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Autore: Filira    19/12/2011    4 recensioni
One-Shot classificatasi seconda al contest indetto da Lady Nazzumi: "Gohan and The Others".
Protagonisti sono Son Gohan e Son Goku, che si scambiano le ultime parole prima che Goku usi il teletrasporto per portare sè stesso e Cell sul pianeta di re Kaio. Il tema è l'amore paterno.
Buona lettura, Filira.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gohan, Goku
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Autore: Filira

Titolo della storia: Proud Of You – Ultimo Gesto di Un Combattente

Rating: Verde

Avvertimenti: Missing Moments, One- Shot

Sfera evocata: Goku, Sfera Verde
 

Proud Of You – Ultimo Gesto di Un Combattente

 
Il ragazzo osservava la trasformazione di Cell impassibile, gli occhi fieramente puntati sul mostro.
Circondato dalla luce sfolgorante della sua aura, Gohan restava immobile, mentre il nemico cominciava a diminuire la sua forza, dopo aver rigettato C18. Era veloce, il saiyan, terribilmente veloce. Invano Cell tentava più volte di colpirlo direttamente, ma mai un suo arto toccava il corpo del giovane combattente. Gohan, incitato dai suoi compagni, sentiva crescere prepotente dentro il suo animo una smania incontrollabile, brama di vendetta e di tortura. Il mostro non solo sarebbe morto, ma avrebbe sofferto grandemente.

“Ehi Gohan, non perdere tempo! Fallo fuori subito quel mostro”
La voce del padre non sembrò frenare l’istinto sadico del ragazzo, che con passo lento si avvicinò all’esanime Cell.

Raccogliendo le ultime forze il mostro cominciò a gonfiarsi orribilmente. L’autordistruzione era oramai per lui l’ultima chance per distruggere l’odiato pianeta. E con lui sarebbero morti tutti, compreso il fastidioso ragazzino.
Di fronte alla figura enormemente dilatata del nemico, Gohan indietreggiò impercettibilmente. Sentiva chiaramente le voci dei suoi amici, arrendevoli e disincantate, che profetizzavano un’imminente fine. Ma lui non si sarebbe arreso, mai. Lui era come suo padre, lui non poteva perdere. Prepotente la memoria evocò le parole pronunciate dal padre poco prima.
Aveva avuto ragione Goku, come sempre. Gohan aveva superato i suoi limiti, aveva aspirato ad una vendetta o a una tortura che non appartenevano al suo essere. Non era stato sé stesso, e ora tutti ne avrebbero pagato le conseguenze. Non aveva previsto che sarebbe andata così, Cell doveva morire. Il peso della colpa che sentiva chiaramente cadere in tutta totalità sulle sue giovani spalle spinse il saiyan a terra, la consapevolezza dell’errore fatale incatenava le sue viscere peggio di un calcio ben assestato.
 

Sembrava che Gohan ce l’avesse fatta, questa volta Goku era sicuro che il figlio l’avesse superato. Forse, però,  in certe situazioni gli era sfuggita la consapevolezza della giovane età del ragazzo, appena undicenne. Come si era sentito irresponsabile Goku, nello scoprire quanta pressione il giovane corpo del figlio avesse dovuto sopportare, in quei momenti tanto dolorosi. Lentamente si voltò verso i compagni, pronto al sacrificio.
“Mi dispiace, ma per quanto mi sia sforzato, non sono stato in grado di trovare un altro modo per salvare il nostro pianeta.”
Ancora una volta, un’ultima volta, sarebbe stato lui a salvare il pianeta, i suoi amici, suo figlio. Lo faceva specialmente per lui, Gohan. Si sarebbe donato un’ultima volta, poi sarebbe stato unicamente dovere del figlio proteggere il pianeta. Con un gesto ben conosciuto dagli amici, Goku si portò due dita alla fronte, pronto a teletrasportare se stesso e il mostro lontano dalla terra, lontano da suo figlio. Le sue ultime parole furono interamente dedicate al ragazzo. Gli disse che era stato un bravo, un ottimo combattente. Si preoccupò che portasse le sue scuse a Chichi, per averla trascurata. E infine, fissando gli scuri occhi del suo ragazzo, disse semplicemente:

“In bocca al lupo, figliolo.”

 
Era scomparso. Cell era scomparso. Suo padre, il guerriero migliore che lui conoscesse, l’uomo che era sempre stato il suo punto di riferimento, se n’era andato. E stavolta Gohan aveva la netta sensazione che non l’avrebbe più rivisto. L’aveva salutato con poche parole, semplici e dirette. L’aveva lasciato senza nemmeno un abbraccio, una carezza, un contatto. Nell’urlare, senza aver più fiato, il nome del padre, il respiro gli si mozzò in gola. Lui era chissà dove, morto. E ora il ragazzo era solo. Circondato dagli amici, dalla madre, era solo. Perché suo padre l’aveva abbandonato così, perché?
 
Il pianeta era imploso immediatamente dopo l’arrivo di Goku. Il suo ragazzo era in salvo, e l’avrebbe sempre avuto accanto. Non fisicamente, di certo. Ma lui avrebbe sempre vegliato su Gohan, in qualunque modo. Non era mai stato un buon padre, aveva sempre anteposto la salvezza del pianeta alla cura della sua famiglia. Ed ora, che si era disfatto del suo corpo ed era rinato anima, sentiva il dovere di seguire quel figlio che, dopo la sua dipartita, era sicuro avrebbe intrapreso la sua stessa strada. Non erano diversi, in Gohan regnava lo stesso spirito combattente del padre, amalgamato ad un’incredibile bontà.

 Era il guerriero perfetto, e Goku non poteva fare a meno che osservarlo, orgogliosamente, dall’aldilà.



Note d'Autrice:
Spero che questa One-Shot riesca a cogliere bene il particolare rapporto tra Gohan e il padre, che spesso è davvero difficile interpretare per noi poveri pseudo-scrittori. Che dire, spero leggerete e recensirete.
Alla prossima, Filira
 
   
 
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