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Autore: Beatrix_    23/12/2011    4 recensioni
Disagi meteorologici esagerati, una banda di arzilli vecchietti e un'idea per passare il tempo il giorno di Natale: l'importante è saper stare al gioco.
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dlin Dlon.Trenitalia è lieta di informarvi che il ritardo accumulato è sceso a quattro ore e quarantacinque minuti. Auguriamo un buon viaggio a tutti i passeggeri ed un buon Natale!
“Tombola! Te l’avevo detto che le ore sarebbero state quattro!” l’arzillo vecchietto del posto 53 si alza in piedi sventolando la sua schedina e reclamando a gran voce la vincita.
“Sì, ma hai sbagliato sui minuti! Quindici! Suvvia, tanto ottimismo non lo vedevo dai tempi di… di…” il compagno del posto 52 non sembra affatto intenzionato a dargli ragione così facilmente.
“Hanno chiamato il numero quattro? Sa, io non ci sento bene da questo orecchio…”
“No signora, era il quattordici…” Mara sospira e si volta nuovamente verso il finestrino mentre dal fondo della carrozza vengono gridati i successivi tre numeri presi, nell’ordine, dal cap sulla valigia più vicina all’uscita, dal numero di presenti sul vagone e dall’ora: diciassette e otto minuti.
Fuori, la neve ricopre ogni cosa ed altra ne continua a cadere. Nevica. Nevica da ben sedici ore e quarantasei minuti, come se ce ne fosse ancora bisogno.
Tutta l’Italia bloccata dalla neve. Sono tre giorni che il gelo intenso ha paralizzato qualsiasi mezzo di trasporto e, alla fine, l’unica soluzione rimasta è stata prendere il treno, proprio il giorno di Natale: Mara credeva di trovarlo deserto. Invece è pieno di gente, neanche tanto normale. Sospetta di esser finita nello stesso vagone di una casa di riposo in gita ricreativa ma mancano gli infermieri e, a giudicare da come si sono attrezzati i vecchietti, potrebbe benissimo essere capitata in un circolo di dipendenti dal gioco.
Sono fermi da ben quattro ore in quel luogo senza nome e dimenticato da Dio e non sa se e quando riusciranno mai a raggiungere la prossima stazione.
Intanto la casa di riposo ha messo su una bisca clandestina dall’improbabile nome di tombola natalizia che regala oggetti personali di dubbio gusto e dubbio valore racimolati dalla vendita delle cartelle. Non ha ben capito il meccanismo ma sparare cifre a caso pare essere una delle componenti fondamentali.
“Vuole compare una cartella?” Questa volta hanno mandato la vecchina del posto 36 a raccogliere offerte per i premi.
“Certo!” risponde la ragazza con un sorriso. “Ho… dunque, vediamo… un pacchetto di fazzoletti?” chiede speranzosa estraendo l’oggetto dalla borsa, “è ancora tutto pieno!”
“Sì cara, penso possa andare bene,” le risponde la donna guardando desiderosa la tavoletta di cioccolata che si intravede nella borsa della ragazza. Eh, no, quella no! pensa Mara contrariata: quando si è bloccati su un treno in mezzo al nulla, il cibo diventa quanto di più prezioso si possieda. Seguono libri e sudoku mentre al momento si sente piuttosto incline a regalare il lettore mp3, tanto si è scaricato.
La donna le consegna un foglietto pieno di cifre scritte tanto fitte da intrecciare gli occhi e si allontana, curva su se stessa.
“Mi raccomando, spero che sia una fortunata! Quella che mi hanno dato la scorsa partita non mi ha fatto vincere nulla!” aggiunge Mara con un sorriso gentile.
“Non preoccuparti tesoro, l’ho scritta io personalmente!” ecco perché i numeri sembrano cinesi piuttosto che arabi, pensa la ragazza con sarcasmo.
Con lo sguardo, scorre velocemente le cifre per sapere cosa l’aspetterà nella prossima mezz’ora: 82, 43, 65, 22, 138… no, un momento, il 138 non esiste, dunque… il 13 non le piace perciò diventeranno 1 e 38, decide prendendo la penna e tracciando una stanghetta tra i numeri troppo attaccati.
Guardandosi intorno, si rende conto che la vendita delle cartelle durerà ancora un buon quarto d’ora e nel frattempo la noia l’avrà già raggiunta… e superata! Fissa sconsolata Guerra e Pace e Infinite Jest, entrambi già letti, ed è tentata di iniziare La recherche, quando il buon senso le consiglia di riservarsela per la serata… e la nottata, viste le condizioni meteorologiche. Si guarda intorno circospetta, meditando se addentare o meno un quadratino di cioccolata e alla fine cede alla tentazione, nascondendosi per bene sotto il tavolino per non essere notata. Il cibo è la merce più rara in queste condizioni, si ricorda circospetta.
