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Autore: groffgasm    17/12/2011    0 recensioni
FanFiction St. Berry. Dopo il diploma Rachel si traferisce con Kurt a NY per frequentare la NYADA (New York Academy of Dramatic Arts). Jesse St. James vive a NY già da più di un anno, esattamente da dopo le Nazionali del 2011 e ha ottenuto un importante ruolo a Broadway. Il destino li farà rincontrare. È inevitabile che Rachel sarebbe stata accettata alla NYADA. È inevitabile che Jesse sarebbe riuscito a calcare i palcoscenici di Broadway. Un sacco di cose sono inevitabili... sarà l'amore tra Jesse e Rachel una di queste?
Genere: Romantico, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jessie St. James, Rachel Berry | Coppie: Jessie/Rachel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Ok... questa o quella blu?” chiese Rachel a Kurt mentre teneva una camicetta con i fiorellini rosa nella mano destra e una blu nella mano sinistra.

“Rachel, ti rendi conto che ti stai preparando da un'ora? Fossi in te penserei più a cosa dirgli quando vi ritroverete faccia a faccia piuttosto che a come vestirti.” Kurt si soffermò un attimo a guardare i due capi d'abbigliamento che Rachel aveva in mano. “Metti quella, comunque” concluse poi indicando la camicetta con i fiorellini.

Rachel sorrise perchè sapeva che Kurt ne avrebbe scelta una delle due alla fine. Che fosse di cattivo umore o malato, nulla gli avrebbe impedito di dare consigli di moda.

“Ci ho pensato fin troppo a quello che vorrei dirgli. Avevo anche scritto dei post- it. Alla fine però penso che quando lo vedrò le parole giuste usciranno naturalmente... o almeno lo spero. Ho strappato i post- it.”

“Non voglio immaginare quando avrai un appuntamento con qualcuno. Non dormirai la notte per prepararti e pianificare tutto?”

“Il problema non si pone. Quante volte abbiamo fatto questo discorso? Non voglio appuntamenti con nessuno. Di amici posso averne anche milioni ma non voglio un fidanzato. Sono qui solo per concentrarmi sul mio futuro. Quando avrò vinto il mio primo Tony Award allora potrò pensare ad avere un uomo accanto che sia degno del mio talento. Per il momento sto bene così.”

“Come vuoi tu.”

“Ora scusami ma torno in bagno a truccarmi. Dieci minuti e ho finito. Davvero.”

 

Esattamente dieci minuti dopo Rachel uscì dal bagno. Indossava una gonna rosa a pieghe che le arrivava fin sopra il ginocchio e la camicetta per cui aveva optato Kurt, un cardigan grigio e delle ballerine grigie. Aveva messo un leggero lucidalabbra perlato sulle labbra. Al collo aveva la sua collanina preferita con la stella dorata. Prese la sua borsetta bianca dalla scrivania e la riempì con le sue cose. Mentre si avviava alla porta si fermò un momento e chiese a Kurt come stesse.

“Sei bellissima.” gli rispose lui. “Ma... Quest'odore?”

“Ho usato la tua crema per capelli al cocco. E tra l'altro è finita.”

“Ti odio.”

“No, non è vero.”

Rachel sorrise per l'ultima volta a Kurt e poi chiuse la porta dietro di sé. Prese un gran respiro e cominciò a camminare. “Andrà tutto bene” pensò mentre scendeva le scale per autoconvincersi che stavolta nessuno dei due avrebbe gridato addosso all'altro. Non riusciva nemmeno a spiegarsi tutta quell'agitazione che le stava salendo man mano che si avvicinava al Winter Garden Theatre. In fondo non ce n'era motivo. Se Jesse avesse voluto chiarire le cose l'avrebbero fatto altrimenti ciao, arrivederci e grazie. Era sopravvissuta benissimo senza di lui e poteva ancora farlo. “Curiosità”, pensò. “Ecco cos'è. È che sono curiosa. Chissà come se la passa a New York, se lavora o studia. Cosa fa, con chi esce, se è fidanzato... Fidanzato! Che stupida che sono, ma certo che è fidanzato.” Rachel ripensò al bacio tra Jesse e quella ragazza odiosamente bella, “La coppia felice”, e per un attimo provò gelosia. “Curiosità!” pensò di nuovo nel tentativo di cacciare quell'ultimo pensiero dalla testa.“Pura e semplice curiosità.”

