Serie TV > The Vampire Diaries
Ricorda la storia  |      
Autore: puntoeacapo    24/12/2011    1 recensioni
Con i personaggi de 'Custodi del Cuore', una fiaba in una One Shot.
[C’era una volta, in un tempo troppo lontano per essere definito, un giovane principe dall’effimera bellezza.
Era il maggiore di due fratelli, destinati insieme ad un legame indissolubile nel tempo.
Dai capelli corvini e occhi di cielo, era stato chiamato Damon; un nome deciso dal Fato, come iniziazione ad una vita dannata, oscura.
Il principe era stato incantato da una crudele Maga affinché brancolasse nel buio per il resto della sua vita, resa immortale per una terribile tortura, e solitaria, come pena inevitabile.
Un buio castello era la sua dimora; uno spazio lontano, la sua casa.]
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Custodi del Cuore.'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Piccola Premessa.
Come capirete questa Shot non centra nulla con la Fic 'Custodi del Cuore',
anche se gliel'ho inserita dentro.
Infatti è una One Shot in stile Fiabesco.
Ho deciso di unirla semplicemente perchè i personaggi sono gli stessi ;)
Spero non vi dispiaccia.

Questo è il mio modo - forse un po' strambo- per augurarvi Buone Feste.
Spero passiate giorni felici.
Tere





La Notte dei Miracoli.
 

C’era una volta, in un tempo troppo lontano per essere definito, un giovane principe dall’effimera bellezza.
Era il maggiore di due fratelli, destinati insieme ad un legame indissolubile nel tempo.
Dai capelli corvini e occhi di cielo, era stato chiamato Damon;  un nome deciso dal Fato, come iniziazione ad una vita dannata, oscura.
Il principe era stato incantato da una crudele Maga affinché brancolasse nel buio per il resto della sua vita, resa immortale per una terribile tortura, e solitaria, come pena inevitabile.
Un buio castello era la sua dimora; uno spazio lontano, la sua casa.
Era tanto freddo il luogo in cui si trovava che non bastava il sole per scaldarlo, neanche dentro, nell’anima.
La sua eterna giovinezza era appesantita da un’esistenza centenaria, ricolma di dolorosa tristezza e  bastarda solitudine.
Le sue labbra non si incurvavano più in sorrisi, i suoi occhi erano stati brutalmente privati da quella luce giocosa e furba che lo aveva sempre distinto.
Era triste.
Avvolto nel più tagliente e velenoso silenzio.
Non ricordava neanche più il suo della sua voce.
I giorni passavano, osservando il bosco di ciliegi, che vedeva dalla finestra della torre più alta, nel suo mutamento continuo e inesorabile – e ciclico-  suonando poi, qualche malinconica e inesauribile melodia al pianoforte che solo gli usignoli potevano ascoltare e accompagnare coi loro canti soavi.
Le notti – Oh, le notti- trascorrevano lunghe e nere alla contemplazione della bianca luna, unica compagna di luce, e al continuo domandarsi quante incognite nascondessero le stelle, sparpagliate nel cielo scuro, infinite e misteriose, artiste nelle loro costellazioni e giocose nei loro disegni. 
Il dannato dagli occhi di zaffiro però, aveva un segreto che custodiva con gelosia.
La vita solitaria a cui era stato maledetto, riceveva uno strappo ogni Vigilia della Sacra Festa, a mezzanotte, al rintocco della dodicesima ora, quando la luna schiariva nel punto più alto dei cieli.
Era in qualche modo ironico che, nel momento in cui la notte è più oscura, lui vedeva la sua luce, quella che riusciva a scaldarlo come invece non potevano gli astri del cielo.
Era una fata, una ninfa della natura, la sua magia proveniva dal suo puro cuore, ed era tanto potente che attraversava il buio a cui lui era costretto, con facilità e amore.
Era successo la prima volta quando era arrivato quello che, poi, avrebbero chiamato l’Anno Zero, dopo tante decadi passate nell’oscurità e nella disperazione.
Il principe non conosceva la leggenda, storia o chicchessia, di quel giorno – era troppo lontano, dal mondo, da tutto- l’unica cosa che sapeva era che era stato al dodicesimo tuono di campana di quella notte che lei era apparsa.
In una lunga veste bianca, brillante di propria luce e portatrice di tanto –tanto-  calore.
I lunghi capelli mossi, andavano giù, sinuosi fino al pavimento,vecchio e rovinato dai secoli, profumati di buono.
La sua pelle era candida, come la neve che scendeva piano dal cielo e silenziosa, proprio come quando lei era arrivata, fresca eppure calda.
E poi c’erano loro: i suoi occhi.
Scuri ma dorati, lo guardavano felici e sorridenti, come se fosse contenta di essere in quel luogo freddo solo per lui.
Damon,il dannato Principe dagli occhi cielo, era stato salvato da quella Fata.
“Non sarai più solo” Aveva detto dolce e melodiosa, quando le sue piccole labbra rosse si erano mosse.
Lui non aveva risposto.
Lei aveva semplicemente sorriso.
E da quel momento il principe aveva sentito il suo vecchio cuore pulsare nuovamente, il sangue tornargli in circolo, dandogli la vita che aveva potuto saggiare per pochi anni, rimanendo con quell’amaro nella bocca, che – mentre la guardava- si stava addolcendo sempre di più, scomparendo.
Quella notte era stata finalmente illuminata e per la prima volta dopo troppo tempo il maledetto ragazzo aveva sorriso.
Quando poi lei era scomparsa, mentre lo accarezzava dolce sul letto, lui si era sentito morire- di nuovo.
Come quando aveva visto suo fratello morire, come quando aveva visto la ragazza di cui era innamorato scegliere la Morte pur di seguire il minore dei Salvatore.
Come quando non aveva potuto fare nulla per salvare le persone a cui teneva.
Ed avrebbe voluto anche lui quella grazia, avrebbe voluto morire –per raggiungerli- ma la sua dannazione era eterna e non gli era permessa nessuna tregua dal dolore.
Aveva creduto che quella visione era stata un giochetto della sua dannatrice, per vederlo contorcersi nuovamente dal dolore e dalla solitudine,ora più profonda che mai, lo aveva creduto davvero.
Poi le quattro Stagioni avevano fatto il loro corso, e un anno era passato con la lunghezza di cento Lustri per lui.
La neve scendeva ancora quando il rintocco della mezzanotte aveva accompagnato ancora quella luce.
Damon aveva pianto.
La sua Fata gli aveva sorriso malinconica, ma dolcemente, e gli aveva levato via quelle lacrime salate.
Non lo avrebbe lasciato, gli aveva detto.
Magica, dal puro cuore, aveva spezzato quella maledizione.
Da quel momento, ogni Vigilia della Sacra Notte, lei sarebbe tornata.
Per un altro sorriso, un'altra carezza, un altro bacio.

