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Autore: Silene Nocturna    18/12/2011    3 recensioni
Storia partecipante al Contest indetto da Lady Nazzumi "Gohan and the others!"
Non ho mai trattato come personaggio Gohan prima d’ora, nonostante abbia visto svariate volte la serie e quindi le sue gesta, la sua crescita. Ed è proprio su essa che mi sono soffermata. Lui è il protagonista, anche se durante le prime battute il punto di vista risulta essere quello di Junior.
"Con ogni probabilità il figlio di Goku non era nient’altro che un buon a nulla, riflettevi chiedendoti cosa abbia spinto un essere come te a mostrare clemenza, offrendosi perfino di allenarlo. Ma nel terrorizzato moccioso avevi rivisto qualcuno molto simile a te, Junior: ti hanno scacciato, i terrestri, additandoti come mostro, perché dovresti mostrare compassione? Temevano la tua natura, ma sii sincero. Neanche tu riuscivi a trovare una motivazione per l’insano gesto compiuto, mentre osservavi incerto un gracile bambino singhiozzare per la perdita del padre."
Con ciò passo e chiudo... Buona lettura!
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gohan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Autore: Nihila Haruna
Titolo della storia: La fatalità delle scelte
Rating: Verde
Avvertimenti: Slice of Life, One-shot (1.723 parole)

Genere: Malinconico, Introspettivo
Sfera evocata: Verde

Prompt: Allenamento

Personaggi: Gohan, Junior

Note: Mi auguro che le note non vengano più lunghe della stessa fan fiction XD A parte gli scherzi, ci sono alcune cose che sono costretta a segnalare.

I personaggi e alcune frasi da me citate appartengono unicamente e disperatamente ad Akira Toriyama, *un simile genio!* il solo ed indiscusso autore dell’opera.

Spero con tutto il cuore di non aver sforato e di aver fatto buon utilizzo del prompt, di solito quando sono ispirata lascio molto spazio alla fantasia, ciò non vuol dire che non mi sia attenuta alle regole, in quanto in alcuni punti ho sì, lasciato uscire una seconda persona puramente soggettiva, ma mi sono limitata a fare da narratrice esterna per il 90% della storia: avviso inoltre che non ho mai trattato come personaggio Gohan prima d’ora, nonostante abbia visto svariate volte la serie e quindi le sue gesta, la sua crescita. Ed è proprio su essa che mi sono soffermata. Lui è il protagonista, anche se durante le prime battute il punto di vista risulta essere quello di Junior; mi sono anche permessa di aggiungere una modesta frase tratta dal film Spiderman 3 in quanto durante il periodo del famoso “Great Saiyaman” ho sempre adorato vederlo Marvelizzato XD Con ciò passo e chiudo, lo prometto.

Auguro soltanto un in bocca al lupo alle altre concorrenti del Contest di Lady Nazzumi (sì perché ho omesso la cosa più importante) ed alle persone che hanno partecipato a quello di Yori e girl_in_blue… Posso solo dire “che vinca il migliore!” (frase di uno scimmione tipicamente poco incline a considerare l’espressione “l’importante è partecipare”) e siamo in attesa dei risultati per le svariate fanfic, tra cui la mia “Natale in intimo” ^^ Dico solo, povero Vegeta, è la prima volta che non compari in un mio scritto!

*Fa capolino oltre la mia schiena con uno sguardo omicida* “Meglio per te, terrestre, davvero meglio…”

Tanto qui sappiamo tutte che è geloso se non è al centro dell’attenzione -.-

Perdonate eventuali errori, l’ora è tarda!

Buonissima lettura! Mi dileguo^^

 

 

 

 

 

 

La fatalità delle scelte

 

Sono le nostre scelte che fanno di noi

quello che siamo.