 

Quando Rachel si ritrovò di fronte al Winter Garden Theatre, vide che Jesse era già lì che la aspettava. Il semaforo era rosso e dovette aspettare per attraversare e raggiungerlo. Mentre era ferma sul marciapiede si accorse che lui ancora non l'aveva vista. Ne approfittò per osservarlo con attenzione. Aveva un paio di jeans stretti e una t-shirt blu con delle stampe colorate. Quella maglietta gli metteva in evidenza i pettorali. Aveva le mani infilate nelle tasche e in quella posizione faceva risaltare ancora di più i muscoli delle braccia. Il battito del cuore di Rachel cominciò ad accelerare. Chiuse gli occhi per un istante. Fece un respiro profondo e li riaprì. Il semaforo ora era verde. Rachel attraversò con cautela l'ampia strada che la dividevano dal marciapiede opposto dove Jesse St. James la stava aspettando. Si fermò ad un metro di distanza da lui.

“Ciao.”, disse cercando di mascherare la tensione che sentiva su tutto il suo corpo.

“Ciao, Rachel.”, rispose Jesse con un tono un po' freddo.

Jesse tolse le mani dalle tasche. Rachel deglutì. Silenzio imbarazzante. Poi Rachel fece un passo avanti e avvicino il suo viso a quello di Jesse e dandogli un bacio su ognuna delle sue guance.

“C'è uno Starbucks tra un paio di isolati. Ti va di andarci?”

Rachel rispose che adorava Starbucks e così si incamminarono fianco a fianco. Restarono in silenzio durante quel breve tragitto. Quando entrarono nel bar Jesse fece strada a Rachel verso il tavolino più isolato rispetto agli altri. C'era molta gente ma per fortuna nessuno aveva un tono di voce troppo alto da infastidire gli altri. Jesse fece accomodare Rachel e poi le chiese cosa avrebbe voluto da bere.

“Un frappuccino fragola e panna.” rispose lei mentre estraeva il suo portafoglio dalla borsetta e prendeva una banconota.

“Non serve.” disse Jesse fermandola. “Offro io.” e si allontanò verso il bancone.

Tornò qualche minuto dopo con in mano il frappuccino per Rachel e un frappuccino al caffè per lui.

Li appoggiò sul tavolino e porse il primo a Rachel e avvicinò il secondo a sé.

“Grazie, Jesse.”, disse Rachel e poi avvicinò le labbra alla cannuccia immersa nella sua bevanda per berne un po'.

“Prego.” rispose lui.

Rachel non potette fare a meno di notare il suo tono freddo ancora una volta. Pensò che forse sarebbe stato meglio non contattarlo e lasciare le cose così come erano rimaste alla festa. Era evidente che lui non era contento di essere lì con lei. Probabilmente aveva accettato di incontrarla solo per non essere scortese nel rifiutare il suo invito, pensò Rachel. Probabilmente la considerava una palla al piede in quel momento e avrebbe voluto essere da tutt'altra parte. Rachel cominciò a demoralizzarsi. Jesse fu il primo a parlare e a mettere fine a quel silenzio che andava avanti da troppo ormai e che metteva a disagio entrambi.

“Allora... Ti ascolto. Hai detto che volevi parlarmi.”

Rachel si schiarì la voce. “Sì. Innanzitutto grazie per aver accettato di incontrarmi. Io... ci tenevo a rivederti perchè... sono molto dispiaciuta.”

Jesse incrociò le braccia al petto e fissò Rachel negli occhi mentre lei continuava a parlare.

“Mi sono comportata male con te. Ti ho fatto soffrire e non te lo meritavi. Voglio che tu capisca questo, Jesse. Voglio solo che tu sappia che sono sinceramente dispiaciuta. Non chiedo nient'altro. Il tuo amico Matt e la mia amica Vanessa a quanto pare fanno sul serio e quindi potrà accadere di rincontrarci. Non voglio che ci comportiamo come due estranei. Vorrei almeno poterti salutare.”

Jesse ripensò un istante alle parole di Matt della sera precedente. “Mi piace davvero Vanessa. È una ragazza incredibile. Voglio continuare a vederla.” e poi ripensò a come si era sentito sorpreso nell'ascoltare quelle parole uscire dalla bocca del suo migliore amico che come lui si teneva sempre alla larga dalle relazioni stabili. L'aveva preso in giro per un po' perchè a quanto pare proprio lui si era preso una bella cotta.

