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Autore: Franfiction6277    25/12/2011    2 recensioni
Solita one-shot di Natale?? Forse sì, forse no.
Sfogo della mia frustrazione per non aver avuto Shannon accanto a me ieri e oggi.
Enjoy ;)
Genere: Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Shannon Leto
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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"Il Natale serve a ricordare a quelli che sono soli che sono soli, a quelli che non hanno soldi che non hanno soldi e a quelli che hanno una famiglia del cazzo che hanno una famiglia del cazzo."  (Progetto Mayhem)

Stare su Internet e leggere queste frasi mi fa pena. Mi faccio pena da sola.
Spengo il computer con una smorfia disgustata e adocchio il cappellino da Babbo Natale ancora imbustato sopra il letto.
"So che sei alternativa e tutto quanto, ma cerca di stare alle regole qualche volta" mi aveva detto mia madre, intimandomi di indossare quel dannato e odiosissimo cappellino.
Sì, mi sento ridicola a pensare a me stessa con quel coso addosso.
E poi io non sono alternativa per gioco o per moda, ma perché è qualcosa di interiore: non mi definisco alternativa, ma diversamente normale.
La vigilia di Natale è una routine da ormai tanti anni nella mia famiglia.
"Dobbiamo festeggiare Natale, e non la vigilia" mi lamento ogni anno, sperando che almeno una volta rinuncino a festeggiare prima del previsto.
Tutto, pur di non ingozzarmi prima del tempo.
Per non parlare della facciata sorridente che devo avere con i parenti, che ogni santa volta mi tirano le guance come se fossi una bambina di 3 anni, invece di una ragazza di 19. "Fran, stai crescendo a vista d'occhio" mi dice puntualmente mia zia Ruby da quando sono nata, credo.
Rido nervosamente, abbracciandola e alzando gli occhi al cielo.
Dopo tutta una serie di saluti, abbracci e roba varia, viene la parte migliore: il cibo.
"Santo cielo, mi dovrò mettere a dieta già da domani" penso disperatamente, mettendomi a tavola.
"Te l'avevo detto che non ti sta male il cappellino! Sembri più femminile, una ragazza" dice mia madre, soddisfatta.
"Certo, mamma, certo" rispondo stancamente.
"Femminile" consiste in: cappellino di Natale, felpona nera con la copertina dell'album di "A Beautiful Lie" e jeans stretti neri con delle Converse rosse ma stracciate ad arte.
Mi fa piacere indossare cose che riguardano i Mars: mi danno una forza misteriosa, come se li avessi accanto a me in ogni momento.
E ho bisogno di loro in questo momento, davvero tanto bisogno.
Spero che nessuno legga nella mia mente la noia, la mia visione pessimistica di ogni cosa, compresa questa inutile cena di Natale.
Penso che la gente si allontanerebbe da me, se sapesse quanto niente e troppo al contempo c'è nel mio contorto cervellino.
"Din-don" suona il companello, facendo zittire tutti dalle discussioni in corso.
"Vado io ad aprire" urlo, fiondandomi nel corridoio e aggrappandomi a quel breve momento di tranquillità e solitudine.
Magari sono i bambini bisognosi, o qualche vagabondo: chiunque bisognoso sia, sarò ben lieta di aiutarlo.
Apro la porta, trovandomi di fronte chi non mi sarei mai aspettata di vedere.
"Io non so dove altro andare" mi dice l'unico uomo che io abbia mai amato, che abbia mai avuto...in tutti i sensi.
I ricordi si affacciano prepotentemente nella mia mente, oscurando il presente.

"Shannon, non posso farlo."
"Perché? Allora perché non te ne vai? Perché sei venuta a cercarmi?" mi chiese, con una furia che non sembrava appartenergli.
"Perché io...perché tu sei...tutto" balbettai, non riuscendo a esprimermi.
"So cosa vuoi da me, Fran. Vuoi quello che vogliono tutte: sesso" mi sussurrò a un orecchio, con voce calma e roca.
Arrossii di colpo, allontanandomi leggermente.
"Non é quello che credi: io non voglio quello" risposi, scuotendo la testa.
Certo che lo volevo, ma sapevo che non mi sarebbe bastato.
"Allora perché sei qui, nel mio camerino? E con quel vestitino succinto, poi" mi chiese, indicandomi il mio corsetto di pelle nera e la mia minigonna in jeans, con calze a rete. Dannazione, era ovvio che non sarei risultata credibile conciata in quel modo.
Si alzò dal divanetto in cui era seduto, strappandomi con forza il corsetto di dosso, lasciandomi mezza nuda davanti a lui.