Quando alza di nuovo lo sguardo non può credere ai suoi occhi: è una persona con età inferiore ai settant’anni, quella che sta entrando nel vagone? Sembrerebbe proprio di sì! Un ragazzo di venticinque, trent’anni al massimo, si guarda intorno spaurito mentre la vecchina del posto 36 è già pronta a vendergli una cartella in cambio della sua sciarpa.
Deve far qualcosa: presto anche il riscaldamento li abbandonerà – Mara ne è certa – e allora i vestiti diventeranno ancora più quotati del cibo, non può assolutamente permettergli di privarsi di un indumento così prezioso!
“Gliela compro io una cartella!” ha quasi gridato, nel goffo tentativo di precipitarsi in tempo sul luogo della trattativa. La vecchina si gira, leggermente perplessa, ma non proferisce parola.
“Per… uhm, vediamo… questa rivista di enigmistica?” chiede speranzosa: è già tutta completata ma la casa di risposo non si formalizza mai di fronte a simili sciocchezze.
La venditrice la sfoglia sovrappensiero poi sorride sdentata: “Va bene cara! Ecco a lei!” aggiunge porgendo il pezzetto di carta al ragazzo che, di tutta la storia, deve aver capito ben poco.
Mara lo prende per un polso e lo trascina a sedere nel posto di fronte al suo.
“Ma sei matto ad entrare qui?” gli chiede aggrottando le sopracciglia. Quello se ne sta seduto sulle spine, ancora spaesato e muto, e la guarda come se fosse un alieno.
“Ce l’hai un nome almeno?” chiede ancora lei, sperando in una conversazione decente dopo dieci ore di ottuagenari farneticanti fissati con i numeri.
“Come… come si usa?” chiede invece lui a mo’ di risposta, rigirandosi tra le mani il foglietto pieno di cifre.
Mara si stringe nelle spalle e sospira rassegnata: troppo tardi, anche lui è stato risucchiato nel vortice del gioco d’azzardo della tombola natalizia.
“Mmm… più o meno come vuoi. Ci leggi un po’ i numeri che ti pare, fra poco inizieranno a chiamarli in modo del tutto sconclusionato e se ce li hai li cancelli con la penna. Quando completi una fila, o una colonna, o qualsiasi altra figura, geometrica e non, ti piaccia vederci reclami un premio. Se annerisci tutti i numeri hai fatto tombola,” riassume concisa.
“Allora, dove sei diretto?” chiede poi, cercando di sviare l’attenzione del ragazzo.
“Uh, io… devo arrivare ad Ancona…” risponde quello, senza staccare gli occhi dai numeri.
“SETTANTOTTO!” gridano dal posto 42. Perfetto, questa volta lo speaker è nel mezzo della carrozza e ha anche una voce bella forte! L’ultima volta ha fatto uno sforzo immane per riuscire a sentire… non che importi molto sentire i numeri giusti…
“Ah, beato te! Io vado fino a Bari, pensa un po’!” risponde Mara, cercando di ignorare il TRENTACINQUE gridato proprio nella loro direzione: distrarsi durante la tombola è segno di maleducazione.
“Come mai…”
“Sto viaggiando in treno il giorno di Natale? Sono tre giorni che cerco di tornare a casa ma a quanto pare la natura quest’anno ce l’ha con noi.”
Mara scarabocchia a caso la sua cartella, cercando di trovare un senso logico ai punti neri per reclamare un premio.
“Stessa cosa! Quando tre giorni fa hanno dichiarato che avrebbero annullato tutti i voli non potevo crederci!” risponde lo sconosciuto con più entusiasmo di quanto gliene abbia mai visto nei dieci minuti che si conoscono.
“Io invece sono stata davvero contenta, la notizia mi ha illuminato la giornata! Ovvio, non credevo che sarebbe durato così tanto questa specie di sciopero meteorologico…”
“Ti ha… illuminato la giornata?”
“OTTANTACINQUE”
“No! Ho il sessantacinque! Pensi che andrà bene lo stesso?” chiede più a se stessa che al ragazzo che ha di fronte, il quale ha ripreso a guardarla con aria interrogativa.
“Beh, sì, detesto la mia famiglia, il pensiero di poter rimanere ancora qualche giorno a casa mia, dall’altro lato dell’Italia, mi aveva decisamente esaltata…” risponde mordicchiando pensierosa l’estremità della penna.
“E…perché stai andando da loro, se li detesti?”
Mara si stringe nelle spalle; domanda scontata.
“Sai come si dice, no? A Natale con i tuoi…”
Risposta ancor più scontata.
“Ah, sì, giusto.”
“SEDICI!”
“Comunque non ho idea di come ti sia venuto in mente di entrare in questo vagone.”
“Ehm…” sembra proprio che neanche lui ne abbia idea e che, anzi, se ne sia ampiamente pentito, “mi stavo… uhm… annoiando, credo.”
