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Autore: AyrinL    23/12/2011    2 recensioni
One- shot liberamente ispirata all'omonimo film di Woody Allen,con qualche modifica (:
"Io penso che l'amore vero e autentico crei una tregua dalla morte... La vigliaccheria deriva dal non amare o dall'amare male che è la stessa cosa. Quando un uomo che è vero e coraggioso guarda la morte dritta in faccia è perché ama con sufficiente passione da fugare la morte dalla sua mente finché lei non ritorna come fa con tutti... e allora bisogna di nuovo far bene l'amore."
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaine Anderson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le parti in corsivo sono tratte dal film !
 
 
Che Blaine Anderson da un po’ di tempo avesse seri problemi con l’alcool lo sapevano tutti.
Era cambiato da un giorno all’altro  , a quanto pare dopo la rottura col suo fidanzato Kurt Hummel. Da quando convivevano le cose s’erano fatti difficili,poi c’era quel Sebastian… una sera di metà dicembre ci fu l’ultima furibonda lite,e il signor Hummel decise di abbandonare l’appartamento e tornarsene in America. Dopo aver  lavorato tanto per trasferirsi li,a Parigi,insieme.
Il loro sogno Europeo persisteva nelle loro menti già da fin troppo tempo,e alla fine ci riuscirono. Si trasferirono dopo il college,entrambi lavoravano in una compagnia teatrale e cominciarono la loro difficile gavetta.
Ma il sogno si sgretolò di fronte ai loro occhi, e furono costretti a rivalutare tutto: la loro vita,i loro progetti,perfino se stessi. Semplicemente,era tutto finito,e dovevano ricominciare da soli,rialzarsi senza l’aiuto dell’altro.
In quell’appartamento restava solamente un letto occupato a metà,un armadio vuoto,una finestra dalla quale si poteva ammirare tutto lo spettacolo della Torre Eiffel.
E una montagna di bottiglie di vino e whiskey. Ve ne erano sparse ovunque.
Da un giorno all’altro Blaine era diventata un’altra persona: non salutava più gli anziani signori che vivevano negli appartamenti affianco al loro. Non mostrava più quel suo sorriso fiero e luminoso. I suoi occhi avevano perso quella luce dorata . Gli unici rapporti effettivi  che aveva erano con la sua amata bottiglia di Vodka alla fragola. Quei due si facevano i più grandi discorsi sulla letteratura e sulla filosofia.
Era la sera del 22 dicembre quando Blaine uscì dal bar  che frequentava ormai da quasi un mese.  Camminava per le strade senza nessuna meta,e quella sera non era neanche tanto ubriaco. Aveva solamente le guance rosse per il vino, una sensazione di calore in viso e una leggera sonnolenza. Solitamente stava peggio,più di una volta finì in ospedale.
Ci fu un tuono improvviso e la pioggia cominciò a scendere. In quel momento ebbe un flashback…
 
 
 
- Kurt,mio dio,che sogno essere qui! Non trovi che sia fantastica questa città?
- Blaine,che ti succede? Ci siamo trasferiti già da circa un mese,parli come se fossimo appena arrivati.
- Si ma, da quando siamo arrivati non era mai piovuto…Ti rendi conto di che schianto sia questa città sotto la pioggia?! Immaginatela negli anni venti! Parigi negli anni venti! Sotto la pioggia, gli artisti, gli scrittori.
 
 
 