“Matt e Vanessa sono il principale motivo per cui ho accettato di incontrarci.” Jesse aveva preso la parola ora. “Hai ragione, stanno praticamente insieme quei due e quindi potrebbe capitare di rincontrarci anche non volendo. Non ti negherò il saluto quando capiterà.”

Rachel abbassò lo sguardo e e si sistemò la frangia con le dita. “Ecco perchè è qui”, pensò. “Se tra Matt e Vanessa la cosa non fosse continuata, se ne sarebbe fregato di lei. L'avrebbe dimenticata. Avrebbe lasciato facilmente il loro incontro alla festa alle spalle. Avrebbe ignorato il suo messaggio. Probabilmente non si sarebbero più rivisti.” Rachel si sentì ancora più demoralizzata. Aveva immaginato che non sarebbe stato facile ma pensare a come sarebbe andata e viverla erano due cose ben diverse. Jesse non stava gridando, non era agitato come lo era alla festa. Era tranquillo ma il modo in cui la stava guardando, la freddezza che avvertiva nella sua voce le stavano facendo male proprio come quelle grida sul terrazzo. Rachel sentì una fitta al cuore. “Oh no! Questo no!” pensò quando sentì gli occhi riempirsi di lacrime. Cercò di farsi coraggio. Deglutì. Rialzò lo sguardo ma parlò evitando di guardare Jesse dritto negli occhi.

“Quindi siamo d'accordo. Bene. Grazie. Forse è ora che vada. Ti ho fatto perdere fin troppo tempo. Suppongo che tu abbia di meglio da fare.” Rachel fece forza sulle gambe e si alzò dalla sedia. Prese la sua borsetta dal tavolo e fece un sorriso sforzato a Jesse. Fece un paio di passi verso l'uscita ma poi sentì che qualcosa le stava impedendo di continuare a camminare.

“Rachel, aspetta. Risiediti, per favore.”

La mano di Jesse aveva afferrato con forza la sua. Rachel si prese qualche secondo prima di rigirarsi. Ormai la prima lacrima era uscita. Non voleva farsi vedere mentre piangeva da lui. Per nessun motivo. Ma non voleva nemmeno andare via ora che Jesse le aveva chiesto di restare. Decise di girarsi perchè non voleva deludere Jesse St. James un'altra volta. Si risedette al suo posto e tirò un fazzoletto fuori dalla borsetta. Aveva la testa abbassata.

“Sono una stupida”, disse con voce tremolante mentre si asciugava le lacrime.

“Rachel, smettila. Sei tante cose, ma stupida non lo sei di certo.” Aspettò qualche secondo lasciando a Rachel il tempo di risistemarsi prima di continuare. “Accetto le tue scuse. Lo so che sei sinceramente dispiaciuta. Anche io ti devo delle scuse. Non avrei dovuto gridarti addosso su quel terrazzo. Avevo perso il controllo. Sia chiaro però che tutto quello che ho detto è vero e lo penso ancora. Non posso rimangiarmi le parole che ho usato.”

“Grazie, Jesse.”

“Il tuo frappuccino è quasi intatto.”

“Ora che sono un po' più tranquilla posso continuare a berlo.”

Mentre abbassava il suo sguardo per prendere la cannuccia in bocca notò quello che sembrava essere l'accenno di un sorriso sul volto di Jesse. Ma non era sicura. L'atmosfera era più distesa e meno imbarazzante di prima, di questo era sicura. Quando finì di bere tornò a guardare Jesse negli occhi.

“Allora, ti va di raccontarmi un po' di te? Da quanto tempo vivi a New York, cosa fai, come te la passi...”

Jesse annuì e cominciò a parlare. “Allora... vediamo... Vivo a New York praticamente dal nostro ultimo incontro, quello prima della festa intendo. Dalle tue Nazionali del 2011 insomma.”

Rachel notò la tristezza negli occhi di Jesse mentre pronunciava quell'ultima frase. Era evidente che gli faceva male parlarne.

