Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: Sgiach    20/12/2011    4 recensioni
Fuggire non é quasi mai la cosa giusta da fare ma...
Fuggendo, a volte, ci si può imbattere addirittura nell' Amore .
Spero che la ia fic vi piaccia... Buona lettura! xD
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Running away, I’ve found the best thing I never knew I needed




<< Miki! >>

Oddio, quanto odiavo quando mi chiamavano così.

<< Miki, cioè, ma hai sentito che Loredana si è fidanzata con Giorgio?! Cioè, ma stiamo scherzando??? Quella è proprio ‘na cessa! >>

Ma sai quanto me ne importa a me! Per quanto mi riguarda possono fare quello che gli pare, con chi gli pare, dove, quando e come gli pare. Non mi interessa!

<< E poi… Oh, questa si che è una vera notizia… In centro hanno aperto un negozietto carinissimo che ha già tutti gli articoli della nuova collezione di Fendi!!! Cioè, ma ti rendi conto?! Appena 'sta cazzo di gita finisce ci dobbiamo assolutamente andare, eh Miki??? >>

Contaci…

<< Miki, allora?! Ci andiamo si o no???”

<< Si, si…>>

Non so poi per quanto quelle papere delle mie “amiche” andarono avanti a parlare di Justin Bieber, Gucci, smalti, tacchi e quant’altro: alla prima occasione, con un movimento repentino, gli scivolai accanto.


***


<< We, Max, l’hai vista la nuova Lamborghini? Io appena mi faccio la patente m’ a piglio. Che dici?>>

<< Si, Anto’! Quella si che spacca alla grande! >>

Ma si, tanto alla patente ti mancano solo quattro anni…
E poi, almeno secondo me, una macchina vale l’altra: basta che cammini, no?

<< O, e invece l’hai vista la partita? O, ma il rigore di Chiellini?! Parioso assai, eh? >>

Madonna, se c’era qualcosa che odiavo più del calcio era proprio quella parola: “Parioso”… Ma che cazzo vuol dire?!

<< O si! Ma tu poi le hai viste le tette di quella sventola della ragazza di Pirlo sugli spalti?! ‘Na bomba! >>

Basta. Mi avevano rotto le palle quei due con le loro cazzate!
Mi infilai le cuffie e mi voltai, intento a rifugiarmi in ciò che, ormai, era tutto il mio universo: la musica.
E me la ritrovai accanto.

<< Ehi… >>

<< Ehi! Disturbo? >>

<< In effetti… Si. >>

<< Mi spiace… Ma io non le reggo proprio a quelle!>> e mi indicò con un movimento del viso il gruppo di oche esagitate dal quale si alzavano sospiri e gridolini eccitati.

<<< E tu? >>

<< Io cosa? >>

<< Come mai non sei con i tuoi amici? >>

<< Naaah, non ho praticamente nulla in comune con quei microcefali…>>, dicendo così la feci ridacchiare: si portò sul viso una mano dalle dita affusolate (e dalle unghie curate, ma non finte e laccate di quell’orripilante rosso granata che tanto andava di moda), a coprirle la bocca ed il naso, lasciandomi però intravedere gli occhi…
E fu lì che caddi: perdendomi in quegli occhi, quegli occhi così bui, ma al contempo cosi luminosi, quegli occhi velati di malinconia, ma che io, con una sola parola ero riuscito a far brillare, sorridere, quegli occhi che, ne ero certo, mi avrebbero perseguitato a lungo con la loro naturale bellezza.
Nessuna illusione. Belli, bella nella sua semplicità.

<< Oi? >>

<< Eh?? >>

Sorrise. Maledetto, stupendo sorriso.