Adesso il Principe dagli occhi cielo non era più dannato.
Seduto a quel vecchio pianoforte, sorridente, suonava una malinconica ma felice melodia mentre, con la neve cadente fuori dal castello, aspettava la sua Fata.
Un altro infinito anno era passato, e in quella notte di miracoli, era calore quello che lo avvolgeva.
“Damon.”
La sua voce, melodiosa proprio come la ricordava, accompagnò le ultime note di quella canzone e lui sorrise.
“Khloe.” La salutò
Si era alzato e l’aveva raggiunta, le aveva accarezzato una guancia e sorrise nuovamente per lei –con lei.
Un lieve bacio, un dolce abbraccio.

“Il Natale, tzè.”
La Fata sorrise a quel tono, adesso il principe poteva scherzare,essere felice, e lei con lui.
“Una notte di magia.”
Continuò la Ninfa soave mentre lui l’accompagnava al letto.

Si amarono intensamente, quella notte.
E quella dell’anno successivo, e quella dopo, e quella dopo ancora.
E se guarderete fuori, se vedrete la bianca luna, circondata dalle stelle, o se candida neve scivolerà giù dalla volta celeste; saprete per certo che anche ora, il principe dagli occhi di cielo e la fata dal puro cuore, si stanno amando.

Ancora, ancora e ancora, fin quando l’Alba non li separerà nuovamente.

 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Vampire Diaries / Vai alla pagina dell'autore: puntoeacapo