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Autore: _TheDarkLadyV_    21/12/2011    1 recensioni
"Ti prego Santa Klaus fammi combinare questo misfatto con successo e ti prometto che il prossimo Natale mi vedrai sposata e con tanti figli, ma ti prego al momento aiutami!
Oh mio dio sto chiedendo aiuto a Babbo Natale! Babbo Natale! Non so se rendo l’idea, cioè mi dispiace deludere molti bambini, ma lui effettivamente non esiste! Sto impazzendo, come del resto succede ai grandi artisti.. Okay questa potevo risparmiarmela visto che io non lo sono. Io sono una semplice pazza che sta rischiando davvero con questa sua altrettanto pazza idea."
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao ragazze!!
Nell'attesa che mi arrivi di nuovo l'ispirazione per le altre mie storie ho deciso di farvi, per così dire, divertire con questa storiella che inizialmente doveva essere una OS ma poi veniva troppo lunga quindi sarà divisa in due o massimo tre parti. Come potete capire non vi torturerò a lungo fortunatamente. Io spero vivamente che voi mi facciate partecipi del vostro pensiero perchè ve ne sarei davvero grata, quindi in sintesi se volete lasciatemi il segno del vostro passaggio così saprò se continuarla o devo fare a meno di postarla tutta, ecco ù__ù!!
Io spero che vi facciate sentire e ringrazio già chi si prenderà la briga di leggere questa storiella natalizia ^^!!
Buona lettura ;D

 


Un rapimento! Forse non è del tutto male come idea..
 


È un giorno come tanti altri e schifosi come tutti quelli che sto vivendo da un po’ di tempo, così deprimenti da essere tentata di togliermi la vita partendo dalle vene. Tanto nessuno mai si dispererà e piangerà per me in primis perché sono la pecora nera della famiglia, colei che secondo i miei genitori invece di pensare al lavoro pensa ai sogni e in secundis perché sono una sfigata fallita.
In poco tempo sono riuscita a perdere due offerte di lavoro e per completare il quadro, il mio ragazzo, ormai ex, mi ha lasciata una settimana fa perché secondo lui non mi meritava. In realtà aveva una storia da due mesi con un’altra e lui ha aspettato proprio i giorni precedenti il Natale per farmi questo bel regalo. Saranno passati ormai secoli se non addirittura i nuovi cicli delle ere glaciali da quando sono seduta in uno dei tanti bar di Los Angeles.
Ennesimo colloquio di lavoro andato da schifo come gli altri due. Possibile che non sia in grado di farmi valere e che tutti devono essere migliori di me?
Il sogno mio più grande sarebbe quello di diventare una pittrice di fama internazionale e aprire una mostra d’arte invidiata da tutti, ma a quanto pare al momento non sono capace di far apprezzare i miei quadri a nessuno. Quello che mi ripeto da una vita è che probabilmente non riesco a trasmettere affondo i miei stati d’animo e le mie emozioni attraverso i paesaggi e i ritratti che dipingo. Ogni volta mi ripeto che devo impegnarmi al massimo e con tutta me stessa, che almeno una delle mie opere deve spiccare e far piangere, non per la bruttezza chiariamoci, ma per l’intensità che dovrà saper trasmettere, ma il risultato è sempre lo stesso sennò peggiore.
Mio padre dice che dovrei seguire la carriera di avvocato e utilizzare l’arte come hobby nel tempo libero ed è inutile dire che ogni volta litighiamo e non ci parliamo per più di una settimana, ma non lo pensa solo lui. È un fatto che ha coinvolto anche il pensiero di mia madre e mia nonna Stephanie, ma io sono testarda e farò quello per cui sono portata fino a quando non mi sparano. Solo in quel momento potrò fermarmi e se sopravvivo fare il lavoro che dice mio padre il quale ha speso un sacco di soldi per farmi studiare giurisprudenza.
Al momento sembro un’ubriaca con i gomiti appoggiati sul tavolo e le mani che mantengono la testa come se stesse in procinto di staccarsi dal collo e cadere. I miei capelli sono in disordine e per di più se qualcuno mi guarda attentamente in faccia penserà che sono una drogata. Grazie al piffero! Non ho dormito per niente a causa di quel dannato colloquio di lavoro che avrei preferito a questo punto non fare avendomi demotivata del tutto.
“ Faccio schifo..”- sussurro appoggiando completamente la testa sul tavolo, sembrando davvero una drogata in overdose. Sono stufa del corso della mia vita e per di più odio che ci sia di mezzo il Natale per due semplici motivi.
