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Autore: StefanoReaper    25/12/2011    9 recensioni
Nessuno ci ha mai detto come finì la storia.
Lui alzò lo sguardo sui suoi occhi cristallini. Mai era riuscito a capire cosa pensasse, o provasse attraverso quegli occhi. Erano sempre calmi, sereni.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'D'Amore, Di Morte e D'Altre Sciocchezze.'
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“Quindi, cos’è che dovrei fare?” Lui la guardava, con occhi sconsolati, mentre Lei fissava il vuoto.
“Non so, forse dovresti semplicemente lasciar perdere.”
La sua voce fremeva al dire quelle parole. Ma la sua espressione e le sue movenze non facevano trapelare la minima goccia di paura.
“Ci ho provato, e lo sai. Ma non riesco. Non riesco a lasciarti andare. Non riesco neanche a pensare che potremmo essere lontani e..”
“Non vaneggiare” lo interruppe Lei bruscamente “Sai che non sopporto queste favolette.”
Lei ora lo guardava, arcigna, e Lui, sotto la potenza di quello sguardo, cedette, e voltò il capo, a fissare il nulla attorno a sé.
“Ma non è questo il punto.” continuò Lei “A lungo abbiamo tentato, e sempre abbiamo fallito. Non ha senso continuare questa storia.”
“Forse hai ragione.”
La voce di Lui era tremante, profondamente scossa. Lente lacrime inondavano i suoi occhi nerissimi, e con grande sforzo tentava di trattenerle dallo scorrere veloci.
“Però ora non metterti a piangere. Sei sempre stato così troppo sensibile e sentimentale.. Devi imparare a trattenerti, e farci il callo. O ci rimarrai sempre fregato.”
“E tu dovresti imparare ad avere un po’ più di sentimento invece! O non potrai mai provare la vera gioia, non potrai mai provare l’amore!” Lui si alzò, come preso da uno spasmo, e camminava avanti e indietro, guardandosi i piedi. Ora le lacrime inondavano il suo viso, spinte fuori dall’orgoglio ferito. Anche Lei si alzò, e gli andò vicino.
“Ma non soffrirò neanche. E mai sarò schiava di qualcun altro.”
Lui alzò lo sguardo sui suoi occhi cristallini. Mai era riuscito a capire cosa pensasse, o provasse attraverso quegli occhi. Erano sempre calmi, sereni. Di una serenità strana però. Una serenità apatica, né per una gioia, né per la fina di una sofferenza.
“Io non ti volevo come schiava. Io ti amavo veramente. E ti amo ancora.”
“Ma io non riesco ad amare. Non so vivere l’ignoto dell’amore. Ho bisogno delle mie certezze.” Lei lo guardò sorridente “Tu lo sai, dovresti capirmi.”
Lui rimase per un attimo in silenzio.
“Sì lo so. Ma non riesco a capirlo.”
Lei avvicinò il proprio viso al suo, lo guardò serenamente negli occhi, quasi a tranquillizzarlo, e lo baciò.
Un bacio rapido, fugace.
“Mi dispiace.” disse Lei “Devo andare.“
E voltandosi, si allontanò da Lui.
   
 
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