<< Dicevo… Cosa staresti ascoltando? >>

Le porsi uno dei due piccoli auricolari che giacevano inermi sul palmo della mia mano; lei se lo portò delicatamente all’orecchio…

My accidentale happily
- ever after -
the way you smile
and how you confort me
- with your laughter -


A quel punto lei mi guarda, lei che fino a poco fa era in silenzioso ascolto, assorta nei suoi pensieri; gli occhi umidi, c’è una lacrima: la vedo, cerca di trattenerla, ma non ce la fa, scende silenziosa sul suo viso.
Ha paura, si vede, non credo che abbia paura di me, ma di ciò che io potrei diventare: lei, lei che è abituata a fuggire, come me d’altronde, da ciò che la intimorisce o che non le è consono, ora vuole fuggire anche da me… No, non posso permetterlo.
Sta per alzarsi. Le afferro delicatamente, ma altrettanto saldamente, il polso sottile. So cosa recita la strofa successiva della canzone: voglio che l’ascolti.


***


Ho paura.
Non sono pronta.
Non ero preparata a tutto questo.
Sento che sta per succedere, è nell’ aria, aria pesante che anche in questo freddo giorno di dicembre riesce ad opprimermi: mi sto innamorando. No. Non può essere…
Scappo. La fuga, ho imparato nel corso degli anni, è sempre la soluzione migliore.
Stavolta no, però. Mi blocca delicatamente per il polso e mi costringe, con altrettanta delicatezza, con l’auricolare di nuovo nell’orecchio sinistro, al sedile accanto al suo.

I must admit
you were not a part of my book
but now if you open it up
and take a look
you’re the beginning and the end
of every chapter


No. Anche lui, però: non può fare così!
Non ce la faccio a sentire oltre, ma mi sento come ancorata, immobile, lì accanto a lui, come se volessi, ma sapessi di non volermene veramente andare.
E intanto le note e le parole ancora scivolano via, leggere, ignare del peso che, in quel momento, assumono per noi.

You’re the best thing I never knew I needed, so when you were here
I had no idea…
You’re the best thing I never knew I needed,
So now it’s so clear
I need you here always…

So di stare piangendo, sento il sapore salato delle lacrime sulle labbra che, nonostante tutto, nonostante la paura, la sorpresa e il panico che, lo ammetto, mi attanaglia ancora lo stomaco, sono leggermente piegate all’insù: un timido sorriso che si fa strada sul mio viso allargandosi sempre di più, tra le lacrime.

Ho paura. Ho paura di innamorarmi.
Ma sento che è ciò che di meglio poteva capitarmi.
E poi …
Sapete, ci sono cose così grandi, così belle, che le nostre parole non bastano per descriverle, e a quel punto bisogna rubare quelle di qualcun altro.
Perché l’unico modo in cui riesco a rendere l’idea di Lui è:
‘La cosa migliore di cui non credevo di avere bisogno’
Ed è fuggendo, fuggendo da noi stessi e dai nostri mondi, che ormai ci stavano troppo stretti, che ci siamo trovati… Ora quindi non ci resta che imparare a scoprirci.





§§§
Spazio autrice

Bene, bene, ecco la mia prima fic romantica…
Vi confido che volevo da tanto scrivere qualcosa del genere, ma, essendo io una tipa molto romantica, temevo di sfociare nel melenso. E invece eccomi qui!
Allora, l’idea mi ha fulminato durante il viaggio in pullman dell’altro giorno: ero diretta a Roma con i miei compagni di classe.
Guardando un mio amico (quello della fic “You’ve let me down, my dear…”, con cui, per la cronaca, le cose stanno pian piano tornando a posto *) che sbuffava mentre il ragazzo accanto parlava di cose da ragazzi (cretini…) e da lì, pensate, alle sei e mezzo di mattina è nato tutto.
Devo dire, però, che trattenere la mia fuggente ispirazione per un giorno e una notte (si, perché sono tornata alle due di notte… o.O) è stato alquanto difficile, ma ne è valsa la pena, non trovate?
Un’ultima cosa: coloro che hanno letto anche la fic sopraccitata, noteranno che ho utilizzato le parole della stessa canzone cui le ho rubate per la dedica; vi prego di scusare la mia mancanza di originalità, ma io AMO questa canzone e trovo che sia alquanto versatile, per cui… XD
Ora vi devo proprio lasciare… Ciaooooooo!
Sgiach <3.

*Non è il mio ragazzo, è solo un’amico a cui mi sono affezionata in breve tempo e a cui tengo molto tuttora. =)
  
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Sgiach