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Autore: falcediluna    20/12/2011    2 recensioni
Quando la Confraternita Oscura viene smembrata pezzo a pezzo per colpa di Mathieu, il Confratello sa come salvare Lucien dalla condanna di morte... Un ringraziamento a Flick, mio collega universitario che si è proposto di farmi da editor per questa fan fiction di Elder Scrolls IV: Oblivion. Anche se odia Lucien Lachanche e voleva fargli mangiare le mele avvelenate. Buona lettura. (The Elder Scrolls IV: Oblivion)
Genere: Azione, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Era stato facile uccidere Ungolim: il bosmer rimaneva da solo a fissare la Vecchia Signora Fortunata di Bravil fino a tarda notte. Credo che, un attimo prima che gli passassi la lama alla gola, si sia accorto di me e stava per voltarsi e portare le mani sull'arco che si portava appresso. Non che gli sia servito a molto, d'altronde.

Bravil era ancora sommersa nel buio. Sebbene la cosa non sia durata che pochi secondi, mi allontanai raggiungendo le scale che portavano al fiume che divideva in due la città: avevo visto prima due guardie che stavano facendo la ronda e ben presto sarebbero passate accanto alla statua. Questi ultimi omicidi erano stati troppo facili, nonostante ho dovuto viaggiare per mezza Cyrodill: cinque obiettivi solitari che, apparentemente, non avevano nulla a che fare con la Confraternita Oscura. Ma gli ordini venivano dall'Oratore Lucien Lachance...
«Tu! Non posso credere che sei stato tu!».
Trasalì sentendo la voce di Lucien, dannatamente acuta e furiosa, e un bagliore nel buio che si avvicinava rapido verso di me. Indietreggiai al momento giusto, mentre il pugnale colpiva il vuoto e lo sguardo dell'Oratore avrebbe messo alla fuga in minotauro. Ma subito dopo si gettò su di me, lasciando il pugnale per terra, e mi spinse all'indietro. Accadde il tutto in un paio di secondi: caddi dentro al fiume, intontito e con il cuore in gola, ma non osavo uscire dall'acqua poiché certo che Lucien mi avrebbe ucciso. Ma perché tutto questo? Non erano certo quelli luogo e momento: dovevo allontanarmi e in fretta.
Trattenendo il respiro, andai giù fino a venire in contatto con le putride alghe di Bravil: allora nuotai rapido in direzione di un condotto fognario che portava nella Baia di Niben. Non furono momenti piacevoli: anche se superai il ribrezzo di nuotare in mezzo al piscio e alla merda della gente di Bravil temevo che il condotto fosse troppo piccolo o sbarrato per lasciarmi passare. Invece la fortuna mi arrise: non solo non vi erano sbarre ma il condotto era grande abbastanza per permettere di passare. Emersi dalla torbida superficie, respirando l'aria a pieni polmoni dirigendomi verso la sponda dello scarico. Ero al sicuro...
O almeno, finché non vidi Lucien sopra di me. Sul suo volto apparve un sorriso ironico, sebbene lo sguardo infuocato era tutt'altro che spento. Mi rialzai, tenendo d'occhio Lucien nel caso volesse approfittarne. Mentre mi alzvo riflettei: certamente Lucien sapeva che mi trovavo a Bravil perché, ovviamente, mi aveva ordinato di andare lì. E sapeva anche della casa comprata da poco (non posso certo permettermi una reggia simile a quella di Umbacano nonostante le mie risorse economiche). Nel frattempo, si sentiva un vociare lontano dalla città: evidentemente le guardie avevano trovato il corpo del bosmer. «Vediamoci a casa tua» proruppe Lucien «e vedi di non mancare...» Lasciando volutamente la frase a metà, girò i tacchi e si diresse verso la città. Cominciando a sospettare che c'era qualcosa che non quadrava, lo seguì.
 
