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Autore: Ciambelsa    24/12/2011    4 recensioni
Duncan é un vagabondo che non si ferma mai in una stessa città per molto tempo.
Ma nell' aereo che lo porta lontano da lei, capisce che forse, con lei accanto, é pronto a fermarsi.
E si fa 16 ore di viaggio ininterrotto per dirglielo.
Ma un cuore vagabondo non si ferma mai, e lascio alla vostra immaginazione tutti i loro futuri viaggi.
Il finale é un po' a sorpresa, la maggior parte é il dialogo di Duncan nell' aereo.
L' idea mi é venuta mentre ero proprio in un aereo e ho visto una bella cosa...
Buona lettura, bellezze!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Duncan, Gwen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non mi piace restare.
Io sono fatto per cambiare.
Sull’ ipod non ascolto nemmeno una canzone per intero, mi piace guardarne I titoli e poi saltarli.
Io non posso restare per sempre in un posto.
Gliel’ avevo detto.
Si’, gliel’ avevo detto.
Nell’ aereo che mi porta lontano da lei cerco di convincermi.
Ho un solo bagaglio.
Un solo biglietto.
E affianco a me non c’ é nessuno, che colmo.
Lo sapeva.
Io devo viaggiare.
Andare lontano.
Gliel’ avevo detto, gliel’ avevo detto.
E per lei andava bene.
Davvero .
Sul serio.
Va tutto bene.
Bevo dell’ acqua e mi strofino la faccia.
Già non mi sta pensando più, ne sono sicuro.
Sicurissimo.
Anche lei non vuole avere legami.
Come me.
Siamo uguali.
E allora cos’ era quella lacrima quando oggi le ho detto addio ?
Vi prego, ditemelo voi.
Cos’ era ?
Un po’ di allergia.
Si’, deve essere questo.
Lei é allergica agli akari, e magari ha dormito con la coperta troppo vicino alla faccia.
Si’, deve essere questo.
Non é perché io non l’ ho nemmeno abbracciata nella nostra ultima notte.
L’ allergia. Allergia allergia allergia.
Non chiedetemi come faccio a conoscerla.
Ma sappiate che é allergica anche ad altre 3 cose, a cui sono allergico anche io.
Chiudo l’ ipod con stizza. É piccolo, nero, graffiato.
é il suo.
Si’, é private del suo “iGwen” per me, affinché io mi ricordassi di lei.
Le sue parole mi rimbombano nella testa :
« Fanne quello che vuoi, cambia nome, lascialo a casa, dimenticatelo, ma ti prego, ti prego, non buttarlo. E il moi oggetto più caro. »
Sto andando in Italia.
A fare che ?
In questi anni di vagabondaggi non mi ero mai posto questa domanda.
No, davvero, che cazzo vado a fare in Italia ?
Bé, fai qualcosa, visiti, lavori, scopi.
Ma io non voglio fare nulla di tutto questo senza di lei.
La forza di questo pensiero mi lascia a bocca aperta.
No, no, no.
Io non ho legami, cazzo.
Dai, vecchio mio, dormici un po’ su. Vedi che ti passa.
Due ore dopo, apro gli occhi.
E mi trovo un’ hostess a due centimetri dalla faccia che mi guarda preocuppata.
-Tutto bene, signore ?-
-Si’, certo, perché non dovrebbe ?- rispondo piccato,
-Perché fino a 3 secondi fa stava urlando : NO, NO, FERMATE QUESTO AEREO ! NON VOGLIO ANDARE IN ITALIA, DEVO TORNARE DA LEI ! GWEN, GWEN !
La deve amare molto.-
-Già, certo. Scusi, posso avere un bicchiere d’ acqua?-
L’ hostes sorride e scompare.
Merda, come ho potuto essere cosi’ idiota ?
Non importa, era solo un sogno.
Solo un sogno.
E basta.
Va tutto bene, davvero.
Sospiro e mi appoggio allo schienale.
