18/12/2011
7 recensioniIn quello che tutti pensavano fosse un tranquillo giorno di marzo… per la precisione il 13, venerdì 13… accadde qualcosa che… che… che?
“E’ nato! E’ nato! E’ nato mio figliohohohoh!”
Così urlava il signor Passacantando per i corridoi del reparto di ostetricia dell’ospedale, finché la sua corsa non venne fermata da una piccola infermiera con aria piuttosto preoccupata.
“Signore, la prego, si calmi! Così disturba gli altri pazienti!”
“Ma è un maschio! Un maschio! Finalmente! E che voce! E’ mio figlio!”
Ribatté il signor P. agitando in aria l’infermiera, ormai priva di sensi, come fosse una bandiera.
Aveva ragione ad essere al settimo cielo! Dopo ben sei femminucce finalmente era arrivato un pargoletto davvero speciale.
Se la quiete dell’ospedale non era stata spezzata dall’euforico signor P, sicuramente fu letteralmente distrutta dai latrat- ehm… volevo dire pianti provenienti da una sala parto a caso…
“Wraaaaaiii! Wraaaaaaiii!”
Era incredibile che un bambino così piccolo producesse un suono del genere! Ma sembrava che qualcuno non ci facesse molto caso.
“Guardalo, moglie cara, nostro figlio diventerà un lirico talentuosissimo, degno della nostra famiglia. Ascolta la sua voce, è così potente!”
E lo era davvero! Questo particolare bambino era gioia di tutti: della sua mamma, ovviamente, delle sue sorelle e soprattutto di suo padre.
Sin dalla tenera età lo educò alla raffinata arte del canto lirico nella speranza, anzi, convinzione, che in futuro superasse in bravura il suo genitore.
Ma non sempre le cose (o le persone) sono come ci si aspetta.
Suo padre era così orgoglioso di lui da non accorgersi che, in realtà, suo figlio aveva una voce che ammazzava i pesci.
Cosa c’era di male in questo? Oh, assolutamente nulla, secondo il signor P. ma qualcun altro sembrava non esserne molto convinto.
“Caro, sei sicuro che quello che stai facendo sia giusto? Hai mai chiesto a nostro figlio se preferisce dilettarsi in qualcos’altro invece che nel canto?”
Disse la signora Adalisa a suo marito, il quale rispose soddisfatto
“Lui adora cantare! Ma certo! Non lo vedi? Come è intonato! Che voce cristallina!”
“Ma caro! Che ti succede?! Sudi e stai tremando…”
“C-cosa? Ma cosa dici! E’ tutto apposto! Bravo, figliolo, bravo! Continua a fare i tuoi esercizi!”
Il bimbo cantava a squarciagola la sua scala “personalizzata”
“Vooi voi voi voooii voi voi vooooooi!!!”
I genitori rabbrividirono…
“Coraggio, Pasqualo, vai molto bene!”
Nulla da fare. C’è limite alla pazzia umana? …
“Pasqualo, forse è meglio che tu vada fuori a giocare…”
Almeno la povera Adalisa cercava di metter fine a quello strazio.
“Ma cosa dici, continua continua!”
E il piccoletto, superbo e fiero, continuava a cantare, se così si può dire…
____________________________________________________ Che dire, questo racconto fa un po' paura, ma lo volevo così. L'idea è venuta pensando "per quale motivo Squalo urla in questo modo?". Poi da cosa nasce cosa e si è arrivati a questa conclusione... Ci sarà un continuo (ovvio). Vedremo come andrà a finire!