Lo pensava ancora. Credeva che non ci fosse niente di più bello della pioggia,e delle luci soffuse che si nascondevano dietro lo strato di nebbia… ma a Parigi , anche con il peggior clima,con il vento ,la pioggia, e i temporali,sopra le loro teste erano sempre visibili le stelle. Quelle erano sempre li,non volevano andarsene. Non volevano rinunciare a illuminare la città più bella del pianeta.
Blaine alzò il capo verso il cielo. Le stelle non c’erano più.
Si fermò e si sedette su degli scalini al riparo dalla pioggia. Sentiva la fiacchezza e il freddo penetrare le sue ossa.
Un campanile iniziò quasi a tuonare: i rintocchi della mezzanotte si diffondevano forti ,e a Blaine quel suono fastidioso dava ancora di più la testa. Si coprì le orecchie e chiuse gli occhi. Voleva tanto tornarsene a casa e affondare nelle coperte,dormire un lungo sonno senza sogni,e poi , svegliarsi l’indomani. Anche se ogni sera pregava di non risvegliarsi più il giorno dopo.
Le campane smisero di suonare. Blaine riaprì gli occhi , aveva anche smesso di piovere. Sbuffò,fece per alzarsi ma dovette risedersi ,la testa gli girava talmente tanto da sembrare di stare su una giostra.
In quel momento , arrivò da lontano un’auto. Ma non era un’auto qualunque: sembrava essere un’automobile d’epoca,una Peugeot vecchio stile,dal colore verde smeraldo con grosse ruote e grosse porte in oro.
“Cavoli,è bellissima!” . Blaine adorava le cose d’epoca,gli oggetti vintage,tutto ciò fosse antiquarato. Anzi,spesso,si ritrova a fantasticare sui tempi passati,agli anni Venti,agli Cinquanta,Sessanta… come se lui stesso li avesse vissuto in persona. Pensava a Hemingway,Fitzegrald,e a i tanti scrittori di quel periodo…a Dalì e Picasso…pensava ai Beatles e ad Elvis.
Qualcuno un giorno addirittura gli disse che esisteva una sindrome di Freud… e secondo questa strana diagnosi Blaine era un uomo che preferiva proiettare la sua vita in un ‘ epoca passata,solamente perché non riusciva ad accettare la sua situazione nel presente.
“Beh,un fondo di verità c’è. Ma sono solamente un sognatore…che spera di non diventare cinico con gli anni…”
Blaine non diventò mai un  cinico realista. Anche in quel periodo di crisi,rimase lo stesso sognatore di sempre,sempre con la sua utopia,quell’utopia che ogni giorno bussava alle porte e s’impossessava del suo cervello.Il mondo è sempre meno grigio per i sognatori come lui.
L’imponente macchina si fermò proprio davanti a lui, si sentiva un baccano provenire dall’interno.
Venez garçon, venez!
Delle voci femminili lo chiamavano. Blaine si avvicinò piano,prima attirato dalla bellezza di quella macchina,poi dalle urla.
Venez garçon! Ma chi c’era?
-       Ehm..no,scusate,dovete aver sbagliato persona,io…
Scese una ragazza. Aprì lo sportello sporgendo fuori la gamba vestita da calze a reti. Portava una gonna di pizzo e una pelliccia nera. In testa una fascia con delle piume vicino le tempie.
Era vestita…strana. Si avvicinò a Blaine barcollando e ridendo,con un bicchiere in mano riempito di…champagne,pensò Blaine,a giudicare dall’odore forte. Prese il ragazzo per un braccio e lo spinse dentro la macchina. Altre 4 ragazze vestite ugualmente strane con mille gioielli al collo  sedevano sui sedili in pelle . La ragazza che lo spinse dentro cominciò ad avvicinarsi,sorridendo languidamente e con uno sguardo malizioso gli lasciò un bacio sulla guancia,soffermandosi sullo strato di barba  incolta e indugiando fin troppo a lungo sugli occhi castano di Blaine.
Era inevitabilmente pazza. O ubriaca,a giudicare dall’odore d’alcool.  
Un’altra ragazza cominciò ad avvicinarsi: pensò che effettivamente era la donna più bella che avesse mai visto.
“Cavolo Blaine,adesso ti metti a fare l’etero?”
Quella donna era estremamente sexy: portava un abito bianco che si poggiava delicatamente su quei fianchi  tondi, aveva i capelli biondi,ricci e corti fino alla nuca,un riccio sbarazzino gli scendeva sulla fronte nascondendogli un occhio. Aveva il rossetto completamente sbavato,sorseggiava il suo champagne e guardava maliziosamente Blaine. Si avvicinò ulteriormente e gli poggiò una mano sulla coscia. Blaine la tolse subito e la donna la guardò con uno sguardo  fasullo d’offesa.
-       Ehm… no,signorina,ho altri gusti..-
-       Eh allora?
Una ragazza dai lineamenti ispanici  e dai lunghi capelli neri seduta accanto a quella riccia cominciò a ridere.
-       Oh Marilyn,hai sentito?
-       Chi potrebbe mai rifiutare il sogno proibito di tutta l’America?
-       Mi scusi ma,lei chi è?ù
-       Chi sono io? Oh,ragazze,non mi conosce… - e rivolgendosi alla ragazza – Santana! Avanti,digli,chi sono io?
-       Povero sciocco uomo..questi francesi…pensate di capirne di cinema più di noi americani,ma poi… svitato,lei è …Marilyn! La grandissima Marilyn Monroe!- concluse la frase con un gesto teatrale della mano.
 