Certo, non è bello essere invitati a sedere nella propria casa e, Uditore o non, non mi andava a genio che qualcuno fosse entrato nella mia casa e stava riducendo in briciole una pagnotta sporcandomi il pavimento, e a giudicare dalle condizioni del tavolo pareva che avesse svuotato mezza dispensa. Però decisi di aspettare che Lucien aprisse bocca, per capire il perché di quella aggressione.
Dopo qualche minuto di silenzio, dopo che ebbe sbriciolato del tutto la pagnotta, cominciò a parlare. «La Madre Notte ti ha notato fin da subito, quando tu immergesti la lama nelle carni di quel mendicante, punendolo perché ti aveva mancato di rispetto... oh sì, lei ci avvisò di un nuovo assassino, di un elemento che non poteva essere ignorato. E come ricorderai, venni da te mentre dormivi come un bambino...» Sorrise a queste parole, mentre io mi guardai attorno nel caso ci fosse qualcuno nascosto dentro casa.
«La tua abilità si affinarono rispettando i lavori di Ocheeva e Vicenti, e ricevetti da loro i rapporti assieme alle lodi dirette a te... sì, tu fosti un buon acquisto quando scelsi te nella Purificazione: un membro giovane, ma che stava rapidamente scavalcando la vetta della gerarchia portando il verbo di Sithis.
«Ma è stato allora che tu ci hai tradito!» Sbatté un pugno sul tavolo, facendolo traballare. Distolsi per un attimo la mia mente dalla ricerca, tenendomi sull'attenti nel caso che Lucien tentasse di nuovo di assalirmi. «Sei riuscito a sterminare la famiglia Draconis sparsa in mezza Cyrodill, ma a quel punto hai ferito profondamente la nostra organizzazione e Sithis stesso! J'Ghasta, Shaleez, Alval Uvani e Havilstein Mezza-Brina... erano nostri fratelli! E anche Ungolim, del quale non sono riuscito a raggiungerlo in tempo!»
«Aspetta un momento...» lo interruppi, mentre il sospetto su di lui si allontanava. «Mi stai dicendo che non sei stato tu a ordinarmi di uccidermi?»
«Ma certo che no!» Si alzò, puntandomi gli occhi addosso. «Ti ho aggredito, prima, credendo che tu volessi annientarci... ma mentre scappavi dalle fogne ho riflettuto: tu non potevi certo sapere che i cinque che hai ucciso erano gli Uditori... E Ungolim era un Oratore, conferente diretto della Madre Notte nonché membro della Mano Nera!
«E tu sei ben conscio della benevolenza di Sithis, così come della sua ira nei confronti dei suoi servi indegni. Non ne avevi alcun motivo.» Detto ciò, cominciò a camminare a destra e sinistra, alzando la voce nonostante le guardie stessero pattugliando la città. «E mentre ciò accadeva, la Mano Nera stessa sospettano di me. Di me! Sono giorni che mi stanno dando la caccia, perché credono che ti ho usato per uccidere i miei fratelli... e ovviamente, io ho creduto che tu mi avessi incastrato... credo di darti delle scuse...»
«Beh, direi che è il minimo» sbottai. Poteva rifletterci, prima di gettarmi in mezzo all'acqua e costringermi di nuotare letteralmente in mezzo alla merda. Ma subito dopo mi pentì di quella osservazione: guardandolo bene in viso, era chiaro che non dormiva e i suoi vestiti erano laceri e sporchi. «Aspetta un momento» gli dissi, e salì in camera mia. Levando una mattonella, tirai fuori le lettere che mi indirizzavano verso i miei ultimi obiettivi. Quindi ridiscesi le scale e gliele consegnai.
Subito Lucien scorse le lettere, una dopo l'altra. «Merda, lo sapevo!» sbraitò. «Non so chi sia il bastardo, ma ha ben imitato la mia calligrafia e...»
«Scusa» lo interruppi «ma se, come dici tu, la Mano Nera ti sta cercando, non staranno mica venendo qui?»