Il primo è che sarò costretta a passarlo a casa dei miei, perché loro ci tengono ad essere la solita famiglia americana che vuole per forza la famiglia riunita in quei giorni con una casa grande e bella come quella che si vedono nei film natalizi e vedersi circondati da figli, nipoti e da qualsiasi altro essere che respiri. Ma non sono l’unica a non volerci andare perché allergica a quel tipo di atmosfera. Anche mia sorella Sarah e mio fratello Aaron cercano ogni anno una scappatoia per evitare quella gabbia di matti, ma poi come me sono presi dal senso di colpa e si presentano fintamente felici e contenti alla porta di casa Mcbeal con tanti regali.
Il secondo motivo è quello che più mi innervosisce. I miei vogliono vedermi per forza fidanzata e perché no, addirittura in procinto di combinarli un bel matrimonio. Me lo fanno presente ogni volta che mi presento da loro in quei giorni senza un accompagnatore. È davvero divertente vedere mia madre aprirmi la porta con un sorriso a 360 gradi e farlo diventare di 180 quando mi vede sola. Il fatto è che fra i miei fratelli sono la più grande e quella che ormai dovrebbe pensare non solo al lavoro ma anche a costruirsi una famiglia. Ma dico io ho solo trenta anni, mica cinquanta!
“ Sei grande ormai! Hai trent’anni e se non ti sbrighi resterai zitella a vita!”- molto confortevoli le parole di mia madre, non vi pare?
Per non parlare di quello che dice mio padre!
“ Quando ti deciderai a darmi un bel nipotino? Quando sarò già nell’aldilà a giocare a pocker e a tre sette con il mio amico Denny?”
È davvero stressante passare le ferie dai miei e sento già l’istinto di ammazzarli tutti quanti.
Mi faccio pena da sola figuriamoci se mi vede qualcuno qui in questo stato cosa penserà. Aah io con questo brutto vizio di temere ciò che può pensare di me la gente! Sbuffo di nuovo alzando di poco la testa dal tavolo per guardare la porta che si è appena aperta e che mi sta facendo gelare le gambe.
“ Dannazione chiudete quella fottuta porta!”- sibilo a denti stretti. Ma prima di ritornare nel mio forzato letargo osservo il ragazzo che mi ha fatto per un attimo gelare le gambe. Ha un bizzarro cappello di lana in testa abbinato alla sciarpa e porta una giacca scura e jeans stretti e chiari. Al momento si sta avvicinando al bancone poco distante dal mio tavolo e togliendo gli occhiali scuri fa sfoggio di due occhi davvero belli tanto da mozzarmi il fiato insieme a tutto il resto. Nonostante le gambe molto magre, mostra una lato b davvero niente male. Per un momento mi sono sentita come il medico che fa una radiografia al proprio paziente per vedere se è tutto okay. È davvero carino anche se non rientra nei miei gusti visto che è castano e non biondo, ma sembra un tipo apposto.
Dalla mia postazione lo osservo mentre porta le labbra verso la grande tazza che suppongo essere piena di cioccolata bollente e imparo a memoria quasi tutte le sue mosse. Quel ragazzo rientra nei gusti di mia madre e penso che sarebbe perfetto come finto fidanzato. Come un lampo, in quel momento la mia mente è attraversata da un’idea folle che cerco di non darle peso, ma che è davvero invitante.
Voglio prenderlo in prestito almeno per questi giorni ma come si fa a rapire una persona senza essere immediatamente inseguita dalla polizia?
Devo trovare un modo impeccabile per mettere in atto questa mia azione, ormai sono convinta che sia la soluzione ideale.
Ti prego Santa Klaus fammi combinare questo misfatto con successo e ti prometto che il prossimo Natale mi vedrai sposata e con tanti figli, ma ti prego al momento aiutami!
Oh mio dio sto chiedendo aiuto a Babbo Natale! Babbo Natale!  Non so se rendo l’idea, cioè mi dispiace deludere molti bambini, ma lui effettivamente non esiste! Sto impazzendo, come del resto succede ai grandi artisti.. Okay questa potevo risparmiarmela visto che io non lo sono. Io sono una semplice pazza che sta rischiando davvero con questa sua altrettanto pazza idea. Dunque Maggie riflettiamo.. Posso uscire di qui e appostarmi nei paraggi e quando passa bloccarlo e scappare insieme diretti a casa dei miei. Okay penso che una cosa del genere si possa fare, almeno spero.
