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Autore: AllieSanders    15/12/2011    7 recensioni
Mi girai e rimasi a bocca aperta, tanto che la sigaretta mi scivolò dalle labbra.
“Br-br-brian?”
N.B. ci tengo a precisare che il titolo della storia non ha a che fare con il video di Seize the day, è che la canzone è una delle mie preferite :)
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Allora, da dove iniziare?
Credo.. credo dal mio nome, sì, ecco.
Sono Allie, e no, non è un soprannome. Allie Cornelia Williams. Ho ventidue anni, e  sono cresciuta a pane e rock. Queen, Pink Floyd, Nirvana, Metallica. Sto rivalutando i 30 seconds to Mars, Paramore, Muse, My Chemical Romance. L’ heavy metal invece nemmeno lo conosco. Ah sì, vivo a Los Angeles. Cioè, ci vivevo fino a qualche giorno fa. Sì, perché mi è successa una cosa tremenda, e quindi ritornerò nella mia città : Huntington Beach. Ma sapete una cosa? Vi racconto per bene.
I miei cari nonnini materni, Giuseppe e Cornelia, erano italiani. Siciliani, per la precisione. Ma, poco dopo il loro matrimonio mio nonno, che faceva l’operaio, venne licenziato. Mentre mia nonna, faceva la sarta, ma aveva una paga mensile misera. Non riuscivano più a vivere, e così, visto che tutti ne parlavano bene, decisero di venire in America. Come ci raccontavano sempre, appena messo piede nella loro nuova casa, mia nonna gli disse “Giuseppe, sono incinta”. E fu così che nacque mia madre, Angela Riolo. E poi, mia zia, alla quale scelsero di dare un nome più americano, Holly, e mio zio, Jonathan.
La prima a sposarsi, fu appunto mia madre, con Robert Steve Williams che ovviamente è mio padre. Si trasferirono a San Francisco, e così nacqui io. In realtà, nessuno rimase ad Huntington, infatti i miei zii andarono uno a Fresno e l’altro a San Jose. Noi eravamo gli unici a tornare almeno due volte al mese per fare compagnia alla coppietta, che altro che anziani, erano più svegli di me! Fatto sta, che io lì mi feci delle amiche: Julie, Bea, Judith e Lise. Quelle ragazze erano assolutamente delle fighe! Ci divertivamo da matti insieme, e ogni partenza era tragica, anche se sapevamo che ci saremmo riviste presto. Erano completamente diverse da Hillary, Marie, Frenny e Daisy. Loro erano le mie “amiche” di San Francisco, diciamo che io non volevo la loro amicizia, e loro non volevano la mia, ma dovevamo stare insieme per forza a causa dell’amicizia dei nostri genitori. Fatto sta, che una volta vennero con me ad Huntington. Io ero assolutamente contraria, non volevo che venissero in quella che definivo la mia città, ma purtroppo i miei mi costrinsero a portarle con me. Mi avevano fatto litigare con le altre, e quindi fui costretta a star con loro. I miei genitori erano in una qualche festa di chissà quale riccone, e così noi avevamo la notte tutta per noi. Truccate e ben vestite, decidemmo di andare in un pub. Lì conoscemmo cinque ragazzi: Brian, Matthew, James, Johnathan e Zachary. Erano dei tipi strani, ma davvero simpatici. Così, da quella sera in poi, ogni volta che andavo ad Huntington le ragazze venivano con me. Non sapevamo molto di loro, solo che erano tutti due anni più grandi di noi e che erano davvero dei fighi. Tranne Brian. Brian era davvero brutto. Dio, come me lo ricordo. L’unica cosa che mi piaceva di lui era il suo sguardo; era una cosa tipo “se mi guardi ancora così che rimango incinta”. A me piaceva tanto, però. Lui stava con Hillary, che dopo aver saputo che piaceva a me ci si era messa. Tutti dicevano che io realtà gli piacevo io e forse era così visto che una sera mi baciò. Si scatenò il putiferio. Hillary piangeva e urlava come una pazza, infatti una volta tornata a San Francisco lo disse ai suoi genitori, che litigarono con i miei e li isolarono dal “gruppo”. Tutto ciò, per un misero bacetto. Che poi a lei nemmeno piaceva Brian. L’unica che mi difese fu mia madre, mentre mio padre mi rimproverava dicendomi di essere una ragazza frivola e senza cuore. Quell’anno poi, fu tremendo. Prima morirono i miei nonni, in un incidente stradale. Julie, Lise, Judith e Bea vennero al funerale, promettendomi di non abbandonarmi mai più. Dopo pochi mesi, come se non fosse bastato, quel bastardo di mio padre disse di andare a far la spesa e non tornò più. Solo dopo due settimane ci arrivò una lettera che diceva che mia madre ormai non andava più bene per lui e stava con un’altra. Così, decidemmo tutte e tre, che saremmo ripartite più forti di prima. Ci trasferimmo definitivamente ad Huntington, dove mia madre aprii un negozio di abiti da sposa. Io iniziai a suonare la chitarra e con quelle quattro figone delle mie migliori amiche fondammo una band. E mia sorella, beh, lei era molto legata a mio padre, e dopo qualche mese, accettò quella situazione.
Dei ragazzi, non se ne seppe più nulla. Li cercai in tutti i modi possibili ed immaginabili, a vuoto.
 La mia vita andò avanti; aiutavo mamma al negozio, suonavo, e lavoravo nello stesso pub in cui li avevo conosciuti.
Tre giorni dopo che compii 19 anni, partii. Andai a LA , sola, senza una meta. Mi ci abituai, avevo trovato anche un ragazzo, Josh. Solo che, appena sei giorni fa, mia sorella mi ha chiamata piangendo: “Mamma è morta.”
Già. Mia madre aveva un cancro che pian piano l’ha distrutta dentro, e adesso, ritornerò nella mia città, a prendermi cura, in un modo o nell’altro della mia sorellina.
 
