Ho
sempre
desiderato che, come per magia, cadesse la neve.
Mancavano
solo quattro giorni alla vigilia di Natale.
La
piccola Bra di appena tre anni era coricata sul divano intenta a
guardare appassionatamente un cartone animato natalizio, affianco a lei
era
seduto Trunks immerso nella lettura di un gigantesco libro di fisica. In cucina, Vegeta,
rientrato da poco dagli
allenamenti, terminava
l’abbondante cena
in compagnia della moglie che avendo già finito da un pezzo
la sua piccola
razione di cibo, lo guardava sorridendo.
«La
cena è di suo gradimento anche oggi, sua
Maestà?» chiese divertita
Bulma.
Il
marito rispose con un grugnito.
«Anche
oggi? Ma per favore! Non nascondiamo la realtà Bulma, tu non
sai proprio cucinare! Devi ammetterlo!»
«Be,
non l’ho mai negato infatti! Preferisci
forse tornare a vivere con i miei genitori?
Se non ricordo male andavi matto per la cucina di mia
madre…»
A
vegeta andò
di traverso l’ultimo boccone.
«Assolutamente
no! Preferisco mille volte mangiare cibi mediocri che
vivere sotto le stesso tetto di quella
donna! Dopo tutto questo tempo continua ancora a lanciarmi
apprezzamenti! E’
veramente una cosa inquietante!»
Bulma
scoppiò
fragorosamente a ridere.
Vegeta
fulmineo si alzò
dalla sedia, sollevò
con un braccio
Bulma e avvicinò
il suo viso pericolosamente alla sua bocca.
«Non
ridere del Principe dei Sayan, Donna!»
Il
bacio che scaturì
tra i due fu bruscamente interrotto
dall’arrivo della piccola Bra in cucina.
Vegeta
era decisamente scocciato da quell’interruzione.
«Manda
i mocciosi a letto, mi pare che sia già troppo
tardi»
Bulma,
non diede minimamente ascolto alla “richiesta” del
marito e si
rivolse sorridente alla figlia.
«Cosa
c’è amore?»
La
piccola Bra strinse la mano della madre e la condusse in soggiorno
dove la televisione ancora accesa trasmetteva i titoli di coda del
cartone
animato.
«Mamma,
che cos’è quella cosa bianca che per tutto il
cartone
ricopriva tutte le cose? Gli alberi, le case, i giardini..»
«Oh
tesoro, è la neve! Vedi, durante il periodo di Natale, fa
talmente
freddo che le goccioline di pioggia si trasformano in pezzetti di
ghiaccio così
piccoli da
essere leggerissimi e soffici, e si posano su tutte le cose. Tu non
l’hai mai
vista dal vero perché non nevica mai nella nostra
città»
«Questo
perché ci troviamo in un parallelo troppo vicino
all’equatore
e le percentuali di nevicata sono pressoché
inesistenti!» aggiunse Trunks.
Il
viso della piccola si fece triste, poi chiuse i pugnetti e chiese
timida «Ma c’è qualche piccola speranza
che per questo Natale, la pioggia si
trasformi in neve anche qua?»
«Ovviamente
visto le elevate temperature di quest’anno direi di
n…»
Trunks non concluse la frase perché Bulma si intromise
«Certo tesoro! La
speranza è sempre l’ultima a morire!»
Il
viso di Bra alle parole della madre tornò
allegro e
sorridente come sempre.
Bulma
vide il marito nell’angolo del soggiorno decisamente
scocciato
da tutte quelle chiacchiere futili da umani.
«Bene,
ora a letto tutti e due bambini, è
veramente tardi»
«D’accordo,
buonanotte!» dissero i due dirigendosi al piano di su.
«Ah,
dimenticavo, Trunks, devi farmi avere la letterina con i regali
che vorresti ricevere entro domani perché se no Babbo Natale
non fa in tempo a
cercarli, e per favore, scrivi anche la letterina per tua
sorella»
Il
bambino si girò
arrabbiato e imbarazzato «Mamma,
andiamo, ho undici anni! Lo so benissimo che Babbo Natale
non…» per la seconda
volta in quella serata il giovane fu interrotto dalla madre.