Cercai di coprirmi i seni con le braccia, ma le mani di Shannon me lo impedirono.
Mi spinse verso il muro, appoggiando il suo petto nudo sul mio.
"Finiscila di essere così innocente, perché non lo sei" sibilò, guardandomi negli occhi.
"Non so cosa tu abbia in testa, ma io ho certi valori" risposi con sfida, senza distogliere il mio sguardo da lui. Scoppiò a ridere, senza divertimento.
"No, Fran. A te fa comodo sembrare innocente. La tua mente è peccatrice, anche se il tuo corpo non lo è" disse Shannon, spingendo ancora di più il suo corpo verso il mio e facendomi gemere.
"Lasciati andare e abbandona le tue restrizioni mentali, perché ti stanno uccidendo" continuò, sorridendo per il modo in cui cercavo di reprimere l'eccitazione di sentire il suo corpo premuto contro il mio.
Decisi di ubbidire per una volta, superando anche la mia apparente innocenza e diventando peccatrice...col corpo.
Alzai timidamente una gamba, posandola sul fianco di Shannon.
Lui la prese, accarezzandomela sensualmente e sfilando le calze a rete, senza perdere mai il contatto visivo con me.
Le sue mani callose erano così eccitanti, come il resto del suo corpo e del suo essere.
Mi sfilò anche la minigonna e le mutandine, lasciandomi nuda come un verme alle sue piacevoli torture.
Avvolgendo un braccio sulla vita, mi costrinse ad aggrapparmi a lui, allacciando le mie braccia alla sua sensualissima e forte schiena.
Non avevo ancora in mente cosa avesse intenzione di fare, finché non mi trascinò sul divanetto, in braccio a lui.
Mi costrinse a fissarlo con il suo sguardo magnetico, mentre mi penetrava con due dita. "Shannon" singhiozzai, stupita da quella nuova sensazione.
"So che lo vuoi. So che mi vuoi" disse a bassa voce, premendo una mano sulla mia schiena e costringendomi ad abbracciarlo.
"Voglio sentirti gemere al mio orecchio, angioletto" continuò, muovendo le dita in senso circolare dentro di me.
Il dolore della penetrazione era forte, ma l'eccitazione era ben superiore.
Lo baciai per la prima volta, desiderando sentire le sue labbra a contatto con le mie, come agognavo fare da quando l'avevo visto per la prima volta attraverso uno schermo di computer.
Lui ricambiò senza indugi, infilandomi con poca delicatezza la lingua in bocca.
Gli presi il viso tra le mani, stringendolo convulsamente e avvicinandolo ancora di più al mio. Dovetti staccarmi ben presto, non riuscendo a reprimere i gemiti che mi provocavano le sue mani dentro di me.
"Voglio...ti voglio" sussurrai, sentendo la sua eccitazione premere contro la mia.
"Così va meglio, dolcezza. Mi vuoi?" chiese, prendendo i miei polsi e portandoli a sfilare i suoi jeans e i suoi boxer.
"Sì, ti voglio" risposi, gemendo quando mi portò sotto di lui, nel divanetto.
"Dove mi vuoi?" insistette, facendomi esasperare.
"Ti voglio dentro" ansimai, e lui mi zittì con un bacio profondo.
"Anche io ti voglio...dentro" concluse, appoggiando le mie gambe ai suoi fianchi.
Mi penetrò a fondo, facendomi urlare per il dolore.
Lui mi baciò ancora, probabilmente dispiaciuto per la sua irruenza.
Sentivo delle voci fuori, tra cui quelle di Jared e Tomo.
Tutto questo rese ancora più eccitante l'amplesso, al pensiero di poter essere scoperti. Shannon prese a spingere con lentezza, cercando di alleviare il mio dolore.
"Va tutto bene" sussurrai con voce soffocata, incitandolo ad aumentare il ritmo.
Lui obbedì, facendomi sentire la sua eccitazione a fondo.
Lo guardai negli occhi e lui fece lo stesso: erano lucidi, arrossati, eccitati.
La sua pelle stava cominciando a sudarsi, così come la mia.
Le sue labbra semi-aperte erano gustose e invitanti come ciliegie.
Una goccia di sudore raggiunse la mia bocca, e avvolsi le mie braccia e le mie gambe attorno al suo corpo con forza, baciandolo con passione crescente.
Raggiunsi l'orgasmo, che mi colpì come un proiettile di pistola a bruciapelo.
Lui mi seguì poco dopo, appoggiandosi al mio corpo, sfinito e ansimante.