«Sì, sanno di te» rispose, alzando lo sguardo. «Ma tu non corri nessun pericolo: credono che tu sia stato un inconsapevole strumento di morte... lo stesso non si può dire di me» aggiunse con una smorfia. «Sei stato manovrato, su questo non c'è dubbio. Da come sono andate le cose, l'unica cosa che mi viene da pensare è che il tutto sia stato orchestrato da un membro interno della Confraternita. Ma siamo rimasti in sei.... E dato che la Mano Nera crede che io sia il traditore, bisogna agire velocemente per mettere in salvo la mia vita e il mio onore.». Si versò in un bicchiere della birra e continuò: «Dovrai recarti nel luogo del prossimo incontro, ad Anvil, e trovare le prove per dimostrare la mia innocenza. Sei pronto per la nuova missione?».
Annuì e gli dissi:« Se non riesco a trovare le prove in tempo... cosa ti succederà?».
Lucien svuotò il contenuto del bicchiere in un sorso.«Ti ricordi di Roderick, il mercenario che hai avvelenato a Forte Such? Beh, preferirei una morte simile: rapida e indolore...». Si mise a guardare il bicchiere e si versò nuovamente da bere. Probabilmente pensava che il sottoscritto, ingannato da delle false lettere e che lo aveva messo nei guai, non sarebbe stato in grado di salvargli la vita.
Mi stavo nel frattempo rimuovendo residui di sporcizia rimasti fra i capelli, quando mi venne in mente una cosa. Non ero sicuro che funzionasse, ma dovevo provare. «Forse so come trovare il traditore».
Lucien mi fissò e disse: «Sentiamo il piano di uno che sa né riconoscere la scrittura del suo superiore né distinguere una missione vera da una falsa...». Si mise nuovamente da bere e quando la bottiglia fu completamente svuotata la buttò per terra, rompendola. Se non ci fosse tempo a disposizione avrei chiesto al mio gentile ospite di asciugare e pulire per terra.
«Posso darti una maschera...»
Sebbene era ancora seduto sulla sedia, sembrava che Lucien si stesse trattenendo per saltarmi addosso . «Una maschera? Per chi mi hai preso, per uno stupido orsimer che non sa la differenza tra un septim vero da uno falso?! Stiamo parlando della Mano Nera... ma perfino un idiota come te sarebbe capace di smascherarmi!»
Appena Lucien finì di parlare (certamente per prendere fiato e lanciarmi altri improperi), alzai una mano per interromperlo. «Come tu forse saprai, oltre Sithis e la Madre Notte esistono i daedra...»
«Ma guarda, non lo sapevo» esclamò ironico.
«Se mi fai finire...» Dalla tasca interna del mio giubbotto estrassi una maschera. «Questa maschera è un artefatto daedrico. La precedente Volpe Grigia la possedeva non per sua scelta, ma per una maledizione di Nocturnal. Io riuscì a spezzare tale maledizione, e come ringraziamento ora tengo le redini della gilda dei ladri. Questa è la maschera di Nocturnal» continuai prima che potesse ribattere «consente di tenere nascosto l'identità del suo portatore finché l'avrà addosso. Ed è stata grazie a questa maschera se la vecchia Volpe Grigia poteva tenere nascosta la sua identità... così come la mia. Non sarebbe naturale pensare che la Volpe Grigia si nasconda assieme ai suoi ladri se è ricercato dalle guardie?»
Dapprima dubbioso, l'espressione di Lucien mi fece capire che aveva compreso il mio piano. «Diventare la Volpe Grigia? Ma sì! Avevo sentito parlare degli artefatti daedrici e dei loro poteri.!» Si alzò dalla sedia: sembrava avesse ripreso le sue energie. «Potrei ordinare ai ladri di informarmi su qualunque attività ad Anvil, così saprei come contattarti!»
Tirai un sospiro di sollievo: per il momento la situazione pareva essere ristabilita. Lentamente, mi levai la maschera di Nocturnal e la passai a Lucien. Per qualche momento egli mi fissò in volto (era la prima volta che mi vedeva in viso), poi indossò a sua volta la maschera. Ora, solo noi due sapevamo chi era la Volpe Grigia. «Molto bene» proruppe dopo qualche secondo «finché il tutto non sarà risolto, credo che sia meglio non vederci di persona. Mi farò sentire io, tramite corrieri...»
 
