Ora che il tiranno Tempo me lo permette, voglio proporvi qualcosa di nuovo per me.

Non è nulla di speciale, e non uno dei miei capolavori, però spero vivamente che Voi tutti possiate apprezzare questa mia piccola perla grezza.

Se ciò non dovesse accadere, Vi chiedo perdono per avervi fatto sprecare i Vostri preziosi istanti.

Ora Vi lascio, e Vi ringrazio.

Buona lettura,

Miss_Writer

Regina della Solitudine

Seduta ad un tavolo circolare, riccamente intarsiato, della sua magnifica biblioteca, una bellissima e mora principessa solleva lo sguardo da uno dei suoi preziosi volumi, e lo rivolge verso il firmamento, ammirando il candore della Luna.

I suoi occhi blu sembrano chiedere tuttavia, ben altra meraviglia.

Sospira, infatti, la giovane fanciulla, portandosi una mano al cuore, fino a raccogliere in essa, uno smeraldo dall'inestimabile valore, non solo per la sua foggia, ma soprattutto perché a donarglielo è stata la sua dolce metà.

Il verde di quella lucente pietra spicca sul turchese della veste che costeggia le umili ma desiderabili curve della donna.

Le sue rosee e sottili labbra non si piegano in un sorriso dall'ultima volta in cui hanno incontrato quelle del suo unico grande e vero amore, ed è ricordando quel magico momento, che una piccola lacrima scende giù per i suoi zigomi, tradendo per un millesimo di minuto la sua autorità, rivelando nello stesso istante, la sua fragilità.

Subito si asciuga quel piccolo peccato, perché lei non può permettersi di mostrarsi debole, e poi lo sa che Lei non vorrebbe vederla piangere, se non di gioia.

Quanto vorrebbe che Ella fosse lì e la tenesse stretta fra le sue forti braccia, così da poter premere la sua testa contro il petto dell'altra.

Non desidera altro che sentire la bocca di quella Principessa divorarle la pelle in ogni suo centimetro, e lasciare che quelle mani sapienti carezzino ogni curva del suo corpo.

Distoglie le sue iridi dal cielo di Mercurio e torna al grande tavolo per riporre al loro posto i suoi libri.

È ora di tornare ai suoi doveri di principessa.

Così si dirige verso la sala simbolo della sua regalità, e entrandovi ne raggiunge il centro, sedendosi sul suo trono tempestato di zaffiri.

Il suo pensiero approda nuovamente alla padrona della Stella del Legno.

'Quant'è lontana la tua patria amore mio..

Non basta la sua immane mole a manifestare la tua presenza nel mio cielo, perché purtroppo ci troviamo agli esatti antipodi del Sistema Solare Interno.'

“  Principessa, c'è qualcuno che vorrebbe vederla.”

La sovrana del Mariner viene bruscamente riportata alla realtà dal suo servo più devoto.

'Perdonami, ma oggi non ho voglia di ricevere nessuno.'

Questo è ciò che avrebbe voluto dire, ma per la sua innata educazione, decide comunque di rispettare chiunque voglia vederla in quel momento.

“  Gli dica di venire qui.”

“  La aspetta nel roseto, mia Padrona. Quello della biblioteca.”

Le parole del servitore turbano la signora di Mercurio, perché solo una persona può entrare nella sua biblioteca personale. Chi mai ha osato varcarne le soglie?

'Nessuno vostra Maestà, solo la vostra metà.' pensa, malizioso..

Intanto con la sua immancabile calma, la giovane raggiunge la dimora dei suoi volumi, spingendosi verso il fondo di essa, dove si trova il meraviglioso roseto che lei stessa ha fatto coltivare qualche tempo prima.

Accelera il passo e quando giunge alla meta i suoi occhi non possono chiedere di meglio.

Al centro esatto del roseto, in tutta la sua fierezza, sta una donna dalla bellezza disarmante, con i capelli bruni, raccolti in un'elegante acconciatura, con due occhi color nocciola che fremono d'amore.

Quelle labbra carnose, che per tanto tempo la mora aveva bramato, ora sono a poca distanza dalle sue.

La veste smeraldo incornicia quel corpo splendido e formoso, lo stesso corpo che ha fatto suo per innumerevoli volte.

Fra le mani una rosa, dalla tonalità blu tenebre.

Un fulmine, poi un altro, alla destra e alla sinistra della signora dell'Io, stanno a confermare la sua presenza in quel luogo.

La donna dalle iridi blu non riesce a crederci, e sperando che tutto ciò non sia un vanaglorioso miraggio, cerca rifugio fra quelle braccia di cui ha sentito l'irrefrenabile mancanza.

“  Amore..”

“  Ti sono mancata, piccola?”

“  Lo sai che è così.”

Due lacrime bagnano i suoi zigomi, e la sovrana del Gigante le raccoglie con un dito, sapendo perfettamente che sono lacrime di gioia.

Le fa cadere sul terreno dove quei dolci boccioli crescono rigogliosi, e prendendo il mento dell'altra con l'indice, la bacia soddisfacendo il bisogno di entrambe.

Senza inutili indugi spoglia la sua amata e poi si denuda a sua volta, facendo delle vesti il loro nido d'amore, e lascia che le rose siano le uniche testimoni della passione che travolge le due principesse, annientando così la solitudine che le ha afflitte per troppo tempo.

E continuano a donarsi l'una all'altra fino a quando un sussurro non si fonde con i gemiti e i respiri delle giovani amanti.

“  Ti amo Mercury.”

“  Ti amo Jupiter.”

Mormora la figlia di Mercurio.

Il loro prorompente Amarsi trascorre con furore, come una tempesta di pioggia e lampi che si abbatte sulle barricate di ghiaccio, che con gli anni si erano innalzate dinnanzi ai loro cuori, che in men che non si dica diventano una cosa sola.

Nessuna delle due ora può sentirsi ancora sola, perché esistono per stare insieme, e non si lasceranno mai.

Infondo si sa che l'Amore non lascia spazio, e non lascia tempo, neanche alla solitudine più irriverente.

Ringrazio particolarmente Fulmineo per l'aiuto datomi nella ricerca del titolo di questa shot.