nave sanza nocchiere in gran tempesta,
(Dante Alighieri, Purgatorio, Canto VI, vv.76-78)
Un
solo autentico
attimo
di luce
cammina
per la strada.
Un
barbaro lo saluta
mentre
tosa l'erba in giardino
tenendo
capovolta una capra.
Il
semaforo verde diventa lilla
per
lasciar passare le navi:
tocca
a loro.
Fermo
al passaggio pedonale
un
treno
aspetta
la sua fermata.
Chicchi
d'uva
rotolano
tra le sue rotaie
sfuggiti
dalla
bocca piena di un fauno
che
se ne è serviti troppi.
La
luce del sole si nasconde in un barattolo
aspettando
di diventare conserva
chiusa
in cantina
finchè
non finirà lo zucchero.
Le
nuvole hanno perso l'autobus tutte insieme.
Povere,
gli toccherà andare a piedi.
Il
vento del nord
si
ferma a chiacchierare con una rana
che
si lamenta dei suoi reumatismi.
Un
palco di corna grida disperato,
ha
perso il suo fucile
e
viene inseguito da scope di saggina
che
gridano maledizioni
imparate
dai bambini dell'ospizio.
Lamenti
e pianti giungono dalla casa sotto la collina:
stanno
tagliando i capelli al prete.
Il
fuoco del camino nella taverna di Montecitorio
si
attizza da solo
conversando
con un mercante di liquori
che
tenta di vendergli la sua peggior benzina.
Un
nano saltella sul bancone
sputando
birra e “Mi consenta!”
mentre
la sua banda
-
una puttana, un ladro e un diavoletto-
vengono
accompagnati fuori
dai
maiali del porcile
che
li buttano nel fiume assieme ai sassi
che
rimbalzano irriverenti
sotto
il pelo dell'acqua
per
poi volare via.
In
questo splendido giardino
bianco,
rosso e verde.
* * *
A te, Italia, che hai finalmente lanciato la banda e il nano nel fiume.