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Autore: Gio26    25/12/2011    1 recensioni
"Ogni cosa a casa mia mi ricorda te. Non vedo l'ora di vederti."
Una dolce storiella natalizia tutta miele!
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Natale
The sweetest Christmas

"All I want for Christmas is you..."


Non vedo l'ora di vederti.
Mi sono alzata esageratamente presto: non riuscivo a dormire. Ho preparato una cioccolata calda a colazione e ci ho messo anche la panna sopra, mangiando i biscotti al burro, fette biscottate e marmellata alle more, Nutella, miele. Alla faccia della dieta: è Natale!
Ho fatto una doccia, mi sono vestita con calma. Mi sono acconciata i capelli ricci proprio come piacciono a te, legati sulla nuca con dei boccoli che ricadono dolcemente sulle spalle. Mi sono truccata leggermente, giusto un po' di mascara e il rossetto.
Ho indossato il vestito che avevamo comprato assieme quel pomeriggio al centro commerciale.
Mi sono messa il profumo che mi hai regalato per il mio compleanno.
Ho indosso gli orecchini e la collana che mi avevi regalato per il nostro sesto anniversario, qualche mese fa.
Guardo l'orologio. E' ancora prestissimo. Sospiro: sempre la solita nervosa. Eppure sono anni che ci vediamo, ma ogni volta mi emoziono come una ragazzina.
In fondo ti vedo a malapena una volta a settimana, la domenica, a causa del nostro lavoro... Non abitiamo insieme, sempre a causa del lavoro. Quando puoi scappi dall'ufficio, fai un salto da me e, anche se ti vedo solo per qualche minuto, mi rendi immensamente contenta.
Sai come rendermi felice: con le piccole cose, con le sorprese. Adoro quando mi fai trovare i bigliettini dei Baci Perugina sparsi per casa: li trovo quando meno me lo aspetto, sotto il cuscino, fra le pentole. Magari mi lasci anche qualche cioccolatino, anche se ti chiedo sempre di non farlo o mi rovinerò la linea. Tu mi stringi la ciccetta sui fianchi e ridiamo, ridiamo.
Proprio una settimana fa ho trovato sul tavolo della cucina questa bustina rossa che stringo fra le mani. La giro e la rigiro come fa una bimba con la sua bambola preferita e per l'ennesima volta la apro. L'ho praticamente imparato a memoria. Dentro c'è un bigliettino bianco, semplice. Con la tua adorabile scrittura infantile c'è scritto solo: Vuoi passare il giorno di Natale insieme a me, amore mio?
Seguiva il disegno di un cuoricino stilizzato, un po' deforme ma tenerissimo.
Una semplice chiamata o un sms non mi avrebbe reso così felice, e tu lo sai bene.
Mi siedo sul divano, richiudendo la piccola busta rossa. Al posto del francobollo c'è uno smile che mi guarda sorridente. Sorrido.

Mi guardo intorno. Tutto mi parla di te, in questa casa, della nostra quotidianità.
Il divano su cui sono seduta ora... mi ricorda di quando, quelle rare sere in cui siamo liberi, ci stringiamo a vedere i nostri film preferiti alla minuscola televisione. Mi prometti sempre che mi regalerai una televisione nuova, ma io ti prego di non sprecare i tuoi soldi perché funziona ancora benissimo. E' la verità: sarà vecchia quindici anni, ma funge che è una meraviglia. E poi, ci sono affezionata: è stata la prima cosa che ha arredato casa mia.
Tanto so che prima o poi me ne comprerai una nuova: sei un delizioso testone. Ma io la mia vecchia televisioncina scassata non la butterò mai, piuttosto la metto in camera o in bagno.
La lampada mi parla di te, di quando una sera all'improvviso, mentre cenavamo, si è fulminata. Siamo rimasti al buio per un po', abbiamo acceso le candele e abbiamo mangiato a lume di candela, e solo dopo hai cambiato la lampadina.
Lo stereo mi parla di te, di quando, ascoltando la nostra canzone, abbiamo ballato stretti stretti nella stanza piccina, andando a sbattere sui mobili.