«Tesoro,
FAI QUELLO CHE HO DETTO, per piacere!» disse Bulma indicando
con lo sguardo la sorella.
«Va
bene, va bene, lo farò!»
Bra
felicissima per la risposta del fratello gli saltò
addosso
ringraziandolo.
Una
volta che i due sparirono sopra le scale, Bulma raggiunse il
marito stagliandosi proprio di fronte.
«Ce
ne hai messo di tempo a mandarli via!» disse l’uomo
stringendola
nuovamente tra le sua braccia.
«Oh,
andiamo Vegeta! Dovevo spiegare a nostra figlia cosa fosse la
neve!»
«Tutte
sciocchezze da terrestri! Natale, neve e balle varie! Mi chiedo
ancora cosa mi abbia spinto a restarmene in un pianeta tanto
misero!»
La
risposta la conosceva benissimo, ed era davanti a lui.
«E
smettila di lamentarti una buona volta scimmione…»
sussurrò
la donna
baciando leggermente il collo del marito.
La
situazione degenerò
immediatamente. Bulma si trovò
in un secondo
distesa sul divano con il marito che la baciava e
l’accarezzava ovunque in preda
alla passione crescente.
Vegeta
era intento a sbottonarle la camicetta quando…
«Mamma!
Papà! Che state facendo??»
«O
mio dio! Bra! Perché non sei a letto?!» esclamò
Bulma
boccheggiando dopo aver allontanato il marito.
Vegeta
era scattato in piedi rosso sia dall’imbarazzo sia dalla
rabbia! Se solo quella bambina non gli avesse ricordato così
tanto Bulma
l’avrebbe fatta fuori in un secondo!
«Sono
scesa a portarti le letterine per Babbo Natale, ho costretto
Trunks a scriverle subito!»
«Bene,
dalle a me, e ora torna subito a letto e non ti alzare più,
altrimenti Babbo Natale non ti porterà niente!»
disse severa la donna.
«Corro!»
disse la bambina schizzando velocemente in direzione delle
scale.
«Buonanotte
mammi, buonanotte papi!» urlò.
«Sogni
d’oro tesoro!»
Quando
della piccola non rimase più alcuna traccia Vegeta sprofondò
a sedere sul
divano portandosi le mani alla testa.
«Donna!
Ti rendi conto che tua figlia ci ha quasi visti…»
«Lo
so Vegeta! Fidati sono imbarazzata anche io e soprattutto
arrabbiata per l’interruzione, ma povero tesoro, voleva solo
far avere a Babbo
Natale le lettere il prima possibile!»
La
donna prese la letterina della figlia e la lesse ad alta voce.
«Caro
Babbo Natale, anche se a volte non mi sono comportata molto bene
con i miei genitori e con Trunks, sappi che voglio molto bene a ognuno
di loro,
quest’anno vorrei chiederti un solo regalo, che è
però
il più
importante che potresti farmi: desidererei che per Natale ci fosse la
neve
anche qua, così
potrei finalmente
vederla!
Ecco questa è l’unica richiesta che ti faccio,
spero tanto che tu la
esaudisca.»
La
donna concluse di leggere la lettera con gli occhi lucidi.
«Che
ti prende, non dirmi che ti metti a piangere per queste
sciocchezze!» la prese in giro Vegeta.
Bulma
scosse la testa.
«Non
capisci, questo da bambina è sempre stato anche il mio
desiderio!
Sapevo razionalmente che mai sarebbe potuto nevicare in questa
città a causa
delle temperature troppo alte, però
segretamente ho sempre desiderato
che un Natale o l’altro, come per magia, cadesse la
neve…»
«Voi terrestri siete così
ingenuamente
sognatori! E poi l’hai detto tu stessa! La neve non può
esserci in
questa città. Comprerai come sempre un mucchio di giocattoli
per quei due e la
mocciosa si dimenticherà di quella stupida neve»
Bulma
si alzò
di scatto dal divano stringendo i pugni.