“Immagino dovessi trovarmi a New York per capire che questa è la città che fa per me. Ho preso un monolocale in affitto e ci vivo da allora. Nulla di che. È piccolo ma l'ho reso accogliente. Ho seguito per quasi un anno un corso di recitazione. È lì che ho incontrato Matt. I miei mi hanno aiutato molto con i soldi e io ho lavorato un po' in un negozio di musica. Vivere qui è molto costoso. Ma vale la pensa fare dei sacrifici. E poi c'è la grande notizia. Questa è abbastanza nuova.” Jesse notò la grande curiosità negli occhi di Rachel. “Hai di fronte a te il Link Larkin del remake di Hairspray che debutterà al Winter Garden Theatre in primavera!”

“Jesse!!!” esclamò Rachel. “Ma è una notizia magnifica! Il tuo debutto a Broadway! Ecco perchè mi hai chiesto di vederci lì!”

Ora era più che sicura che Jesse stesse sorridendo.

“Già. Ce l'ho fatta a quanto pare. Ancora non me ne rendo conto io stesso. Abbiamo cominciato le prove da circa un paio di settimane. Il cast è formidabile. E il teatro... il teatro è stupendo, Rachel.”

“Ti credo! Wow Jesse, complimenti davvero!”

“Grazie.”

“La tua famiglia dev'essere molto orgogliosa di te... e anche la tua ragazza...”

Rachel non riuscì a credere di aver tirato fuori quell'argomento proprio ora che le acque si erano calmate.

“La mia ragazza?”

“La ragazza che era con te alla festa.”

Jesse scoppiò a ridere e Rachel lo guardo in modo perplesso. Era da tempo che non vedeva Jesse St. James ridere e questo la rendeva decisamente più serena ma non riusciva a capire cosa ci fosse di tanto divertente finchè Jesse non spiegò.

“Non è la mia ragazza! Caroline è.. solo...” non sapeva nemmeno come definirla. Amica non di certo. “... conoscente... in poche parole ci sono andato a letto e basta.”

“Ah, però!” Rispose Rachel un po' imbarazzata. “Quindi faceva parte anche lei del piano.”

“Sì, non esiste nessuna “coppia felice”.”

Rachel si sentì sollevata ma quella sensazione fu molto breve.

Mi hai fatto smettere di credere nell'amore. Tu sei la ragione per cui vado ogni volta a letto con una ragazza diversa. La ragione per cui non voglio anzi non sono capace di legarmi a nessuna perchè sono terrorizzato all'idea che qualcuna possa ferirmi come mi hai ferita tu.”

Jesse non aveva mentito. Su nulla. Era colpa sua se non c'era nessuna “coppia felice”. Aveva trasformato Jesse St. James in uno di quei ragazzi che spezzavano i cuori delle ragazze con poca autostima portandosele a letto e non richiamandole il giorno dopo. Aveva trasformato Jesse in un mostro che non era più in grado di amare. Un mostro senza sentimenti.

“Tu piuttosto... dov'è il tuo ragazzo? L'hai lasciato a Lima? Escludo a priori che lui sia stato accettato alla NYADA.”

“Io e Finn ci siamo lasciati a giugno. L'ho lasciato poco dopo il diploma.”

“Aspetta un attimo! Tu hai lasciato lui?”

“Sì.”

“Buono a sapersi. Non ti meritava.”

“Qualcun' altro che conosci è qui con me alla NYADA però... Kurt.”

“Mi fa piacere. Sono contento ce l'abbia fatta, è un bravo ragazzo e ha tanto talento. E sono contento ce l'abbia fatta tu. Ma su di te non ho mai avuto dubbi. Saresti potuta entrare in qualunque scuola avresti voluto.”

“Grazie.” Rachel sentì le sue guance che diventavano calde e capì di essere arrossita.

“Allora, da quanto tempo sei a New York? Ti trovi bene?”

“Da tre settimane più o meno. Ci siamo trasferiti insieme io e Kurt. Lui è il mio migliore amico, non avrei potuto condividere quest'esperienza con una persona migliore di lui. Se mi trovo bene, dici? Splendidamente. Ho sempre sognato New York, tu lo sai. E ora che vivo qui mi sento a casa e allo stesso tempo mi sento una persona diversa. Più matura.”

“Bene.” Jesse fissò per qualche secondo il bicchiere vuoto davanti a sé.

“Potremmo essere amici, sai.”