 
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“Ti staremo vicina, Allie. Qualunque cosa accada.” Disse Julie, mentre le altre annuivano. Mi strinsero in un abbraccio, che non finiva mai.
 
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“Amy, io ricomincerò a lavorare nel pub di Andres.”
“Lo sai che non ne abbiamo bisogno, mamma ci ha lasciato così tanti soldi che potremmo sfamare 4 famiglie!” mi rispose.
“Sì, ma mentre tu sei a scuola io che faccio? Ho bisogno di distrarmi!”
“Okay. Comunque stasera Mike dorme qui, c’è qualche problema?”
Mike era il ragazzo di mia sorella. Aveva 19 anni, solo un anno in più di lei, ed era abbastanza simpatico. 
“Ehm, no, credo di no.”
“Ah, ma Josh?” mi disse incuriosita.
“E’ in Canada per lavoro, torna fra una ventina di giorni.”
 
//
 
Erano le due e mezza di notte, avevo appena finito il mio turno al pub e accendendo una sigaretta iniziai a passeggiare per le vie buie. Amavo la notte ad Huntington, era qualcosa di straordinario. Non volevo ancora rientrare, così presi una strada completamente opposta a quella che mi avrebbe portata a casa. Buttai ciò che rimaneva della mia Marlboro a terra, e sentii qualcosa vibrare nella mia borsa. Intuii che fosse il cellulare, e lo presi. Un nuovo messaggio, era Bea.
“Hei, bellezza! Eravamo venute a prenderti al pub, ma Andres ci ha detto che avevi finito. Sei già a casa? Abbiamo una sorpresa per te!”
Mi scappò un sorriso, così chiamai Bea.
“Pronto?”
“Cretina, dove sei?”
“Vicino alla spiaggia, ci raggiungi?” mi rispose con la sua voce squillante.
Sentii confusione, e tante risate.
“Ma con chi siete?”
“Tututututu” che stronza, aveva riattaccato.
Iniziai a  correre, e arrivai alla spiaggia. Mi guardai intorno, ma non c’era anima viva. Innervosita, accesi una sigaretta.
“Da quando fumi?” mi disse una voce familiare.
Mi girai e rimasi a bocca aperta, tanto che la sigaretta mi scivolò dalle labbra.
“Br-br-brian?” dissi, ancora sbalordita.
 
//
“Siamo dei fottuti geni!” urlò Jimmy.
“Abbassa la voce, idiota!” gli rispose Judith.

 
 
 
 
Beneeee, se siete arrivati fin qui, vuol dire che come primo capitolo non fa tanto schifo :’D
Io sono Ali, ovviamente una fan degli Avenged, ma anche di tanta altra bella gente v.v Boh, non so che dire. Grazie per aver letto, intanto. Poi, boh, spero di poter aggiornare presto, e spero soprattutto che recensirete, tanto per fami capire se vi piace o meno :3 A prestissimo :3
  
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