«Ho
deciso! Costruirò
una macchina capace di creare la neve!
Mancano pochissimi giorni a Natale devo sbrigarmi!»
Detto
ciò
la donna si diresse a gran velocità nei laboratori
lasciando a bocca aperta (e a mani asciutte) il marito.
***
Mancavano
solo due giorni a Natale.
La
macchina che ormai era in fase di completamento, avrebbe creato
degli enormi pezzi di ghiaccio larghi e alti più di tre
metri, in seguito una
seconda macchina avrebbe tagliato con delle forbici il ghiaccio in
pezzi
finissimi.
Finì
stanca la costruzione del macchinario e subito l’avviò
in modo da avere
già da quella notte i blocchi di ghiaccio che avrebbe
spezzettato il giorno
dopo.
Nel
giro di qualche minuto la macchina produsse cinque grandi blocchi
di ghiaccio.
Soddisfatta
per i progressi raggiunti quel giorno, la scienziata lasciò
i laboratori.
Raggiunse
la camera da letto, Vegeta sembrava essere già addormentato.
La
donna stanchissima si mise il pigiama e infreddolita si mise sotto
le coperte.
«Sei
rientrata tardissimo stanotte» sussurrò
l’uomo dalla
parte opposta del letto.
«Già…
m…ma ho… pr..pratic…ameeente
fini…too, do..mani mi res…ta solo
da tagl..iare il ghiaccio»
Bulma
smise di parlare quando il corpo caldo del marito l’avvolse
stringendola dolcemente.
«Sia
chiaro, lo faccio solo perché i tuoi denti che sbattono mi
impediscono di dormire».
***
Il
24 Dicembre era finalmente arrivato, e mentre Bra era a letto
già
da un pezzo desiderosa che Babbo Natale esaudisse il suo desiderio,
Bulma era
nei laboratori morta dal freddo ma ansiosa di completare la sua opera.
La
macchina che doveva sgretolare il ghiaccio tuttavia non aveva
abbastanza potenza per scalfirlo.
La
scienziata cercò
in tutti i modi di potenziare il
macchinario, ma i blocchi di ghiaccio erano troppo spessi. Presa dalla
rabbia e
dalla disperazione prese il primo picchetto che trovò
ed iniziò
lei stessa a
scalfire il ghiaccio. Pur mettendoci tutta la forza che possedesse le
schegge di
ghiaccio che cadevano dal blocco erano pochissime, non avrebbe mai
fatto in
tempo a ridurre in neve quei cinque blocchi entro la mattina.
Tremendamente
morta dal freddo, sconfitta e delusa per non poter
esaudire il desiderio della sua bambina si accasciò
al pavimento e
svenne.
***
Erano
le due passate e Vegeta era assai irritato dal ritardo della
moglie. Il Sayan scese dal letto e si diresse arrabbiato più
che mai verso il
laboratori, avrebbe dato una lezione a quella testarda della sua donna!
Non
poteva permettersi di lasciarlo tutta la notte sveglio in preda alla
preoccupazione di non saperla accanto a lui. (Ovviamente tutto ciò
non l’avrebbe
mai confessato a Bulma).
Arrivò
al laboratorio e la scena che gli si presentò
davanti fu forse
una delle più terribili di tutta la sua vita.
Immediatamente
si gettò
sulla sua donna e la scosse per le
spalle.
«Bulma!
Cazzo svegliati! Sei matta! Vuoi forse morire?! Svegliati!»
mentre urlava il Sayan tremava tantissimo, non di certo dal freddo.
Dopo
interminabili istanti di puro terrore la donna aprì
gli occhi.
«Vegeta….scu…sami…
tan..to… ma… volev..o ved..ere la
ne..ve…»
Bulma
svenne nuovamente, questa volta tra le braccia del marito.
“stupida
donna”.
***
Quella
mattina Bra si svegliò
estremamente di buon umore,
finalmente era Natale!