[Spiderman 3]

 

La paura

Con ogni probabilità il figlio di Goku non era nient’altro che un buon a nulla, riflettevi chiedendoti cosa abbia spinto un essere come te a mostrare clemenza, offrendosi perfino di allenarlo. Ma nel terrorizzato moccioso avevi rivisto qualcuno molto simile a te, Junior: ti hanno scacciato, i terrestri, additandoti come mostro, perché dovresti mostrare compassione? Temevano la tua natura, ma sii sincero. Neanche tu riuscivi a trovare una motivazione per l’insano gesto compiuto, mentre osservavi incerto un gracile bambino singhiozzare per la perdita del padre.

“Dov’è il mio papà? Voglio andare a casa!”

“Tuo padre è morto con Radish. Ha sacrificato la sua vita per eliminare quell’intruso.” E negl’occhi ricolmi di amare ed innocenti lacrime avevi letto quanto di più simile potesse esserci al rancore.

“Vivi e basta.” Gli dicesti, conscio che quelle parole mal celavano una sfida per valutare le sue reali capacità.

Ma Gohan era restio. Gohan non ti desiderava. Gohan ti odiava. Non era poi così diverso dagli altri. Così l’avevi ridotto in fin di vita per mostrargli che la vita non è facile, che bisogna lottare per ottenere ciò che si vuole: fortissimamente, egoisticamente e disperatamente volere. Si era rialzato a fatica, quando l’ennesimo colpo l’aveva rispedito a terra, nella polvere.

“Ricorda che i terrestri contano su di te per la loro salvezza.” Nessun rimorso, nessuna pietà. E quel bambino che era diventato improvvisamente più maturo ti osservava per la prima volta con astio perché dinanzi a sé c’era colui che l’aveva strappato brutalmente alla fanciullezza.

Non aveva mai pensato a combattere; Gohan doveva diventare il più brillante degli studiosi ed eccellere nel campo, non scrivere la sua storia nel sangue e farsi carico di un peso troppo grande da sopportare: la consapevolezza che il ruolo dell’eroe della Terra gravava su di sé per la prima volta l’aveva fatto vacillare.

“Sei cattivo!” L’ingenuità scalpitante t’investì come un fiume in piena, Junior.

“Senti, non prendertela con me. Prenditela con il tuo destino, se vuoi… Così come ho fatto io.”

E mentre il vento sferzava sul tuo volto contratto, uno spaventoso pensiero stava già insinuandosi come un fastidioso tarlo: il motivo per cui avevi deciso di allenare Gohan non era solo per la minaccia dei guerrieri più potenti che presto sarebbero sopraggiunti, trasformando il pianeta in un ammasso di macerie, perché agli scenari di morte eri stato da sempre abituato. Forse non avevi mai incontrato nessuno più simile a te di quel mezzosangue. E quanto hai desiderato che qualcuno ti lanciasse due mele mentre nella solitudine pativi il freddo e la fame?

I giorni s’erano susseguiti ed il tempo maledetto scandiva gli ultimi istanti di quella momentanea pace, mentre il bambino cresceva selvaggiamente, cibandosi di animali cacciati con le proprie mani e chinava la testa con astio di fronte alla tua intimidatoria presenza, durante gli scontri a cui era sottoposto da un severo ed esigente insegnante.

“Perché fai così?!” ti aveva chiesto un nefasto giorno, caduto rovinosamente in un precipizio. Sarebbe stato difficile spiegargli la confusione che lentamente s’era insinuata nel tuo essere, fino a farti detestare il modo in cui ti eri ridotto per uno scimmione.

La Viltà

Ognuno dei presenti non aspettava che un segno, il baluginio della speranza riposta nelle mani del piccolo mezzosangue: perfino tu, Junior. L’odio verso quel ragazzo, prepotentemente vivo e maledettamente bruciante era esploso nella tua mente vedendolo vigliaccamente indietreggiare dinanzi al colpo mortale del temibile Napa. Eppure, nonostante tutto, ci tenevi che Gohan valorizzasse il periodo forzatamente trascorso insieme e non demordesse di fronte alla sfida imminente. Ma senza remore avevi pensato di far scudo a quel corpo esile sacrificando te stesso, i tuoi ideali, tutto ciò in cui avevi sempre creduto negli anni di una cinica esistenza: cancellata con un unico e folle gesto.

