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Autore: Filira    19/12/2011    5 recensioni
Videl ha appena scoperto qualcosa di molto importante, ma come può comunicare la notizia a Gohan? Piccola, piccolissima FlashFic che spero apprezzerete.
Buona lettura, Filira.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gohan, Videl | Coppie: Gohan/Videl
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Scomode Rivelazioni



“Gohan, sono incinta.”
Videl, le braccia incrociate sul petto con un gesto risoluto, osservava con fermezza la figura che le si parava davanti.
Lo specchio, ampio e lucente, rifletteva la sua immagine severa e immobile. Improvvisamente le braccia caddero lungo i fianchi, e Videl si abbandonò sul grande letto vuoto della sua camera. Erano davvero tanti giorni che non faceva ritorno nella sua casa, dopo aver passato tutto il mese a casa dei Son.
Chichi aveva gradito enormemente la sua presenza e il suo aiuto, visto che i combattenti della famiglia non sembravano intenzionati a svolgere le quotidiane faccende di casa. Con la scusa di prendere qualche vestito e altri oggetti personali, si era presa una giornata tutta per sé. Si era preparata un bagno caldo, aveva incontrato qualche vecchia amica, e da più di un’ora era impegnata davanti allo specchio, intenta a trovare le parole giuste per comunicare una notizia così importante. E quelle parole sembravano non arrivare mai. Le sentiva, da qualche parte, nel suo cervello, eppure non riusciva a tirarle fuori.
Gohan sarebbe arrivato in meno di mezz’ora, doveva impegnarsi.

“Gohan, spero che ti farà piacere sapere che…”
Ti farà piacere? Non gli stava dando i risultati di un compito!
Sfoggiò il suo sorriso migliore: “Gohan, avremo un figlio!”
Decisamente no, non ce l’avrebbe fatta.
“Gohan, ti amo. E per questo so che sarai felice. Aspetto un bambino, il tuo bambino.”
Questa poteva andare, anzi, avrebbe usato certamente questa frase. Anche perché il tempo a sua disposizione era finito.
“Videl! Videl! Sono Gohan, scendi?”
Evidentemente il suo ragazzo non aveva ancora compreso l’utilizzo del citofono, era proprio buffo certe volte. E quanto l’amava. “Arrivo Gohan!”

Era già sulla soglia della grande camera, quando, sopraffatta dalla malinconia, si fermò ad osservare la sua stanza, ancora piena di ricordi della sua infanzia. Compiere il passo oltre quella porta rappresentava per lei una sorta di passaggio, dall’età dell’infanzia a quella adulta, che si apriva con la sua importantissima rivelazione. Buttò nel cestino l’ultimo test di gravidanza, spense le luci e, inspirando profondamente, lasciò la stanza.

Il viaggio in macchina fu il momento più imbarazzante che Videl avesse vissuto da parecchi mesi a questa parte. Il suo rapporto con Gohan era ormai maturo e non riusciva a comprendere il motivo della difficoltà di fare quella semplice rivelazione.

“Gohan, sono incinta.” La macchina inchiodò bruscamente, e il ragazzo si giro sbalordito.
“V-Videl, tu sei cosa?” Con gli occhi fuori dalle orbite, il ragazzo prese le piccole mani della ragazze fra le sue, stringendole un po’ troppo.
“Gohan, mi fai male!” Quando il ragazzo lasciò le sue mani Videl, dopo aver preso una grossa boccata d’aria, cominciò a parlare a ruota libera.
“Sì, sono incinta. Io ti amo Gohan, amo quello che sta crescendo dentro di me per il solo fatto che avrà i tuoi stessi occhi, il tuo sorriso, che sarà tuo. Ti prego, dimmi che sei contento, dimmi che mi ami. Ti prego.”
Il ragazzo, sorridendo dolcemente alla donna quasi in lacrime, prese il suo mento fra le mani e avvicinò il viso di Videl al suo. Le loro labbra si sfioravano dolcemente.
“Non potrei essere più felice di così, Videl. Ti amo, sei tutto ciò che voglio. E amo quello che sta crescendo dentro di te perché avrà il tuo carattere, la tua pelle, la tua forza.”

La ragazza sorrise nel sentire sulla bocca di Gohan le stesse parole da lei pronunciate poco prima. Il ragazzo colmò infine la piccola distanza fra le loro labbra, e quel bacio fu il più dolce, lungo e delicato che Videl avesse mai ricevuto. Alla fine le aveva trovate le parole giuste, e il momento era stato perfetto, come lo aveva sempre immaginato.
La macchina, dopo la breve sosta, ripartì velocemente verso casa Son.





Note d'Autrice:

Mah, non so sinceramente da dove sia sbucata l'idea per questa piccola OS.. che dire, spero gradirete questa scenetta!
Alla prossima, Filira!
   
 
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