HEART STORM
 
Questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro. Questi personaggi non mi appartengono ma sono di Yumiko Igarashi.
 
Un saluto a chi leggerà questa questa fanfic!
 
 
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La pioggia si abbatte impetuosa sul mio corpo come la lama aguzza di un coltello,in questo temporale che squarcia la notte.
Non è la prima volta che esco senza avvertire nessuno.
La tosse sta peggiorando,ho i brividi,ma non m’importa.
Solo quando sono in sella mi sento libero dal tormento che mi sta consumando.
Avanti bello corri,corri più veloce! Portami lontano da qui,lontano da questa casa.
Non posso sopportare di rimanervi un minuto di più.
Io e te non potremo mai essere una coppia,mi hai detto oggi in città,mentre riponevi la spesa nel vecchio carro di legno.
Perché siamo fratelli Abel,hai continuato col tuo solito candore. Certo,come fosse la cosa più naturale del mondo! Non so più quante volte ho sentito queste parole ormai.
Mi rimbombano nella testa da anni,da quando sei stata accolta nella nostra casa.
Ma perché devo essere tuo fratello? Io non sono tuo fratello! Non sono come Arthur.
Mi ribolle il sangue nelle vene al tuo pensiero,non ce la faccio più a starti vicino,a fingere quel che non sono.
 Possibile che non comprendi i miei sguardi,il modo in cui mi rivolgo a te,le gentilezze che ho nei tuoi riguardi?
Io,che ho sempre odiato le smancerie,quando ti sono vicino desidero proteggerti,abbracciarti,anche solo guardare il sole al tramonto,distesi su di  un prato.
 Non ti sei mai chiesta perché non mi interessi a nessun altra che non sia tu,perché non esca con i ragazzi della mia età ma passi intere giornate alla fattoria?
No,tu non ti accorgi di niente,perché credi di essere mia sorella,la mia cara brava sorella che aiuta la mamma nelle faccende di casa e si occupa di noi.
Ma io per te potrei fare qualunque cosa,persino uccidere.
Nessuno deve avvicinarsi,nessuno deve toccarti,nessuno! Sono io l’unico uomo che può renderti felice.
 
Ma è inutile continuare a correre sotto la pioggia,non si può fuggire da un tormento simile.
Mi sembra di impazzire.
Ogni sera,quando dai la buonanotte a me e ad Arthur,avvolta nella veste leggera che hai cucito con le tue stesse mani,i riccioli biondi sciolti sulle spalle,vorrei non lasciarti andare via mai.
Entrerei nella tua stanza e farei l’amore tutta la notte.
Invece tu dormi serena,ignara della passione che mi sta distruggendo. 
No,non ce la faccio più ad andare avanti così.
Devo fuggire lontano.
Ma per quanto posso dimenticarti? Dove posso trovare un po’ di pace?
 
Queste grida di marinai ubriachi,queste ilarità da taverna,come sono contagiose.
Cameriere portami un altro bicchiere!
Avanti cameriere non mi hai sentito!un altro,ne voglio un altro ancora.
 L’alcol rovente che mi attraversa la gola,quale atroce delizia.
  -Complimenti ragazzo,bevi come una spugna!-
  -Ma non lo vedi che non si regge neanche in piedi.-
  - Forse la sua donna lo ha mollato!-
Queste voci,come mi pulsano violente nelle tempie ogni volta che sono qui. Mi sta scoppiando la testa.
  -Ragazzo non rispondi? Ti ha ridotto proprio male quella puttana!
   Ma si,sfoghiamoci anche questa sera,che male c’è in fondo?
A volte solo il dolore può dare sollievo.
Arrivo luridi zotici,aspettatami!
 Prendete questo,questo e quest’altro ancora.
Ancora,voglio che il sangue scorra sul mio volto ancora,voglio che il mio corpo sia dolente fino a contorcersi.
Voglio continuare ancora ma … questa mano,sento il calore di questa candida mano che viene come sempre a portarmi via.
 
Quante ore sono passate non lo so,ma mi trovo di nuovo in questo letto,dal profumo di donna.
  -Ben svegliato- mi dice lei ogni volta,seduta accanto a me.
Non so che faccia ho,non so perché sono qui,non so niente. 
Subito le sue mani accarezzano la mia pelle umida,la sua bocca vorace s’impossessa delle mie labbra.
Mi stordisco nel piacere,nel dolore e poi nel piacere ancora.
Ma io ti amo,così semplice,così generosa,così sincera.
Le sue iridi brucianti velano le tue,cristalline.
  - Abel,amore-  ripete con voce sensuale,sopra di me.
Dove sei,dov’è la tua freschezza nel pronunciare il mio nome?
 Ma come sempre m’impossesso di lei.
La mia mente si annebbia in questo corpo conturbante,dove ogni uomo vi si vorrebbe rifugiare,avvolgendomi con la sua bramosia.
  - Sei bello Abel- sussurra stringendomi a se ancora più forte. -Il più bello di tutti.-
Ma il disgusto mi attanaglia repentino,come la stretta di un serpente.
No,non voglio rimanere qui un secondo di più.
Dov’è la mia camicia,dove sono i miei pantaloni fradici? Ma si avvicina di nuovo. Non le basta mai,mi desidera come io desidero te,piccola mia.
Basta,basta!Non voglio più sentire questo corpo nudo che mi si avvinghia,questo seno prosperoso sul mio torace.
Ne ho abbastanza!
  -Abel,amore – esclama con occhi umidi .
Non posso trattenermi dal sbattere la porta di questa squallida stanza,senza una  parola,un abbraccio.
È solo sesso Jessica,nient’altro.
Perdonami amore mio,perdonami.
 Sto arrivando.
 
Le prime luci dell’alba rischiarano la città. Il vociare dei marinai si disperde fra le onde dell’oceano.
Quanto tempo è passato?
Non lo so,ma non vedo l’ora di tornare a casa,di litigare con te per chi deve pulire la stalla o per chi deve portare il gregge a pascolare.
 Mamma,Arthur non posso farci niente. 
So che vi sto facendo del male.
So che mi farò del male,ma nessuna promessa vale la felicità di un uomo.
Forse un giorno partirò di nuovo e diventerò capitano.
Ed allora tornerò per sposarti.
Aspettami Georgie!
 
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