Un salto nel passato.
Mi
sveglio sudato e ansante, ho fatto un brutto sogno, tu non mi parlavi più e piangevi…
Amico
mio, perché mi sei distante?
Cosa
c’è che ti preoccupa?
Cosa
ho fatto?
Ho detto a Rukawa di parlarti, farò la stessa cosa anche io.
Ho un
brutto presentimento, quello di perderti.
Non
voglio che dopo dieci anni d’amicizia, tra di noi
comincino i silenzi.
Mentre
dico ciò, formulo che i silenzi sono già cominciati tra di
noi, e ne soffro.
Mi alzo dal letto, questa notte tormentata sembra non avere
fine.
Prendo un
po’ d’acqua, non prendo il bicchiere, bevo direttamente dalla bottiglia…come
abbiamo imparato insieme, senza versare una goccia d’acqua a terra, che la
mamma si arrabbia.
MI seggo sul divano del salotto.
I miei dormono, mia sorella dorme.
Mi viene
da sorridere…non posso mica andarmi a intrufolare nel
suo letto, come fa lei con me, e dirle : “ ho fatto un brutto sogno, dai…fammi
dormire con te”.
Ha cinque
anni, ha dei buffi codini, e anche lei adora Hanamichi, lui è dolcissimo con
lei.
Nel
silenzio ho un brivido, come la sensazione di avere fatto qualcosa di irreparabile, ma non identifico cosa…
Mi lascio
andare ai ricordi…
“ YO, te
lo ripeto, non ho bisogno che tu mi stia addosso!”
Sbraitavi
mentre ti sistemavo i cuscini dietro la schiena.
“ Ormai
sto bene! “
“Non è
propriamente vero, ancora non cammini.”
“
Questione di giorni! Il tensai camminerà prestissimmissimo e allora vi
schiaccerà tutti! Dovrete offrire fedeltà al re tensai!!!”
Ero
felice di vederti speranzoso e non più depresso!
Era un
po’ merito mio…e…un po’ merito di Rukawa.
Un giorno
lo vidi guardarti dormire, allungare una mano verso i tuoi capelli, che stavano
appena, appena ricrescendo, e accarezzarli.
“ Lo ami,
vero?”
“Si”.
“
Capisco.”
“ Da quanto tempo sei qui?”
“ Dalla prima
carezza tra i capelli, pochi secondi credo.”
Siamo
sempre state due persone dirette.
“ Lui lo
sa?” ti dissi.
“ No.”
“ Glielo
dirai?”
“ No, e
ora basta con le domande…” mi sibilasti.
“ Ok,
lasciati dare un consiglio, non penso lui possa ricambiarti, ma è giusto che tu
provi a dirglielo comunque.”
Il tuo
sguardo mi gelò sul posto.
“ Non lo
so ragazzi, sta tutto nelle sue mani e nella sua capacità di essere
forte, le terapie dureranno tutta l’estate, il risultato è incerto, potrebbe
ristabilirsi completamente, o potrebbe ristabilirsi ma non totalmente, oppure
ancora…potrebbe dovere restare sulla sedia
a rotelle, ma non disperate le possibilità sono pari, aspettiamo e
vediamo”.
“ Potrà
giocare ancora?”
“ Se la
ripresa sarà ottimale si, magari non a pieno regime da subito, ma a poco a poco
si…ripeto solo se si riprenderà del tutto, dipende da come reagisce il suo
corpo.”
“ Che fai qui? Ti cercavo?” Eri negli
scantinati dell’ospedale.
“ Bevo!”
“ Lo vedevo, era una domanda retorica?”
“ Fatti i
cazzi tuoi.”
“ Eh
….no! allora piccola, stupida, freddina indisponente e silenziosa volpetta,
dacci un taglio, bere ti fa male…”
“ Un
goccetto, vuoi?”
Non so
perché accettai, dopo averti fatto la predica.
Birra e
sigarette.
“ Ma tu fumi Rukawa?”
“No”.
“ Ah”.
Fumai anche io.
E
vomitasti.
E
vomitai.
Non fu un
bello spettacolo.
“ siamo
ubriachi?”
“ Si
Rukawa, e dato che non fumiamo, stiamo anche peggio”.
“ Già”.
“
Sciocco, non pensi al basket?”
“ Solo
per stasera mi ero ripromesso”.
“ Perché?”
“
Hanamichi…lui.. io…e se non dovesse tornare a giocare?
a camminare?…sarebbe triste…”
“ Ce la
faremo lo stesso.” Ti avvicinasti a me,
mi dicesti: “hai
lo stesso odore di Hanamichi”.
“Si sono stato con lui, l’ ho aiutato a lavarsi.”
