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Autore: Tazusa    23/12/2011    7 recensioni
Misaki chiede ad Akihiko cosa vuol dire puccioso. Se volete sapere perché Misaki chiede il significato di puccioso non vi resta che leggere la storia. è un po' lunghina, lo so, ma credo che non vi annoierà. Vi anticipo solo che ci sarà una sorella complice. XD
So, Enjoy it!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akihiko Usami, Eri Aikawa, Misaki Takahashi, Nuovo Personaggio, Ryūichirō Isaka
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PICCOLA NOTA DELL’AUTRICE: IN FONDO ALLA STORIA HO SCRITTO QUALCOSA CHE POTREBBE INTERESSARVI, QUINDI VI PREGHEREI DI LEGGERLA. GRAZIE MILLE PER AVER SCELTO DI LEGGERE QUESTA STORIA. SO, ENJOY IT!!!

<< Usagi-san, posso entrare? Disturbo? >> disse Misaki, entrando nello studio dello scrittore.

<< Entra pure. Non mi disturbi mai >> rispose Akihiko, con un sorriso malizioso sulla faccia.

<< Non farti strane idee, Usagi-san. Sono qui solo per farti una domanda >> lo zittì lo studente, avendo capito le intenzioni di Akihiko.

<< Spero di poterti rispondere. Su, fammi la domanda >>

<< Ok. Allora, cosa vuol dire puccioso? >>

<< Puccioso? Perché vuoi saperlo? >>

<< Il fatto è che oggi, in università, una ragazza mi ha detto “Misaki-kun, sei veramente puccioso!”. Lì per lì l’ho solo ringraziata, ma sinceramente ora mi sto seriamente chiedendo se mi ha insultato o mi ha fatto un complimento >>

Akihiko scoppiò in una risata che definire fragorosa è poco. Praticamente si stava sbellicando dalle risate.

<< Perché ridi? Ho capito. Mi ha insultato e ho fatto l’ennesima figuraccia della mia vita da universitario ringraziandola. >> Disse uno sconfortato Misaki, mentre si metteva in un angolino e disegnava cerchi per terra con il suo indice destro.

<< Ma no! Non ti ha insultato. Ti ha solo detto che sei carino! >>

Misaki e Akihiko si voltarono verso la porta. Era Aikawa che, avendo sentito tutto il discorso aveva risposto alla domanda di Misaki al posto di Akihiko.

<< Cosa? Davvero ha detto questo Aikawa-san? >> chiese Misaki, allontanandosi dall’angolino e avvicinandosi ad Aikawa.

<< Sì, Misaki. Puccioso vuol dire carino. >> rispose lei, sorridente all’inverosimile. Cosa abbastanza strana, visto che ogni volta che entrava in quella casa, Aikawa ricordava molto il diavolo. Il diavolo arrabbiato, però.

<< Una ragazza ha detto che sono carino? Wow! È la prima volta che una ragazza mi dice una cosa del genere! >>

Misaki non sapeva se essere più felice o più incredulo da tutto ciò.

<< E quindi una ragazza ti ha definito carino, eh? Interessante >> disse Akihiko con un’espressione che non prometteva nulla di buono.

Misaki, sapendo che quell’atteggiamento di Akihiko non era da prendere come positivo, decise di sviare il discorso su Aikawa.

<< Ehm… Aikawa-san, cosa la porta qui? La consegna del manoscritto non è vicina. >>

<< Sì, infatti. Sono solo passata per portarvi un invito >>

<< Un invito? Per cosa? >> chiese Misaki, ansioso di sapere che tipo di invito fosse.

<< Qualsiasi cosa sia io rifiuto >> disse lapidario Akihiko.

<< Usagi-san! Falla parlare prima di rifiutare! È molto scortese da parte tua! >>

<< Infatti, Sensei. Prima di rifiutare ascolti almeno >>


<< E va bene. Andiamo in salotto, allora >>

Così tutti e tre scesero in salotto. E mentre Misaki preparava il tè, Aikawa e Akihiko si accomodarono sul divano. Poco dopo li raggiunse anche Misaki col tè.

