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Autore: Salatoo    13/12/2011    2 recensioni
Tu, chi sei? Tu, sconvolgerai la mia vita?
E io? Io te lo lascerò fare?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti, mi chiamo Erica, e ho in mente questa storia da un pò di tempo..
Per cortesia non siate spietate :) 
Fatemi sapere cosa ne pensate!




CAPITOLO 1

Uno sguardo ceruleo


Un, due, tre, un, due, tre, passo, passo, un, due, tre, passo, passo, un, due, tre!
Mi rimbombano in testa le parole di Mirella mentre mi preparo per andare a lavorare. Niente di più bello che svegliarsi con in testa la voce della tua maestra di danza, mi ripeto, mentre mi infilo i jeans e una felpa. Dopo undici anni di danza, la cosa mi sembra quasi del tutto normale. Le scarpe da ginnastica, un pò di rimmel e matita, e sono pronta per uscire fuori alla luce del sole, che poi ancora non c'era perchè è inverno e il sole deve ancora sorgere. Una diciannovenne che esce alle sette e venti di mattina per andare a lavorare non è una cosa che si vede tutti i giorni. Però, dividendo l'affitto con una coinquilina, Giulia, le cose diventavano un pochino più facili. Lavoro in bar al centro di Roma, dove, non si sa ancora bene il perchè, c'era sempre gente. Ringraziando il cielo posso tranquillamente camminare per arrivare al bar, perchè abito a pochi passi dal centro, e poi l'idea di prendere la macchina di mattina a Roma mi spaventa incredibilmente! Mi piace camminare, mi fa sentire viva, con la speranza di incontrare qualcuno che mi migliora la giornata. Un qualsiasi qualcuno, non un ragazzo con la quale passare la vita ed essere felici e contenti e bla bla bla, non ci credo a queste cose. Ma una persona, qualcunque, anche una vecchietta che aveva difficoltà, e nell'aiutarla mi regalava un fantastico sorriso. Le piccole gioie della vita! Arrivo al bar con molta calma, come al solito, e mi metto dietro al bancone, salutando frettolosamente le altre ragazze. Non avevo un buon rapporto con loro, ma non sapevo neanche io il perchè. Solamente avevamo accettato un muto accordo di non scambiarci che le più generali domande, che si potevano benissimo porre a uno sconosciuto. Ma, intendiamoci, non sono una ragazza che non è loquace, anzi, se inizio a parlare non la smetto più, solo non mi prendevo con loro. Con nessuna di loro. Come non mi prendevo con alcune ragazze del mio gruppo di danza..O dovrei dire nuovo gruppo? Mi hanno spostato da quest'anno, e trovo abbastanza eccitante l'idea di apprendere cose sempre più difficili, ma l'idea dello sguardo indagatore delle altre ragazze appena entro in sala mi fa venir voglia di rispondere alle provocazioni. Ma dopo tutto, vado lì perchè è la mia passione, io non devo rendere conto a nessuno. Tra un cornetto e un cappuccino passa la prima mattinata e approfittando della pausa pranzo decido di chiamare una mia cara amica. «Chiaraaa!» urlo al cellulare appena sento un « Pronto?» appena accennato e assonnato. «Ma tu sei pazza! Mi hai rotto come minimo un timpano! Ah, comunque ciao amica! » e iniziamo a ridere come due sceme. Con Chiara è sempre così, o ridi o ridi. «Cos'hai intenzione di fare questa sera? Usciamo o devi rimanere rintanata a casa? » Gli chiedo ridendo. Mi piace prenderla in giro sul fatto che non può uscire spesso. «Si, esco esco! » Sbuffa e ride allo stesso tempo. Ah, Chiara, se non ci fosse lei! «Bene, ti passo a prendere verso le 11.00 e andiamo a ballare! Ciao barbiee » E attacco senza neanche sentire la sua risposta. Deve essere affermativa, per forza. La mia amica è bionda, con gli occhi scuri, magra, forse anche troppo, però in ogni caso con un fisico e una luminosità