-       Si certo,come no… e poi Miss Monroe è morta almeno cinquant’anni fa!
 
Marilyn lo guardò allibita.
-       Hey,cosa sei,un tipo dal futuro? Beh,forse,sei vestito così….così strano! Dov’è la cravatta?
-       Perché dovrei mettere la cravatta?
-       Tutti i veri signori portano la cravatta.
 
Blaine si portò una mano alla testa,mentre le donne continuavano  a parlare ad alta voce,muovendosi fin troppo in quello spazio stretto. Ma cosa stava succedendo? Chi erano quelle persone? Oh ma quanto era stato stupido ad entrare?
Smise di pensare quando la macchina si fermò di colpo.
 
-       Uuh,siamo arrivate! Forzaaa!
Le due ragazze spintonarono Blaine dalla macchina. Si ritrovarono di fronte un palazzo lussuoso. Davanti a loro un’impotente portone in d’oro massiccio. Dall’interno si poteva udire un grande frastuono. Un uomo alto  si eresse di fronte “Marilyn” ,fece un inchino e poi disse:
-       Signorina Monroe,benvenuta. E’ un onore averla qui. Prego,accomodatevi.
-       Grazie mon cheri,andiamo ! – e cominciò a dirigersi verso quel locale muovendo esageratamente i fianchi,con la sua amica alla stregua che lo prese sottobraccio.
-       Suuu avanti,non fare il timido!
 
In pochi secondi si ritrovaronoin un locale colmo di gente vestita oltremodo elegante, signori dall’aria un po’ snob e donne dai lunghi abiti che si divertivano e ballavano al ritmo di jazz.
Ma se quella donna era davvero la Monroe,perché nessuno sembrava darle retta? Si,dai,era solamente una pazza.
Marilyn si faceva spazio tra le gente,di tanto in tanto qualcuno la salutava.
-       Ciao Marilyn!
Le faceva solamente un cenno della mano. Ma che snob e diva del cavolo. Manco fosse davvero lei.
Santana,che era rimasta accanto a lui,ad un certo punto gli sussrrò all’orecchio: - Vuoi conoscere un po’’ di gente importante?
Non fece in tempo a rispondere che Santana lo spinse verso una coppia di giovani signori dall’aria divertita.
-       Ciao ragazzi! Lui è un mio amico…eehm..
-       Blaine.
-       Oh,si..lui è Blaine.
Una signora dai capelli castano dorato dall’aria sbarazzina porse la mano a Blaine. Oh ,si,evidentemente doveva trattarsi di un bacia mano. E così fece.
-       Molto piacere.
-       Molto piacere giovanotto- . il signore accanto la donna lo guardò sorridendo mentre sorseggiava il suo bicchiere.
-       Eh,voi siete..?
I tre lo guardarono allibiti.
-       Oh cavoli,ma dove vivi?- Santana sbottò dandogli una forte pacca sulla spalla – Lei è la signora Fitzgerald. Zelda Fitzgerald. E lui è suo marito,lo scrittore,Scott. Scott Fitzgerald.
 