Alzò il viso verso il mio, guardandomi con una luce febbrile negli occhi.
Ogni traccia di arroganza era sparita dal suo viso, lasciando spazio al solito Shannon: affettuoso e rispettoso.
Non potevo dire di conoscerlo, ma di certo sapevo che non era un uomo cattivo.
Si alzò dal divanetto, trascinandomi con sé.
Mi porse la sua felpa perché la indossassi, dato che il mio corsetto era stato ridotto a brandelli da lui stesso.
Si rimise i boxer e i pantaloni; io feci lo stesso con gli slip e la minigonna.
"Ci rivedremo?" mi chiese, vedendomi uscire dalla porta in silenzio.
"Ho una felpa da renderti" risposi, con un sorriso.
Lui ricambiò divertito, e conservai per me quell'ultimo sguardo caloroso, prima di chiudere la porta dietro di me.


"Shannon" sussurro. "Perché sei qui a casa mia? Oh, giusto. Avevo dimenticato di averti dato il mio indirizzo" continuo, come se niente fosse.
Lui se ne sta lì in attesa, imbarazzato, senza dire o fare nulla.
Lo faccio entrare, trascinandolo con me al piano di sopra.
Chiudo la porta, e lui si siede sul letto, infreddolito.
Prendo un plaid dall'armadio, avvolgendoglielo sulle spalle per riscaldarlo.
"Grazie" balbetta, tremando leggermente.
Annuisco, sedendomi accanto a lui.
"Jared? Tua madre?" chiedo, preoccupata che sia successo qualcosa.
"Stanno bene. Avevo bisogno di uscire, stare solo per un pò" riflette, con sguardo vacuo. Scoppio a ridere, ma non per prenderlo in giro.
"Allora non sei nel posto giusto per stare solo" rispondo, riferendomi a tutto il chiasso al piano di sotto.
"Solo, con te" precisa, senza nemmeno riflettere.
Strabuzzo gli occhi, sorpresa dalle sue parole.
"Perché mai?" chiedo, anche se sono felice che abbia deciso di venire qui.
"Perché io sono solo...perché tu lo sei. E tutti gli Echelon sognano di avere noi a Natale" dice Shannon, girandosi a guardarmi.
Ripenso a tutto ciò che stavo che é successo, e capisco che ha ragione.
"In effetti è così" concordo, sorridendo tristemente.
Ma tra me e lui c'è stato anche qualcos'altro: lui è stato il primo, per tutto.
"Non volevi che venissi?" chiede, dispiaciuto.
Scuoto la testa in segno di diniego, appoggiandomi al suo petto.
"No: è il regalo di Natale più bello che potessi farmi" sospiro felicemente, e lui mi stringe a sé.
"Grazie Fran" sussurra, baciandomi sulla fronte.
Poco dopo scoppia a ridere, notando il cappellino.
"Lascia perdere, ti prego" dico, esasperata.
"É carino: sei sexy" mormora, con voce maliziosa.
Lo bacio sulle labbra, e lui avvolge il plaid anche sulle mie spalle, ricambiando.
Un brontolio ci interrompe, e capisco che proviene dal suo stomaco.
"L'animale è affamato" lo prendo in giro, afferrandogli una mano e facendolo scendere dal letto.
"Dove mi stai portando?" chiede impaurito, vedendo che mi dirigo verso il soggiorno, dove stiamo festeggiando.
"Preparati a mangiare come un maialetto" esclamo, mentre la mia famiglia nota la sua presenza.
"Chi è?" chiede mia madre, scrutandolo attentamente.
Shannon diventa leggermente rosso, irrigidendosi a causa degli sguardi curiosi che sta ricevendo dalle 20 persone sedute a tavola.
"Lui è Shannon, un mio amico" dico a tutti, e subito l'atmosfera si alleggerisce.
Gli fanno posto vicino a me, rimpinzandolo di prelibatezze e porcherie.
Lui ride ogni volta che qualche mio cuginetto chiede se sia il mio fidanzato, mentre io sbraito qualcosa per l'imbarazzo.
Realizzo a fine serata che è stato il più bel Natale della mia vita, soprattutto quando Shannon mi bacia sotto il vischio che avevo messo per scherzo sulla porta di camera mia. "Buon Natale" mi sussurra, facendo per andarsene via.
"Aspetta, devo renderti la felpa" gli urlo sulla porta, prima che scappi via.
"Non ancora" risponde, allontanandosi poi di corsa. Sorrido, rientrando dentro e rimettendo la felpa nell'armadio.
"Adoro il Natale" squittisco, soddisfatta.
FINE.
   
 
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