Quel vaso mi parla di te, di quando ha contenuto le splendide rose rosse che mi regalasti a San Valentino insieme ai cioccolatini a forma di cuore che ci mangiammo insieme.
Il letto mi parla di te, perché ospita il morbido orsetto di peluche che mi vincesti alle giostre, anni fa: è stato il tuo primo regalo per me, quando ancora mi corteggiavi e non stavamo insieme. Anzi, proprio quel giorno ci siamo messi insieme.
Le fotografie mi parlano di te. Le guardo, le riguardo, tappezzano i muri, quelle incorniciate sono sparse qua e là. Noi due insieme, abbracciati, sotto la Torre Eiffel: che viaggio meravigliosamente romantico, l'anno scorso. Noi due al mare, noi due in montagna sulla neve, noi due al ristorante...
Le sue lenzuola mi parlano di te, di quando la mattina, dopo che hai dormito da me, ti svegli prima, ti alzi delicatamente facendo attenzione a non svegliarmi e mi prepari la colazione; poi scosti piano le tende, mi baci dolcemente la fronte e mi sussurri: "Buongiorno, amore." Facciamo colazione insieme, a letto. Mi diverto ad imboccarti e ridiamo come due scemi quando, com'era prevedibile, versiamo il caffè sulle lenzuola. Allora tolgo le lenzuola, vado in bagno, le metto nella lavatrice e aspettiamo insieme che finisca il lavaggio. Nell'attesa, magari ci facciamo la doccia insieme, o il bagno: riempiamo la vasca fino all'orlo e versiamo così tanto sapone che la schiuma arriva da tutte le parti. La soffio anche sulla tua faccia, ti drizzo i capelli con lo shampoo e tu fai lo squalo. Ridiamo, ridiamo tanto. Sembriamo due bambini. Alla fine il pavimento del bagno è allagato. Lo asciughi tu mentre io stendo i panni. Poi mi raggiungi, come sempre, e mi stringi a te, e il vento ci scompiglia i capelli.
La cucina mi parla di te, di quando apriamo il frigo e vediamo che è vuoto; allora andiamo al supermercato, riempiamo il carrello con patatine, biscotti, dolciumi e schifezze varie, torniamo a casa, cuciniamo insieme e prepariamo le più orrende e inventate pietanze che poi ci sfidiamo a mangiarle. A questi fantasiosi piatti diamo i nostri nomi o soprannomi. Mi vergogno dei nostri milioni di nomignoli: ironici, buffi, volgari, sconci. Soltanto pochi sono dolci e carini, ma non li usiamo quasi mai. Preferiamo prenderci in giro, e ridere ancora una volta. Mi fai il solletico e io rido, ti mordo e tu ridi.
Quando leggo, la sera, se ci sei tu accanto a me non riesco a finire nemmeno una pagina e ripeto sempre lo stesso rigo. Ti diverti a distrarmi, a darmi baci sul collo, a farmi dei piacevoli massaggini. Ovviamente non resisto, vinci sempre tu.
Amo i piccoli gesti, le carezze, le coccole, le favole che mi racconti prima di dormire.
Amo la semplicità, i baci, gli sguardi, il suono dei nostri silenzi rotti solo dai nostri respiri.
Amo la nostra quotidianità mai monotona.

Guardo nuovamente l'orologio: manca ancora mezz'ora, ma decido di uscire lo stesso.
Pur essendo avvolta nel cappotto, indossando sciarpa e cappello di lana, sento un gran freddo. Sfrego le mani e vi soffio sopra, formando una nuvoletta calda nell'aria. Poi mi infilo i guanti e mi incammino.