unica. Io ho i capelli castani con riflessi biondi alla luce, più bassa di lei, di corpuratura normale, e con gli occhi che variano di colore a seconda dell'umore e di ciò che indosso. Ah, dolcemente complicata! «Erica, vogliamo tornare a lavorare? » Il mio capo si intrufola nella mia mente, e annuendo torno dietro al bancone. Ne esco alle 17.30, puzzando di caffè. Torno a casa con un pò più di fretta del solito, senza motivazione. Corro su in casa e mi infilo sotto la doccia, con l'acqua calda che mi scivola addosso e mi scioglie la tensione. Non so come vivrei senza la mia doccia. Sarebbe traumatico non averla a disposizione per rilassarmi. Metto un pò di musica e corro nella mia camera con l'asciugamano intorno al corpo. Sento un colpo sordo dalla porta di casa e capisco che la mia coinquilina preferita è tornata. Mi affaccio dalla mia porta ed esclamo «Coinquilina adorata! » Mandandole un bacio a distanza. E' così..cambio umore con poco! Si affaccia e mi manda un bacio, visibilmente rossa in viso. «Cos'hai? » Domando, ridendo quel tanto che non riesco a nascondere. Ha una faccia troppo buffa. «Emh..Erica, mettiti qualcosa addosso, che ci sono due ragazzi..» Dice mettendosi a ridere. Spero stia scherzando..e invece ecco qui che sbucano alle sue spalle due ragazzi. Uno alto, l'altro poco più basso. Vengo attirata dagli occhi del ragazzo alto. Blu, blu come il mare, profondi..troppo. Mi ci perdo dentro, sogno di farci un tuffo. Ma è un attimo, mi riprendo, sorrido, e rossa in viso giro su me stessa per andare in camera mia. Ma cos'ho fatto? Cos'è successo? Mi batto una mano in testa mentre con l'altra tengo ancora l'asciugamano. Mi friziono velocemente i capelli con un'altro asciugamano, dopo di che, comincio ad infilarmi la biancheria intima. Rimasta in mutande e reggiseno, mi aggiro per la stanza cercando un vestito carino per stasera. Bingo! La mia testa quasi urla, nel trovare, dentro il mio armadio, un vestito scomparso! Rosso, con un nastrino nero sotto il seno per accentuarlo. Fantastico. Lo infilo in un soffio, cercando le scarpe giuste da abbinare. Le trovo da sotto il letto, e con soddisfazione le appoggio sulla sedia, saranno l'ultima cosa che metterò prima di uscire. Mi dirigo di nuovo verso il bagno, questa volta per sistemarmi i capelli. Sono lunghi, quasi fino alla vita, e amo lasciarli mossi al naturale. Perciò lo farò anche questa sera. L'immagine dei Suoi occhi mi fa venire un piccolo brivido. Cerco di non pensarci mentre con il diffusore mi asciugo delicatamente i capelli. Un filo di trucco, e mi avvento sulle scarpe, rendendomi conto che sono quasi in ritardo. Com'è successo? Vabbè, tralasciamo. Mi controllo allo specchio..si, passabile. Pendo il cappotto ed esco fuori dalla mia camera. Rigiro tutta casa alla ricerca della sciarpa, finendo in cucina, dove si trovavano quei tre. Vengo atterrata dai soliti occhi cielesti, fin troppo soliti. Questo ragazzo riccio mi sta sconvolgendo l'esistenza per la sua sfacciataggine. Guardasse da un'altra parte! Un minimo di decenza. «Chià, hai visto la mia sciarpa?» Chiedo, anche un pò scocciata. Sono in ritardo! «Emh..veramente io..» «Eccola!» Viene interrotta da Lui, che la prende dallo schienale della sedia e me la porge gentilmente. La prendo dalle sue mani, e aggiustandomela al collo, mi giro verso lo specchio, mormorando un «Grazie» Accennato. La sua risposta invece si sente profonda e decisa «Prego» Gli occhi diventati due fessure. Ma cosa vuole? Dò un bacio a Chiara, saluto gli altri due con un 'Ciao' frettoloso, e prendendo le chiavi della macchina, esco fuori nella buia Roma. 


  
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