Anche cavalcando Stagnoscuro, raggiunsi Anvil dopo mezzogiorno. Prima dovetti lavarmi e sistemare la mia casa  cosicché la Mano Nera, nel caso in cui vi si fosse introdotta, non avrebbe trovato indizi del passaggio di Lucien. Poi, questi mi diede i suoi abiti e mi disse di bruciarli. Credo che non sia stato facile per lui fare una scelta del genere, ma era una precauzione in più per non dover attirare l'attenzione: già da tempo circolavano voci (vere) che la Volpe Grigia era in combutta con la Confraternita Oscura, e dopo la morte di Adamus Phillida gli imperiali avevano aumentato gli interrogatori e perquisizioni per trovare i mandanti dell'omicidio. Ovvero il sottoscritto.
Il fabbro dumner stava sistemando il filo della mia spada, quando vidi il suo assistente bosmer uscire in modo circospetto. L’istinto mi suggerì di seguirlo: lasciai il fabbro e seguì il piccolo elfo di soppiatto. Dopo qualche minuto si diresse verso la fontana cittadina: si fermò per guardarsi intorno e poi aprì uno dei barili.
La lama che gli premeva contro la schiena lo fece sussultare. «No! No! Non ho fatto nulla!»
«Davvero?» gli sussurrai all’orecchio. «Credo che tu ti sia messo in un bel guaio…»
«Aspetta, posso spiegare!» Dovetti premere un po’ di più con il pugnale: non mi andava di attirare l’attenzione delle guardie. «Ehm, sì ascolta» continuò a bassa voce «un tizio al faro mi ha pagato per mettere un messaggio dentro al barile. Nient’altro, giuro! Già era brutto così come era apparso… ti prego, ti prego, lasciami andare!»
«Vattene» gli dissi io «vattene e non voltarti. Altrimenti….» Non ci fu bisogno di finire la frase: letteralmente mise le ali ai piedi e se la squagliò. La lettera che mi aveva lasciato aveva la stessa calligrafia delle altre… e, come mi aveva fatto notare Lucien, non ero stato in grado di distinguere la sua calligrafia. Con rabbia feci a pezzi la pergamena e mi diressi verso il porto.
Conoscevo di vista il custode del faro, ma era un tipo sempliciotto e non era stato in grado di architettare un piano del genere. Dovetti farmi un’altra nuotata (stavolta in acque pulite) per raggiungere il faro: era già sera quando lo raggiunsi. Scassinai la serratura ed entrai nella casa, cercando qualche indizio. Se il bosmer aveva detto il vero, le risposte che stavo cercando si trovavano lì. E poi le vidi. Macchie di sangue. Per terra e spalmate, come se qualcuno avesse trascinato qualcosa di grosso e sanguinante. Seguii le tracce di sangue prima fuori dalla casa, e poi nella cantina. Dai segni del lucchetto era chiaro che qualcuno l’aveva scassinato e ci si fosse entrato. Armeggiai anch’io con i grimaldelli, e dopo un po’ riuscì ad aprire la porta.
Un odore di marcio che riempì le mie narici, costringendomi a respirare con la bocca. Resti umani ed animali sparsi ovunque, sviscerati e mutilati.. Una bara giaceva aperta con i resti decomposti di un dunmer. E quel dannato odore per poco non mi tirava un brutto tiro, poiché un cane cercò di avventarmi sulla gola. Puzzava e gli colava della bava alla gola, e la bocca era sporca di sangue. Forse si era nutrito dei cadaveri. Mai piaciuto i cani, ma dopo averlo passato da parte a parte con la spada non è stato più in grado di abbaiare.
Addentrandomi nella cantina, infine, mi ritrovai dentro in una sorta di santuario. Su un tavolo pieno di candele c’era una testa in decomposizione. La testa doveva essere marcita da tempo, ma a giudicare dallo stato della cera fino a poco fa qualcuno era stato qui. Rovistando tra le cose, sbucò fuori un diario:
 