<< Allora di che si tratta, Aikawa? >>

<< Dopodomani ci sarà una festa all’hotel Teito per la presentazione di una nuova scrittrice della Marukawa, e quindi vorremmo che tutti i nostri scrittori fossero presenti in quest’occasione. L’invito vale anche per te, Misaki. Isaka-san ci tiene che venga anche tu. >>

<< Davvero? Sarebbe stupendo andare, Usagi-san! >>

<< Non se ne parla. Odio questo tipo di eventi >>

<< Sensei, la prego! Anche la nuova scrittrice ha espressamente richiesto la sua presenza! E poi non vede come è entusiasta Misaki alla sola idea di partecipare? >>

<< Forza, Usagi-san! Ogni tanto ti fa bene uscire dal tuo studio! E poi la scadenza è lontana, che ti costa prenderti una serata libera? >> e dicendo questo, Misaki guardava Akihiko con gli occhi da cucciolo, non volendo farlo apposta, ma comunque facendo quello sguardo.

<< E va bene. Allora, chi sarebbe questa nuova scrittrice? >> Akihiko ormai aveva ceduto. Non riusciva a resistere agli occhioni da cucciolo del suo Misaki.

<< Il suo vero nome verrà rivelato la sera della festa. Per ora preferisce essere nota con lo pseudonimo che ha usato nella sua carriera letteraria fino ad ora. Tale pseudonimo è Valery Hanson >>

<< Valery Hanson? >> gli occhi di Misaki si sgranarono.

<< Sì, Misaki. La conosci? >>

<< Sì, certo che la conosco! Io non sono un tipo che legge molto, ma i suoi libri li ho letti tutti! >>

<< Davvero? Mi fa piacere! Così dopodomani potrai conoscerla! >>

<< Non ci credo! Finalmente conoscerò la mia scrittrice preferita! >>

Misaki sprizzava gioia da tutti i pori. Era evidente che era molto felice di poter incontrare questa scrittrice.

<< Valery Hanson, eh? Bene, allora se si tratta di lei verrò volentieri >>

<< Eh? >> Misaki e Aikawa erano esterrefatti, non avrebbero mai creduto di udire simili parole da Akihiko.

<< E poi ha chiesto espressamente di me, non posso deludere una mia collega e fan >>

<< Bene, visto che l’invito è stato accettato, io andrei. Mi raccomando, sensei, continui a lavorare e non si riduca come al solito >>

Aikawa si alzò e si diresse verso la porta. Prima di uscire, però, si fermò e disse: << Per la festa è obbligatorio l’abito da sera, non dimenticatelo. Arrivederci! >>

LA SERA DELLA FESTA

<< Usagi-san, mi aiuti con la cravatta? >>

<< Certo, Misaki. Dopo tutte le volte che hai indossato una cravatta ancora non hai imparato come annodarla? >> disse Akihiko, arruffandogli i capelli. 

<< Non prendermi in giro! Sono già nervoso di mio, ora ti ci metti anche tu? >>

<< Scusa, volevo solo sdrammatizzare. So che sei nervoso. Ecco qua. Un nodo perfetto per una cravatta perfettamente intonata ai tuoi occhi >>

<< Non ci provare! Faremo tardi! >> disse Misaki guardando l’orologio << Su! Andiamo! >>

<< Non dimentichi niente, Misaki? >>

<< Non mi sembra. Ora muoviti! >>

Akihiko non disse nulla, semplicemente si avvicinò a Misaki e gli diede un lieve bacio sulle labbra, cogliendo notevolmente di sorpresa il ragazzo.