“Mi disprezzo profondamente: io, Junior, figlio di Al Satan soccombo per salvare un moccioso. Devo essere impazzito.”

Anche se eri fiero che quel sacrificio non fosse stato vano perché Gohan provava l’odio, che aveva soppiantato ogni paura, ogni vile gesto e gettandosi a capofitto, con la disperazione di una belva ferita, era riuscito a soppiantare per sempre quel bambino testardamente impaurito che avevi conosciuto nella landa desolata, specchio della tua anima tormentata.

“Gohan, tu sei stato il primo essere umano a trattarmi da amico.”

Finalmente, eri riuscito a trovare la tua pace.

L’Odio

Ogni muscolo pareva irrorato di lava pura. Non vi era ragione, orgoglio, Gohan personificava il distillato di un veleno letale che aveva consumato il suo io in un misero istante: Iamko, Rif, Tensing e infine… anche Junior, non c’erano più. Un’esistenza spezzata dalla follia, dal sadico piacere del nemico.

Il suo aguzzino, il suo mentore, divenuto, senza che entrambi se ne rendessero conto, suo amico, era morto per mano del saiyan.

Il mezzosangue aveva scagliato il colpo, incurante che andasse a segno o meno, corroso della forza scaturita dalla disperazione.

“Non posso più tirarmi indietro.”

Il Sacrificio

E da quel momento il piccolo e spaurito bambino compì un balzo in avanti, costruendo mattone dopo mattone un sentiero che aveva richiesto troppe rinunce, unite alla costanza e alla tenacia di un valido guerriero, accantonando la fanciullezza fin troppo in fretta. Su Namecc, forgiato con la tempra degna dei suoi mentori, era riuscito a cavarsela da solo. Né suo padre, né Junior sarebbero intervenuti a salvarlo, quando avrebbe dovuto contare solo sulle proprie forze per salvare quei namecciani: l’unico omaggio che potesse offrire al miglior esponente di quella razza, colui che era stato in grado di allenare la tua mente, il tuo corpo e perfino il tuo spirito.

La Vendetta

Calzando gli stessi abiti di Junior si sentiva pronto ormai ad affrontare un temibile avversario; Cell, sguardo gelido e sicuro della vittoria, si stagliava dinanzi agli occhi di quei molteplici super saiyan, i leggendari guerrieri di cui anche Gohan faceva ampiamente parte: il fluire della sua potenza era scaturito da un oscuro richiamo. Si sentiva minacciato, tutti loro non avevano potuto nulla contro il cyborg, ma Gohan non voleva che tutto si riducesse all’ennesima manchevolezza: come anni addietro Vegeta aveva detto a suo padre…

Lui. Era. Un. Saiyan.

“Così, bravo figliolo.”

E fu certo di ottenere finalmente il più sublime soddisfacimento da parte di quei maestri che avrebbero dato costantemente la vita per lui.

L’esplosione definitiva attraversò le nuvole, più accecante del Sole stresso.

Chi riconoscerebbe lo spensierato ragazzino di sempre dietro quell’espressione così minacciosa? Ma dovevi, era un tuo dovere riportare la pace.

Per tuo padre,

per Junior,

per Trunks, i cui occhi limpidi riponevano in te, la sua guida, ogni speranza per quel mondo devastato dal dolore e dalla sofferenza, insegnandogli poco a poco tutto ciò che sapevi. Ti sembrò quasi impossibile allora, eppure eri stato in grado di ricoprire un simile ruolo, seguendo le orme di coloro che prima di te avevano dato la vita per salvare la Terra: Trunks, il giovane eroe dall’animo buono, colmo della speranza che lo spingeva ad andare avanti, era diventato un uomo in parte grazie al tuo contributo in quella dimensione disastrata. Ma nel tuo presente il prezzo da pagare era stato ugualmente struggente.