Così con questa tattica in mente mi alzo e dopo aver pagato i miei quattro caffè forti esco fuori dove vengo immediatamente investita dall‘aria gelida. Sistemo meglio la mia  caldissima sciarpa di lana intorno al collo e mi dirigo verso un negozio di giocattoli lì vicino dove, seppur con molto imbarazzo, compro una pistola giocattolo e delle manette in caso che il ragazzo cercasse di fuggire dalla mia auto. Dopodichè mi apposto nella via dietro il bar dove ho parcheggiato la mia auto e dove sono sicura passerà lui e aspetto con il cuore in gola e la pistola fra le mani fredde come il ghiaccio per via dell’ansia e del freddo. Beh è la prima volta che commetto una cosa del genere e comincio a farmi paura da sola, ma farò di tutto pur di non sentirmi le solite lamentele da parte di mia madre, questo è sicuro. In sintesi sarà un Natale con i fiocchi.
Non aspetto molto, infatti proprio in quel momento, appostata nel mio angolino, vedo la porta del bar aprirsi e il tizio uscire e camminare spedito verso la mia direzione, come avevo previsto. Ma chi sono, il genio del male? Continua ad avvicinarsi ignaro di quello che gli sta per capitare una volta che svolta l’angolo e poi ecco che entro in azione.
Lo blocco di schiena e puntandogli la pistola alla schiena sussurro al suo orecchio: “ ti conviene non urlare altrimenti rischi di trovarti una pallottola nel costato..”
Sembra terrorizzato, ma non posso effettivamente costatarlo visto che mi da le spalle.
“ Chi diavolo sei? Lasciami andare!”- esclama pacatamente.
“ Non ci penso proprio!”- esclamo. Poco dopo si ferma e dice: “ cosa vuoi da me, soldi?”
“ No, non sono quelli che mi servono..”- rispondo anche se oddio in questo periodo un po’ di soldi in più non guasterebbero, ma lui mi serve per qualcosa del tutto diversa.
“ Allora vuoi stuprarmi?”- chiede anche se immagino abbia sorriso per via del tono che ha usato, fra il sarcastico e il divertito.
“ No, non sono così perversa come pensi..”- dico sorridendo anche io ma restando con un tono di voce da vero serial killer. Mi sto davvero eccitando a fare la parte della rapinatrice- assassina, ma allo stesso tempo mi continuo a ripetere che sono una pazza e che il manicomio sarebbe una passeggiata.
“ Sei un Echelon per caso?”- mi chiede.
“ Sei arabo per caso?”- replico con un’altra domanda sorpresa di sentire quel nome per la prima volta. Non è che fa parte di qualche giro losco? Magari è una spia o un terrorista e io mi sto cacciando in un sacco di guai più di quelli che cercavo! Una risata cristallina parte dal ragazzo che sembra davvero divertirsi più che essere impaurito dalla pistola premuta contro la sua schiena. Beh il fatto che sia un giocattolo è un particolare trascurabile..
“ Sai che non si risponde ad una domanda con un’altra?”
“ Ehi poca confidenza! Se non ti è chiaro potresti morire da un momento all’altro e poi le domande qui le faccio io, okay?”- dico alzando leggermente la voce e premendo ancora di più la presa della pistola contro un punto imprecisato della sua schiena. Sobbalza per via di quella presa più salda capendo forse che faccio sul serio e che non è uno scherzo di carnevale anticipato.
“ Okay, okay..!”- esclama terrorizzato. Soddisfatta di questa sua reazione lo prendo per un braccio  e dico: “ adesso seguimi e non fare brutti scherzi..”- sottolineo sentendolo sfuggire dalla mia presa. A quelle parole si blocca e sconfitto mi segue.
“ Vedo che hai capito..”- dico compiaciuta, così lo dirigo verso la mia auto lì vicino e lo faccio sedere vicino a me bloccandogli le mani con le manette in modo tale che non scappi aprendo lo sportello. Noto che non ha gli occhiali e i suoi occhi di un blu profondo mi stanno osservando facendomi quasi riscaldare per tutto l’imbarazzo che mi stanno provocando. Gli starò sembrando davvero una ragazza ridicola.
“ E’ inutile che mi guardi in quel modo..”- dico osservandolo a mia volta.
“ Posso sapere che diavolo ci faccio qui, ammanettato e per giunta in ostaggio di una ragazza chiaramente instabile?”
“ Ehi frena la lingua!”- esclamo minacciandolo con la pistola. Chiaramente se ne era dimenticato perché appena la vede deglutisce e si calma.
“ Io non sono instabile!”
“ Ah no?”
