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Autore: BiteYourLipAndFakeIt    25/12/2011    3 recensioni
E' un "remake" di com'è andato a finire l'undicesimo episodio, "Birth". Siccome non mi è piaciuto il fatto che Violet abbia lasciato Tate.. Ho deciso di rifarlo, a modo mio... Spero piaccia a qualcun'altro oltre a me :)
Le recensioni sono ben accette :'D
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi dispiace... Allora ero diverso da allora...” cominciò a giustificarsi Tate in mezzo alle lacrime.
Pensavo che fossi come me,” cominciò lei, senza lasciarlo finire “che fossi attratto dall'oscurità. Ma, Tate, tu sei l'oscurità.” concluse quella frase con tutta la forza che aveva per cercare di non piangere.
Sospirò, guardandola negli occhi “No. Prima di te, era tutto ciò che c'era,” si avvicinò a lei facendo un passo avanti, smettendo di piangere per un momento “Sei l'unica luce che abbia mai conosciuto.” disse il ragazzo con voce dolce.
Violet lo guardò in silenzio, con gli occhi colmi di lacrime, e il ragazzo proseguì.
Mi hai cambiato, Violet.” concluse.
Violet sospirò, portando la mano sulla guancia di Tate, sentendola bagnata a causa delle lacrime. “Ti credo,” disse lei, il ragazzo si illuminò in un sorriso bellissimo. “Ti amo, Tate.” disse con la voce che stava per strozzarsi a causa delle lacrime, il ragazzo fece un risolino di felicità. “Ma non posso perdonarti,” disse lei togliendo la mano dalla guancia di lui e facendo un passo indietro, Violet poteva leggere il panico negli occhi di Tate “devi pagare per quello che hai fatto, per tutto il dolore che hai causato, tutta la sofferenza... Hai ucciso mia madre.”
No!” si affrettò a rispondere lui.
Sì invece!” gridò lei, e il ragazzo si zittì chiudendo gli occhi e ritraendo la testa all'indietro.
"Quel bambino – qualunque cosa sia – l'ha uccisa.” i due si guardarono negli occhi per qualche istante.
Tate temeva il peggio, e Violet raccolse gli ultimi stracci di autocontrollo che aveva per non piangere.
Non posso stare con te, non voglio stare con te.” disse allontanandosi da lui, ma lui automaticamente la seguiva, facendo un passo avanti ogni volta che lei ne faceva uno indietro.
Cosa stai dicendo?” disse il ragazzo piangendo.
Ti sto dicendo 'Vattene via'” rispose lei.
Cosa? No! No, non farlo!” la supplicò.
Vattene via, Tate.”
Sei tutto quello che voglio! Sei tutto quello che ho!” gridò lui.
Vai via!” si trovò a gridare anche lei, con gli occhi chiusi.
Passò qualche istante, non sentiva nessun rumore, pian piano aprì gli occhi, niente.
Tate era andato via.
Non c'era più.
Sua madre la abbracciò, dicendole che era stata molto coraggiosa a fare quello che aveva fatto, e lei si lasciò andare, pianse tra le braccia della mamma.


Violet era sdraiata sul letto, era passata un'ora da quando Tate se ne era andato.
Adesso anche le parole di Leah le riecheggiavano nella testa: Il diavolo è reale, e non è una piccola creatura con due corna e una coda. Può essere bellissimo. Perché è un angelo caduto, ed era il preferito di Dio.”
Lei lo sapeva bene, oh, se lo sapeva. Aveva avuto a che fare con l'oscurità, lei.
Era sbagliato stare con Tate. Lui era uno psicopatico, un pazzo. Lui era un assassino.
Lui aveva violentato sua madre.
M
a allora perché si sentiva così vuota dentro?
Forse perché sono morta” sussurrò lei a bassa voce, e poi rise della sua stessa affermazione.
Maledizione...” sussurrò ancora. Non sapeva cosa fare, una parte di lei le urlava di andare da Tate, di perdonarlo, che era cambiato da com'era. Il passato è passato. L'altra invece cercava di convincerla del fatto che lasciarlo perdere era la cosa migliore da fare, anche se sarebbero stati intrappolati in quella casa per l'eternità.
Insieme.
Violet si mise le mani sulle tempie facendo una leggera pressione, convinta che ciò potesse aiutarla a fare smettere le due voci contrastanti nella sua testa. Continuò a rigirarsi nel letto per quelle che le sembravano ore, quando invece erano solo pochi minuti, senza sapere cosa fare.
I
mprovvisamente si alzò ed uscì dalla sua stanza, chiudendo la porta dietro di sé, camminando lentamente si diresse a piccoli passi verso la cantina; era sicura di quello che stava per fare.
Sapeva che non si sarebbe fermata, nessuno avrebbe potuto. Era decisa, se lo sarebbe ripreso, anche se era stata lei a mandarlo via.
Respirando profondamente e lentamente arrivò davanti alla porta della cantina e l'aprì.
Sospirò, e fece un passo avanti “Tate?” chiamò con voce flebile, quasi un sussurro.
Nessuno rispose, e facendosi coraggio scese qualche gradino, chiamando di nuovo il nome del ragazzo.
Tate?” chiamò di nuovo, con voce un po' più forte questa volta, ma non rispose nessuno. Girò la cantina in lungo e in largo, ma del ragazzo non c'era traccia.
L'ho mandato via davvero, allora...” disse, sentendosi assalire di nuovo dalle lacrime, risalì gli scalini, chiuse la porta e tornò in camera sua, e si sdraiò sul letto a pancia in giù.
Dopo qualche minuti sentì qualcuno che le accarezzava i capelli.
Vai via, mamma...” disse, e si accorse da come la sua voce le risuonava nelle orecchie che aveva pianto di nuovo, anche se silenziosamente.

Violet...” sentì sussurrare.
Si girò di scatto, per trovare un ragazzo bellissimo seduto sul letto che la stava guardando.
Un ragazzo con i capelli leggermente mossi color biondo grano.
Tate...” sussurrò, sorridendo, il ragazzo ricambiò il suo sorriso, anche se non arrivò ad illuminargli gli occhi.
Mi stavi cercando prima?” chiese lui, esitante.
Sì... Io... Volevo dirti... Tate, mi dispiace, io... Non volevo... ” cominciò a parlare, sperando che le parole le arrivassero da sole, ma non era così.
Shhh, shhh,” fu la risposta di lui, che le mise delicatamente una mano dietro la testa, tirando l'esile figura della ragazza a sé, cercando di consolarla.
Va tutto bene, Violet, sono qui” diceva lui a bassa voce, cullandola e accarezzandole i capelli dorati per rassicurarla.
Mi dispiace...” disse di nuovo lei.
Va tutto bene. Adesso sei qui, no?” disse, senza smettere di cullarla, e Violet si addormentò tra le sue braccia.  

  
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