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Autore: tartufo    16/12/2011    3 recensioni
…Le ricordava ancora, come se fosse stato ieri, le ultime ore passate con Blaine, le ultima ore prima che il suo mondo crollasse, si piegasse su se stesso, e lo risucchiasse in un baratro dal quale non era mai più riuscito ad uscire…
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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 …Le ricordava ancora, come se fosse stato ieri, le ultime ore passate con Blaine, le ultima ore prima che il suo mondo crollasse, si piegasse su se stesso, e lo risucchiasse in un baratro dal quale non era mai più riuscito ad uscire…
Era stata la loro notte, la loro prima volta, e anche l’ultima, ricordava bene, come le sue mani cercassero in modo quasi ossessivo ogni centimetro del suo bellissimo corpo, così caldo e morbido, con quella tonalità di bronzo così distante dalla sua lattea.
Due opposti, attratti magneticamente l’uno all’altro, bisognosi l’uno dell’altro come l’ossigeno.
Aveva avuto paura quella notte, non di quello che sarebbe accaduto, perché lo desiderava con tutto se stesso, ma paura di quello che avrebbe portato, sarebbe cambiato tutto? O il sesso sarebbe stato solo una cosa in più che avrebbero condiviso? Una cosa di cui non avrebbero più potuto farne a meno?
Pensava a tutte queste cose quando il suo sguardo venne incatenato a quello di Blaine, e come per magia tutte le preoccupazioni erano sparite, perché lui era Blaine, il suo Blaine, riponeva tutta la sua fiducia in lui perché era impossibile farne a meno.
E quando si erano uniti, era stato doloroso per un attimo, ma il sentirlo dentro di lui lo aveva reso completo, finalmente, dopo una vita in cui non si era mai veramente adattato al suo corpo, alla sua vita.
Era completo, e non si sarebbe mai stancato di sentirsi così.
Ricordava i sospiri, e i gemiti che gli arrivavano direttamente al cervello e lo spingevano a volere sempre di più, voleva essere suo, voleva sentirlo dentro di se, come non aveva mai desiderato nient’altro, e quando alla fine avevano raggiunto entrambi il piacere chiamandosi l’un l’altro, non aveva più avuto la forza di pensare ad altro se non che lo amava con tutto se stesso, il suo corpo e la sua anima sarebbero appartenute a Blaine per il resto della sua vita.
Ed era stato così.
Quella mattina si era svegliato tra le sue braccia, lo guardava in un modo così dolce e allo stesso tempo possessivo che aveva sentito le guance farsi scarlatte e dovette nascondere il viso accostandolo al suo collo da quanto si era sentito in imbarazzo.
Erano andati a fare colazione insieme, mano nella mano, incuranti degli sguardi insistenti delle persone che li fissavano, quel giorno c’erano solo loro, nessuno avrebbe potuto rovinare quella giornata per niente al mondo.
Ma si sbagliava.
Quel giorno aveva deciso di fare un regalo a Blaine, un simbolo, qualcosa che facesse capire agli altri che lui era suo, solo suo, un simbolo che gli avrebbe fatto capire che sognava un futuro con lui.
Si stavano dirigendo a comprarlo, felici, spensierati, ignari.
Lui si era fermato quando aveva visto che quella macchina andava troppo in fretta, ma Blaine no, aveva allungato un braccio, per bloccarlo, per impedire che quel pirata lo prendesse in pieno, ma aveva afferrato solo aria, aveva cercato di urlare, di muoversi, ma la paura lo aveva bloccato al suolo, era stato incapace di agire, di proteggerlo.
Era stato un istante, e in quell’istante tutto il suo mondo era crollato.
Aveva visto la macchina colpirlo, il suo corpo volare, sbalzato dieci metri più avanti e accasciarsi al suolo, aveva corso, per raggiungerlo, per prendere il suo corpo tra le braccia, e tra le lacrime constatare che il suo Blaine non c’era più.
Non era più completo, non lo sarebbe mai più stato.
Non si era più ripreso da allora, aveva abbandonato tutto, tutti i suoi sogni, le sue speranze, la musica, nel mondo non c’era più musica senza di lui, il mondo era silenzioso ora…
Adesso era solo,era vecchio, ma aveva lavorato tanto per quel momento, davanti a se un oggetto, qualcosa che avrebbe riportato la sua vita a quel giorno felice e orrendo nello stesso momento, quell’oggetto avrebbe cambiato tutto, si sarebbe ripreso la sua vita, i suoi sogni, il suo amore.
Non avrebbe fallito, non poteva, aveva aspettato troppo a lungo per essere certo di non fallire, aveva controllato e ricontrollato centinaia, migliaia di volte, prima di essere certo che tutto sarebbe andato bene.
Adesso era venuto il suo momento, erano cinquant’anni che lo aspettava, era pronto.
Prese tra le mani l’oggetto e prima che qualcuno o qualcosa lo potesse fermare, schiaccio il piccolo pulsante rosso al centro.
Sentì la terra tremare per un lungo istante, e all’improvviso la porta si spalancò davanti ai suoi occhi,  non ci pensò nemmeno un secondo, vi si gettò all’interno, con un entusiasmo che era svanito da troppo tempo.
Si ritrovò disteso su un marciapiede, quanto tempo era passato? Era arrivato in tempo? Era nel posto giusto? Nel tempo giusto? Si sollevò a fatica e li vide, erano appena usciti dal Lima, era arrivato appena in tempo.
Aveva giusto un minuto, si mise a correre, per quanto la sua età gli permettesse di farlo, si vide fermarsi, e lo vide li, in balia del destino, superò quello sciocco che era stato, e lo spinse via, lontano da quella macchina, lontano dalla morte.
Sentì le ossa spezzarsi, vide il mondo capovolgersi e fù scaraventato lontano.
Tocco il suolo e il dolore che non aveva sentito prima si diramò per tutto il suo corpo alla massima potenza, non aveva molto tempo, sentiva che stava scivolando via.
Poi li vide, erano entrambi li, lo guardavano, “lui” chiamava l’ambulanza, e il suo Blaine gli teneva la mano, quanto era passato? Quanto gli era mancato il tuo tocco?
“Grazie…”, disse piangendo, la sua voce era meravigliosa come la ricordava.
“Blaine…” fu tutto quello che ebbi bisogno di dire.
“Kurt, i suoi occhi, i tuoi occhi, sono così… identici…”, disse a mezza voce.
Mi vidi avvicinarmi, lo specchio di quello che ero stato.
“Chi sei?”
“Sono te”.
Con le ultime forze che avevo tirai fuori un pacchetto dalla tasca e glielo posai in mano, lo vidi aprirlo e sgranare gli occhi dalla sorpresa, due piccoli anelli, che erano stati il mio più grande rimpianto.
“Hai un'altra possibilità, solo una, non sprecarla”, dissi al me stesso del passato, mi voltai verso Blaine, e con la sua bellissima immagine negli occhi mi lasciai morire, per l’ultima volta felice.
 
 
 
 Allora ragazzi/ ragazze, che ne pensate? Dai fatemi sapere, anche per dirmi Oh bella, invece di scrivere perché non vai a zappare?
 
Tartufo
ps. Negli avvertimenti ho messi What if… in realtà non sapevo come classificarla… quindi perdonatemi se vi ho tratto in inganno.
  
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