19/12/2011
8 recensioniEhilà!
Essì, sono di nuovo qui e stavolta a cimentarmi con una
flashfic. Mi mancava questa taglia.
Dunque, questo breve racconto nasce dallo sviluppo di una drabble che sto preparando per la raccolta dedicata ai gemelli e dall'ispirazione avuta da una splendida fanart di Dust (che naturalmente è alla base anche della drabble) ... ma non mi dilunguerò oltre per presentare questa storia.
La mia visione di un momento della storia dei Gemelli, Capo Sounion, stavolta preso dall'anime. La frase citata... lo so, non sono le testuali parole, ho condensato il dialogo dei gemelli e l'ho resa una frase unica ma con lo stesso significato.
Buona lettura!
Dunque, questo breve racconto nasce dallo sviluppo di una drabble che sto preparando per la raccolta dedicata ai gemelli e dall'ispirazione avuta da una splendida fanart di Dust (che naturalmente è alla base anche della drabble) ... ma non mi dilunguerò oltre per presentare questa storia.
La mia visione di un momento della storia dei Gemelli, Capo Sounion, stavolta preso dall'anime. La frase citata... lo so, non sono le testuali parole, ho condensato il dialogo dei gemelli e l'ho resa una frase unica ma con lo stesso significato.
Buona lettura!
Peccatori
(470 parole)
“Ti ho guardato nell’animo in tutti questi anni e ho visto l’angelo sul volto, il demone nel cuore.”
Queste mie parole hanno fatto centro, l’ho visto nei tuoi occhi sgranati per lo stupore, nella contrazione della mascella mentre tentavi di trattenere la tua reazione. Ti sono entrate dentro, conficcandosi come una dolorosa spina che lentamente trafiggerà la tua anima. La verità è stata svelata.
Questo non mi bastava, ancora di più era mio desiderio farti del male. Tu che di sangue fraterno ti sei sporcato le mani, sulle tue spalle porterai la colpa eterna. Soffrirai nella solitudine, nell’oscurità che da sempre è stata tua padrona. Sorridevo soddisfatto mentre ti lanciavo il mio anatema, sfidando la tua autorità, mentre tu indietreggiavi allontanandoti da me, dalla tua vera natura.
Ancora adesso, qui solo, riecheggiano nelle ombre di questa prigione di roccia quelle mie urla disperate, a farmi compagnia. Immonde parole, furiose e sbeffeggianti, fuoriuscite tumultuose come le fragorose onde sugli scogli, dalla mia bocca ancora impastata di terra e sangue, solo per ferirti. Nella mia dolorosa emarginazione, urlo nuovamente contro di te e contro il mondo, le mie intenzioni. Sono certo che presto le farai tue. Non potrai sottrarti al tuo destino e alla tua condanna.
“Angelo sul volto, demone nel cuore.” Questo sei tu. Questa è la tua verità.
Te ne sei andato, ripudiandomi e voltandomi le spalle per tornare da Lei. Tu che ti credevi giusto e santo, tu che nella giustizia eri sicuro di agire. Intento a salire quei gradini di pietra non rispondesti ai miei richiami, mi abbandonasti alla mia solitudine e al mio castigo, lasciandomi nelle mani degli Dèi. Il mio sguardo sprezzante ti sfidava, ma tu non potevi vederlo. E ridevo! Ridevo di te e delle tue certezze, ridevo della tua cieca devozione per una Dèa che non riconosco, per un ideale che non condivido. Ridevo di te che ancora inconsapevole avresti ereditato la mia ambizione.
In balìa di questo mare e di queste onde che sempre più prepotenti reclamano la mia vita, sono ora in ginocchio. Prostrato nel fisico e indebolito nello spirito. Le mie mani, piene di graffi e avvizzite dall’acqua, sono aggrappate disperatamente a queste sbarre arrugginite. La mia testa è piegata dalla rassegnazione e dallo sconforto che pesante schiaccia il mio animo tradito dal tuo abbandono. Devo solamente attendere il momento in cui tutto sarà finito. Questo è il destino che hai scelto per me, questo è il fato che gli Dèi vogliono per me.