“Dio mio. Ok,sto sognando. E’ tutto fin troppo strano. “
-       Tutto bene ragazzo?
-       -Ehm ,si … cioè,voi due vi chiamate come..come…lo scrittore,si…
-       Si Blaine,sono io,Fitzgerald lo scrittore. Oh mio dio Santana,non mi avrai portato un fanatico sull’orlo di svenire.
Sua moglie Zelda scoppiò in una fragorosa risata guardando di traverso Blaine.
-       Oh , no,no..è solo che..sa,devo avere un tantino bevuto…e….e…si insomma…
-       Oh ti capisco figliolo,il vino rosso mi fa lo stesso effetto.
-       Ma dove siamo?
-       A Parigi,ovviamente! Anni Venti! Non la senti la musica Jazz ? Oh,vedi li in fondo c’è la signorina Coco…Coco Chanel,ovviamente…
“Ok,Blaine,molto probabilmente starai sognando. Si,deve essere per forza così..ma,ok,è un sogno si,ma cavoli,è..bellissimo! E’ Parigi degli anni Venti,Marilyn Monroe ha flirtato con me. Sto parlando con Scott Fitzgerald e sua moglie. Non voglio svegliarmi mai più!”
Blaine cambiò improvvisamente espressione e un sorriso ampio comparse sul suo viso. A quella vista,Santana esclamò ad alta voce:
-       Mio Dio finalmente! Non avevi sfoggiato questo meraviglioso sorriso per niente da quando ti abbiamo caricato in macchina. Sapete,la signorina Monroe prima ci ha spudoratamente provato con lui,nonostante sia ubriaca marcia,e sapete che ha detto il signorino? Ho altri gusti.
Il trio scoppiò in una fragorosa risata e Blaine arrossì in modo esagerato. Abbassò lo sguardo e fece un sorriso timido. Ma , perché doveva nascondersi? Era pur sempre un sogno? Il suo sogno! E allora si tolse la giacca,prese un bicchiere , e cominciò ad urlare a gran voce:
-       Si,sono gay! Avete sentito bene gente! UUh!
La gente cominciò a ridere.
-       Ringrazia il cielo che sono tutti ubriachi,o altrimenti non avresti ricevuti di certo questi applausi…
Un signre seduto poco più in la’ parlò a Blaine con tono serio. Si accese una sigaretta e invitò Blaine a sedersi,il quale,obbedì.
-       Ragazzo,amo questo modo di fare. Ma stai attento: i tempi non sono ancora progrediti. La gente è ancora rinchiusa nei suoi schemi fissi , nella morsa dei pregiudizi. Non farlo mai più.
-       Ma lei chi è…
-       Guarda,siamo ancora al degrado sociale e morale di vent’anni fa. Vent’anni fa Oscar Wilde moriva povero dopo una lunga prigionia,solamente per i suoi scandali omosessuali. Non vorrai fare la stessa fine.
-       Vent’anni fa? Oh…
-       Comunque sono l’unica persona a quanto pare ad accettare la libertà d’amore in questa città,anzi..in questo modo.
-       Lei ha un’aria vagamente familiare…
-       Sono Ernest. Lo scrittore. Ernest Hemingway.
Blaine spalancò gli occhi e quasi urlò dalla gioia.  Ernest fece un sorriso beffardo.
-       Oh,vedo che ti piaccio,ma che tenero!
-       Io…io la amo!
-       Altolà, piano,sei…sei gay,a me piacciono le donne…
-       No no,nel senso artistico,io amo la sua arte,i suoi libri sono la cosa che più mi ispirano..la sua visione della vita,la sua concezione della morte…
-       Oh,un altro amante della morte come me. Ascolta ,io vado a  fare un giro,non mi va di restare qui. Fuori deve anche aver smesso di piovere. Vieni?
-       Ne sarei onorato,signore…
-       E’ solo una passeggiata,non ti sto mica concedendo l’accesso a sud dell’Equatore,se sai cosa intendo…
Blaine rise. E allo stesso momento gli si gonfiò il cuore di nostalgia.
“A sud dell’Equatore…” 
Kurt.
Blaine accettò e uscirono fuori. Camminarono per diversi isolati,dopo di che Ernest spezzò il silenzio:
-       Dicevi..dicevi che ti piace la mia concezione dell’amore…
-       Beh,si…
-       E dimmi,giovanotto: perché?
-       Forse perché mi ci rispecchio completamente. Sono sicuro di essere morto dentro: il mio cuore non batte più da giorni,la mia anima è spenta.
-       Lei è fidanzato?
-       Lo ero.
-       Come si chiamava?
-       Kurt…ma che importanza ha?
-       Oh,nessuna…mi piace impicciarmi negli affari della gente,soprattutto se si tratta di questioni sentimentali.
-       Allora perché non scrive di tutti quei vip del locale? Su Marilyn,i signori Fitzgerald…
-       Oh,per favore. Non riesco a vedere quello come amore vero. Io preferisco l’amore delle persone normali. Quello è un amore puro e libero da ogni convinzione. Comunque,dimmi , e hai paura di questa morte che ti assale l’anima ogni giorno?
-       Si. E’ la mia paura più grande.
-       Hai mai avuto altri rapporti dopo di lui?
-       Beh si…forse per rimpiazzare il suo ricordo.
-       E quando fai l'amore con quel qualcuno senti una vera e bellissima passione e almeno per quel momento dimentichi la paura della morte?
- No, no... questo non succede.
- Io penso che l'amore vero e autentico crei una tregua dalla morte... La vigliaccheria deriva dal non amare o dall'amare male che è la stessa cosa. Quando un uomo che è vero e coraggioso guarda la morte dritta in faccia è perché ama con sufficiente passione da fugare la morte dalla sua mente finché lei non ritorna come fa con tutti... e allora bisogna di nuovo far bene l'amore.

