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Autore: juliet alias giulia durante    16/12/2011    1 recensioni
Sono una normale Belieber italiana. So di non aver possibilità con il mio idolo, ma ciò non mi ha mai impedito di amarlo. Essendo riuscita a trovare un biglietto per il concerto di Milano, il 9 Aprile, ho avuto finalmente la possibilità di incontrarlo di persona. Non avevo idea che la mia vita potesse cambiare proprio quel giorno.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non avevo mai dovuto combattere per qualcosa in particolare. Se volevo ottenere qualcosa, mi impegnavo e riuscivo nel mio intento; ma non c'era mai stata occasione in cui il mio obiettivo era lontano, irraggiungibile... meraviglioso. Venuta a sapere che il 9 Aprile il mio idolo, Justin Drew Bieber, si sarebbe esibito a Milano, la sensazione di non poterlo raggiungere mi gelava il sangue sin dall'inizio. Sapevo che, per una volta, avrei dovuto combattere.
Vivevo in Abruzzo, regione centrale-meridionale d'Italia, e Milano era decisamente troppo lontano da me. Ne ero a conoscenza, ma non mi sarei arresa facilmente.
Trattai l'argomento con mia madre poco prima di Natale, mentre tornava dalla messa serale: era sempre di buon umore dopo essere andata in chiesa. Ne approfittai, sperando con tutte le forze in una risposta positiva.
Quando mamma tornò a casa, presi un bel respiro profondo e cominciai: " Mamma, ti posso parlare un attimo? ", feci cercando di non tremare troppo con la voce.
" Certo. Che c'è? " chiese riponendo il giubbotto nello sgabuzzino.
" Ho saputo che il 9 Aprile Justin Bieber viene a Milano " annunciai con non-curanza. Per qualche motivo sconosciuto, mamma ridacchiò.
" No, è troppo lontano, Giù ". Ricordo bene il tono con cui scandì le parole. Non avevo fatto centro. Mi aveva stesa a terra, il primo round era suo; ma avevo ancora tempo per rialzarmi.
Comunque, quel tono deciso mi sorprese e mi ferì allo stesso tempo. Non ero sicura di poter vincere quella battaglia.
" Non sto dicendo che devi accompagnarmi tu, posso chiedere ad una mia amica e andare con lei... ", azzardai in tono innocente.
" Chi è, quest'amica? "
" Una dell'altra sezione ".
" La conosco? "
" No ".
" E allora? Non ti mando con gente che non conosco ".
Sbuffai silenziosamente, cercando di non infastidire mamma: avrebbe solo peggiorato le cose.
" Un giorno vado a casa sua e tu parli con i suoi genitori! Va bene? "
" No! Milano è troppo lontano; e comunque dovresti anche stare in albergo una notte e a Milano costa ".
" Su! Non costerò così tanto! Concerto più hotel mi vanno via cento euro, non è tanto! " ribattei perdendo la pazienza. La sua testardaggine nel respingere ogni mia iniziativa era incredibile.
" No, Giulia. E basta ".
Il mondo mi crollò addosso assieme a quelle parole, pronunciate con tanta decisione e stress che capii immediatamente: non ce l'avrei mai fatta. Avevo perso. Non ero riuscita a rialzarmi. La battaglia si era conclusa con la mia sconfitta.
Senza avere il coraggio di guardare mia madre, andai a passo svelto in camera mia, sbattendo la porta alle mie spalle. Mi rannichiai sul letto e cercai con tutte le mie forze di non piangere.
Quella sera stessa, durante la cena, non riuscivo a guardare oltre il mio piatto di carne. Alzare lo sguardo avrebbe voluto dire rivelare i miei occhi velati di lacrime e di una rabbia a cui ormai ero abituata.
Persino quando mamma mi chiese se volevo un'altra porzione di carne, non ebbi il buon senso di rispondergli e feci un netto segno con la testa. Dentro prendevo fuoco. 
Non era giusto. La lontananza doveva smetterla di fare della mia vita un qualcosa di ipotetico, impossibile. Se solo Bieber avesse scelto Roma come destinazione, magari avrei avuto una possibilità. E invece? Milano, nel nord d'Italia, dove possono raggiungerlo solo le Beliebers del nord. Non era assolutamente giusto.
Mentre ero nel letto, pensando come al solito a lui, il telefono squillò. Risposi con un insolito tono di sconforto: " Pronto? "
" Sono Maria Chiara ". Era la mia migliore amica, Belieber anche lei. Mi chiesi cosa volesse a quell'ora.
" Dimmi ".
" Hai saputo del 9 Aprile? "
" Sì. Ho già chiesto: non posso andare ". Riferire quelle parole mi provocò una fitta al cuore che dovetti reprimere con uno sforzo intenso.
" Mia madre invece ha detto che ci potrebbe accompagnare! " annunciò in tono eccitato.
La mia mente si svuotò per qualche istante. Il cuore prese a battere forte, quasi a farmi male. C'era forse qualche speranza?
" Che vuoi dire? Ci può portare a Milano? E poi dove dormiamo? " balbettai in preda all'ansia.
" Ho dei parenti a Milano, possiamo stare da loro una notte! "
" Mio Dio! Maria Chià, lo sai che ti adoro?! " urlai in preda ad una gioia sconosciuta. Stavo quasi saltando sul letto. " Non ci resta che procurarci i biglietti! "
" Già fatto. Hai presente Giada? Per il mio compleanno ha deciso di regalarmi due biglietti per la prima fila del concerto! Me lo ha detto oggi a scuola! "
Va bene, la cosa si stava facendo esageratamente favorevole. Sentivo l'aria mancare. Come poteva essere tutto vero?
" E quei biglietti che ti regalerà... " mormorai paurosamente agitata.
" Per te e me, ovviamente! Preparati Giù: il 9 Aprile andiamo a Milano! "
Senza riuscire più a contenermi, lanciai un grido di gioia e gli occhi mi si riempirono di lacrime. Dovevo un favore stratosferico sia a Maria Chiara che a Giada. Dovevo loro la mia felicità.
Ormai completamente sveglia, balzai giù dal letto e corsi da mia madre. Le raccontai con entusiasmo tutta la conversazione e lei non poté fare a meno di accettare la situazione. Sebbene turbata, sembrò felice che io non ce l'avessi più con lei.
Maria Chiara aveva ragione, mi aveva ridato speranza: il 9 Aprile sarei andata a Milano a vedere Justin in persona esibirsi dal vivo.

 

  
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