Serie TV > The Mentalist
Ricorda la storia  |      
Autore: Soul On Fire    23/12/2011    2 recensioni
Lisbon osservava la figura di Jane da qualche metro di distanza. Era come paralizzata: sapeva che doveva andarsene e lasciarlo solo con se stesso, ma non ci riusciva.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Jane/Lisbon
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Autore: Soul On Fire
Titolo: The Worst Side of Me
Rating: G
Categoria: Introspettivo
Avvertimenti: Oneshot
Personaggi/coppia: Jane/Lisbon
Spoilers: 4x10, spoilerissimo!
Disclaimer: The Mentalist e i suoi personaggi non mi appartengono ma sono dei rispettivi proprietari...
Note: La primissima storia dopo secoli di blocco dello scrittore, dedicata alla mia amica, confidente, sorella maggiore acquisita fra235. <3


“Si può evitare la realtà, ma non si possono evitare le conseguenze di evitare la realtà. “
Ayn Rand


Lisbon osservava la figura di Jane da qualche metro di distanza. Era come paralizzata: sapeva che doveva andarsene e lasciarlo solo con se stesso, ma non ci riusciva.
Era stato un atto terribilmente egoista da parte sua, se ne rendeva conto. Ma quando Patrick si era presentato al CBI accompagnato da quella specie di donna – Lisbon non riusciva a definirla tale – aveva sentito una fitta lancinante al petto e aveva dovuto concentrarsi per respirare, come se tutto l’ossigeno presente nella stanza fosse stato inghiottito da un buco nero.
Non poteva lasciarlo andare via così.
Non poteva lasciarlo vivere in un’illusione, quando entrambi sapevano che si può scappare da tutto nella vita, ma non da se stessi e dal proprio passato. E allora era meglio che Lisbon fosse lì con lui, quando Jane avrebbe dovuto raccogliere i cocci, di nuovo, per l’ennesima volta. Quando avrebbe dovuto fare i conti con la parte oscura del suo io, quella che nascondeva sempre dietro un sorriso e una tazza di the.
Quella che faceva la sua comparsa soltanto quando dormiva su quel materasso vecchio e logoro, sotto il segno indelebile del fantasma della sua arroganza. 
Ma mentre lo osservava impietrita, non era più sicura di aver fatto la cosa giusta. Forse avrebbe dovuto lasciarlo andare… Se ami qualcuno lascialo libero. Se torna da te, sarà per sempre tuo, altrimenti non lo è mai stato. Così diceva Richard Bach, ma Lisbon il coraggio di lasciare andare via Jane non ce l’aveva avuto. E adesso doveva convivere con la sua azione tremendamente egoista.
Si allontanò a piccoli passi, a capo chino. Sapeva che Jane non se ne sarebbe andato, che sarebbe rimasto con lei, e non poteva negare di essere felice per questo.
Guidò piano fino a casa, riflettendo su quanto era accaduto.
Il Patrick che aveva conosciuto quel giorno non era Jane, ne era soltanto il fantoccio vuoto. Il Jane quello vero era sicuramente un uomo affascinante e fuori dagli schemi, ma era soprattutto un uomo buono. E non le importava niente se un giorno l’avrebbero licenziata a causa sua, perché di una cosa era certa: si fidava di lui. Anche se non lo dava a vedere, anche se la sua corazza sembrava impossibile da scalfire.
Si richiuse la porta alle spalle e realizzò di sentirsi sola, veramente sola, nella sua casa buia.
Tutte le luci del mondo non l’avrebbero illuminata.
Si versò un bicchiere di scotch, senza realmente berlo, e si sedette sul divano ad aspettare.
Sapeva che sarebbe arrivato, sapeva che l’avrebbe fatto. Non poteva essere altrimenti, non quella sera.
Dannazione, doveva essere così.
Si alzò e tirò un calcio al tavolino basso di fronte a sé, mandando il bicchiere in frantumi, poi si pentì di quel gesto. Appoggiò sconsolata la fronte contro il muro e inspirò una lunga boccata d’aria.
Andò in cucina a recuperare l’occorrente per pulire, ma proprio in quel momento bussarono alla sua porta. Il suo cuore saltò un battito, o forse qualcuno di più. La aprì e se lo trovò di fronte: lo sguardo serio, l’espressione impassibile.
«Ciao, Lisbon.»
Lei non rispose, semplicemente si scansò per farlo entrare. Jane diede un’occhiata ai cocci sparsi sul tappeto e la guardò.
«Avresti del the?»
Sempre senza parlare, lei si recò in cucina, sentendo i passi di Patrick alle spalle. Mise il bollitore sul fuoco e preparò due tazze sul tavolo.
Si sedettero uno di fronte all’altro, senza proferire verbo. Jane intingeva la sua bustina nell’acqua bollente, mentre Lisbon non l’aveva nemmeno toccata.
«Mi dispiace. » disse infine.
«Non dispiacerti.»
Lei distolse lo sguardo.
«Quando ti ho detto che ti avrei salvata sempre, nonostante quello che avresti detto o fatto, sapevo che tu avresti fatto lo stesso per me.»
Teresa annuì, accennando un sorriso.
«Grazie, Lisbon.»
Lei continuò a sorridere, mentre Jane sorseggiava il suo the.
«Credo che il tuo tappeto si senta trascurato e sporco in questo momento, non se lo merita…voglio dire, dopo anni di onorato servizio… » spiegò lui, indicando il salotto.
«Jane.»
«Sì?»
«Grazie.»
Si sentiva più leggera, come se il senso di colpa fosse volato via in un battito d’ali spiegato.
Aveva fatto la cosa giusta, in fondo. Non avrebbe mai smesso di pensare a lui un solo secondo, se l’avesse lasciato andare. Almeno lei era lì, e insieme potevano redimersi, o cercare di farlo.
Non era solo con i suoi demoni, questo a lei bastava. Era disposta a condividerli. Era disposta a combatterli.
Si alzarono quasi simultaneamente e si spostarono nell’altra stanza. Con una piccola paletta e uno scopino, Teresa si inginocchiò e cominciò a raccogliere i vetri, mentre Jane tamponava con una spugna il liquore rovesciato.
Si alzarono in piedi, uno di fronte all’altro. Il silenzio era martellante, gli occhi di Jane fissavano quelli di Lisbon.
Fuori iniziò a piovere.
Jane la abbracciò. Lei lo strinse più forte che poté. Lo prese per mano e andarono in camera da letto.
Si sdraiarono fianco a fianco, lentamente, con la dolcezza di chi sa che non ha nulla da perdere né da giocare.
Senza fretta, si avvicinarono, fino a quando i loro volti non furono a pochi centimetri l’uno dall’altro. Teresa poteva sentirlo respirare, regolarmente, con serenità. Poteva specchiarsi nei suoi occhi chiari, poteva ammirare la trama complessa dei suoi ricci biondi. Spostò una mano sotto il cuscino e continuò a osservarlo, questo le dava un senso di sicurezza che non riusciva a spiegare. Si sentiva a casa come non lo era mai stata.
Una lacrima bagnò la guancia di Jane, Lisbon lo abbracciò.
La pioggia continuava a battere incessante.
Jane le accarezzò i capelli.
«Sto cercando qualcuno di cui fidarmi. Qualcuno forte, qualcuno che sia in pace con se stesso. Qualcuno migliore di me, qualcuno che conosca il lato peggiore di me e che mi ami ugualmente.»
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Mentalist / Vai alla pagina dell'autore: Soul On Fire