10 e trenta del mattino…
-Oddio, ma perché dobbiamo svegliarci così presto…- chiese
una voce assonnata dal fondo dello scuro corridoio.
-Marta… mi mancavano le tue lamentele…- le rispose la madre,
abbracciandola.
Marta aveva 20 anni, era tornata a casa dei suoi per una
settimana, da passare a mare con pace e serenità, senza né esami né professori
né ragazzi…
-Si mamma… anche tu mancavi!- la ragazza la strinse forte a
se, che era bella quella sensazione… A Roma, dove la ragazza alloggiava durante
l’anno, non aveva nessuno che la facesse sentire così bene, ma dopo tutto:
niente è come la mamma!
-Ok… adesso staccatevi che dobbiamo andare a mare!- urlò
Simona, la sorellina di Marta.
-OK, puffa andiamo... ma sbaglio o manca qualcuno?- le
rispose quest’ultima.
-Certo che avete molto considerazione dell’unico uomo della
casa…- precisò il padre uscendo dalla camera.
-Ecco cos’era…- rise la madre, facendo ridere tutta la
famiglia.
I quattro salirono in macchina e si diressero verso la
spiaggia più vicina, il solo passava attraverso i vetri illuminando, ed
infastidendo i passeggeri dell’automobile.
-Madonna!- urlò Marta dopo circa mezz’oretta di viaggio.
-Ma cos’hai?- le sbraitò contro la sorellina che si era
svegliata di soprassalto.
-Mi sono dimenticata di mandare un messaggio a D!-.
-Sapevo…- si calmò la madre che, come tutto il resto dei
passeggeri era sobbalzata all’udire del grido.
Marta prese il cellulare dalla tasca dei pantaloni, una
fatica immane, ed iniziò a scrivere:
SVEJA E RISPLENDI D!!!!!!!!
OGGI NON TI SCORDARE, SIAMO TUTTI A MARE!!!!!!(HO FATTO PURE
LA RIMA!)
NON VEDO L’ORA DI RIVEDERE TE E CHIARA E C! ODDIO… QUANTO
TEMPO! MI SIETE MANCATE! SPERO CHE IL TEMPO NON VI ABBIA FATTO CAMBIARE, O MEJO
MATURARE! NON VOJO AMICHE PALLOSE! VOJO QUELLE CHE HO LASCIATO UN ANNO FA! UN
BACIO B!
Trovò il nome nella rubrica e inviò lo sms.
Quanto le mancavano le sue amiche, le mancavano tutte le
stupidate che facevano insieme.
Le mancavano tutte e tre… Chiara ma anche D e C alias
Francesca (Kekka) e Mary.
Si erano date quei soprannomi prima di partire, il motivo
era piuttosto idiota, ma le faceva sentire ancora più unite oltre che notevolmente
sceme… cosa che non spiaceva loro per niente! Le tre avevano un anno in più di
Marta, ma tutte e quattro si comportavano da quattordicenni.
Ovvio, tutte avevano lo studio i rispettivi lavori, ma
quando stavano insieme gli piaceva tornare a quell’età.
Avrebbero passato tutto il pomeriggio a scherzare ed a
parlare di ciò che adoravano di più: I Simple Plan!
Beh, sinceramente questa passione non era condivisa da
tutte, poiché Chiara adorava tutt’altra musica, ma le altre tre… beh le altre
adoravano quei ragazzi!
Ascoltavano la loro musica fino alla nausea, che non
arrivava mai! I membri della band erano diventati dei miti per loro, sarebbe
stato un sogno incontrarli… eh si un bel sogno!
Sfortunatamente, i cinque ragazzi, durante tutto l’inverno
avevano ben pensato di starsi ritirati nelle loro case a Montreal… alle tre
però, la speranza continuava ad imperversare…
-Siamo arrivate grazie a Dio!!!! Stavo cocendo la
dentro!!!!- sospirò Simona mettendo un piede fuori dalla macchina.
-È vero!!! Papà quando ti deciderai a cambiare la macchina?-
chiese Marta appoggiandosi ai finestrini dell’automobile, respirando finalmente
aria pulita.
-Beh adesso i soldi sono impegnati nei tuoi studi… fra un
paio di anni, forse…- rispose lui aprendo il cofano e prendendo la borsa con i
teli da mare.
-Ti vorrei ricordare che quando finirà lei sarà il turno
mio!- rise Simona.
-Ancora… hai tutta la vita davanti a te…- disse la sorella.
-Beh io non vedo l’ora di crescere e diventare una donna
matura!- finì l’altra con gli occhi che brillavano.
