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Autore: PK ShowdowN    23/12/2011    4 recensioni
Oh mamma! Non scrivo su questo sito da quasi tre mesi! non ho nemmeno risposto ai messaggi per mancanza di tempo e credo che potrò aggiornare solo ad anno nuovo :(
Tuttavia ho pensato di farmi risentire con una storia a tema natalizio^^ una simpatica one shot, che spero vi faccia sorridere, non perchè è comica, se è per questo non è nemmeno romantica ma....
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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24 dicembre, vigilia di natale.
Le strade di Levantopoli erano sovraffollate da persone di ogni tipo noncuranti della neve che, con violenza, si abbatteva contro loro.
Ash era lì, solo, stanco e infreddolito. Affrettò il passo diretto alla locanda più vicina.
Sia Iris che Spighetto erano tornati alle proprie abitazioni per festeggiare il natale in famiglia, quasi sicuramente avrebbe fatto così anche Ash se non ci fossero un migliaio di kilometri da lì a Pallet.
Improvvisamente si fermò e abbassò lo zip del giubbotto. Una graziosa testolina gialla lo fissò sorridendo. Ash fece altrettanto, almeno non era del tutto solo.
A distanza di due giorni avrebbe aperto la palestra, in casi di vittoria Ash otterrebbe la sua quinta medaglia, niente male per aver iniziato meno di un anno fa in questa nuova regione.
Ad un tratto un bambino poco distante corse immediatamente da un grosso omone vestito di rosso sull’altro lato della strada. “Babbo natale!” esclamò. “Domani voglio trovare un grandissimo LEGO sotto l’albero. Me lo prometti?” l’omone sorrise tra la folta barba accarezzando la testa del bambino. Poi  iniziò a smontare il suo carretto a causa del mal tempo. Un tempo era consuetudine, in quei posti, che delle persone si travestissero da Babbo Natale col compito di ricevere chiunque si presentasse raccontando storie e leggende. Da anni, però, era rimasto solo il vecchio Dan, un senzatetto rispettato e detestato ormai malato da tempo.  
Era ormai sera, la strada si era del tutto spopolata quando Ash decise di tornare in albergo. Tuttavia una voce lo frenò. “E tu non desideri niente per natale, ragazzino?” Ash lo fissò, inebetito. Poi chinò lo sguardo verso il basso. “Vorrei solo tornare a casa… oh ma lei che ne sa di cosa voglio io?” disse Ash spazientendosi. “Oh Oh Oh, cosa ne so?” disse Dan ridendo. “È una storia lunga, Ash, non voglio perdere tempo a raccontarla…” “Lei come sa…” “Come so il tuo nome? Il vecchio Dan sa tutto di tutti” disse l’omone sorridendo. Improvvisamente il vento si fece più forte, Ash iniziò a battere i denti. “D-devo andare, ma lei rimane qua? Intendo dire, al freddo?” “Oh no Ash, questo cartone è la mia casa.” Rispose Dan indicando uno scatolo malconcio. “Le verrà un’accidenti! Su, mi segua!” l’altro balbettò di fronte all’inaspettata richiesta. “Ecco, io…” “Non accetto obiezioni!” Dan sorrise “Grazie Ash” Ash chinò la testa. Aveva fatto davvero bene?
Tuttavia a metà strada la nebbia si fece fitta e spessa. In un miscuglio di strade e cunicoli i due girarono per più di mezz’ora, comprendendo inevitabilmente che si erano persi.
“Dannazione! Avrei fatto meglio a chiamare un taxi” disse Ash confuso. “D-dan? Dove sei finito?” disse rigirandosi a destra e a manca. “DAN!” Ad un tratto si tasto la pancia. “ PIKACHU! DOVE SEI?” L’essere veramente solo, sperduto in mezzo alla nebbia gli fece raggelare il sangue. Corse freneticamente in non si sa quale direzione, fino a quando la nebbia si schiarì. Improvvisamente fece più caldo, si slacciò la sciarpa scorgendo un mucchietto di casupole proprio innanzi a lui.
Ash sospirò avvicinandosi ad una casetta per chiedere delle informazioni.
Bussò.
Allo spalancarsi della porta un volto familiare gli andò incontro abbracciandolo. “Ash, tesoro mio! Ma come hai fatto a venir in tempo per natale?” Ash sgranò gli occhi assumendo un’espressione da drogato. “Bè… ecco… io” “Sono stato io, signora.” Disse Dan sbucando dal nulla. Poi riprese a parlare. “Suo figlio ha appena vinto un importantissimo torneo il cui premio era la realizzazione di un desiderio, ma non un desiderio qualunque, un qualcosa che venisse dal profondo del cuore, capisce?” Delia abbracciò Ash nuovamente, commuovendosi. Poi il moro si rivolse nuovamente a Dan. “Ehi Dan, vuoi rimanere a cena con noi? Vorrei sapere…” “Mio figlio ha ragione, su venga!” disse Delia, non sapendo cosa volesse davvero sapere Ash. Improvvisamente dall’interno della casa una ragazza dai capelli rossi si avvicinò all’uscio. “Serve aiuto, signora Ketchum?” “Misty!” esclamò Ash abbracciandola, mentre un fascio di luce solcava il cielo. Finalmente Ah era davvero felice. 
Da lontano Dan strofinò la mano sulla sua folta barba, sorridendo. “Buon natale, Ash.”
  
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