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Autore: JulietStarLight96    14/12/2011    3 recensioni
Sotto ispirazione di dubbia provenienza, mi è uscito questa storia un po' anormale, tanto per dire. E' ambientata nella seconda stagione, e i membri del Glee Club... bhè, hanno strani poteri. Già, poteri magici!
C'è un po' di Quam, un po' di Quinntana e tanta Quick, alcuni sono un po' OOC, alcuni capitoli tristi, altri semplicemente strani. Se volete saperne di più vi basta leggere.
Non era voglia disperata, non era un bacio di consolazione, era solo per chiudere il mondo fuori dalla porta e poterci urlare ‘ti amo’ senza che nessuno sentisse. «Ti amo anche io.»
Genere: Fantasy, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Noah Puckerman/Puck, Quinn Fabray, Sam Evans, Santana Lopez | Coppie: Quinn/Santana
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Mi piaceva essere quella che ero. Mi piaceva stare seduta lì, su quelle stupide seggiole di plastica rossa mentre gli altri si azzuffavano per decidere cosa cantare, e sentire che, nonostante tutto, i pensieri di ogni ragazzo in quella stanza erano rivolti a me. Mi faceva sentire bene, importante. Almeno finché la vocina acuta di Rachel non mi perforò i timpani. «Penso chedovrei fare io l’assolo delle provinciali, Mr Schue.» tanto per cambiare, insomma. Da quando aveva quello stupido potere di persuadere la gente, il Glee Club era diventato il Rachel Berry Show. Decisi di alzarmi in piedi, non potevo tollerare la sua voce un secondo di più. «Penso che Sam ed io dovremmo fare un duetto.» dissi sorridendo, girandomi verso il biondino che, lo sentivo, stava attento a cosa pensare; peccato che la sua espressione la dicesse lunga. ‘Questa cosa mi piace’ era quello che aveva scritto in fronte. Mi tornai a sedere, mentre i pensieri della Berry andavano dal “Come si permette” al “Tanto l’assolo lo faccio io lo stesso”, mentre Schue tentava disperatamente di riportare l’ordine.
Improvvisamente Sant tornò tra noi, si materializzò sul pianoforte con la coda disordinata, chissà chi si era fatta nel frattempo, urlò: «Un attimo di calma, gente.» e, non si sa come, la ottenne. «Britt ha visto che, se Sam e Quinn canteranno un duetto lento e sdolcinato come solo loro sanno fare, e che, se io canterò l’assolo, vinceremo le provinciali.» ovviamente era una balla, la bionda non guardava mai nel futuro per non ‘rovinarsi la sorpresa’, ma la Lopez usava il suo potere a piacimento, che tanto lei non l’avrebbe mai contraddetto. Sillabai un grazie alla latina, mentre Mr Schue decideva che si sarebbe fatto proprio così. Lei si sedette sorridendo di fianco a me, sistemandosi la coda di cavallo mentre anche Brittany si sedeva accanto a noi. La dannata Trinità. Noi eravamo le regine lì, e una qualche divinità superiore ci aveva anche dato i poteri migliori, a mio parere. Poteri magici, ovviamente. Da quando quel fulmine aveva colpito il capannone dove eravamo andati per una finta gara canora dove dei simpatici bontemponi ci avevano invitato, tutti avevamo acquisito delle capacità speciali.
Io sapevo leggere il pensiero, sentivo quello che gli altri pensavano come delle vocine nelle orecchie, ed ero io a decidere quali ascoltare e quali ignorare: ovviamente quelli del Glee stavano bene attenti a cosa pensavano, ma gli apprezzamenti su di me nei corridoi erano numerosi. Santana aveva la grande capacità di potersi materializzare dove le pare e piace, in meno di un secondo; molto comodo se vuoi farti qualcuno prima di una lezione (o durante), per poi arrivare all’aula in pochissimo tempo. Brittany invece poteva guardare nel futuro, ma, come avrete capito, non lo faceva sotto consiglio di Lord Tubbington. Che spreco.