Lo odio! Tutto questo menzogna, tutta questa finzione! Sithis e le Cinque Dottrine siano dannati! Per quanto ancora dovrò sopportare? Quanto tempo prima di ottenere la mia vendetta? Ho visto Lucien Lachance ieri. Era nel Santuario a parlare con Ocheeva. Era proprio lì! Così vicino, che avrei potuto spezzargli il collo in meno di un secondo! O Mamma, mai prima d'ora ho dovuto esercitare tanto auto-controllo. Ciò che è disgustosamente ironico è che la disciplina della Confraternita Oscura mi ha permesso di trattenermi. Sono stato una parte della loro "famiglia" per così tanto tempo che una parte di me ne è affezionata, che mi piaccia o no. E in tutto questo tempo ho ingannato tutti. Mi vedono come un altro Fratello, un membro della famiglia di fiducia. Un giorno imparerò presto la verità sulla Madre Notte, e quando lo farò voglio usare questa fiducia per avvicinarmi a lei. Abbastanza vicino in modo che io possa strappare la testa dal corpo, proprio come Lucien Lachance ha fatto a te tanto tempo fa Mamma!
 
Quale notizia meravigliosa, Mamma! Lucien si è recato in visita al Santuario per parlare con me! Mi ha detto che la Mano Nera bisogno dei miei servizi. Uno dei Oratori sta cercando di sostituire il suo assistente, che è stato ucciso adempiendo a un contratto. E Lucien ha scelto me! Ora sono a un passo alla realizzazione del nostro sogno. Conoscerò l'identità della Madre Notte e le strapperò il cuore dal petto. Oh sì, e io ho qualcosa di speciale per Lucien...
 
Sono stato nel suo covo! Ho scambiato le missive! È stato così facile! Ho rintracciato Lachance dalla sua tana a Fort Farragut quando il nuovo Confratello era stato convocato da lui. Dopo che sia che Lachance se ne sono andati, alla prima occasione li ho cambiati! È stato così facile. Ora il Confratello crede di lavorare per Lachance, Mamma! Oh, come ci divertiremo. Uno della Mano Nera mi ha detto che non hanno mai visto un membro della famiglia così ambizioso da quando sono entrato io. Userò la sua ambizione a mio vantaggio. Lo stolto non metterà mai in discussione gli ordini di Lachance, e mentre scrivo è in rotta verso il primo obiettivo! E così comincerà la nostra vendetta.  Ucciderà gli Oratori, uno dopo l’altro, e poi passerà alla Mano Nera. E se anche dovesse morire, crederanno che è stato mandato da Lucine e se la prenderanno con lui! Alla fine, come da consuetudine, i sopravvissuti consulteranno la Madre Notte per cercare la sua guida. Quando quel momento arriverà io sarò lì, pronto a strappare il cuore a quella lurida puttana! Chiusi il diario con un colpo secco. Presi la testa da sopra al vassoio e la misi all’interno di una sacca di pelle. Non avevo mai toccato qualcosa di così disgustoso: le orbite vuote e la bocca spalancata parevano gridarmi un rimprovero. Ma mi sembrava giusto prendersi una piccola vendetta nei confronti di questo pazzo. Presi penna e calamaio e lasciai questo messaggio dove si trovava la testa:
 

