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Autore: _Shadow_96    19/12/2011    2 recensioni
Piccole Shot sulla Fan Fiction Aiutami a non avere più paura del buio vista con gli occhi di Federico. Per ora il raiting sarà giallo ma sicuramente salirà ad arancione!!
Dal primo capitolo:
Non posso aver voglia di abbracciarla, è assurdo!!, cercò di convincersi di ciò ma le sue dita pizzicavano dalla voglia di accarezzare quei lunghi capelli corvini e le sue braccia morivano dalla voglia di stringerla a sé e cancellare almeno un po’ della sua tristezza.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Un altro punto di vista...   

                                                                                                                                                                                       

Questa è solo una raccolta di One Shot sulla ff Aiutami a non avere più paura del buio. Perdonate ogni errore, è la prima volta che scrivo dal punto di vista maschile e spero di aver reso l'idea... :(
Questo capitolo è diviso tra presente e passato ma sarà l'unico..
Un bacione
Maddalena

Capitolo 1


08/09/2009
 
Nuovo anno, stessa compagnia e nuove ragazze da usare e gettare via.
Sua madre era appena entrata in camera strappandolo dal suo sogno erotico su Scarlett Johanson impegnata a “lavorare” tra le sue gambe e l’aveva scaraventato nella dura realtà: l’estate era finita. Nonostante tutto però quella mattina era euforico e non solo perché avrebbe rincontrato quei pazzi dei suoi compagni di classe ma anche perché era già pronto a fare strage di cuori: le ragazze di primo liceo sono tutte teneri agnellini che sognano l’amore e il principe azzurro. Lui sarebbe stato al loro servizio, a tempo determinato. Ridacchiò per quel pensiero e si infilò una maglietta verde acido; quell’estate aveva fatto molto allenamento e il tessuto leggero rivelava il frutto della sua fatica. Indossò un paio di jeans chiari e sistemò i capelli con le dita: aveva scoperto che le ragazze adorano i capelli disordinati. Beatrice al piano di sotto stava sistemando il tavolo per il pranzo quando il figlio entrò e senza neanche salutarla si sedette lanciandosi all’assalto della colazione. Da qualche tempo si comportava diversamente sia con lei sia con gli altri, era freddo, distaccato e anche maleducato.
 
“Buongiorno eh” borbottò lei sedendosi accanto al figlio “Hai preso l’abbonamento?”
 
“Si l’ho preso”
 
“D’accordo” terminarono di fare colazione nel più totale silenzio. La sedia stridette quando Federico si alzò per andare a prendere la borsa dal piano di sopra. Odiava il modo in cui trattava sua madre eppure non riusciva a sciogliersi con lei. Sapeva che era sbagliato incolparla dell’incidente di suo padre e che Beatrice stava soffrendo tanto quanto lui ma ormai il guscio che si era creato intorno a sé era troppo difficile da scalfire. Scese le scale a due a due e aprì la porta d’ingresso richiudendosela poi alle spalle senza neanche salutarla.
L’autobus arrivò con qualche minuto di ritardo pieno come un uovo e fu costretto a restare in piedi. Da quando suo padre era morto Beatrice non gli permetteva mai di uscire col motorino obbligandolo a utilizzare i mezzi pubblici. Non sapeva per quanto avrebbe ancora resistito, ma alla fine avrebbe mandato a quel paese la madre petulante e avrebbe ripreso il controllo totale della sua vita. L’autobus raggiunse la sua fermata e Federico intravide i suoi due migliori amici in compagnia di tre ragazze spalmate su di loro.
 
“Alla buona ora fratè” lo salutò Michele dandogli una pacca sulla schiena “Queste sono Antonella, Erica e Federica sono in prima”ammiccò sottolineando la parola “prima” come se fosse un codice segreto.
 
“Già” annuì Lorenzo salutandolo con un cenno del capo. Una biondina con le labbra rosso fragola si avvicinò a Federico accarezzandogli il braccio.
 
“Io sono Antonella” le sorrise e le passò un braccio intorno alle spalle. Lei non sembrò per nulla infastidita anzi si strinse a lui e gli schioccò un bacio a stampo “Mi accompagni in classe Fede?” domandò quando oltrepassarono il cancello principale.
 
