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Autore: Haleey Gray    22/12/2011    6 recensioni
Si allontanò di qualche passo dalla compagnia della fidata autorità, con movimenti lenti e decisi e con un usuale sereno sorriso dipinto sul viso. Sebbene il Saiyan fosse continuamente immerso nella sua abituale spensieratezza, sapeva bene che presto avrebbe ceduto di soprassalto. Era questione di minuti, ne era sicuro, questione di momenti al fine di rendersi conto di ciò che aveva appena compiuto, questioni di istanti prima che le sue gambe cedessero al peso di quell’inesistente massa di aria che rimaneva del suo organismo.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Goku
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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* vena depressiva on *
Buona sera a tutti carissimi lettori. Mi ero sorpresa da sola nell'essere riuscita a scrivere una one-shot, poco tempo fa, serena e allegra, mi ero convinta di poter passare a scritture leggere e piene di felicità, senza morti improvvise o amori impossibili. Purtroppo mi sono dovuta ricredere subito, riesco a scrivere solo cose depressive e strappa lacrime.
Mioddio che cosa altamente ed immensamente triste.
Quindi oggi vi lascio con questa intensa Fic riguardante Goku. Siamo precisamente nel momento in cui il nostro amatissimo eroe rifiuta di tornare in vita dopo essersi sacrificato al fine di uccidere Cell consumata e schifosa bambola di latta. In un primo momento è quasi del tutto convinto di aver fatto la cosa giusta, di aver salvato il suo carissimo pianeta eppure.. Eppure qualcosa dentro di lui non va e si ricrede dell'azione appena commessa.
Dopo avervi annoiato con i miei soliti lunghi inutili discorsi vi auguro una buona lettura piccoli pargoli!

Ps: il dialogo iniziale è preso proprio dalle puntate Italiane dell'anime, saltando la parte iniziale del discorso.
» Dragon Ball di Akira Toriyama ©


"Perchè piangi, Goku?"


 
« [...] Insomma, ciò che voglio dirvi è che apprezzo molto i sentimenti che nutrite per me ma io preferisco rimanere dove sono. Il mio Gohan è grande ormai e io non avrei più nulla da insegnargli. Ciao a tutti, ora devo andare. Siate felici e non temete, sarò sempre accanto a voi.. » La mano sudata si staccò con apparente tranquillità dalla spalla dell’illustre Re Kaioh, interrompendo così i contatti con la Terra, con il suo pianeta, probabilmente per diverso tempo o, più credibilmente, per sempre.
Si allontanò di qualche passo dalla compagnia della fidata autorità, con movimenti lenti e decisi e con un usuale sereno sorriso dipinto sul viso. Sebbene il Saiyan fosse continuamente immerso nella sua abituale spensieratezza, sapeva bene che presto avrebbe ceduto di soprassalto. Era questione di minuti, ne era sicuro, questione di momenti al fine di rendersi conto di ciò che aveva appena compiuto, questioni di istanti prima che le sue gambe cedessero al peso di quell’inesistente massa di aria che rimaneva del suo organismo.
Un’irruente tremolio gli invase improvvisamente il corpo costringendolo ad avvolgersi con le possenti braccia, quasi si volesse proteggere da un irreale freddo, quasi volesse impedire alla sua pelle di entrare in contatto con quella minacciosa sensazione di sopraffazione. 
Un battito di troppo, un singhiozzo soffocato lo schiacciarono al suolo, inginocchiato. Si stava prostrando, si stava inchinando al suo destino, a quell’interminabile destino che aveva accolto senza troppe pretese, senza rifletterci. Se non avesse già una dorata aureola sospesa sul capo, sarebbe stato, ne era ben convinto, risucchiato da quel terribile scalpore, si sarebbe accasciato a terra inerme. 
Quelle lacrime, quelle gocce salmastre provocavano fitte lancinanti al petto indugiando sottile lame di ferro a inserirsi cautamente nelle profondità della polpa lasciandone fuoriuscire piccoli fiumiciattoli rossi carichi di patimento.
In tutti questi anni aveva combattuto con potentissimi nemici e ogni volta ne era uscito vincitore, ogni volta aveva potuto alzare gli occhi al cielo ringraziando di esserci riuscito nuovamente. Aveva studiato come incassare colpi allo stomaco o al costato, aveva appreso a inghiottire velocemente il sangue metallico in bocca e soprattutto aveva imparato a rialzarsi nonostante le sue ferite chiedessero pietà e tregua.
Ma questa volta no.
Questa volta era a terra, questa volta erano le sue di lacrime a bagnare il terreno, questa volta la battaglia si presentava più ardua di qualsiasi altra avesse mai affrontato.
Sconfitto, era stato sconfitto da lui stesso, dal suo impulso. 
Quelle nuvole coperte d’oro attorno a lui non si alzavano a ricoprire quel chiarore illimitato, non allentavano la presa di posizione, non liberavano le tenebre per concedere un po’ di ombrosa pace a quell’inquieto mondo di anime disperse.
Era evidente, non avrebbe più ammirato le chiare stelle nel cielo, non sarebbe più tornato a casa per l'abbondante cena dalla sua vivace famiglia, non avrebbe più trasalito d’avanti al viso crucciato del suo amico/nemico Vegeta, non avrebbe più sentito il frusciare del vento tra gli alberi verdi delle sue, ormai lontane, montagne.
Pensieri distanti ormai, pensieri confusi.
O più comunemente ricordi.
Era bravo nei combattimenti, era perfetto nel ferire fisicamente il momentaneo avversario, era sempre pronto a salvare le sue persone, ma non era capace, e non lo sarebbe mai stato, nell’aiutare e portare a riva sé stesso.
Nascose allora il viso tra le braccia, disperatamente abbattuto, svogliatamente vinto.
E così, mentre l’oscurità e la solitudine di quell’interminabile luce lo avvolse, una voce dal profondo del suo essere si alzò rimbombando tra le pareti di quel corpo privo di vera carne e calore. Si domandò allora quasi sospirando, quasi trasalendo con quel poco coraggio che ancora gli rimaneva, con voce flebile e sommessa “ Perché piangi, Goku? “
E subito le sue parole, furono inghiottite dall’immensità infinita di quella vita sconosciuta che tanto crudelmente lo attendeva, nonostante il suo pensiero volasse libero verso una Terra ora salva e fiorente.
   
 
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