Bussò alla porta con le ginocchia che tremavano e le mani
sudaticce.
“Forza, ce la puoi fare. Se la ami veramente, ci riuscirai” pensò
per farsi forza.
Venne ad aprirgli la dolce e gentile signora
Briefs.
«Ciao Jimmy, come stai?» chiese sorridendogli cordialmente.
Lei
era sempre molto buona con lui.
«Molto bene, grazie signora» rispose Jimmy
riacquistando un po’ di sicurezza.
«Vieni, entra pure» disse Bulma,
facendogli strada lungo l’enorme edificio. «Bra è in camera sua, sarà molto
felice di vederti.»
«Veramente signora, non sono qui per Bra oggi» spiegò
Jimmy. «Sono venuto per parlare con il signor Vegeta.»
Bulma sgranò gli
occhi, non credendo alle proprie orecchie; poi si accorse dell’inusuale
abbigliamento del ragazzo.
Quel giorno era vestito in modo molto elegante,
quasi fosse un giorno speciale: portava un completo di giacca e cravatta, aveva
i capelli perfettamente pettinati e lisciati all’indietro con il gel, e doveva
aver usato del dopobarba… parecchio dopobarba.
Sul suo volto non c’era la
solita espressione raggiante, ma uno sguardo tetro e spaventato denotava il suo
terrore e la sua incertezza.
Sembrava pronto per il suo funerale.
«Ne sei
sicuro?» gli chiese Bulma, massaggiandosi le mani, segno evidente della sua
agitazione.
Jimmy fece un respiro profondo.
“Ormai sono qua.”
«Sì, ne
sono sicuro. E’ una questione molto importante. Il signor Vegeta è in
casa?»
“Fa che sia fuori fa che sia fuori fa che…”
«Sì, è in salotto»
rispose la signora Briefs. «Ti accompagno» disse appoggiando una mano sulla
spalla del ragazzo e guidandolo lungo i corridoi della casa.
Si fermarono
davanti ad una porta; Bulma l’aprì ed entrò facendo segno a Jimmy di aspettarla
fuori.
«Vegeta, c’è Jimmy.»
«E che cavolo me ne dovrebbe importare?»
Al suono di quella voce bassa e impetuosa, dal tono irritato, Jimmy iniziò
nuovamente a sudare.
«Vuole parlare con te.»
«Con me?»
«Esatto. Lo
faccio entrare. Mi raccomando, Vegeta…»
Come risposta, Bulma ricevette un
basso grugnito.
La donna fece segno a Jimmy di entrare, e poi se ne andò,
rimanendo però nelle vicinanze nel caso ci fosse stato bisogno del suo
intervento.
Non che non si fidasse di Vegeta, ma quando si trattava di Bra
sapeva essere molto protettivo nei suoi confronti.
Sperava solo che Jimmy non
gli dicesse nulla che potesse farlo arrabbiare.
In fondo, a quella giovane
età si fanno spesso cose stupide e troppo azzardate.
Il ragazzo si avvicinò cautamente al divano sul quale era
seduto Vegeta.
Il cuore gli batteva a mille.
Credette di avere un infarto
quando Vegeta posò i suoi occhi neri e terrificanti su di lui.
«Buongiorno,
signor Vegeta. Io…»
«Vuoi una birra?» lo interruppe l’uomo mostrandogli la
bottiglia di vetro che aveva in mano.
«Non sono ancora maggiorenne, non posso
bere alcolici» rispose cautamente il ragazzo.
Era giovane ma non
scemo!
Vegeta sbuffò divertito.
«Tanto non te l’avrei data comunque»
ribatté con un ghigno. «Che cosa vuoi?» chiese poi con fare sbrigativo.
"Non
sta facendo niente di importante, cinque minuti me li potrebbe anche concedere
senza lamentarsi" pensò Jimmy.
Vegeta si voltò di nuovo a fissarlo torvo e il
ragazzo si chiese se quell'uomo per caso leggesse nel pensiero.
Nel dubbio,
meglio avere pensieri educati nei suoi confronti.
Deglutì, si schiarì la voce
e prese parola:
«Signor Vegeta, sono qui per parlarle da uomo a
uomo...»
Venne interrotto da una risata sarcastica.
«Sono venuto a
parlarle» proseguì, continuando a sudare freddo, «di sua figlia Bra.»
«Ma va?
Non l'avrei mai detto» sbottò ironico Vegeta. «E che cosa vorrai mai da
Bra??»
Adesso.
O ora o mai più.
