Era il 22 dicembre e anche a L.A. faceva freddo. Passeggiavo per il parco senza una meta, in realtà pensavo. Mi faceva rilassare andare al parco e pensare. Pensavo che ultimamente non potevo scegliere per me stessa: non potevo scegliere con chi stare, con chi farmi vedere, con chi farmi fotografare…
Ero letteralmente costretta a farmi vedere in giro con Liam, non avevo altra scelta perché in un momento di debolezza ho accettato di avere una finta relazione, ma in realtà non ne potevo più. Ero solo stanca.
Mancano tre giorni a Natale e il parco è tutto addobbato, mi fa sentire al sicuro in un certo senso. Mi soffermai sulle panchine e sopra ad ognuna c’era appeso un vischio. Non sapevo se ridere o piangere per la gran cavolata del vischio. Decisi di sorridere. Mi sedetti, ero sola. Non c’era niente di meglio che stare soli sotto un vischio. Perfetto direi, ma le gambe mi facevano male per la lunga camminata e tutte le panchine avevano questo stupido vischio. Mentre fissavo con aria di sfida il vischio sulla mia testa sentii abbaiare e un cane si avvicinò a me. Lo riconobbi subito e le mie labbra si aprirono in un sorriso enorme << Elvis! Ciao tesoro! >> mi abbassai e incominciai a baciarlo e fargli le coccole mentre lui si mise con le zampe anteriori sulle mie ginocchia e incominciò a leccarmi il viso. Mentre ridevo aprì gli occhi e vidi il suo padrone venire in contro a me con calma e, strano a dirlo, con un sorriso enorme. Non riuscivo ad alzarmi per Elvis sulle mie ginocchia ma quando Nick si avvicinò ancora di più gli disse << Dai lasciala, vai a giocare da un’altra parte >> gli diedi un ultimo bacio e se ne andò a giocare per il parco. << Ciao eh >> alzai gli occhi <<Ciao…>> ero un po’ imbarazzata, poi si sedette di fianco a me. Io automaticamente sgranai gli occhi e alzai lo sguardo verso il vischio sulle nostre teste. Si era accorto dove eravamo seduti? Ero in panico ma decisi di rimanere lì seduta, vicino a lui, sotto il vischio. Mi girai, mi guardava e sorrideva. Lo fa spesso con me. Devo ammetterlo mi mancava. Lui ruppe il silenzio che si era creato <<E’ da un po’ che non ci vediamo…perché un giorno non usciamo? >> stavo per accettare quando riflettei <<Non credo che la tua fidanzata sia d’accordo… >> la sua risposta mi spiazzò << Non lo saprà >> risi nervosamente << Oh si che lo saprà! Dove ci siamo noi ci sono i paparazzi. Paparazzi uguale foto. Foto uguale internet. Tutti lo sapranno, anche lei >> <<Perché sei così paranoica? >> lo guardai malissimo << Io? Pff…ma poi perché? >> abbassò la testa e poi mi guardò negli occhi << Perché mi manchi...perché siamo arrivati a questo punto? Voglio dire, non ci parliamo più, l’ultima volta che abbiamo parlato abbiamo litigato e ora stiamo incominciando di nuovo mentre prima eravamo inseparabili…sono stanco di questa situazione e mi manchi come l’ossigeno >> abbassai la testa << Siamo ancora inseparabili >> l’avevo sussurrato ma lui mi sentii, poi lo vidi con la coda dell’occhio alzare la testa e sorrise << Sai dove siamo seduti? >> alzai anch’io la testa e in meno di un secondo mi ritrovai le sue labbra sulle mie. Non mi tirai indietro, anzi, misi le mie braccia incorno al suo collo e le sue le mise intorno alla mia vita. Non so quanto le nostre labbra e le nostre lingue giocavano ma quando ci staccammo lui mi guardò dritto negli occhi e mi disse quello che aspettavo da una vita <<Ti amo >> sorrisi e gli saltai addosso abbracciandolo << Anch’io ti amo, non ho mai smesso >> dissi in lacrime. Ci baciammo ancora. Ero felice adesso, non mi interessava niente: eravamo io e lui e nessun’altro, adesso e per sempre. Avevo ragione: non importa, qualsiasi cosa succeda torneremo insieme sempre perché siamo un cerchio completo.