Come cazzo faccio, ora ?
Merda.
L’ hostess mi porta un bicchiere d’ acqua e io ignoro gli sguardi accusatori della mia bottiglietta piena.
La cos ache più mi piace dell’ andare in aereo é il decollo.
Amo quella sensazione di essere più forte della forza di gravità, che ti lascia attaccato allo schienale e ti attanaglia lo stomaco.
Lei invece ne ha paura, anche se il suo primo aereo l’ ha preso a 3 mesi.
Una vera cosmopolita.
é inutile, ci rinuncio.
Ogni discorso mi riporta lei.
Ogni minimo fottuto pensiero .
Negli 8 mesi in cui abbiamo convissuto ho imparato a conoscerla più di chiunque altro.
Ho sempre messo una scadenza alla nostra felicità, ma solo adesso mi rendo conto che eravamo troppo perfetti, non saremmo mai andati a male.
Non avevamo una scadenza.
Perché ?
Ho sempre vissuto meravigliosamente vagabondando per il mondo, facendo lavoretti per mantenermi, e quando avevo abbastanza soldi, ripartivo.
Gwen é l’ unica con cui io abbia veramente legato.
Sono scappato.
Non ne avevo avuto abbastanza di Toronto.
Sono solo un grandissimo codardo.
Non sono pronto per fermarmi.
é sempre stato cosi’.
Eppure, questo volo l’ ho preso controvoglia.
Dovrei fermarmi?
No! NONONO!
Su!
Ti sei preso una sbandata forte per una ragazza, nulla di più.
Ti passerà appena vedrai una sventola italiana.
Non ti preoccupare.
già, é cosi’.
Mi passerà.
Mannaggia a te, che ti sei lasciato convincere a convivere, non dovevi !
Lo so, lo so, ma svegliarmi  e trovarla addormentata affianco a me era bellissimo.
Cazzo.
Mi sto trasformando in un vero romanticone.
Dai, non ti preoccupare. Per compenso te ne farai una ogni giorno.
Sorrido, cosi’ si fa !
Sto ridiventando normale, finalmente !
Questo é lo spirito giusto !
Guardo fuori dal finestrino, soddisfatto.
E vedo la mia fine.
Il tramonto.
Bellissimo.
Direte voi, ma che c’ entra?
Bé, mi vergogno a dirlo, ma la prima volta che ci siamo baciati c’ era il tramonto.
Il timido sole le accarezzava la pelle diafana, ed era splendida, per usare una di quelle romantiche espressioni che le piacciono tanto.
Ah, la mia piccola scrittrice.
Mi coglie un brivido.
Mi sono appena reso conto che non potro’ mai più chiamarla cosi’.
Oh, ti prego, finiscila !
La parte cattiva di me, che ha sempre prevalso, cerca di riportarmi alla normalità, ma non mi va di pensare a nessun’ altra donna che non sia lei.
é che… la amo.
Per la prima volta in vita mia, amo una persona.
E sono davvero disposto a fermarmi.
Accendo l’ ipod, scelgo una canzone, e me l’ ascolto tutta. Senza saltarne un solo secondo.
Senza cambiare.
Amo per la prima volta.
E ho voglia di urlarlo al mondo.
Ma mi devo accontentare dei passeggeri dell’ aereo.
Inizio a gridare.
-Signori e signore! Vi prometto che non cambiero’ mai più! Io la amo, e andro’ a Toronto a prenderla ! Perchè signori, io amo per la prima volta !-
L’ hostess mi guarda divertita, e una vecchia signora comincia ad applaudire.
Ricevo una standing ovation da tutto l’ aereo.
Sento le persone che commentano :
-Io lo sapevo che l’ amava, ne ero sicura !-
-Oh, l’ ho sentito quando urlava, che uomo !-
-Per me sono tutte parole !-
-Stai zitto tu ! non saresti mai capace di un gesto simile ! é molto più romantico di te !-
E risuona il campanello di un avviso :
Si avvisano i signori viaggiatori che stiamo per atterrare all’ aeroporto di Napoli, e anche se siamo molto felici per il signore, é pregato di sedersi.
