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Autore: The life is a smile    18/12/2011    4 recensioni
C'èra una volta... blah, blah, blah... il resto lo sapete...
ma se vi dicessi che Cappuccettorosso o Biancaneve ecc... fosseto reali?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Bhè; ora leggendo il nome del capitolo tutti darete per scontato che parlerà della “ribelle” bambina col cappuccio rosso che disobbedendo alla madre si caccia nei guai, il resto lo sapete. Forse neanche continuerete a leggere considerando il mio insolito modo di iniziare la storia; ma se vi dicessi che cappuccetto rosso esiste, e che ogni ragazza potrebbe esserlo?
La cappuccetto rosso di cui oggi vi parlerò ha un nome: Veronica. Non aspettatevi nessun tipo di cappuccio o cappellino, tanto meno rosso o di altri colori…
Di rosso, infatti, la nostra protagonista ha solo i corti e ribelli capelli. Ora penserete che scriverò una completa e dettagliata descrizione di Vero (d’ora in poi chiamerò così la nostra cappuccetta), in cui magari è scritto che è la classica protagonista di una storia, cioè bellissima e assolutamente perfetta, ma non è di una “barbie” che vi voglio parlare e poi a me la perfezione non è mai piaciuta.
Vero è una giovane ventenne rimasta orfana in tenera età e per questo affidata alla nonna, anche lei sola. Vero a parte questo è una ragazza normalissima, né troppo bella, né troppo brutta, con i suoi difetti e i suoi pregi.
 
 
Quella mattina Vero, dopo aver sbattuto con tutta la forza che aveva la porta di casa, si ritrovò per strada intenta ad andare a scuola; anche quella notte aveva avuto lo stesso incubo che la tormenta da quando può ricordare. Mentre s’incamminava verso il negozio dove lavorava come commessa, non poteva far a meno di pensare all’incubo di quella notte. Immersa nei suoi pensieri non si accorse dell’arrivo del “lupo cattivo” cui andò a sbattere contro.
“Ahi, Stai più attenta” le urlò il ragazzo.
 Vero così conobbe Stefano un suo coetaneo che prima non aveva mai visto e che sembrava simpatico e gentile. Abbagliata dalla maschera da bravo ragazzo di Stefano, si lascia convincere a passare la giornata insieme, dimenticandosi del lavoro e soprattutto del brutto sogno.
Così i due cominciano a frequentarsi e Vero, pensando di star vivendo una favola, cambia “sentiero”e carattere, diventando ogni giorno più aggressiva. Da quando frequenta Stefano,Veronica è cambiata, i suoi incubi sono aumentati  e ha perso il suo lavoro; il ragazzo la sta rovinando, ma lei non se ne rende conto e finisce per allontanarsi da tutti.
Vero, infatti, non sa che Stefano in realtà non è innamorato di lei ma la usa per  farsi dare soldi, infatti durante il periodo della loro storia Vero riceverà continuamente richieste di soldi che finirà addirittura a rubare alla nonna; nonostante queste  richieste sempre più frequenti, Vero continua a giustificare il ragazzo. La nostra cappuccetta una mattina incontra però il “cacciatore”, cioè un suo vecchio amico d’infanzia che poverino era nato con un nasone molto lungo (la sua storia ve la racconterò in uno dei prossimi capitoli) e di cui nessuno si fidava più per il suo passato da falso amico. Vero comincia a parlare con Alessandro (il nostro cacciatore) e scopre che è una bella persona, così cominciano a passare molto tempo insieme, diventando migliori amici. Alessandro s’innamora di Vero e cerca di aprirle gli occhi, ma la nostra “chioma rossa” è testarda continua a pensare che Stefano sia un ragazzo splendido.
Un giorno Vero sentendo una conversazione telefonica del ragazzo si rende conto di essere usata, allora decide di lasciarlo; così lo chiama e gli chiede di uscire.
 
Quel pomeriggio Vero si cura più del solito e arriva tardi apposta all’appuntamento; lo guarda negli occhi e gli dice:
“oh che begli occhi che hai”
… e lui risponde: “È per guardarti meglio amore mio”
“Oh che belle orecchie che hai”
 “è per sentirti bene amore mio”
 “ e che bella bocca che hai…”
“è per baciart…”
A quel punto lei lo interruppe e gli gridò:
“ è per dirmi meglio le cazzate, vero?”
A quel punto le giustificazioni di Stefano erano inutili. Vero, che finalmente, ha aperto gli occhi, corre da Alessandro, convinta di aver trovato la felicità.
 