“Certo, come vuoi” la ragazza si fermò davanti alla porta che recava l’insegna 1B e lo attirò a sé per baciarlo. Sembrava affamata visto il modo in cui cercava bisognosa la sua lingua e gli stringeva i capelli tra le mani gemendo.
 
“Mi aspetti all’uscita?” gli domandò col respiro affannato dai baci e le guance arrossate facendo scivolare le unghie rosse sulle sue spalle.
 
“Mm vedremo” lei sorrise sicura che quello fosse un sì e gli lasciò un ultimo bacio sulle labbra “Solo non mettere più il lucidalabbra, odio quando mi si appiccica sulle labbra”.
 
“D’accordo” sussurrò civetta ed entrò in classe. Federico ridacchiò soddisfatto di aver trovato una nuova vittima e si voltò per cercare la sua classe. Qualcuno però, una massa di capelli lisci e corvini su un corpo minuto, si scontrò contro di lui imprecando.
 
“E sta attenta cazzo!” la allontanò subito sistemandosi lo zaino sulle spalle.
 
“S-scusa” mormorò lei alzando di poco il viso e la distesa di smeraldi che brillava nei suoi occhi lo lasciarono senza fiato.
 
“No, è ok, scusa tu” la ragazza annuì senza neanche guardarlo ed entrò in classe: 1 B. Federico restò impalato qualche secondo in corridoio prima di riprendersi e raggiungere la sua di classe.
 
“Fede è tutto ok? Non dirmi che la biondina ti ha lasciato senza fiato.” disse Michele indicandogli il posto vuoto che Federico si affrettò ad occupare.
 
“See figurati!” rise Lorenzo seduto alla sinistra di Michele “Il nostro Fede è un tipo raffinato: una scopata con la biondina e tanti saluti. Giusto fratè??!”
 
“Giustissimo” per il resto della mattinata non parlarono più di Antonella e delle sue amiche e Federico si sorprese di se stesso quando all’uscita da scuola i suoi occhi iniziarono a cercare un altro paio d’occhi, occhi color della speranza.
 
“Fede!!” lo salutò Antonella con la sua voce squillante baciandolo.
 
“Ti avevo detto che odio il lucidalabbra”
 
“Oh tesoro dai serve a rendere belle le mie labbra” mormorò intrecciando le dita dietro al suo collo, mettendosi in punta di piedi per baciarlo di nuovo. Federico ricambiò anche se la sua mente e il suo sguardo erano da tutt’altra parte e quando vide la sua chioma corvina spuntare sorrise sulle labbra di Antonella che lo strinse più forte interpretando male il suo gesto “Mi accompagni a casa mia, sono da sola”
 
“Sono venuto in autobus”
 
“Oh d’accordo allora la prossima volta ok? Ti prometto che non te ne pentirai”
 
“Ne sono sicuro” rispose allontanandosi lentamente dalla bionda per raggiungere gli altri due.
 
“Hai trovato il paradiso mio caro. Da quello che ho saputo in giro Antonella è una pantera a letto. Dicono che sia la regina dei pomp..”
 
“Michele!!” Lorenzo, il più equilibrato dei tre richiamò l’amico dandogli uno scappellotto “Sei un porco”
 
“Ma va Lore. Vorresti dirmi che non ti piacerebbe un bel servizio completo da quella biondina sexy?”
 
“Dispiacermi no però..”
 
“Ipocrita” Federico rise e si voltò verso i due.
 
“Quando avrò provato vi farò sapere. Ciao belli” li salutò e salì sull’autobus
 
“Ciao Fede” lo salutarono i due con la mano voltandosi per raggiungere le loro auto.
Sbuffando infilò le cuffiette dell’i-Pod e fece partire la prima canzone.  Odiava gli autobus con il chiacchiericcio assordante della gente, le signore anziane che pretendono di sedersi dove più le aggrada e l’odore nauseante dei profumi delle ragazze eppure quel giorno perdonò Beatrice per averlo obbligato a lasciare il motorino a casa. La fatina dagli occhi verdi era appena salita sull’autobus e aveva preso posto accanto al finestrino. Solo in quel momento, osservandola mentre sorrideva a un bambino che si stava sedendo accanto a lei, si accorse di quanto quella ragazza fosse l’immagine della tristezza; sembrava stanca di dover portare l’intero mondo sulle sue spalle. Scosse la testa dandosi del cretino e infilò le mani in tasca.
 