<< Non preoccuparti. Per stasera mi accontenterò di questo, almeno finché non torneremo a casa dopo la festa >>

<< Smettila di dire stupidaggini e sbrigati ad uscire! >>

<< Ok, ok >>

Durante tutto il tragitto, Misaki non faceva altro che parlare di quanto fosse felice, ma anche ansioso, di conoscere la sua scrittrice preferita. E il povero Akihiko non poté fare altro che ascoltare tutto ciò che diceva il suo fidanzato senza rispondere, sia per non offenderlo, sia per fare in modo da far sfogare a Misaki tutta l’ansia che aveva accumulato in quei due giorni.

Finalmente arrivarono all’hotel, alla cui entrata li aspettavano Aikawa e Isaka.

<< Heilà Akihiko! Salve Chibi-tan! >> li salutò Isaka.

<< Buonasera sensei. Ciao Misaki >> li salutò Aikawa.

<< Buonasera >> risposero Akihiko e Misaki all’unisono.

<< Su, entriamo. Non vorrai far aspettare la tua fan numero uno, Akihiko >>

<< La mia fan numero uno? >>

<< Sì, la tua fan numero uno. O almeno è così che mi ha detto quando ha chiesto che tu ci fossi alla sua presentazione >>

<< E quindi la famosa Valery Hanson si definisce la mia fan numero uno. Che piacevole sorpresa. In questo caso meglio non farla aspettare >>

I quattro entrarono nella hall dell’albergo e si diressero verso la sala in cui si sarebbe tenuta la festa.

<< Wow! È stupendo il modo in cui avete decorato la sala! >> disse Misaki, sinceramente stupito da tutti quei colori vivaci che vedeva in giro

<< È stata Valery a decidere tutto >> spiegò Aikawa << Ha voluto che le decorazioni della sala rispecchiassero il suo carattere allegro e solare >>

E infatti era così. C’erano tutti i colori più vivaci che esistessero. Giallo, fucsia, rosso, arancione, verde, era tutto allegro e solare.

<< Allora, dov’è la mia fan numero uno? >> chiese Akihiko, riportando Misaki alla realtà che tra poco avrebbe incontrato la sua scrittrice preferita.

<< Sta per arrivare. Ha detto che voleva essere perfetta, quindi è da due ore che non fa altro che provarsi vestiti su vestiti. Che vanitose le donne! >> rispose Isaka, sinceramente sfiancato da tutti i vestiti che Valery gli aveva fatto vedere nel pomeriggio, quando l’aveva accompagnata in giro per negozi per tutto il pomeriggio.
<< Speriamo solo che si sbrighi e arrivi in tempo >> aggiunse, mentre si guardava intorno per vedere se erano arrivati tutti gli invitati.

Mentre si guardava intorno, si voltò verso l’entrata, da cui vide arrivare Valery. Alla fine aveva scelto di indossare un tubino nero che ne metteva in evidenza le prosperose forme che aveva, senza però farla risultare volgare.

<<  Oh, eccola. È arrivata giusto in tempo >>

Isaka si diresse verso di lei, non lasciando agli altri tre che erano con lui il tempo di capire chi fosse arrivato.

<< Valery-chan! Che bel vestito! >>

<< Grazie, Isaka-san! È quello che le è piaciuto di più quando l’ho provato oggi pomeriggio, quindi ho deciso di metterlo. Come mi sta? >> disse Valery con uno sguardo da cerbiatta, facendo un giro su se stessa.

<< Ti sta benissimo. Ho avuto ragione a dirti che era perfetto per te. Forza, ora dobbiamo annunciarti così poi dopo potrai fare conoscenza con gli altri scrittori qui presenti. >>

<< Ok! Andiamo! >> rispose Valery, sfoderando un sorriso a trentadue denti.

<< Benissimo >> disse Isaka salendo sul palco dove erano posizionati gli strumenti della band che avrebbe suonato per tutta la serata << La nostra nuova stella è appena arrivata, quindi lascio a lei il microfono, così potrà presentarsi adeguatamente da sola. Un applauso per Valery Hanson! >> e lasciò il posto davanti al microfono alla ragazza.