 
Ora molto probabilmente starete pensando che il capitolo è terminato e magari neanche vi è piaciuto; ma mi dispiace dirvi che quella sopra è soltanto una premessa. Infatti, Vero è convinta di aver trovato il suo “per sempre felici e contenti” (apro una piccola parentesi, dicendo che secondo me, per trovare il nostro “felici e contenti” bisogna solo accettare la propria vita) ma non sa che sta per vivere una grande avventura…
 
 
Erano già due ore che aspettava, non ce la faceva più, ormai il ticchettio dell’orologio la tormentava, se solo avesse aperto prima gli occhi… ma ormai quel che è successo è successo e non si può più tornare indietro.
L’attesa aumentava l’ansia, e Vero non poteva fare a meno di pensare di quanto gli mancasse, gli scese una lacrima, cercò di frenare i singhiozzi, per quella settimana aveva pianto abbastanza e ora doveva farsi vedere forte. Era sicura che ciò che era accaduto era a causa di una persona e lei doveva scoprire chi. Se solo ci fosse stato qualcuno disposto a crederle, e pensare che la settimana prima era tutto così perfetto. È sempre la stessa storia appena trovi un attimo di tranquillità, stai certo che accadrà qualcosa che rovinerà tutto. Come se fosse facile accettare che non l’avrebbe più rivista, doveva anche mandar giù che probabilmente la colpa era di una delle persone a lei care, questo la tormentava più di tutto.  Ora tornava a guardare l’orologio, non capiva perché tutto questo ritardo, mentre guardava il display del cellulare, ecco un messaggio era Ale, voleva sapere se avevo fatto; gli scappò un sorriso ma lo ritrasse subito, potrebbe essere stato anche lui, la persona che più amava, Vero sperava con tutta se stessa di no, non avrebbe retto a un simile dolore. Finalmente la porta si aprì e il notaio la invito a entrare per discutere del testamento.
 
 
“Dai scendi, che facciamo tardi” le disse ridendo al citofono, “Cinque minuti ancora” rispose lei canticchiando, lui sapeva che quei cinque minuti in realtà equivalevano a un quarto d’ora, sorrise ed entrò in macchina ad aspettarla. Quanto era stato fortunato a trovare una ragazza come lei, e pensare che qualche mese prima avrebbe giurato di non riuscire mai a trovare una ragazza a causa del suo nasone. Quel grosso naso era stato la causa dei suoi guai, per farsi accettare aveva iniziato a dire tante di quelle bugie che ora a ripensarci si vergognava tremendamente. Aveva sempre sofferto, la madre lo aveva abbandonato e di lui si prese cura un vecchio falegname; nonostante le attenzioni dell’uomo, Alessandro si lascio strascinare da due poco di buono “il gatto e la volpe” che lo convinsero a scappare da casa. Fu abbandonato anche da loro e il destino volle fargli incontrare un suo coetaneo “lucifero” che gli insegnò “l’arte del rubare”. Un giorno però incontro Veronica, la sua “fata turchina” che lo convinse a tornare dal padre. Con Vero, Alessandro cambia, non racconta più bugie e abbandona definitivamente la strada da furfante, ma anche Alessandro riesce a far cambiare Veronica che nel periodo in cui l’ha conosciuta era impegnata con un ragazzo che la usava per succhiargli via i soldi, e indovinate un po’ chi era sto ragazzo? Mah si proprio Lucifero. Stando insieme scoprono di essersi già conosciuti da bambini in un orfanotrofio, poi le loro strade si sono divise, lei è andata dalla nonna e lui dal buon falegname.
Il rumore della porta della macchina che si apriva interruppe i suoi pensieri, finalmente era scesa, ma di aspettarla era valsa la pena, Dio com’era bella. Ora le sue orecchie erano invase dalle sue parole, che bello sentirla parlare, non si stancava mai.
“amore sali un attimo a prendermi la borsa?” le chiese gentilmente Vero, lui acconsentì. Salì le scale, suonò alla porta di casa, si aspettava che ad aprirlo fosse venuta la nonna di Vero ma si ritrovò davanti Stefano, entro spostandolo e la situazione che si ritrovò davanti era raccapricciante. 
  
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