Correvo.
Correvo tra la neve che non cessava di scendere.
Correvo con tutte le mie forze per cercare di raggiungerli.
Non potevo crederci! Non volevo crederci!
“L’unione Sovietica ormai si sta sciogliendo”
Era questo che mi era stato detto.
Li vidi ancora davanti a me.
Nonostante non stessero correndo non riuscivo a raggiungerli.
“Fermatevi!”
Urlai a pieni polmoni.
Non si girarono. Non ebbero reazioni. Non fermarono la loro fuga verso l’indipendenza.
“Vi ho detto di fermarvi!”
Urlai nuovamente.
Ancora nessuna reazione.
Perché non udivano la mia voce?
Posai lo sguardo sull’Estone.
“Eduard! Perché te ne stai andando? Non ti ho mai trattato male! Ti ho sempre elogiato per i piatti che mi preparavi!”
Eduard non mi rispose.
Guardai allora il Lettone.
“Ravis! Perché li segui? Ci siamo sempre divertiti insieme, no? A volte sarò stato anche un po’ cattivo con te ma tu sei sempre rimasto con me! Perché ora te ne vai?”
Neanche Ravis mi rispose.
Il Lituano! Lui aveva del buonsenso e mi avrebbe ascoltato!
“Toris! Guardami! Andavamo d’accordo, no? Ti ho sempre trattato bene! Vi ho dato dei letti, no? Vi ho dato un tetto sotto cui vivere, no? Fermali! Fermali e tornate da me!”
A mia sorpresa neanche Toris mi rispose.
Avevo forse sbagliato qualcosa con quei tre baltici?
Ma di loro non me importava più di tanto.
Ma di quelle due ragazze!
Delle mie sorelle si che m’importava!
“Yaterina! Natalia!”
Delle lacrime mi rigarono il volto.
“Sorellona Yaterina! Perché mi vuoi abbandonare? Eravamo cosi felici! Eri contenta di stare insieme a me! Yaterina! Torna qui da tuo fratello, ti prego!”
L’Ucraina non si girò. Non mi fece alcun cenno di aver sentito quello che le avevo detto.
“Yaterina! Perché mi fai questo? Avevi promesso che saremmo stati sempre insieme! Me l’avevi promesso quel giorno al campo di girasoli! Te lo ricordi??”
Niente.
Ma la mia speranza non era ancora morta.
“Natalia! Tu perché li segui? Non hai sempre detto che volevi restare con me? Che volevi sposarmi? Allora resta qui con me! Resta qui!”
Neanche lei mi rispose.
“Natalia!!”
La chiamai con la voce rotta dai singhiozzi.
Ma niente. Nessuno di loro udiva la mia voce.
Caddi tra la neve.
Loro continuavano a camminare.
“Yaterina! Natalia!”
Perché mi facevano questo? Perché mi stavano abbandonando?
Non mi sfiorò nemmeno per un secondo l’idea che anche loro stessero piangendo.
La neve continuò a scendere più forte.
Ormai non li vedevo più.
“Ragazzi….sorelle mie…”
Strinsi i pugni mentre le mie lacrime scorrevano senza tregua.
Mi rannicchiai su me stesso singhiozzando.
Ormai ne ero consapevole.
Ero consapevole che l’Unione Sovietica aveva smesso di esistere.
Ero consapevole che era arrivata la fine.
Ero consapevole che ormai io ero rimasto solo.