Testardo il ragazzo! E aggiungo anche che mi sta facendo innervosire. Se la pistola fosse vera giuro che lo sparerei all’istante.
“ No!”- esclamo facendolo spaventare. Poco dopo ci guardiamo e scoppiamo a ridere anche se io non volevo farlo. Cala un silenzio nauseante mentre sono in procinto di mettere in moto l’auto, ma prima di farlo deciso che sia il momento di parlare del perché lui è qui con una pazza instabile, deficiente e alquanto squinternata, o per meglio dire, psicopatica.
“ Il fatto è che tu mi servi..”
“ Ti servo?”- esclama sgomento.- “ in che senso?”
Sospiro e lisciando il manubrio nero in pelle dico: “ la mia vita ultimamente è un disastro e lo sta diventando sempre di più man mano che vado avanti. Non me ne va una giusta e in più si aggiunge il fatto che il mio ragazzo mi ha lasciata. Io volevo fare bella figura con i miei facendoli una sorpresa portando a casa loro per Natale un ragazzo che avevano tanto voluto vedere al mio fianco, ma quel bastardo mi ha tradita e io non potevo presentarmi dai miei nuovamente da sola. Tu non li conosci! Sanno essere davvero snervanti e per questo stanca e presa dalla follia ho deciso di rapire chiunque mi fosse capitato a tiro per portarlo dai miei genitori a passare alcuni giorni di puro inferno con me. Non posso lasciarti andare, capisci?”
Il ragazzo per tutto il tempo mi ha osservata attentamente ascoltando interessato ciò di cui ora mi vergogno a morte di aver detto. Poco dopo dice: “ quindi non vuoi uccidermi o roba varia. Tu vuoi che io sia il tuo fidanzato per questo Natale in modo tale che i tuoi non ti facciano mille discorsi?”
Annuisco.
“ Ma è roba da pazzi! Neanche mi conosci e vuoi fare una cosa del genere?”- dice quasi urlando cercando di liberarsi dalle manette.- “ Tu sei una pazza!”
Io lo fulmino e dico: “ probabilmente lo sono, ma comunque non pensare che io ti lascerò andare. Mi dispiace ma verrai con me..”
E detto questo metto in moto l’auto con lui al mio fianco che cerca di liberarsi. Un po’ mi dispiace e quasi mi viene voglia di liberarlo ma poi nella mente ho dei flash dove mia madre parla e parla e parla e allora mi dico che non posso lasciarlo andare per sua sfortuna. Cacchio non gli ho chiesto nemmeno come si chiama! Così mentre guido dico: “ ehm dovrei sapere almeno come ti chiami..”
“ Mi chiamo Jared..”- dice quasi stizzito. - “ Jared Leto.”
Fermo bruscamente l’auto rischiando di fare incidente e facendo formare una lunga fila di macchine dietro di me.
“ Che cosa?!”- esclamo fissandolo incredula.- “ Mi stai dicendo che tu sei.. Ehm sei l’attore Jared Leto?”
Ti prego dimmi che non è così! Ma guardandolo meglio credo che sia proprio lui. Cazzo ho rapito Jared Leto?
“ E cantante..”- aggiunge lui sorridendo.
“ Sì vabeh so che sei anche quello ma io non ti seguo. Ho visto dei tuoi film e mi sei piaciuto per come hai interpretato i tuoi personaggi. Peccato che muori sempre, alla fine. Comunque non posso credere di aver rapito quel Jared Leto e che ora sia accanto a me.”
Ma dove vivo? Del Giurassico? Dovevo capirlo da principio che era lui.
“ Oddio che figura..”- dico guardandolo. Lui per tutta risposta ride e quando si calma dice: “ ehm secondo me è meglio se metti a moto l’auto perché se non te ne sei resa conto ti stanno suonando e lanciando maledizioni.”
“ Oh sì, certo..”- e scarlatta in volto riprendo la guida imbarazzata forse più del dovuto. Dopo un altrettanto imbarazzante silenzio riprendo la parola e dico: “ e comunque non posso presentarti ai miei dicendo lui è Jared Leto..”
“ E quindi?”- mi chiede distogliendo lo sguardo dalla finestra.
“ Beh dico che dovresti chiamarti in qualche altro modo, così se qualcuno dei miei famigliari pensa che tu sia effettivamente tu, il nome diverso li farà pensare che sei solamente un sosia..”
Lui mi guarda confuso e fissandomi dice: “ tu sei una pazza! Una fuori di testa! Sei sicura che non stiamo andando al manicomio?”