 Mi acquieto.
Appena atterrati, tutti mi lasciano passare incitandomi a correre, a fare in fretta !
Ma vengo fermato dalla solita hostess, che mi sorride:
-Vieni, so come fare a procurarti un biglietto per Toronto per il prossimo volo!-
La seguo sorridendo, e in nemmeno un’ ora riesce ad avere il biglietto.
-Muoviti, parte tra mezz’ ora!-
-Grazie, grazie, grazie!- Le urlo mentre corro, per fortuna ho solo un bagaglio a mano!
Le seguenti 8 ore passano in un baleno, e in men che non si dica arrive davanti casa sua.
Pago il taxi e mi avvio, trepidante.
Mi avvicino sempre di più, eccomi, sono arrivato, busso e…
non c’ é.
La casa é vuota.
Mentre bestemmio, ringrazio Obatalà perché non ho  cancellato il suo numero come faccio di solito.
La chiamo, con la mano che trema.
-Duncan ?-
-Gwen ! dove sei ?-
Complimenti, bel saluto. Poi non lamentarti se non ti vuole più !
Lei ride.
-Bé, e tu invece dove sei ?-
-A casa tua !-
-C-come a casa mia ?-
-Si’, a Toronto ! Gwen, questi otto mesi con te sono stati meravigliosi, voglio solo dirti che ti amo, e che sono disposto a fermarmi ovunque, basta che ci sia tu al mio fianco. Oh, Gwen, perdonami, ho fatto 16 ore di volo continue, e non sono bravo con le parole , ma voglio stare con te, ti amo !-
Non posso credere di averglielo detto.
Dall’ altro capo del telefono, intanto , sento uno strano suono gutturale.
Gwen sta piangendo. E ridendo. Insieme.
Cazzo, io le dichiaro il mio amore e lei ride? Stronza!
Quando le convulsion si sono calmate e Gwen ricomincia a respirare, tra i singhiozzi riesco a capire solo :
-Si da il caso che io sia a Napoli.-
- A NAPOLI ?! A FARE CHE ?-
-Bé, ho visto la prenotazione sul tuo computer, e non potevo certo lasciare che l’ unica persona che io abbia mai amato mi abbandonasse.-
Lo dice cosi’, tranquillamente, con voce calma.
E a me per poco non viene una sincope.
-Bene, ok, ti raggiungo subito, torno a Toronto !-
-No, vengo io Napoli!-
-Che fai, un altro viaggio? No, torno io!-
-Maddai, vengo io, che ci vediamo Napoli insieme!-
-No, io!-
-No! -
-Si’!-
-No!-
-Si’!-
-No!-
-Si’!-
-No!-
-Si’!-
-Ti amo!-
-Anche io!-
Urliamo come belve, poi ci prendiamo un lungo silenzio per accettare la nostra felicità.
Bella sensazione.
-Facciamo cosi’. Tu vieni in Italia, e io compro un biglietto per la Francia. E vediamo se riuscirai a trovarmi.
La destinazione é Parigi, ma chissà, potrei anche decider di andarmene…
Parigi stanca…
Potrei farmi una capatina e Londra, Vienna, Berlino, Mosca… il mondo é grande !-
Resto a bocca aperta.
Amo quella donna.
-Bé, ci vediamo, allora ! E appena ti acchiappo, dovrai avere tutti quei baci che in queste ore non hai avuto !-
Chiudo la chiamata, controllo che ci siano soldi, carta di credito , passaporto, e chiamo un taxi.
-All’ aeroporto !-




L' idea mi é venuta in aereo, mentre andavo in Francia... 
Spero vi sia piaciuta, bellezze, mi sono divertita un sacco a scriverla! 
LoveLove
ella.
  
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