Ho la testa della Mamma
L'ho utilizzata per alimentare il mio fuoco.
Ho la testa della Mamma
L'ho scaraventata nella Baia di Niben
Ho la testa della Mamma
L’ho usata come esca per catturare un pesce assassino
Ho la testa della Mamma
L'ho regalata a dei vampiri che gli servivano un bicchiere.
Ho la testa della Mamma
È diventato un pallone da gioco per il mio cane.
Ho la testa della Mamma
È diventata un ghiacciolo in cima alla montagna.
Ho la testa della Mamma
È diventata l’antipasto di un troll di passaggio
Ho la Testa della Mamma
Se l'è preso un daedra per farci un fermacarte
Ho la testa della Mamma
Per l inganno e la morte dei membri della mia famiglia.

 

 

«Qual è il colore della notte?»
Ero appena rientrato a Bravil, in casa mia, quando mi sentì rivolgere questa domanda. La casa era totalmente immersa nel buio; le finestre erano chiuse, e la porta dietro di me si chiuse con violenza. Feci un respiro profondo, e portai le mani sulle impugnature delle lame prima di rispondere: «Sanguigno».

 

«Benvenuto fratello» pronunciò una voce femminile Qualcuno accese una torcia: quattro figuri incappucciati emerso dalla fioca luce. «Non temere, non siamo qui per farti del male. Noi siamo la Mano Nera, servi diretti della Madre Notte. Lucien ti ha usato, mandandoti ad uccidere i nostri fratelli e i tuoi superiori…»
«Dov’è il traditore?» domandò una seconda voce.
«Aspetta Mathieu… Come si è attivata la rete di assassini, Lucien ha fatto perdere le sue tracce. Non ci è voluto molto per capire come stavano le cose…» La fiaccola me la ritrovai quasi in faccia, e il cappuccio rivelò il volto di un altmer. «È solo questione di tempo, e alla fine il traditore si troverà dinanzi al grande Sithis e al vuoto. E a proposito…. Sai dov’è lui?»
«No» risposi prontamente, tenendo lo sguardo fisso su di lei. Non potevo permettere di fallire a questo punto. Qualche momento di silenzio, e poi lei parlò «Bene. Comunque, dovremmo andare a consultare lei… la Madre Notte… per sapere come muoverci.»
«No, sorella!» La voce di prima rivelò il volto di un bretone. «Non mi fido di questo qui… non per niente ha ucciso gli altri Uditori e Ungolim!»
«Questo è vero» Il terzo figuro incappucciato, un dunmer, si fece avanti. «Ma devi riconoscere che ha eseguito gli ordini come un vero fratello senza discuterli e portandoli a termine con efficacia. Inoltre, Lucien l’aveva scelto per la Purificazione….»
«E quindi?» il quarto, un imperiale, alzò una mano a pugno chiuso «È stata appunto la sua "dedizione" che ha quasi portato alla rovina la nostra famiglia uccidendo fratelli e sorelle! Non credo che…»
«Basta così» L’altmer parlò con voce ferma e decisa. «Arrivati a questo punto, ci troviamo costretti ad agire consultando prima la nostra Madre… senza la sua guida finiremo nell’ucciderci uno con l’altro o, peggio ancora, perdere la benevolenza di Sithis. Confratello» continuò rivolgendosi a me «stanotte dovrai venire con noi. Non preoccuparti, le guardie e gli abitanti non ci noteranno… e andremo consulteremo con la Madre Notte.»
 
