante fosse rapito dalla bellissima atmosfera, non potè fare a meno di notare lo stereo grigio poggiato sopra un tavolino di legno.

Blaine se ne accorse e sorrise. Gli lasciò la mano, fece qualche passo indietro per chiudere la porta e poi raggiunse lo stereo.

“Canta con me” gli disse con occhi sognanti, prima di premere il tasto play.

Una musica dai toni vagamente natalizi riempì l’aria, espandendosi attraverso le onde sonore intorno a loro e, non si sa come, raggiungendo anche il cuore di Kurt. Era la prima volta che cantava con Blaine, e segretamente aveva sempre voluto farlo. Sapeva che sarebbe stato totalmente diverso che vederlo su un palco, insieme al suo Glee Club.

Riconobbe la canzone, e fece appena in tempo a tornare alla realtà per intonare la prima frase.

“I really can’t stay…”

“…but baby, it’s cold ouside!”

Fu strano. Fu la cosa più intima che avesse mai provato… come baciarsi. Non l’avevano mai provata insieme, eppure sapevano esattamente cosa fare. Anche quando le loro voci si sovrapponevano, non c’era esitazione, o paura di prevalere su quella dell’altro.

Si armonizzavano alla perfezione, come se fossero state create per cantare all’unisono, così come le loro labbra sembravano state create per incontrarsi e le loro dita per intrecciarsi e i loro respiri per fondersi e i loro cuori per battere insieme, l’uno per l’altro.

Fu perfetto.

“Oh, but it’s cold outside!”

La canzone finì: Kurt e Blaine erano al centro della stanza, in piedi, l’uno di fronte all’altro.

Blaine alzò lo sguardo, e con l’indice fece cenno a Kurt di fare lo stesso. C’era un mazzetto di foglie verdi sopra di loro.

Kurt lo guardò e sorrise divertito: non aveva mai baciato qualcuno sotto il vischio. Sarebbe stata l’ennesima cosa fatta con Blaine per la prima volta.

Fece un passo in avanti e si abbandonò nell’abbraccio istintivo del suo fidanzato, che lo avvolse del tutto e lo baciò teneramente.

Fu questione di poco prima che diventasse qualcosa di più appassionato, le loro lingue che si incontrarono nello stesso momento come se anche loro seguissero uno spartito musicale.

Blaine alzò una mano, prima poggiata sulla schiena di Kurt, per scostare la sciarpa che aveva al collo e baciarlo al di sotto della mascella, alternando baci e morsi e iniziando poi a succhiare la sua pelle lattea.

La stretta di Kurt intorno ai ricci sfortunatamente ricoperti di gel di Blaine si fece più salda, e un suo piccolo gemito di approvazione incoraggiò il Warbler a continuare. Lentamente, con la sola forza del corpo e senza interrompere la sua attività, lo spinse verso il divanetto dietro di loro.

“B-Blaine, che stai-“

“Beautiful, what’s your hurry?” gli sussurrò Blaine all’orecchio, intonando appena la melodia e facendolo rabbrividire fino alle dita dei piedi.

Andarono a scontrarsi con il bracciolo del divano, Kurt quasi seduto su di esso e il corpo caldo di Blaine contro il suo. Kurt iniziò a pensare che tra quello, il fuoco del camino e i vestiti pesanti che aveva addosso, iniziasse a fare davvero troppo caldo.

“I simply must go…” gli sussurrò sulle labbra, sorridendo quando Blaine scoppiò in una piccola risata.

“But baby, it’s cold outside” rispose il ragazzo riccioluto, sfilandogli con disinvoltura la sciarpa per riprendere da dove aveva interrotto.

“The a-answer is no…” rispose Kurt, anche se non era più tanto convinto.

“Mmmh but baby, it’s cold outside” intonò Blaine sulla pelle del suo collo, sfregandola col naso.

“This welcome has- uh!

Kurt si aggrappò alla pelle del divano dietro di lui e la strinse forte. Blaine aveva appena mosso i fianchi in avanti, contro di lui. Lo percepì sorridere sulla sua pelle, evidentemente soddisfatto di essere riuscito ad interromperlo.

Il ragazzo alzò il viso e lo riportò davanti a quello di Kurt, i loro corpi ancora aderenti l’uno all’altro, ma ora immobili. Avvicinò lentamente la bocca alla sua, ritraendola lievemente quando Kurt chiuse gli occhi e fece lo stesso, per incontrarla a metà strada.

“Gosh, your lips look delicious…”  disse, prima di permettere finalmente alle loro labbra di incontrarsi.

Kurt gemette di nuovo quando i fianchi di Blaine ripresero a muoversi, proprio mentre si baciavano. Divenne tutto più caldo, rude, ma in qualche modo ugualmente dolce. Un modo che Kurt stesso non riuscì a capire: come faceva ad essere dolce una cosa così irruenta come quella di afferrare il suo fianco con la mano e tenerlo fermo sul bracciolo?

Eppure lo era. Era fantastico. Senza nemmeno rendersene conto, aprì le gambe per far aderire ancora di più Blaine a lui.

Il suo ragazzo, uno sguardo scuro di lussuria negli occhi, lo prese per i fianchi e lo fece sedere sul bracciolo, insinuandosi nel suo grembo. Con una mano tenne ferma la sua schiena, per non farlo cadere, mentre con l’altra iniziò a tracciare una linea immaginaria lungo i bottoni del suo maglione, verso il basso.

“B-Blaine…”

“Shh” lo zittì lui con l’ennesimo, umido bacio.

Quando arrivò a sfiorare il bordo dei pantaloni di Kurt, lui si ritrasse visibilmente e si irrigidì. Blaine tolse subito la mano e lo guardò.

“Kurt?”

“Io… scusa, è solo che… non me la sento, ecco” rispose lui imbarazzato, muovendosi per rimettersi in posizione eretta.

“Beh, ma non dovevi mica fare niente” rispose Blaine, un ghigno divertito dalla sua insensata riluttanza.

“Non sono tipo da approfittarmi di te e lasciarti a bocca asciutta” disse Kurt, sfoderando la sua ironia salva-vita. Blaine rise. Inutile dire che gli dispiaceva, ma francamente non era poi così importante.

Guardava Kurt, e niente al mondo aveva importanza. Neanche quello. Forse.

   
 
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: _hurricane