<< Salve a tutti, è un onore per me essere qui >> disse la ragazza facendo un inchino non molto profondo a causa del vestito << Ringrazio infinitamente Isaka-san per avermi concesso l’onore di essere il mio editore in questa nuova avventura che mi appresto a vivere alla Marukawa. E per questa grande avventura che sta per iniziare, ho deciso, come molti di voi sapranno, di abbandonare lo pseudonimo che mi ha accompagnata dall’inizio della mia carriera fino ad ora. Finora tutti mi avete conosciuta come Valery Hanson, ma da ora in poi riprenderò il mio vero nome, ovvero Honoka Usami. Spero di poter lavorare bene con tutti voi. Grazie per avermi ascoltata e per avermi dedicato il vostro tempo venendo a questa festa. Detto questo non mi resta che augurarvi di passare una splendida serata >> e concluse il suo discorso con un leggero inchino.

Per tutto il discorso, Misaki non poté fare altro che tenere la bocca spalancata, che quasi toccava terra. Non era possibile che quella ragazza fosse lì in quel momento, e che fosse la sua scrittrice preferita.

<< Hey Chibi-tan! Cosa c’è? Quella ragazza è così bella che ti si è mozzato il fiato? >> lo canzonò Isaka.

<< Il fatto è che quella è la sua scrittrice preferita >> disse Aikawa, vedendo che Misaki non accennava a riprendersi dallo stato di shock in cui si trovava dall’inizio del discorso.

<< Non è questo che mi ha sconvolto, Aikawa-san >> disse Misaki, con ancora lo stupore negli occhi

<< Quella è la ragazza che l’altro giorno in università mi ha definito “puccioso” >>

<< È davvero lei? Sapevo che frequentava l’università M, ma non credevo vi conosceste >> rispose una stupita Aikawa << Che bella coincidenza! >>

<< A parte questo. Mi ha sorpreso anche il suo vero nome. Credevo fosse americana, ma dal suo nome capisco che è giapponese. E poi, ha il tuo stesso cognome, Usagi-san! >> continuò Misaki, sempre più confuso.

<< Sì abbiamo lo stesso cognome. Infatti, lei è la mia piccola sorellina >> rispose Akihiko, continuando a fissare quella energica ragazzina che, liberatasi dalla folla di curiosi che l’aveva circondata appena scesa dal palco, si stava dirigendo verso di loro.

<< Nii-san! >> disse Honoka, saltando letteralmente al collo del fratello << Che bello vederti! Sapendo della tua avversione per le feste pensavo non saresti mai venuto! >> disse continuando a stritolare Akihiko.

<< Sappi che è solo perché sei tu che sono venuto. Ma perché non mi hai detto niente nella tua ultima lettera? Se lo avessi saputo fin dall’inizio avrei fatto in modo che tu non avessi Isaka come editore >> rispose Akihiko, abbracciando, e al tempo stesso cercando di togliersi di dosso Honoka.

<< Volevo farti un asorpresa. E poi, Isaka è un bravo editore. Pensa che mi ha anche accompagnata al centro commerciale per comprare un vestito oggi! >> disse Honoka, staccandosi da Akihiko.

<< Oh, scusate la mia scortesia, non mi sono neanche presentata >> rivolgendosi ad Aikawa e Misaki

<< Io sono Honoka Usami, piacere di conoscervi >>

Fece un altro lieve inchino, era il terzo della serata e già non ce la faceva più, e, quando guardò chi aveva di fronte, non seppe trattenere un urletto di gioia.

<< Non ci posso credere! Misaki-kun! Che ci fai qui? >> chiese Honoka, con un tono tra il felice e il sorpreso, allo stupito Misaki

<< Ehm… Bè… Ecco… >>

Misaki non sapeva cosa rispondere. Come poteva dire così a bruciapelo alla sua autrice preferita che viveva con suo fratello?