«Che canzone ti ha visto cantare, Santana?» chiese Schue gentilmente. «Valerie, di Amy Whineouse.» «So chi la canta, grazie. E cosa cantavano Sam e Quinn?» lei mi guardò in cerca di aiuto, ma così su due piedi non mi veniva in mente niente. «I’ve had the time of my life, dal film Dirty Dancing.» disse lei sorridendo. Perfetto, odiavo quel film. «A voi va bene?» chiese guardandoci. Incrociai lo sguardo del biondino per un attimo, poi alzai le spalle; a lui sarebbe andato bene cantare qualunque cosa con me, così accettai per entrambi. E così avrei cantato alle provinciali, bella roba.
Il resto dell’ora passò velocemente, e appena la campanella suonò mi alzai e sculettai fuori dall’aula per andare a poggiare i libri e tornare in fretta a casa, non volevo rimanere in quella scuola un minuto di più, quando sentii qualcuno prendermi per la spalla e farmi fermare di botto. Ovviamente sapevo chi era ancora prima di voltarmi, i pensieri erano come se qualcuno mi parlasse costantemente, bastava riconoscere la voce. Recuperai il mio sguardo gentile prima di girarmi, poi gli dissi sorridendo: «Quando preferisci.» voleva soltanto invitarmi fuori per provare il duetto. Chissà che il suo scopo non fosse un altro. Lo vidi adorabilmente arrossire, si passò una mano nei capelli e, prima ancora che riuscisse a dire qualcosa, gli risposi con un semplice sì, oggi pomeriggio era perfetto. Avevo proprio voglia di conoscere il nuovo arrivato, almeno molta di più che fare matematica per il giorno dopo; Puckerman mi aveva detto che aveva ottenuto una velocità sovrumana che gli avrebbe permesso di diventare quarterback in pochissimo tempo, spodestando anche Finn, per cui saremmo stati anche la coppia perfetta. Riuscivo già a sentire l’invidia e l’ammirazione degli altri per la nostra coppia perfetta, il capitano della squadra di football e la capo-cheerleader, entrambi biondi, entrambi molto carini. Come Barbie e Ken. 
«Sei ancora tra noi?» disse lui sorridendomi, interrompendo per un secondo la visione che mi vedeva reginetta del ballo, i capelli raccolti e un bellissimo abito dello stesso colore dei miei occhi. «Sì, scusa, ci sono. Cosa hai detto?» «Ti ho chiesto a che ora posso venire da te.» aspetta, da me? Chi aveva detto che potevamo stare a casa mia? Chi gli aveva detto che era libera? Evidentemente lesse il panico sul mio viso, perché ritrattò subito. «Possiamo anche stare a casa mia, se per te è un problema.» annuii, non avevo voglia di parlare adesso, avevo appena sentito qualcuno pronunciare (o più probabilmente pensare) qualcosa sul mio culo.
«Appuntamento con quello nuovo?» «Hai una capacità di materializzarsi nei momenti più appropriati che fa paura.» dissi ridendo alla latina che era comparsa di fianco a me un attimo dopo che Sam era scomparso. «Come hai fatto a saperlo?» lei alzò le spalle sorridendo, poi mi sussurrò: «A quanto pare Kurt è molto interessato ai gusti sessuali del biondino, si è addirittura reso invisibile per spiarvi. A proposito, se vuoi un preservativo basta chiederlo, non vorrei finisse come l’ultima volta.» ebbi un flash delle mie mani molto meno curate che accarezzavano una pancia enorme non coperta dalla divisa delle Cheerios e rabbrividii; «Tranquilla, non correrò mai più questo pericolo. E poi non finiremo a letto!» «Evidentemente non hai controllato bene i suoi pensieri» disse scomparendo con un’alzata di spalle. Tutto sommato forse non era una brutta giornata oggi, forse avrei davvero trovato un ragazzo. Complimenti Fabray.


Spazio dell'autrice:

Sono ancora un po' Klaine-version per l'episodio 3x09, davvero carino, mi ero anche immaginata tutta la scena di 'let it snow' proprio così, aaaaaw *O*
Anyway, piaciuta la storia? Ammetto di aver reso Quinn un po' troppo superficiale forse, ma era più utile per la storia e.e So che siete ansiosi di sapere i poteri degli altri, ma dovrete pazientaaare. Un bacione enorme (taaanto grande) e un biscottino di Natale a tutti coloro che recensiranno :3
   
 
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