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Autore: Luigi Bros    20/12/2011    2 recensioni
Una volta terminato il lavoro si alzò e si portò di fronte alla grande vetrata che dava sul Danubio, sulle sue sponde dove alcune coppie ancora passavano il tempo a baciarsi e a dichiarare il loro amore. Vedendo questa scena i ricordi della gioventù riaffiorarono, soprattutto quelli legati a quando ancora veniva chiamato Sacro Romano Impero e a quella giovane domestica.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Germania/Ludwig, Nord Italia/Feliciano Vargas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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14/02/19XX
Studio di Doitsu
 
Germania era impegnato nel compilare gli ultimi documenti della giornata sbuffando di tanto in tanto trovandosi di fronte alle più assurde richieste di Feliciano.
Una volta terminato il lavoro si alzò e si portò di fronte alla grande vetrata che dava sul Danubio, sulle sue sponde dove alcune coppie ancora passavano il tempo a baciarsi e a dichiarare il loro amore. Vedendo questa scena i ricordi della gioventù riaffiorarono, soprattutto quelli legati a quando ancora veniva chiamato Sacro Romano Impero e a quella giovane domestica. Proprio su di essa si concentrarono i suoi pensieri, su quello spazzolone che gli donò per portarla sempre con se dentro il proprio cuore e quel bacio che si scambiarono, dolce e ricco dei loro sentimenti. Germania sentì una stretta al cuore e la malinconia lo travolse portando alcune lacrime a rigargli lievi il viso; non sapeva dove fosse finita e se sarebbe stato più in grado di ritrovarla. In quel momento si sentì bussare alla porta. Ciò lo riportò al presente e si asciugò gli occhi umidi con la manica visto che non poteva farsi vedere debole da nessuno e poi con tono severo disse:
-Avanti!-
La porta pian piano si aprì ed entrò nella stanza un Feliciano timoroso.
-Germania, ma lavori anche oggi?-
Sul viso di Feliciano apparve un’espressione di delusione e Germania in risposta, senza voltarsi e restando diretto verso la finestra disse:
-No no, ho appena finito, cosa vuoi Feliciano? Un’altra delle tue stupide richieste?-
Ed infine si girò verso il giovane che notando gli occhi lievemente rossi rispose:
-Ma… ma… hai pianto?-
Non aveva mai visto Germania piangere
-No affatto, non piango mai ma ora dimmi cosa diavolo vuoi-
Il tono si fece più severo e Feliciano spaventato prese a balbettare
-Scu… scusami, volevo solo invitarti a fare un pic nic-
Piagnucolò agitando le mani di fronte a se quasi ad arrendersi a Germania prima ancora che succedesse qualcosa; Germania pensò che doveva distrarsi, era troppo sotto stress e doveva rilassarsi in qualsiasi maniera e Feliciano era arrivato con una proposta che non poteva rifiutare così alla leggera.
-Va bene andiamo e scusami se ti ho spaventato, accetto volentieri il tuo invito-
L’italiano lo ascoltò attentamente
-Davvero? Ne sono felice-
Feliciano finì di piagnucolare quasi all’improvviso come lo stesse facendo a comando e corse a prendere il cestino che aveva già preparato e tornò nello studio
-Eccomi pronto-
Disse Italia del Nord con il cestino ricolmo di pizza e pasta, Doitsu osservò per bene ciò che il giovane di fronte a lui teneva in mano e sbuffò; ormai era rassegnato all’idea che non avrebbe dovuto aspettarsi nulla di diverso ed infine disse
-Forza andiamo-
Uscirono assieme e pian piano si incamminarono per dei piccoli sentieri fino al raggiungere una delle sponde del Danubio.
Giunti a destinazione Doitsu notò che, nonostante fosse quasi il tramonto, ancora molte coppiette sedevano sulla soffice erba e con sguardo freddo ed indagatore prese ad osservarle; mentre seguiva Italia del Nord nella sua mente riaffiorarono ancora una volta i ricordi del suo passato e del suo amore quando ancora una volta venne interrotto
-Ecco, questo posto è perfetto-
Disse Feliciano indicando il terreno ai suoi piedi uno spiazzo tra altre coppie, così senza lasciare al tedesco il tempo di ribattere aveva già steso la tovaglietta a scacchi e vi stava poggiando il cibo con estrema cura. Germania, ormai inerme davanti al desiderio dell’altro, si sedette e passò le mani nell’erba verde e morbida. Per mangiare ora attendeva solamente che anche Italia del Nord si sedesse.
-Con cosa vuoi iniziare Doitsu?-
Chiese con un tono dolce l’italiano; prima di rispondere osservo il cibo e iniziò a pensare se era meglio iniziare con un piatto di pasta o un trancio di pizza quello strano pic-nic per infine optare per un piatto di pasta al pomodoro con una foglia di basilico.