<< Lui vive con me. Te ne ho parlato spesso nelle mie ultime lettere >> si intromise Akihiko, cercando di far riprendere il povero e sconvolto Misaki.

<< Quindi è Misaki-kun il ragazzo di cui mi hai tanto parlato! Che piacevole coincidenza! >>

Misaki sembrava spaesato da questa risposta. Come poteva essere così felice di sapere che suo fratello viveva con un ragazzino?

<< Val… Ehm… Honoka-san volevo dirle che sono molto onorato di conoscerla. Lei è la mia scrittrice preferita >> provò a dire Misaki, terribilmente imbarazzato da quella situazione.

<< Cosa sono tutte queste formalità, Misaki-kun? Puoi benissimo chiamarmi Honoka-chan! Comunque grazie mille per ritenermi degna di essere la tua scrittrice preferita. Vivendo con Akihiko, pensavo fosse diventato lui il tuo scrittore preferito >> disse Honoka, sinceramente divertita da come Misaki si era rivolto a lei << Rosso come sei ora ti trovo ancora più puccioso! >> aggiunse Honoka, prima di essere trascinata via per alcune foto.

<< Hai una sorella e non me ne hai mai parlato? >>

<< Volevo presentartela solo se ci fosse stata la possibilità di incontrarvi, non perché volessi tenervi nascosti l’uno dall’altra, ma solo perché pensavo che non avresti mai creduto possibile che io avessi una sorella tanto diversa da me. Tutto qui >>

<< In effetti non vi somigliate per niente. Lei non è terrificante come te, anzi, è allegra e spensierata, e non perde occasione di sorridere. Ovvio che non ti avrei creduto se me l’avessi solo descritta senza farmela incontrare. Anche fisicamente non vi assomigliate per niente. Lei è bassina, ha i capelli castani e gli occhi verdi, nessuno direbbe mai che siete fratelli. Anzi, nessuno direbbe mai che siete parenti >>

<< Se stavi cercando di farmi un complimento ti ringrazio, Misaki >>

<< Il complimento non era per te, ma per lei. È un bene che non ti somigli >>

La serata passò tranquilla, Honoka non poté passare molto tempo con suo fratello Akihiko e con Misaki, era la festeggiata, quindi non poteva non occuparsi di pubbliche relazioni quella sera.

<< Finalmente è finita! Sono distrutta! Neanche alla festa per i miei diciotto anni mi sono stancata così tanto! >>
Honoka era distrutta, non era abituata a portare vestiti così stretti e scarpe così dannatamente alte. Lei di solito metteva un paio di jeans e le sue fidate Air max che, anche avendo un po’ di rialzo dietro, di sicuro erano comodissime, quindi stare tutta la sera con un paio di scarpe tacco 12 era stata veramente un’impresa ardua e sfiancante.

<< La festa per i tuoi diciotto anni? Pensavo fossi più grande >> chiese Misaki.

<< Sì, infatti ho 21 anni, proprio come te. Solo che la festa per la mia maggiore età è un qualcosa che non dimenticherò mai >> rispose Honoka.

<< Ma la maggiore età è a venti anni >> Misaki era visibilmente confuso.

<< Qui in Giappone la maggiore età è a venti anni ma, in Italia, dove sono cresciuta e ho sempre vissuto fino all’anno scorso, è a diciotto anni >> spiegò semplicemente lei, cercando di far sparire la confusione di Misaki.

<< Davvero hai vissuto in Italia fino all’anno scorso? Quando ci siamo conosciuti non me l’hai detto! E poi come fai a parlare così fluentemente il giapponese se hai sempre vissuto in Italia? >> Misaki in un attimo era passato dalla confusione alla più pura curiosità.

