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Autore: Emily Vargas    22/12/2011    3 recensioni
E' il giorno del compleanno di Ludwig.
Troverà una bella sorpresa, in soggiorno.
~
{...} E così era il 3 Ottobre?
Il giorno del suo fottuto e maledetto compleanno?
Il giorno in cui avrebbe dovuto sorridere, festeggiare, assieme agli amici?
Amici.
Ecco, la parola che forse odiava di più.
Lui non aveva mai avuto amici.
{...}
~
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Germania/Ludwig, Nord Italia/Feliciano Vargas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E così era il 3 Ottobre?
Il giorno del suo fottuto e maledetto compleanno?
Il giorno in cui avrebbe dovuto sorridere, festeggiare, assieme agli amici?
Amici.
Ecco, la parola che forse odiava di più.
Lui non aveva mai avuto amici.
Quando la pronunciava, in casi molto rari, assumeva un espressione di disprezzo e, nei casi peggiori, sputava per terra, disgustato.
E adesso era lì, coricato nel suo letto, a pensare cosa avrebbe fatto nel corso della giornata.
-Niente.- sibilò.
Si alzò lentamente, per poi stiracchiarsi allungando pigramente le braccia verso l’alto. Andò in direzione dello specchiò e con un semplice gesto della mano tirò all’indietro i ciuffi di capelli che gli coprivano gli occhi azzurri e glaciali. Indossò la canotta nera che era poggiata sulla sedia in fondo alla camera e si diresse tranquillamente in soggiorno, ignaro dell’ospite che era accomodato sulla poltrona.
-F.. F-Feliciano?- urlò incredulo.
Il ragazzo italiano gli sorrise dolcemente.
-Sono venuto a trovarti, così potremo passare il giorno del tuo compleanno insieme!- esclamò felice il moro. - Ho portato due regali: uno è il mio, l’altro è di Giappone che purtroppo non è potuto venire.. Aveva degli impegni molto urgenti. Ma ci sono io per te, quind..-
-Taci!- gridò scocciato il tedesco.
Improvvisamente  l’italiano rimase in silenzio.
-Vattene, per favore. Oggi non festeggio nessun compleanno, non lo festeggio da molto tempo e non lo farò nemmeno adesso: non sarai tu a cambiare la mia routine quotidiana. Ed ora vattene.- rispose Ludwig, cercando di mantenere la calma.
-Ma..-  tentò Feliciano.
-Vattene!- ruggì indignato il biondo, diventato rosso in viso, per la rabbia.
Il ragazzo dagli occhi ambrati fuggì in lacrime, disperato, dimenticandosi anche i due regali sul divano. Sbattè la porta così forte che fece cadere due quadri.
 E così Ludwig, sospirando pesantemente e chiudendo gli occhi, contro la sua stessa volontà, afferrò il pacco con il nastro nero e rosso e la carta gialla, colori della sua bandiera, e lo scartò. Era una bella camicia nera, a maniche lunghe, di cachemir. Era probabilmente di Kiku. E ne fu ancora più sicuro quando lesse l’etichetta con sopra scritta la marca dell’indumento, che infatti aveva due ideogrammi giapponesi, incomprensibili.
Questo voleva dire che il semplice biglietto d’auguri, nascosto dietro al cuscino, era di Feliciano.
 
Feliciano.
Il suo mezzo amico. L’unico che gli voleva davvero bene, in quel maledetto mondo.
E Ludwig teneva molto a lui, così tanto da allontanarlo, per paura che lo contagiasse col suo pessimo e schifoso carattere.
Per paura di ferirlo. Ma finiva sempre col farlo.
Lui, Ludwig, aveva fatto male all’anima di quel ragazzo, Feliciano.
E si sentiva in colpa, terribilmente in colpa.
Era l’unica cosa che aveva al mondo.
E quindi era preziosa.
E quindi l’amava.
Aprì finalmente il biglietto e, scritte con una grafia sghemba e sottile, che Ludwig riconobbe come quella dell’italiano, c’erano tre parole, tre semplici parole che volevano dire tutto:
“ Ich Liebe Dich. “
Il tedesco perse un battito, o forse dieci.
Quella frase, nella sua lingua madre, voleva dire “ Ti amo “.
Era così? Feliciano lo amava? O forse voleva scrivere qualcos’altro e per la fretta aveva sbagliato?
C’era solo un modo per scoprirlo.
Fece cadere il biglietto per terra e si precipitò fuori casa.
E lì, in un angolo del grande giardino, c’era lui, seduto nella folta erba verde, che raccoglieva delle margherite spontanee, cresciute qua e là.
Stava piangendo, ancora.
Ludwig, con un tuffo al cuore, si avvicinò lentamente a lui, senza farsi sentire, gli s’inginocchiò accanto e posò la sua mano su quella del ragazzo.
-Mi dispiace.- mormorò il biondo.
Feliciano girò lentamente il capo e lo guardò con i suoi grandi occhi gialli, spalancati e lucidi, in modo talmente dolce che il biondo rischiava di sciogliersi, anche se faceva abbastanza freddo.
Ludwig prese il mento dell’italiano tra le dita, si avvicinò di più col viso, e lo baciò.
Un bacio tenero,  disperato, che sprigionava tutta la passione nascosta in anni di dolore e sofferenza.
Un bacio liberatorio.
Un bacio che di casto non aveva  nulla.
 
E poi il mondo finì.
Si erano staccati, avevano smesso di scambiarsi l’anima.
Ma il tedesco voleva continuare, ancora, per l’eternità.
E purtroppo si rese conto che non era possibile.
-Allora..- gli sussurrò Ludwig sulle labbra. –Non avevi sbagliato a scrivere, sul biglietto..-
-Certo che no. Lo so anche pronunciare!- disse sorridendo l’italiano.
-Bene, sentiamo.- ribattè il tedesco, ricambiando il sorriso.
-Ich liebe dich.- mormorò.
-Ich liebe dic auch*, Feliciano.- rispose il biondo, baciandolo sulla punta del naso.
 
Ecco, quello era il miglior regalo che lui avesse mai ricevuto.
Era l’amore.
L’amore del suo Feliciano.

 
 
*Ich liebe dich auch: Ti amo anch’io.
 
Angolino della scrittrice:
Prima FanFiction Hetaliana, che emozione! *-*
L’ho scritta di getto, in circa tre quarti d’ora.
Forse ne scriverò un’altra, ma non su questa coppia.
La lezione di storia dell’altro giorno mi ha dato delle belle idee! :3
Spero vi sia piaciuta. :)
Kiss.

Lily.
  
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