“ Quanto sei simpatico!”- dico sarcastica. - “ dico sul serio. Okay io ho deciso che ti chiamerai Nick.”
“ Nick?”- ripete quasi schifato e scandalizzato. - “ a me non piace! E poi il nome Jared è molto più fico!”
“ Beh non ti deve piacere, non stiamo giocando a quale nome vuoi. Ricordatelo che sono io che detto le regole..”
Alza gli occhi al cielo e sospirando dice: “ ma cosa ho fatto di male?”
Cade nuovamente il silenzio e nel frattempo penso a quale storia posso rifilare ai miei su come l’ho conosciuto e su come ci siamo innamorati.
“ Okay d’accordo ho deciso di aiutarti..”- dice ad un tratto Jared rompendo il silenzio e tornando con i suoi occhi su di me. Io fermo l’auto e lo fisso incredula.
“ Temo di non aver capito.”
“ E invece hai capito benissimo..”
“ Maggie.”- dico aiutandolo a finire la frase.
“ Maggie.” - ripete.- “ Ti chiami Maggie?”
“ No Cleopatra!”- dico alzando gli occhi al cielo. Lui sorride leggermente imbarazzato.
“ Ehm direi che era una domanda stupida..”
“ Direi..”- concludo e nuovamente scoppiamo a ridere.
“ Perché vuoi aiutarmi di tua spontanea volontà e non spinto dal mio volere?”- gli chiedo confusa. - “ per caso c’è un doppio fine?”
“ No!”- esclama.
“ Cosa vuoi in cambio?”
“ Non voglio nulla!”
“ Non ti credo.”- dico fissandolo.
Lui alza nuovamente gli occhi al cielo e poi guardandomi dice:“ siccome è quasi Natale e siccome in questo periodo si è tutti più buoni ho deciso di seguire questa secolare tradizione. Perché deve esserci per forza un secondo fine?”
“ Perché tu potresti denunciarmi una volta che ti riporto a casa!”- dico come se fosse una cosa ovvia.
“ No non lo farò. Infondo sono consenziente, quindi non vedo il motivo per cui dovrei farlo..”
“ Okay d’accordo voglio fidarmi.”- dico fissandolo. Mi sembra sincero dopotutto.
“ E comunque grazie..”- dico rincuorata. Lui si limita a sorridere e a dire: “ figurati e poi sono davvero curioso di conoscere i tuoi. Da come li hai descritti devono essere molto terribili..”
“ Beh diciamo che Lord Voldemort in confronto è una piccola creatura indifesa..”
“ Sono così terribili?”- mi chiede scattando in avanti di quel poco che le manette gli permettono. Scoppio a ridere e dico: “ no, stavo scherzando, ma comunque sono davvero oppressivi. Io naturalmente cercherò di proteggerti..”
“ Questo mi rincuora..”- dice sorridendo. Fermo l’auto e indicando la casa alla nostra destra dico: “ siamo arrivati. Quella è casa mia..”
“ Bella!”- esclama vedendo l’enormità e le luci che la decorano.
“ Beh effettivamente quest’anno i miei si sono dati molto da fare..”- dico guardandola e aprendo lo sportello dalla mia parte.
“ Ehm scusa, ma sai..”- dice lui indicando le manette e il fatto che non possa uscire liberamente.
“ Oh che cretina!”- esclamo colpendomi la fronte e sentendomi di nuovo in imbarazzo. Ritorno dentro e libero le sue mani dalle manette. Jared si massaggia i polsi e guardandosi le mani dice: “ finalmente sono libero!”
“ Ehi ora che hai riacquistato la libertà non farmi scherzi..”- dico minacciandolo.
“ Tranquilla, ti ho dato la mia parola e io le promesse le mantengo, che credi?”- mi dice uscendo dall’auto.
“ Bene allora seguimi..”- gli dico sorridendo. Lui si avvicina a me e mi prende la mano. Io confusa lo guardo e dico: “ che stai facendo?”
“ Non siamo fidanzati?”
Arrossisco e dico: “ oh sì certo!”
“ E purtroppo io mi chiamo Nick..”- dice. Mentre ci incamminiamo verso la porta dice: “ non è che ora che siamo diventati amici posso cambiarlo, il nome?”
Lo guardo e prima di suonare il campanello dico: “ no!”
Alza gli occhi al cielo continuando a tenermi per mano.
Suono il campanello e aspetto ansiosa l’espressione di mia madre appena mi vedrà.
Sono sicura che questa volta sarà accolta dall’infarto.




   
 
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