-Certo che ne hai d’immaginazione! Tieni ascolta questa
canzone… tanto che siamo in argomento!- Marta accostò le cuffie del suo mp3 alle
orecchie di Simona, da queste usciva ad alto volume la canzone Grow Up!
La sorellina iniziò a ballare smuovendo Marta, poiché le
cuffie erano ancora legate al suo collo.
-Ok, Ok adesso basta! Dammi qua!- finì brusca
riappropriandosi della musica.
- ‘I don't
wanna be told to grow up’- iniziò a cantare.
“beh allora siamo in due Pierre … neanche io ho voglia di
crescere… ma al posto di creare la bomba atomica gli scienziati non potevano
applicarsi per costruire una macchina del tempo! Oddio che bella voce che ha!!!
Io adoro questo ragazzo, oltre ad essere eccezionalmente bravo è
eccezionalmente bello! Mamma cosa farei se
t’incontrassi……………………………………………………………………………………………………………………………………………..
Dai Marta fai pensieri casti!!!”
I pensieri della ragazza però furono interrotti da una mano
sulla spalla.
-B!!!!!!!!!!!!!!!!- la ragazza si voltò… Francesca le
sorrideva.
-D!!!!!!!!!- le due si abbracciarono ed iniziarono ad
urlare!
-Certo alla povera C chi la pensa…- Marta non se n’era
accorta ma dietro Kekka Mary la guardava imbronciata.
-Ciao!!!!!- disse prima di saltarle addosso, facendola quasi
cadere.
-… ne manca una… Chiara?- chiese successivamente.
-Beh arriverà oggi pomeriggio, aveva impegni con Tom…-
rispose Francesca.
-Tom…? Mi dovrò informare!- sorrise Marta, le tre si
guardarono per qualche secondo in silenzio per poi tornare ad urlare come delle
pazze.
-Mary, Kekka…- disse in coro il resto della famiglia di
Marta. Ormai quelle tre, compresa Chiara erano diventate di famiglia, qualche
giorno era anche successo che si infilassero a casa sua quando Marta non c’era…
-Andiamo al bar!- propose Marta allontanandosi saltellando.
-Cioè, non ci vediamo da un paio, forse un po’ di più, di
mesi… e tu ci torni ubriacona… che vergogna!- disse scherzosa Mary ricevendo
come risposta una botta amichevole sul braccio.
-Allora non ci racconti niente?- chiese Francesca.
-Io…?-
-No mia nonna… certo!- sbuffò Mary alla stupida domanda.
-Beh io non ho niente da dire, voi invece… amori, notti
passionali…? Figli illegittimi…?- domandò lei ridendo. Non voleva dirlo alle
altre, ma aveva molte cose da raccontare, ma siccome queste erano per lo più
brutte… decise di trattenersi almeno per ora.
-No, mi sembra di non essere incinta… comunque io niente di
che… le solite storie passeggere…- diede risposta Francesca seguita da Mary.
-Idem…niente di serio, o almeno niente che valga la pena di
essere raccontato…-.
-Ma erano tutti così scarsi a letto??- chiese allora Marta
ridendo di gusto.
-Non sei cambiata eh? La solita idiota!- disse Mary
sorridendo.
-che vi fa morir dal ridere…- si difese Marta facendo la
linguaccia all’amica.
Le tre si sedettero al tavolo ed iniziarono ad aspettare il
cameriere, che dopo qualche minuto arrivò.
-Salve ragazze… cosa volete?- chiese sorridendo, il ragazzo
era davvero molto carino, bruno occhi verdi.
-Beh tre caffé grazie!- lo congedò Mary. Questo si allontanò
e le tre lo fissarono andar via, cioè fissavano il fondoschiena di
quest’ultimo.
-Non era per niente male…- disse Francesca, le due risero.
-No, per niente!- risposero.
Intanto sull’altra parte della spiaggia alcuni ragazzi,
francesi si preparavano a passare una stupenda giornata ricca di tranquillità.
-Oddio… da tanto che non vengo qua…- disse uno sedendosi su
un telo appena disteso a terra.
-È vero! Potevamo avere 10 o 11 anni l’ultima volta…-
precisò l’altro accomodandosi accanto all’amico.
-Al posto di parlare perché non mi date una mano?- chiese
supplichevole un altro ragazzo appena arrivato.
-Pat non ti lamentare… se proprio vuoi aiuto chiedi a
Jeff!-.
-David non iniziare a rompere! Invece, caro Pat perché non
chiedi ai due piccioncini seduti a fissare il mare… Pierre, Chuck ma che state
facendo?-. i due ragazzi si voltarono.
-Io sono sfinito…- mentì Pierre massaggiandosi le gambe.
-Io ho l’ernia non lo sapevi…- rise Chuck.