-       Io … non capisco!
-       Tutti gli uomini temono la morte. È una paura naturale che ci consuma tutti. Temiamo la morte perché sentiamo che non abbiamo amato abbastanza o non abbiamo amato affatto. Comunque, quando fai l'amore con una donna davvero eccezionale, una che merita il massimo rispetto in questo mondo e che ti fa sentire davvero potente, quella paura della morte sparisce completamente. Perché quando condividi il tuo corpo ed il tuo cuore con una donna eccezionale il mondo svanisce.La morte non indugia più nella mente. La paura non annebbia più il tuo cuore. Solo la passione per vivere, e per amare, diventa la tua unica realtà. Questo non è un compito facile, per esso ci vuole un insormontabile coraggio.
 
 
 
Blaine rimase estasiato da quella parole. Si bloccò un attimo,poi si volse verso lo scrittore: ma non c’era più.
Si ritrovò esattamente nel punto dove era cominciato quello strano sogno.
Quelle parole gli avevano lacerato il cuore. Gli erano entrate dentro come una mina ed era scoppiato tutto dentro. E adesso sentiva le lacrime amare  scivolare veloci e rincorrersi. La testa gli faceva un gran male. Poteva reggere il peso di quel discorso? Adesso la sua mente si divertiva a giocare brutti scherzi in quel modo? Il suo inconscio gli mostrava cose che aveva dentro di se ma che ancora non erano uscite fuori,dunque?
Si sentiva uno schifo. Un verme.
Aveva gettato all’aria tutto quel grande amore. Per cosa poi? Per una notte di sesso con un ragazzo forse più sexy?
Perché non aveva capito prima di quale gioiello aveva tra le mani?
 
Blaine prese una decisione: l’indomani,quando si sarebbe svegliato,avrebbe preso tutta la sua roba e sarebbe tornato a Lima,dove Kurt si era nuovamente trasferito dopo la rottura. Sarebbe tornato da lui,gli avrebbe urlato con tutto il fiato in gola che gli dispiaceva,gli dispiaceva da morire,che era stato un’idiota,che non capiva niente,che l’unica certezza nella sua vita era quella di non poter rinunciare a lui,che perderlo per sempre sarebbe stato come morire,come rinunciare al proprio cuore e  gettarlo nella fossa dei leoni,e che lo rivoleva indietro,tra le sue braccia,a sognare come facevano un tempo.
E forse Kurt avrebbe sorriso,gli sarebbe scesa una lacrima e sarebbe saltato al collo di Blaine,gli avrebbe detto “Ti perdono” e avrebbero cominciato a baciarsi all’infinito.
 
Oppure avrebbe potuto sbattergli la porta in faccia.
 
 
Blaine non sapeva cosa sarebbe successo,ciò che sapeva e che doveva farlo,non poteva rinunciare a lui,ma soprattutto doveva dimostrare a se stesso che poteva donare una quantità infiniti di amore,che ne era capace ,e doveva sconfiggere una volta per tutte la morte.
 
“Grazie,Ernest Hemingway”. https://www.facebook.com/pages/AyrinL-EFP/130592840389903?sk=wall sareste così gentili da mettere mi piace alla mia pagina facebook? *-*
   
 
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