«Voglio chiedere a lei, signor
Vegeta, la mano di sua figlia.»
Vegeta, che in quel momento stava
sorseggiando la sua bibita, sputò tutto fuori.
Fissò il vuoto per alcuni
istanti, dopodichè si voltò verso Jimmy e scoppiò in una sonora risata.
"Mi
sta ridendo in faccia! Ma come si permette?? Beh... almeno non mi ha preso a
calci nel sedere..."
«Moccioso» esclamò Vegeta dopo essersi ripreso.
«Devo dire che mi stupisci! Non ti facevo così divertente!»
«Io... io non sto
scherzando, signore» ribatté Jimmy, sentendosi un po' offeso.
«Sì, sì,
questo l'avevo capito... » gli assicurò Vegeta.
"Adesso mi ammazza" pensò il
ragazzo.
Ma quel giorno, evidentemente, il padre di Bra doveva essere di
buon umore.
«E così, vuoi sposare mia figlia? Beh, devo ammettere che sei
stato molto leale a chiederlo prima a me... ma soprattutto sei stato molto
coraggioso. Sì... penso che potrò fare un pensierino su di te per mia figlia...
Ma non ora» terminò con voce grave. «Da quanto vi conoscete, tu e
Bra?»
«Ehm... da due anni, circa» rispose Jimmy.
«E' troppo poco» decretò
Vegeta.
Jimmy, utilizzando tutto il coraggio di cui disponeva, tentò per
un'altra via:
«E allora che ne dice se ne frattempo ci fidanziamo?»
«Può
essere una buona idea» accordò Vegeta. «Ma, senti, Coso... come ti
chiami??»
«Jimmy.»
«Jimmy... non pensare che questo fidanzamento ti
permetta di prenderti delle libertà con Bra. Mi sono spiegato?» disse Vegeta
avvicinandosi minacciosamente al ragazzo.
«Sìsìsìsìsì certo signore!!»
rispose con enfasi Jimmy. Per la paura, in quel momento gli avrebbe promesso
anche di diventare suo schiavo a vita.
Poi si rese conto che il suo sogno era
stato realizzato.
Era ufficialmente fidanzato con Bra.
E aveva la
benedizione di suo padre.
Un gran sorriso si allargò sul suo volto.
«Che
hai da sorridere?» gli chiese Vegeta. «Non è mica finita qui! Devi vedere se
anche Bra vuole fidanzarsi con te. Ma prima... dobbiamo discutere di alcune
cosette.»
«Tutto quello che vuole signore!»
«Ti concederò la mano di mia
figlia ad una condizione, anzi diverse condizioni: non ti chiuderai in camera
con lei, non guarderai mai al di sotto del suo collo, non la toccherai, non la
bacerai finchè non sarete sposati. Chiaro?»
«Chiarissimo!!»
«E, ultima
cosa, non la porterai fuori di casa finchè non avrete finito l'asilo.
Intesi?»
«Sissignore!»
«Ora vai, moccioso, Bra ti starà aspettando per
andare a giocare. Ah, un'ultima cosa: vedi di farla vincere a
nascondino.»
«Non si preoccupi signor Vegeta, farei di tutto pur di rendere
felice sua figlia!» rispose Jimmy mostrando un sorriso a trentadue denti, anzi,
ventinove, dato che gli erano già caduti tre dentini da latte. «Grazie mille
signor Vegeta!»
«Sparisci, prima che cambi idea!» esclamò l'uomo, ritornando
serio e minaccioso.
Il bambino trotterellò fuori dal soggiorno e andò a
raggiungere la piccola Bra.
Bulma, che aveva sentito tutto, entrò in salotto
ridendo a crepapelle.
Si sedette accanto al marito e si appoggiò alla sua
spalla, con le lacrime agli occhi.
«Sei stato formidabile!! Davvero un padre
modello!» esclamò.
Vegeta bevve un altro sorso dalla bottiglia e poi
sbuffò:
«Quattro anni. Quel moccioso è fuori di testa.»
«E' innamorato!
Qualunque ragazzo andrebbe fuori di testa per la nostra splendida
Bra!»
«Speriamo che vadano d'accordo.»
«Bra lo tratterà come uno
schiavetto. Spero non se ne approfitti troppo. Forse è meglio se li vado a
controllare?»
«No, resta qui. Lasciamo che il moccioso impari com'è la vita
matrimoniale» disse Vegeta porgendo alla moglie la bottiglia. «Vuoi un po' di
aranciata?»