Goku, Kaaroth, l’eroe del pianeta, si era infine sacrificato: gesto che aveva stillato gocce di sangue dal tuo cuore saturo di disfatta.

La Pace

Il riverbero dell’astro splendente illuminava ogni più piccola vegetazione; i ruscelli cantavano il suono della pace che da tempo ormai regnava come unica ed incontestabile vincitrice tra quelle montagne così ricche di ricordi, che rappresenteranno per sempre la tua casa. La vita era andata avanti pur senza tuo padre; ricordando fieramente il sacrificio compiuto hai deciso di votare un’esistenza completa a metà difendendo i più bisognosi. Il potere andava messo al servizio del bene, in ogni sua forma. Ecco come trascorrevi la giovinezza, ancor piena dei consueti allenamenti in compagnia del namecciano. Ed eri sicuro che, se Junior non ci fosse stato, l’angosciante scomparsa di tuo padre ti avrebbe divorato.

Ma in fin dei conti, chi avrebbe potuto sconfiggere Great Saiyaman?

“Sulla Terra, nello spazio e in tutta la galassia: ovunque combatto il male! Lo vedete questo? E’ il casco del guerriero della pace. Tutti mi conoscono, tutti mi invocano: sono il mitico super eroe… Sono Great Saiyaman!”

Degli occhi nero pece brillavano di gioia a quel nuovo grido di battaglia.

“Wau… Sei davvero bravissimo, fratellone!”

Per il momento ti bastava essere l’eroe del piccolo Goten per andare avanti.

Il sentimento

Una fastidiosa sensazione allo stomaco.

Poteva trattarsi di un paio di occhi dal colore delle gemme per far vacillare il distruttore di Cell? E non era neanche una ragazza normale, quella Videl. Forse desideravi, Gohan, trovare qualcuno che rispecchiasse la tempra, il coraggio e la dedizione di un guerriero, proprio come molteplici anni prima era successo a tuo padre, durante il Torneo di arti marziali. Peccato che a quel primo e fatidico appuntamento le cose erano andate in modo decisamente differente: la giovane dai capelli rossi si era fatta avanti, rendendoti ugualmente nervoso, nonostante desiderassi qualcun altro al posto suo che ti chiedesse uno scontro piuttosto che…

“Gohan, mi versi lo zucchero?”

“Devo versarti lo zucchero? …Quanto ne vuoi?”

Dieci cucchiaini.”

Decisamente quello sembrò l’impresa più ardua che tu avessi mai affrontato, ma gli sforzi come sempre vengono ben ripagati, poiché se quel giorno non ti fossi recato a Satan City, non avresti salvato la vita a quel maschiaccio dagli occhi color cobalto.

L’onore

E quando era capitata nuovamente l’occasione di misurarti in battaglia non avevi pensato neanche per un secondo a tirarti indietro; ogni cosa pareva perduta, ancora, ma non c’era più il cucciolo impaurito o il ragazzo accecato dall’odio a combattere contro il nemico. Guardandoti, rivedevi ciò per cui Junior aveva accettato il repentino cambiamento, abbandonando l’indole malvagia. Eri divenuto l’uomo forte ed orgoglioso che tuo padre aveva visto fiorire in te fin dai primi tempi, quando eri troppo insicuro per credere in te stesso.

Perché la Terra era ancora il posto meraviglioso che Goku aveva strenuamente difeso: da saiyan, da guerriero, da padre, per le persone a lui più care e lo stesso avresti fatto tu. Finalmente in grado di comprendere cosa volesse significare la responsabilità di proteggere coloro che ami.

L’Orgoglio

Guardati, Son Gohan, adesso sei padre, marito e fratello esemplare: una strada tortuosa, un cammino lungo e faticoso, ed il tuo mentore coi suoi silenzi ha vegliato su di te costantemente, quasi quanto il tuo eroico padre ha fatto in anni di assenza, ripagati con muti sguardi di puro orgoglio.

 

 

 

   
 
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