Speravo in cuor mio che il messaggio che avevo inviato a S’Krivva, prima di entrare in casa, raggiungesse Lucien. Certo, dovevo preoccuparmi di un solo avversario, ma a giudicare dall'accoglienza ricevuta gli altri parevano nutrire dei sospetti su di me. Poteva anche finire che mi sarebbero venuti addosso tutti e quattro, cosa che andava al di sopra delle mie probabilità di sopravvivenza. Potevo solo sperare e preparare il mio pugnale, pronto a sferrare il colpo prima del nemico.
Quando la campana cittadina suonarono le due, dovetti alzarmi dalla sedia: era arrivato il momento. Uscì dalla mia casa e mi diressi verso alla Vecchia Signora, ma non era ancora arrivato nessuno...
«Non preoccuparti, Confratello»
Mi voltai rapido, con il pugnale in mano: non avevo sentito arrivare il bretone. Mathieu avanzava tranquillo, le armi ancora nella cintola. «Questa notte la brava gente di Bravil dorme» commentò ironico «ignari del fatto che, proprio sotto la statua che adorano, si trovi il caldo rifugio della Madre Notte... a due passi da Mara! Che idioti!»
«Sì, da idioti....» gli risposi, guardandomi intorno. «Ma gli altri dove sono?»
«Oh, arriveranno, non preoccuparti...» Si portò la mano sinistra per grattarsi il mento, annoiato. «Nel frattempo, però, dobbiamo procedere...  Oscura Matrona!» cominciò a dire, rivolgendosi con tono solenne verso la statua. «O consorte di Sithis e nostra guida, rivelati difronte ai tuoi figli affinché vengano guidati dalla tua volontà!»
Dapprima non accadde nulla. Poi si levò un gemito nell’aria notturna: e vidi chiaramente la statua contorcersi, i neonati in braccio alla Vecchia Signora cadere e piangere mentre la donna apriva la bocca come se mostrasse delle fauci, il muto ruggito di una orrenda creatura. «Perfetto… andiamo» Il bretone avanzo difronte alla statua, poiché ai piedi di questa era apparsa una botola. Mi guardai attorno: che fine avevano fatto gli altri tre?
Un pensiero affiorò nella mia mente, improvviso e terribile. «Merda», e mi precipitai nella botola sfoderando il pugnale. «Fermati!» e balzai dentro la botola.
Buio totale. Non entrava nemmeno un po’ di luce lunare dal punto dove ero entrato. «Ahahahah, povero idiota!» Sentì qualcosa di duro colpirmi lo scroto. Mi piegai per il dolore, trattenendo un’imprecazione mentre Mathieu rideva nelle tenebre. «Credevi davvero che non mi sarei accorto di quello che avevi fatto… della testa della mia Mamma?!»
«Bastardo…» L’infame doveva avere incantesimo su di sé, dato che lo sentivo avvicinarsi senza esitazioni. «Li hai uccisi tu gli altri?»
«Già già! Ho avuto un giorno interno per prenderli uno alla volta, tagliarli a piccoli pezzi finché non si sono decisi di dirmi come entrare qui…» Mi sentì arrivare un pugno in faccia, e caddi prono per terra. Persi il pugnale e cercai di riprendermelo, ma il piede di Mathieu mi schiacciò il polso. «Quella troia non c’è qui… Tu lo sai vero? VERO? Tu e Lucine, porci maledetti che mi avete costretto a questa farsa per la mia Mamma! Me l’avete portata via… e io porterò via la vostra! Dopo ….»
L’idiota parlava troppo. Se ne accorse quando gli morsi la caviglia: ululò di dolore e si allontanò, e a tentoni riuscì a riprendermi il pugnale. «Sei bravo solo a parlare, stupido mammone… vieni qui e
Facciamola finita!»
«Sì, direi di farla finita»
Un globo di luce spuntò nel nulla, illuminando il santuario. Bare di pietra, rose appassite, e cinque scheletri di infanti ai piedi di un corpo mummificato. Mi voltai, e vidi la Volpe Grigia che si era appena calato nella buca: era stato lui ad evocare il globo di luce e ora impugnava una spada ad ogni mano. «Stupido, misero Mathieu… quindi sei stato tu l’autore di questo piano?»