“ è bello nudo, sembra di bronzo e miele, il mio Hanamichi”.
“Hm… SI
Rukawa.. dimmi…avevi mai bevuto prima d’ora?”
“ No,
tu?”
“ Qualche
volta, ma mai così tanto.”
La tua
mano sulla mia coscia.
Ti ho
guardato dritto negli occhi…
“ basta
Rukawa, non sei in te e neanche io”.
“
Sciocchezze! L alcool è solo una megera, io sono
triste, fottutamente, dannatamente triste…e voglio che mi scopi!”
“ Lascia perdere, ti accompagno a casa.”
“ No..”
Sussurrasti
sulle mie labbra.
Notai che
su di te, l’odore del vomito era come se non ci fosse, il tuo sudore era
gradevole e sapevi di vaniglia e incenso, tutto, sapevi
tutto di vaniglia e incenso.
“ Hai
l’odore di Hanamichi.. ne sei tutto impregnato..”
Non nego
che la tua voce era profonda e sensuale come non mai.
Tentai di
fermarti ancora, ma…quando tu vuoi una cosa..
E io
debole e stupido, non ho potuto, non ho saputo
distrarmi dai tuoi occhi magnetici, il tuo viso ingannatore…tanto virile quanto
delicato, non come quello mio o quello di Hanamichi, volti più volitivi, tu hai un viso delicato.
Mi ha fottuto la tua pelle bianca anche d’estate, liscia profumata,
ti spogliasti senza vergogna, audace.
Tremavi
un po’.
“ Sei
vergine?”
“ Si”.
“ Allora
forse….”
“ Shh,
tu?”
“Anche
io, ma sei tu quello che vuole essere…insomma si..”
“ Scopato…non
ti sembra che il tuo discorso non sta ne in cielo ne
in terra, dato che me lo stai dicendo nudo sopra di me?”
“ Merda,
si.” “ Sei sicuro?” aggiunsi.
“ Quante
volte lo devi ripetere? Malgrado una vocina dentro mi
dice che Hanamichi potrebbe ricambiarmi, so che è solo l’illusoria speranza,
alla quale sono profondamente legato…ma almeno voglio una cosa di lui per me,
tutta per me.”
Sei
liscio, fatta eccezione per un per filino di peluria nera che va dall’ombellico in giù e si dilata al pube, ne rimasi
incantato.
Non sono gay, ma tu, Kaede Rukawa, piaci a tutti.
Presi a baciarti con foga, non pensai più.
Piano ti
presi.
Facesti
di tutto pur di non gridare.
“ Hanamichi..”
sussurrasti..
lo
sussurrasti mentre mi stringevi le spalle in una morsa disperata.
Sono
stato un idiota! Una testa di cazzo.
Avrei
dovuto non assecondarti, non volevo approfittarmi del tuo stato d’animo, ma sei bello, Kami se sei bello!
E poi
avevo preso a volerti bene, e te ne voglio, abbiamo comunque
condiviso qualcosa, e non parlo solo del sesso, che se pur essendo solo tale,
lo abbiamo fatto con il massimo rispetto, parlo anche di come ci siamo
sostenuti a vicenda per la testa rossa, di come abbiamo vissuto con il nostro
segreto.
Magari un
giorno potremmo essere amici, mi farebbe piacere.
Il ricordo del tuo sangue sulla pelle diafana, quella delle tue cosce.
“ Ti
chiedo scusa”.
Non
rispondesti.
Ora che
era tutto finito…eri ripiombato nel tua apatia.
E fu
così anche le volte successive, senza birra e sigarette, solo con una voglia
incredibile di fare sesso.
E tu chiamavi
sempre Hanamichi.
“
Hanamichi.. Hanamichi.. oh ..Hanamichi”.
Da
eterosessuale posso solo dire che il sesso con te è grandioso.
Sono
stato con delle ragazze, dopo che abbiamo smesso, molto bello anche con loro.
Non te la
prendere a male se ti considero come una di quelle ragazze ,
so bene che sei un maschio, ma sei tu…sei Rukawa, e allora maschio o femmina
non importa, sei un caso a parte.
Quando abbiamo smesso ti dissi: “ Rukawa, lo sai, non sono gay.”
“ lo so, ti piace solo sbattermi, allora?”
“ forse è
il caso che la smettiamo…”
Mi costò
molto dirti quelle parole.
“ No”,
rispondesti, e siccome il mio padrone eri tu, lo facemmo ancora, pochi giorni
dopo Hanamichi tornò a camminare.
“ è ora
che è basta”, mi dicesti.
Io, ti
guardai, ti sorrisi, e me ne andai.