Non posso aver voglia di abbracciarla, è assurdo!!, cercò di convincersi di ciò ma le sue dita pizzicavano dalla voglia di accarezzare quei lunghi capelli corvini e le sue braccia morivano dalla voglia di stringerla a sé e cancellare almeno un po’ della sua tristezza.
Un ragazzo lo trascinò via dalle sue riflessioni chiedendogli se il posto accanto al suo fosse occupato e Federico annuì senza neanche rendersene conto.
 
********
04/12/2011
 

Erano passati circa due anni e con Antonella le cose erano molto cambiate. Non stavano più insieme, anzi la riteneva la sua migliore amica, ma non era la stessa cosa per lei che continuava a provarci. All’entrata era lì, all’intervallo era lì, all’uscita era lì…
 
Fra un po’ mi segue anche in bagno, pensò mordicchiando una matita. La professoressa di inglese si stava sgolando da due ore cercando di attirare l’attenzione della classe ma ognuno pensava ai fatti propri: alcuni massaggiavano col cellulare, altri sonnecchiavano e la gang dei secchioni prendeva appunti. Il cellulare vibrò nella sua tasca e Federico si affrettò a recuperarlo.
 
Ehi non ti fai sentire più :(
Mi manchi!! Un bacione A.”

 
Rimise il cellulare e allungò il collo per sbirciare sul foglio di Lorenzo.
“Ma stai sempre a prendere appunti?”

“Siamo in quinta Fede, quest’anno c’è la maturità” lo rimproverò continuando a scribacchiare sul quaderno “Dovresti cominciare ad applicarti anche tu…non esiste solo l’anatomia” e ridacchiò attirando l’attenzione di Michele.

“Di che si parla? Sai c’è una che ho conosciuto in chat che è troppo porca dovreste sentire..”

“Possibile che tu pensi solo al sesso?”
 
“Certo, è l’unica cosa che conta” Lorenzo scosse la testa e sospirò rassegnato.
 
“Mi astengo dal dare un giudizio e se non vi spiace torno ai miei appunti” Federico li osservò e pensò che nonostante le diversità voleva un casino di bene a quei due deficienti.
Quei due anni erano stati una centrifuga per lui e sua madre. Solo dopo la morte del padre, infatti, avevano scoperto i numerosi debiti di gioco dell’uomo e per ripagarli avevano dovuto fare sacrifici enormi, lavorando giorno e notte. Ora la situazione si era stabilizzata e ripensandoci Federico capì che aveva avuto profonde conseguenze su di lui; l’aveva cambiato.
 
“Ragazzi!! E su smettetela, ho una bella notizia!” il chiacchiericcio generale si arrestò di colpo e tutti, compreso Fede, prestarono finalmente ascolto alla professoressa “Quest’anno si realizzerà uno spettacolo teatrale su Romeo e Giulietta, la strabiliante opera di Shakespeare”

“E che palleeee” borbottò qualcuno mentre gli altri annuivano e sbuffavano.
 
“Chi di voi vorrà partecipare deve sapere che questo progetto è stato affidato a due classi: la vostra e la 3B” gli occhi gli si allargarono e lo stomaco si strinse. Non si era dimenticato della fatina dagli occhi smeraldo anzi aveva continuato a cercarla con lo sguardo durante le manifestazioni e quando, con non poco dispiacere, aveva notato che non prendevano più lo stesso autobus aveva cominciato ad andare a scuola in motorino e poi in macchina. Provava sempre il desiderio di stringerla a sé e confortarla nei rari momenti in cui la vedeva ma una parte di lui glielo impediva, e forse aveva ragione. In quei due anni era diventato un puttaniere e una ragazza come lei non avrebbe avuto bisogno di altri problemi “Domani mattina andremo nell’altra classe e formeremo le coppie d’accordo?”
Dopo un coro di si la campanella suonò decretando la fine della lezione e nonostante i buoni propositi Federico si ritrovò a sperare di essere in coppia con lei.
  
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