<< Nonostante io abbia sempre vissuto in Italia da dopo la mia nascita, ogni estate venivo qui in Giappone per stare con Akihiko nii-san, e quindi è grazie a lui se ho imparato il giapponese, sia a parlarlo che a scriverlo, visto che abbiamo sempre mantenuto una fitta corrispondenza sia cartacea che elettronica >>

<< Wow… è incredibile! Sei incredibile! E quali altre lingue parli oltre al giapponese? E come mai hai sempre vissuto in Italia? >>

<< Misaki! Non ti sembra inopportuno fare tutte queste domande? Stai sottoponendo Honoka ad un interrogatorio! >> si intromise Akihiko, consapevole del fatto che quella di Misaki non voleva essere scortesia, in quanto era semplice curiosità.

<< Non ti preoccupare, Nii-san. Misaki-kun è solo curioso di sapere qualcosa di me. In fondo è anche un mio fan >>

<< Lascia stare. Hai trovato un posto dove stare fin quando la tua casa non sarà pronta? Ricordo che mi avevi accennato qualcosa sul prendere una casa qui nelle vicinanze nella tua ultima mail >>

<< Bè… Nii-san… Tu sai quanto ti voglio bene, vero? >> disse Honoka, facendo gli occhi da cucciolo al suo fratellone

<< Honoka, non dirmi che pensavi di stare da me. Tra quanti giorni sarà pronta la tua nuova casa? >> domandò Akihiko, passandosi una mano tra i capelli.

<< Domani. Posso stare da te stanotte? Dai non ti chiedo tanto, mio adorato Nii-san >>

<< Va bene. Se è solo per una notte >>

<< Davvero? >> lo sguardo di Honoka era radioso, come se tutta la stanchezza della serata fosse andata via di colpo << Che bello! Yuppi! >>

<< Ok. Ora calmati, vai a salutare e prendi le tue cose che andiamo, su >>

<< Ok, Nii-san. Farò subitissimo! >>

E davvero fece in fretta. Neanche cinque minuti e tornò da loro con un trolley in una mano e uno zaino nell’altra.

<< Dà qua. Porto io >> così dicendo, Akihiko prese i bagagli di Honoka e li caricò in macchina, facendo cenno a lei e Misaki di salire.

Per tutto il tragitto verso casa, Misaki e Honoka non stettero zitti neanche un secondo. Avevano scoperto di avere in comune molte più cose di quante ne potessero immaginare, e loro due avevano una fervida immaginazione.

Finalmente arrivarono a casa di Akihiko e, cercando di fare meno rumore possibile vista l’ora tarda, i tre salirono nell’appartamento.

<< Benvenuta nella mia umile dimora, Onee-chan >> disse Akihiko con fare teatrale mentre entravano in casa.

<< Se questa è un’umile dimora la casa in cui ho vissuto la mia intera vita non può essere considerata altro che una baracca >> disse Honoka, cercando di assumere un atteggiamento teatrale quanto quello del fratello.

Vedendo i due fratelli comportarsi così, Misaki iniziò a ridere, cercando, senza successo, di trattenersi.

<< Perché ridi, Misaki-kun? >> Honoka lo guardava con aria interrogativa.

<< È solo che sono felice di vedervi così uniti e così allegri. Tutto qui >>

<< Oh, Misaki-kun! Che dolce che sei! Diventi sempre più puccioso! >> disse Honoka, andando ad abbracciare Misaki.

<< Senti Honoka-chan, volevo chiederti una cosa >>

<< Dimmi pure >>

<< Che vuol dire esattamente “puccioso”? Me lo hai detto svariate volte ma ancora non credo di averne chiaro il significato >>

<< Puccioso vuol dire carino! Come fai a non sapere cosa significa? Ormai è un termine che usano tutti! >>

<< Ehm… >>

<< Ragazzi è ora di andare a letto. Su forza. Honoka, ho sistemato le tue cose nella seconda camera a sinistra >>

<< Ok. Oyasumi Nii-san. Oyasumi Misaki-kun >> disse Honoka, avviandosi verso la camera indicata dal fratello.