E questa da da dove diavolo le era venuta, pensò Rachel. Non ci aveva nemmeno pensato nei giorni precedenti. Un conto era ottenere il perdono da Jesse e salutarsi educatamente se si fossero incontrati, ma essere amici era tutt'altra cosa. E soprattutto non poteva avergli fatto una proposta del genere dopo che stavano parlando civilmente solo da una ventina di minuti. Avrebbe voluto ritirare quella frase all'istante, ma era troppo tardi. Ormai il guaio era stato fatto. Maledetta bocca che non si sta mai chiusa, pensò Rachel.

“Rachel, sarò onesto.” Jesse si passò una mano tra i quei ricci perfetti. “Non è facile per me. Non riesco a fidarmi ciecamente di te. Ti prego di non prendertela troppo. La ferita che mi hai lasciato era grossa, molto grossa. Non posso essere tuo amico, per ora. Ma forse potrò esserlo. Col tempo.”

“Io... ho pensato che non dobbiamo per forza rivederci quando le circostanze ce lo imporranno per via di Matt e Vanessa. Possiamo anche scegliere di vederci. Possiamo partire da qualcosa di piccolo. Sentirci ogni tanto. Prendere un caffè insieme. Tu puoi aggiornarmi su come procedono le prove, io posso parlarti delle lezioni alla NYADA, possiamo parlare delle canzoni che più ascoltiamo negli ultimi giorni... Mi piacerebbe dimostrarti che ti puoi fidare di me.”

“Lo apprezzo. E a me piacerebbe riuscire a farlo.”

“Ci porremmo dei limiti ovviamente. Ad esempio, non è necessario che tu mi racconti delle tue ultime conquiste sessuali. Anzi, decisamente non devi.”

Riuscì a far ridere Jesse e ne fu contenta. Gli piaceva vederlo ridere. Ed era sempre più rilassato. Ormai il tono freddo della sua voce era quasi sparito del tutto.

“Aspetta un attimo... tu sei ancora...”

“No! No... No.”

“Tre no, ok ricevuto... Aspetta... No! Oddio no!”

Jesse aveva appena usato il tono di qualcuno che ha appena realizzato qualcosa. Qualcosa di non bello.

“Cosa? Cosa c'è?”

“Con Finn? Ti prego dimmi che hai perso la verginità con qualcun' altro! Puck ad esempio! Chiunque ma non Finn!”

“E invece Finn.”

Questa volta Jesse si passò entrambe le mani tra i capelli.

“Dimmi che almeno eri ubriaca quella sera!”

“Più sobria che mai.”

“Ok, sai una cosa? Non dirò quanto questa cosa mi stia causando il voltastomaco in questo momento. Non commenterò la sua mascolinità. Non mi sentirò offeso dal fatto che tu non l'abbia fatto con me quando stavamo insieme ma abbia deciso di farlo con lui che, voglio dire, è quello che è... e né insinuerò che...”

“Ok, basta ora. Argomento off- limits. Abbiamo capito.”

Rachel si sentì a disagio nel parlare di certe cose con Jesse e le sue guance arrossirono di nuovo.

Jesse distolse lo sguardo da lei e guardò altrove per qualche istante. Quando i suoi occhi si posizionarono ancora su di lei disse: “Ci proverò, Rachel. Potremmo parlare ogni tanto. Potremmo bere qualcosa insieme. Ma non posso prometterti nulla.”

“Mi basta questo, Jesse. Mi va bene.” rispose Rachel pensando che era senz'altro un inizio. Jesse non le aveva chiuso la porta in faccia stavolta. L'aveva ascoltata. Aveva sorriso e persino riso un paio di volte. Ci avrebbe provato. E a lei questo bastava.

 


Nota: Avevo promesso di aggiornare presto e l'ho fatto :) Che dire... Entrambi si sono sciolti un po'... è un inizio, no? :) Fatemi sapere cosa ne pensate, mi fa sempre piacere leggere i vostri commenti. Senza di voi che la leggete, questa storia rimarrebbe sul mio pc come semplice sfogo di una mente fin troppo legata alla coppia St. Berry :) Perciò grazie a tutti! Grazie a chi mi lascia sempre dei commenti carinissimi, grazie a chi ha aggiunto questa storia tra le “storie seguite” o tra le “storie preferite” e grazie a chi magari legge e basta :) Grazie davvero. A presto con il nuovo capitolo!

  
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