-Questo-
Semplicemente Doitsu disse solo questo mentre indicava il piatto da lui prescelto; gli venne dato dal giovane italiano e così con calma iniziarono a mangiare, durante il pranzo Doitsu più volte si girò verso Feliciano notando che anche lui a sua volta lo stava osservando. Ciò lo sorprese, non sapeva che l’italiano avesse una tale ammirazione verso di lui, ogni volta che si girava lui era li a fissarlo dolcemente e il tedesco vedendo questa espressione non poteva restare inerme e freddo, quindi distolse lo sguardo.
-Ti piace?-
Senza voltarsi e continuando a guardare la pasta rimasta nel piatto
-Si, non è male-
Un’espressione dubbiosa si dipinse sul volto dell’italiano
-Ma perché non mi guardi?-
Con veemenza si girò
-Va bene ora?!-
Le lacrime iniziarono a rigare il volto di Feliciano che iniziò a piagnucolare per la cattiveria nelle parole del tedesco
-Scu… scu… scusa… scusami-
Disse singhiozzante
-Perdonami, oggi non è proprio giornata per me-
Finito di parlare vide che aveva smesso di piangere e la sua espressione gli pareva già nota, ma questa era diversa dalle altre volte che lo aveva sgridato, qualcosa in lui lo portò a ragionare su cosa potesse essere; ma non gli veniva in mente nulla, non capiva di cosa si trattava.
-Davvero ne sei dispiaciuto?-
Mentre alcune lacrime si era fermate vicine agli occhi un debole tono di felicità si poteva percepire nelle sue parole, il tedesco annuì ed improvvisamente capì quale era la sensazione.
Quell’espressione l’aveva già vista ma molti anni prima, faceva parte della sua infanzia, iniziò ad immaginarlo vestito da domestica e finalmente comprese; la persona che aveva da sempre amato e che non aveva mai dimenticato in realtà era sempre stata vicino a lui. Non si capacitava di come era stato cieco, di come aveva potuto non accorgersi.
Il cuore di Doitsu venne attanagliato dal dolore per non averlo capito prima e dalla gioia per aver finalmente ritrovato lei, anzi lui, l’unico vero amore della sua intera esistenza; non voleva dimostrare apertamente i suoi sentimenti, il suo onore, il suo modo di essere gli vietavano di baciarlo e così vista una lieve macchia di pomodoro vicino alle labbra di Feliciano il tedesco si mosse.
Si mise a carponi e gattonò fino all’italiano vicino al quale si alzò ma dopo averlo afferrato l’italiano si dimenò
-No no no, ti prego, ho paura non farmi del male, ti prego lasciami stare, mi arrendo-
Il tono lamentoso era sentito con dolcezza dal tedesco che non rispose e avvicinò il suo viso a quello del giovane, quest’ultimo provò ad allontanarlo da se ma era troppo forte per lui, non poteva riuscirci.
Doitsu si avvicinò ulteriormente finchè non dischiuse la bocca e leccò il pomodoro dal viso tenero e dolce del giovane italiano. Feliciano era rimasto di stucco, pensava che stesso per picchiarlo o fargli altro ma ciò non era successo, ne era felice ma nonostante ciò non si aspettava che lui agisse in questa maniera così amorevole.
Facendo quel gesto il tedesco non poté non sentire un brivido percorrergli il corpo e così, una volta distaccatosi, sospirò gustandosi quel momento appena terminato; la sua mente e il suo cuore entrarono in subbuglio e così fece qualcosa che non si sarebbe mai aspettato da parte sua, qualcosa che lo portò a dichiararsi.
-Italia, in questa giornata mi sono tornati in mente tutti i ricordi del mio passato. Anche tu ne facevi parte, io ero Sacro Romano Impero e tu mi detti il tuo spazzolone per ricordarti per sempre-
Feliciano sorrise e disse
-Lo so, non ho mai dimenticato nulla, mi ricordo benissimo quella volta, quell’istante-
-Davvero? Beh, i sentimenti di quella volta sono ancora forti in me e spererei che anche in te lo fossero, mio Italia-
L’italiano si limitò a sorridere
-Scusami ma ne sento il bisogno-
Doitsu pronunciò queste parole per poi prendere a baciare Feliciano, le loro labbra si unirono e si divisero quasi in un istante e poi continuò a parlare
-Ti amo Italia-
E distolse lo sguardo imbarazzato pensando che il tempo avesse fatto cambiare idea all’italiano
-Anche io ti amo Germania-
A quelle parole il tedesco si voltò verso il compagno
-Per sempre insieme-
Quindi prese a baciarlo teneramente, lo fece sdraiare sull’erba e mentre le loro mani si cercavano, i loro baci diventavano sempre più appassionati, sempre più dolci e morbidi, l’amore che provavano li portò a stare sempre più tempo uniti tra loro con le labbra a contatto e per sigillare quelle parole intrecciarono le loro mani mentre tra teneri baci e poi dolci abbracci il sole rosso calava facendo nascere nuovamente in loro l’amore; quello stesso amore dichiarato già molti anni indietro.
  
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