«Eh? E tu chi sei?» boccheggiò il bretone, che aveva finito di lamentarsi per il morso. E ora che lo guardavo, mi accorsi che la sua veste nera era sporca di sangue.
«Vengo da parte di Lucien» rispose l’altro «e ti manda i suoi saluti!» Senza perdere altro tempo, balzò addosso al traditore. Una lama trafisse la gamba sinistra, mentre l’altra la colpì al fianco destro. Intrappolato in questo modo, poteva soltanto contorcersi per il dolore. «No, no, no… non doveva finire così, non così Mamma…»
«Tranquillo, ora la vedrai…» Staccò la spada dal fianco del bretone e, facendola roteare, gli mozzò il capo. Il corpo cadde a terra floscio, mentre il sangue si sperdeva nel pavimento della cripta e la testa andò rotolando fino ai miei piedi. Gli era rimasto l’espressione di dolore e sconfitta, gli occhi spalancati e la bocca aperta per la sofferenza. «Va tutto bene?» mi domandò Lucien, togliendosi la maschera.
«Merda, potevi venire prima…»
«Ho fatto il più presto possibile» mi rispose, irritato «e, a quanto ho visto, non te la stavi cavando abbastanza bene… comunque, adesso è tutto finito.»
«Non proprio…. È riuscito a sterminare la Mano Nera… temo che abbiamo fallito…»
«Oh, poveri bambini. Così piccoli e fragili, credono di essere stati abbandonati?»
Trasalì per quella voce, fredda e possente. Dove si era andata a formare una chiazza di sangue dal corpo decapitato del traditore, ora vi si trovava ai suoi piedi una figura argentea simile ad una donna. «Vi ho osservati per molto tempo, piccoli miei… Avete servito Sithis con onore, così come coloro che sono morti per mano di questo stupido» e indicò Mathieu «Anche se, comunque, non sarebbe stato in grado di nuocermi…»
«Grande Madre» proferì Lucien, inginocchiandosi (anch’io feci lo stesso) «ma adesso come faremo? Il traditore ha amputato la Mano Nera di Sithis! Ora come….»
«Sssssh, tranquilli. Credete forse che questa notte il vuoto finirà di esistere? No!» Il “no” risuonò come un ruggito dentro la cripta, quasi se volesse farla crollare. «No, questa notte rinascerà una nuova vita per Sithis, poiché lui è l’Eterno, il Grande Vuoto: potente, infinito e senza limiti. Voi due sarete i servi rinati come le dita materiali di Sithis! E ben presto, come già è accaduto molte volte, la nostra famiglia rifiorirà… poiché i peccati degli indegni devono essere battezzati con il sangue e con la paura!»
«Sì, sì! Avete ragione! Perdonateci per i nostri dubbi!»
«In quanto a te…» La Madre Notte si avvicinò a me: anche se non aveva fatto alcun rumore, mi sentì come esposto ad un gelido vento. «Anche nei tuoi limiti mortali, sei riuscito a servirmi bene e salvando un membro della famiglia…»
«Sì, mia signora»
Non rispose: sparì senza rumore, portandosi via il freddo che emanava. «Bene» proferì Lucien, aiutandomi a rialzarmi «A quanto pare, la Madre Notte pare averti perdonato per il fatto delle lettere… e che ora entrambi siamo diventati Oratori!»
«Bene, sì… ma adesso?»
«Adesso ognuno per la sua strada.. per il momento. Da stanotte si ritira dalla scena non esiste più» e si rimise addosso la maschera «Ma la Volpe Nera, assieme alla gilda dei ladri collaborerà con la Confraternita Oscura…»
«Volpe Nera?» gli chiesi, mentre lui mi diede le spalle per risalire la botola. Sì fermò, si volse e mi sorrise. «Sì, non credi che il nome mi si addice?» E se ne andò, lasciandomi nella fredda e buia cripta della Madre Notte mentre il globo di luce si estinse. 


 

  
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