Si
affacciò
alla finestra e rimase incantata dalla spettacolo
che vide.
Babbo
Natale aveva esaudito il suo desiderio.
Velocemente
si vestì
con cappotto, guanti, cuffia e sciarpa e
corse a svegliare il fratello.
«Trunks!
Trunks! Svegliati! Babbo Natale ha portato la neve!»
«Ma
cos..» il ragazzo non crebbe ai suoi occhi, immaginò
subito ci fosse
lo zampino della madre, sicuramente l’aveva creata con
qualche strana
invenzione, ma ovviamente non lo disse alla sorella.
I
due bambini corsero in giardino e iniziarono a giocare tra la neve.
La
piccola Bra era veramente felice.
***
Quella
mattina Bulma si svegliò
estremamente confusa. Era nel
proprio letto, col pigiama, ricoperta da, non poteva crederci, sette
piumoni. Aveva
decisamente troppo caldo.
Si
girò
dalla parte del marito, pronta a scusarsi per la sua
enorme testardaggine che l’aveva portata a quella pazzia, ma
la trovò
vuota.
Scese
dal letto, si mise le pantofole, e
una delle sette coperte sulle spalle.
Notò
che la tenda della porta finestra che dava sul balcone era leggermente
spostata.
Curiosa,
scostò
del tutto la tenda.
Il
cuore iniziò
a batterle all’impazzata.
Uscì
nel balcone innevato e vide poggiato alla ringhiera Vegeta intento ad
osservare i figli che giocavano spensierati tra la neve in giardino.
Timidamente
si avvicinò
all’uomo che pur essendosi accorto della
sua presenza continuava a tenere lo sguardo rivolto verso il giardino.
«Io..
Vegeta scusami, non mi sarei dovuta comportare in un modo così
tanto
incosciente. E tu.. hai fatto tutto.. tutto questo.. non posso
crederci… non ho
parole..»
Il
Sayan si girò
puntando i suoi occhi scuri come la notte in quelli
limpidi e celesti di lei.
Il
volto della piccola Bra alla vista della neve lo aveva reso
estremamente felice, ma il sorriso nato nel viso di Bulma fece perdere un battito a
quel cuore che per
tantissimo tempo era stato congelato.
La
abbracciò.
«Dimmi
solo che non combinerai mai più stupidaggini del
genere» le
sussurrò
all’orecchio.
La
donna annuì
e lo baciò
con tutta la gratitudine e
l’amore che provasse.
«Mamma!
Papà! Guardate, Babbo Natale mi ha portato la
neve!» strillò
Bra dal
giardino.
«Si
tesoro! E’ meraviglioso! Attenta a non prendere freddo,
Trunks
anche tu, copriti di più»
Bulma
raggiunse il marito che nel frattempo era tornato dentro la
camera da letto.
«Non
preoccuparti per loro! Non soffrono il freddo come qualche debole
terrestre, per loro fortuna possiedono parte del mio sangue e non
rischieranno
di morire congelati come qualcuno di mia conoscenza» disse l’uomo
avvolgendo la donna da dietro
con un’altra coperta.
«Non
vai a goderti il tuo regalo di Natale? Sognavi la neve da una
vita o sbaglio?»
Bulma
si voltò e posò
le sue labbra su quelle di Vegeta.
«L’unico
regalo che voglio adesso e che sempre vorrò
sei tu».
Vegeta
dovette
constatare che alla fine colpire alle tre del mattino cinque enormi
blocchi di
ghiaccio con sfere di energia per creare quella futile neve, non era
poi stato
tanto male.
Fine
Questa
fan fiction è nata nella mia mente dopo aver visto la
pubblicità di Natale
della Vodafone, spero che sia stata di vostro gradimento, mi piacerebbe
molto
sapere che ne pensate dal momento che è la prima fan fiction
che scrivo sulla
coppia Bulma/Vegeta.
Ne
approfitto per augurare a tutti un felicissimo Natale!
Baci,
Chiara.