“Ehi! Non hai annerito nessuna casella!”
“Ehm, è che… non sono riuscito a seguire,” ammette imbarazzato.
“Uff! Mi hai fatto sprecare un intero quaderno di enigmistica! A proposito, mi raccomando: non separarti mai dalla tua sciarpa! E da nessun’altro capo d’abbigliamento, intesi? Secondo me tra poco anche il riscaldamento ci lascerà a piedi, dopo la corrente…” Mara getta uno sguardo nostalgico alla presa della corrente e al suo lettore mp3, morto.
“S-sì, ho capito…” risponde il ragazzo con poca convinzione.
“E il cibo! Mi raccomando al cibo! Non darlo a nessuno, per nessun motivo al mondo! E cerca anche di mangiarlo con parsimonia, visto che, secondo le mie stime, prima di San Silvestro non scenderemo da qui.”
A questa previsione la faccia dell’altro assume un’espressione di puro terrore ma rimane in silenzio, perso nella sua personale e razionalissima angoscia che il resto dei passeggeri sembra non percepire.
Forse è merito della tombola, pensa per un momento.
“Tieni,” Mara, con un’espressione indecifrabile sul volto, gli sta porgendo un quadratino di cioccolata.
“N-non avevi detto che non bisogna separarsi dal cibo?” chiede lui leggermente scettico.
“Sì, è vero, l’ho detto, ma se devo essere sincera mi stai facendo un po’ pena. Prima ho esagerato comunque, sono sicura che per Santo Stefano saremo ognuno al caldo nella propria casa,” risponde gettando un’occhiata fugace all’orologio: le diciotto e quarantanove; forse non è più tanto sicura che per Santo Stefano sarà scesa da quel treno.
“QUARANTANOVE!” sente gridare, come se le avessero letto nel pensiero. Bene, almeno il quarantanove sulla cartella c’è, non dovrà neanche inventarselo! “A proposito! Non te l’ho detto ma puoi aggiungere dei numeri, se vuoi!”
“Aggiungere?!?” lo sconosciuto la fissa sbalordito, “lo scopo della tombola è quella di eliminarli, i numeri, che senso avrebbe aggiungerne degli altri?!?”
Mara scuote la testa, intimamente convinta della limitatezza del suo nuovo amico.
“Beh, se per tanto tempo non riesci ad annerire una casella, puoi aggiungere l’ultimo numero chiamato e cancellarlo, così, per tirarti su il morale!” spiega pazientemente. L’altro non risponde, probabilmente messo al tappeto dalla logica ferrea dell’argomentazione.
“Da quanto siamo fermi?” chiede invece dopo aver ascoltato in silenzio i successivi tre numeri.
“Boh, per quanto ne so io da almeno sei ore ma non mi ricordo molto bene…” risponde lei con un’alzata di spalle. Chissà perché il tempo è così determinante per tutti… per tutti tranne che per la casa di riposo, ovvio.
“OTTANTOTTO!” gridano da qualche parte ma Mara lo sente a malapena: si è quasi addormentata. No, non può addormentarsi, non è contemplato dormire in treno!
“Tu dici che ce l’hanno un caffè in questo posto?” chiede al ragazzo che, per qualche strano motivo, non è ancora scappato a gambe levate.
“Ne dubito… nessuno del personale si fa più vedere in giro da… beh, da un po’. Non siamo riusciti a scovarli, ci hanno lasciato soli in compagnia della voce metallica…”
Lei getta l’ennesima occhiata fuori dal finestrino, stropicciandosi gli occhi, ma tutto ciò che riesce a vedere è il buio. Odia quando fa buio così presto! Proprio in quel momento, sente qualcosa nel sedile che la trascina, una forza contro l’inerzia un…
“Ci stiamo muovendo!!” quasi lo grida, tanta la sorpresa. La notizia viene accolta da scoppi di gioia lungo tutti i sedili, la coppia del tavolo 20 brinda con le bottigliette d’acqua, più giù qualcuno osa festeggiare addentando l’ultimo panino rimasto.
Dlin Dlon.Trenitalia è lieta di informarvi che la circolazione dei treni è ripresa. La freccia argento sette uno uno sette arriverà ad Ancona fra trenta minuti, con un ritardo di cinque ore e trenta minuti. Fra pochi minuti il nostro personale passerà tra le carrozze per offrire ai passeggeri una fetta di panettone o pandoro per scusarsi del ritardo e dei conseguenti disagi. La compagnia coglie l’occasione per augurarvi un buon Natale e un buon viaggio!
“Settantuno e diciassette… no, aspetta, settantuno, uno e sette del numero del treno, cinque e trenta del ritardo…. TOMBOLA!”
 

***
Note: Scritta per la Gift Box Challenge su FanWorld.it
Colgo l'occasione per augurare a tutti gli eventuali lettori Buon Natale e buone feste =)
  
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