No! Lotterò ancora e ancora e ancora. Resisterò, sopravvivrò per dimostrare le mie ragioni. Perché sono superiore a te fratello ipocrita, che preferisci nasconderti nella falsa sicurezza del luccicante oro della tua armatura, sacrificando il tuo stesso sangue, indegno e cospiratore.
“Demone sul volto e nel cuore.” Questo sarò io, la mia scelta. Questa la mia bugia.
(470 parole)
“Ti ho guardato nell’animo in tutti questi anni e ho visto l’angelo sul volto, il demone nel cuore.”
Queste mie parole hanno fatto centro, l’ho visto nei tuoi occhi sgranati per lo stupore, nella contrazione della mascella mentre tentavi di trattenere la tua reazione. Ti sono entrate dentro, conficcandosi come una dolorosa spina che lentamente trafiggerà la tua anima. La verità è stata svelata.
Questo non mi bastava, ancora di più era mio desiderio farti del male. Tu che di sangue fraterno ti sei sporcato le mani, sulle tue spalle porterai la colpa eterna. Soffrirai nella solitudine, nell’oscurità che da sempre è stata tua padrona. Sorridevo soddisfatto mentre ti lanciavo il mio anatema, sfidando la tua autorità, mentre tu indietreggiavi allontanandoti da me, dalla tua vera natura.
Ancora adesso, qui solo, riecheggiano nelle ombre di questa prigione di roccia quelle mie urla disperate, a farmi compagnia. Immonde parole, furiose e sbeffeggianti, fuoriuscite tumultuose come le fragorose onde sugli scogli, dalla mia bocca ancora impastata di terra e sangue, solo per ferirti. Nella mia dolorosa emarginazione, urlo nuovamente contro di te e contro il mondo, le mie intenzioni. Sono certo che presto le farai tue. Non potrai sottrarti al tuo destino e alla tua condanna.
“Angelo sul volto, demone nel cuore.” Questo sei tu. Questa è la tua verità.
Te ne sei andato, ripudiandomi e voltandomi le spalle per tornare da Lei. Tu che ti credevi giusto e santo, tu che nella giustizia eri sicuro di agire. Intento a salire quei gradini di pietra non rispondesti ai miei richiami, mi abbandonasti alla mia solitudine e al mio castigo, lasciandomi nelle mani degli Dèi. Il mio sguardo sprezzante ti sfidava, ma tu non potevi vederlo. E ridevo! Ridevo di te e delle tue certezze, ridevo della tua cieca devozione per una Dèa che non riconosco, per un ideale che non condivido. Ridevo di te che ancora inconsapevole avresti ereditato la mia ambizione.
In balìa di questo mare e di queste onde che sempre più prepotenti reclamano la mia vita, sono ora in ginocchio. Prostrato nel fisico e indebolito nello spirito. Le mie mani, piene di graffi e avvizzite dall’acqua, sono aggrappate disperatamente a queste sbarre arrugginite. La mia testa è piegata dalla rassegnazione e dallo sconforto che pesante schiaccia il mio animo tradito dal tuo abbandono. Devo solamente attendere il momento in cui tutto sarà finito. Questo è il destino che hai scelto per me, questo è il fato che gli Dèi vogliono per me.
No! Lotterò ancora e ancora e ancora. Resisterò, sopravvivrò per dimostrare le mie ragioni. Perché sono superiore a te fratello ipocrita, che preferisci nasconderti nella falsa sicurezza del luccicante oro della tua armatura, sacrificando il tuo stesso sangue, indegno e cospiratore.
“Demone sul volto e nel cuore.” Questo sarò io, la mia scelta. Questa la mia bugia.