-Ok, Ok lasciate… che pigri!- li rimproverò un altro appena
arrivato.
-Seb al posto di parlare perché non vai ad aiutare tu Pat?-
disse David rivolgendosi a quest’ultimo.
-Ormai ho finito…- disse infine il povero ragazzo che si era
ammassato tutta la roba addosso e l’aveva scesa fino alla spiaggia.
I ragazzi si cacciarono i vestiti rimanendo in costume…
tutti e sei avevano un fisico stupendo.
Si coricarono su alcuni teli.
-Dave andiamo a prenderci qualcosa da bere?- chiese dopo
poco Pierre.
-Non se ne parla neanche! adesso che ho trovato una
posizione comodissima solo un uragano riuscirà a smuovermi da questo posto!-
rispose l’altro.
-Che amico… Chuck mi accompagni tu?-.
-Ok, tanto ho una sete tremenda anche io…-.
I due si alzarono e si diressero verso il bar.
-Tanto che ci siete perché non mi portate un cola?- chiese
uno.
-Jeff se ne hai tanta voglia ti alzi e te la prendi…-.
-Ok… lascia stare…-.
I due arrivarono al bancone del bar. Questo era praticamente
vuoto, tranne per tre ragazze sedute in un tavolo piuttosto appartato.
-Hai visto quelle tre?- chiese Pierre sedendosi sugli
sgabelli.
-No… sono nascoste da ‘sto cavolo di palo…- rispose l’altro
muovendosi a destra ed a manca cercando di vedere le ragazze.
-Uffi… chi sa se sono carine?-.
-Tu sempre il solito… ti rendi conto che facevi gli stessi
ragionamenti a dieci anni?- domandò l’amico controllando quando sarebbe
arrivato il cameriere.
-Ma a quell’età non avevo tutta l’esperienza ed il fascino
che ho adesso…- si vantò l’amico.
-Si, però il cervello quello era e quello è rimasto…- lo
derise l’altro.
Pierre sorrise scuotendo la testa, lui e Chuck si
conoscevano da una vita. Si ricordava ancora quell’ultima volta che erano
andati lì, in Italia.
Avevano passato un mese davvero bellissimo.
Sua madre le aveva fatto conoscere una signora che aveva una
figlia circa della sua stessa età.
Adesso gli sfuggiva il nome, ma ricordava perfettamente gli
occhi profondi e il caratteraccio, per quanto una bambina di 4 anni potesse
avere il caratteraccio.
-Ma quando arriva il cameriere??- chiese impaziente Chuck
alzandosi.
-Beh si sarà perso per strada…-.
-No,quello sta parlando con le tre ragazze!- disse Chuck
svelando il “mistero del cameriere scomparso”.
-SCUSI!!!- urlò Pierre in italiano, conosceva abbastanza
bene la lingua, dopo quel mese in Italia aveva iniziato a studiarla.
-Un attimo e sono da voi…- rispose il cameriere ancora
impegnato a parlare con le ragazze.
-Prima che si faccia notte…. Grazie!- disse Chuck conoscendo
anch’esso l’italiano. Lo studio di questa lingua, Pierre l’aveva trasmesso a
tutto il resto della band.
-Beh se aspetti un secondo non credo ti cresca la barba…-
questa volta a rispondere fu una voce femminile.
-No, ma è probabile che crescano i capelli a Jeff…- disse
sotto voce Chuck, non aveva voglia di mettersi a litigare.
Per fortuna le urla cessarono fino a quando Pierre non ebbe
la bellissima idea di incitare nuovamente il cameriere.
-Sbaglio, o sta arrivando il tramonto?- chiese alzando la
voce in modo da farsi ascoltare.
-Mamma che maleducazione…- disse la voce femminile con voce
altrettanto alta.
-Dai Pierre, ti prego non iniziare…- lo supplicò Chuck.
Pierre roteò gli occhi e continuò ad aspettare il cameriere
che finalmente giunse.
-Eccolo!- esultò Chuck.
-Scusate ancora per il ritardo…- sussurrò il ragazzo
–Sbaglio o voi siete… no non sbaglio siete Pierre e Chuck!- finì poi alzando la
voce.
I due spalancarono gli occhi, si erano quasi del tutto
scordati di essere famosi.
-Si… bravo! Ma ti prego di non urlarlo a mezzo mondo…- disse
Chuck.
Il ragazzo diventato improvvisamente sereno annuì.
-Allora vorremmo due caffé…- iniziò Pierre.
-No… per me no… il caffé italiano è troppo concentrato… per
me una coca…-
-Si dai facciamo anche per me…- ci ripensò Pierre.
-Ok ve lo porto subito!- il ragazzo si allontanò lasciando i due soli.