Venne bloccata da Misaki, che disse << Seconda camera a sinistra? Ma quella è la mia camera! >>

<< Eh? La tua camera? Nii-san, perché mi hai messa nella camera di Misaki-kun? Sai che io mi adatto anche a dormire sul divano >>

<< Non voglio che tu stia scomoda, domani devi concludere il trasloco, e devi essere ben riposata. Misaki potrà dividere la stanza con me, visto che ho un letto matrimoniale >> disse Akihiko, lanciando uno sguardo più che eloquente a Honoka sulle sue intenzioni per la nottata.

<< Ma non mi sembra comunque giusto >> rispose Honoka, nonostante avesse perfettamente compreso le intenzioni del fratello. In fondo, erano pur sempre fidanzati, quindi che problema c’era a dormire insieme? Però volle comunque fare un po’ di scena, giusto per far vedere.

<< Honoka-chan non preoccuparti, dormi pure nella mia camera, dormirò io sul divano >>

<< Sicuro, Misaki-kun? >>

<< Certo. Ora vai a dormire, altrimenti domani durante il trasloco non ti reggerai in piedi >>

<< E va bene. Oyasumi >>

<< Oyasumi >>

E, mentre andava verso la stanza di Misaki, Honoka si girò verso Akihiko, facendogli un gesto di vittoria, a cui Misaki non diede tanta importanza, pensando fosse solo per il fatto di essersi evitata di dormire sul divano.

Assicuratosi che Honoka fosse entrata in camera e avesse chiuso la porta, Akihiko si caricò in spalla Misaki per portarselo in camera.

<< Baka Usagi!!! Mettimi giù!!! Non hai sentito che dormo sul divano? >>

<< Non se ne parla. E poi ti avevo avvertito che quando saremmo tornati dalla festa la tua nottata non sarebbe stata tranquilla >> disse Akihiko, continuando a portarsi in spalla Misaki, con un sorriso poco rassicurante stampato sul viso.

In quel momento a Misaki venne un’idea che, per quanto potesse sembrare assurda forse era la più probabile.

<< Dimmi un po’… Non avrai raccontato di noi a Honoka, chiedendole di farti da complice per farmi dormire con te stanotte? Vero? >>

<< Non so di cosa tu stia parlando, Misaki. So solo che questa notte dormiremo poco, o non dormiremo per niente >>

Con queste parole, Akihiko chiuse la porta della sua camera e posò Misaki sul suo letto.

Intanto Honoka, che era nella camera di Misaki, sorrideva sorniona mentre si metteva il pigiama.

Che i sospetti di Misaki su di un’alleanza tra i fratelli Usami non fossero poi così infondati?

- FINE -

Piccola nota dell’autrice:
Salve a tutti voi che avete letto questa piccola storiella che ho scritto. Grazie mille per averlo fatto, spero che qualcuno abbia la buona volontà di recensire e farmi sapere se ci sono cose che non vanno in ciò che ho scritto. (qualcosina che non va credo che siano le ripetizioni, ma non so proprio come rimediare a questo bruttissimo difetto che ho nello scrivere)
Detto questo mi resta da dirvi soltanto di restare sintonizzati sulle mie frequenze (mi sento tanto speaker radiofonico XD ) in quanto ho intenzione (quando avrò un po’ di tempo libero dall’università visto che ho degli esami a inizio gennaio) di scrivere del passato di Honoka (perché ha vissuto separata dalla sua famiglia, come ha vissuto in Italia, ecc.) e di scrivere anche cosa succede nella camera di Akihiko durante la notte.
Come avrete notato, il titolo della storia è una semplice parola, che io ho scelto a caso e da cui sono partita per scrivere poi tutto il resto. Questo perché ho deciso di scrivere una serie di storie su Junjou partendo ogni volta da una singola parola presa a caso. Spero che l’idea vi piaccia. Detto questo non mi resta da dirvi che “Arrivederci!”
  
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