Gli alberi sono secchi e le panchine congelate. Non c'è vento e le strade sono illuminate di mille lucine colorate. Quelle bianche sono le mie preferite. Gli edifici sono decorati a festa: le lucine, gli alberi, le scritte "Auguri" o "Buon Natale" o "Buone Feste", Babbo Natale attaccato alla ringhiera... Belli ma alcuni fin troppo esagerati, come se i vicini facessero a gara per le decorazioni più sfarzose. L'aria natalizia mi piace da morire, ma vedere i panettoni e i pandori al supermercato già a fine ottobre mi mette un po' d'ansia. Non voglio credere che il Natale abbia perso la sua magia e sia diventata solo una festa commerciale per guadagnare soldi: i regali, le decorazioni, le luci, l'albero, il presepe, il pandoro, il panettone... Io li prendo semplicemente per quello che sono.
Sono arrivata: la piazza è piena di persone che passeggiano. Sono in anticipo di dieci minuti nonostante avessi camminato lentamente, allora guardo le vetrine dei negozi, sospirando amareggiata davanti ai prezzi vergognosamente alti... E pensando al mio misero stipendio da precario.
Osservo una bambina che tira la mamma per l'orlo del cappotto saltellando e indicando un giocattolo dietro una vetrina. La mamma le sorride, la prende per mano ed entrano nel negozio. Allora comincio a fantasticare... Spero di poter stringere un bimbo anch'io fra qualche anno.
D'un tratto sento una mano che si appoggia alla mia spalla.
- Ehi - sussurra lui.
- Ehi - rispondo, voltandomi e incrociando il suo sguardo.
- E' tanto che aspetti?
- Non molto, ero in anticipo.
- La solita nervosa?
- La solita nervosa.
Mi conosce. Ci abbracciamo, ci baciamo. Sono così felice che sento il cuore uscirmi dal petto e spiccare il volo.
Mi prende per mano e ci sediamo su una panchina al centro della piazza. Io apro la borsa, frugo e tiro fuori un pacchetto dorato con un fiocco rosso.
- Per te. Buon Natale.
- Grazie. - Lo prende, mi da un bacio, lo scarta. E' un orologio che aveva detto che gli piaceva, quando eravamo andati insieme a comprare i regali per parenti e amici. - Grazie mille, amore, è bellissimo! E' quello che avevo detto che mi piaceva! Ma ti è costato un occhio della testa!
- Non importa, è un regalo e i soldi vanno spesi. Non mi dispiace fare qualche sacrificio per te.
- Tu non devi rinunciare a niente per me.
Mi da un altro bacio, poi fa un mezzo sorriso.
- Che c'è?
- Ti aspetti un regalo, eh?
Mi sfugge una risata. - Mi sembra abbastanza ovvio: è Natale.
Mi da un bacio improvviso. - Auguri. Mi spiace, ma sono proprio al verde...
So che sta scherzando, però faccio finta di crederci e di rimanerci male. E' soddisfatto che il suo scherzetto sia riuscito. E' così carino!
- Ho trovato solo questo... - dice, tirando fuori dalla tasca del giubbotto un minuscolo pacchetto blu con un nastro argentato. - Spero ti piaccia, ma ricordati che è il pensiero che conta.
- Ti sei liberato dal lavoro per stare con me, anche se ti avevano chiesto di lavorare anche a Natale, e per questo dovrai lavorare il doppio nei giorni prossimi: questo è già un grande regalo per me. Ma una caramella mi farebbe contenta. - Scherziamo spesso sul fatto che siamo dei bambini ai quali basta una caramella per essere felici. - All I want for Christmas is you! - gli canticchio. Stonata.
Sorride. - Allora forse sarai soddisfatta.
Scarto il pacchetto: una scatolina. La apro: un solitario con un piccolo diamante lucente. Sono senza fiato: sorpresa e incredula.
Lui lo prende, si alza in piedi, si inginocchia...
- No, ti prego... - mormoro imbarazzata: molti nella piazza si erano voltati e ci guardavano curiosi.
- Amore, vuoi sposarmi?
- Sì - rispondo, troppo felice per poterlo descrivere a parole.
Si alza, mi bacia e mi abbraccia. Nella piazza si levano fischi e applausi. Arrossiamo entrambi.
- Non sono mai stata così imbarazzata! - esclamo, ridendo aggrappata al suo collo. Guardo l'anello al mio anulare. - E' bellissimo. Chissà quanto l'hai pagato...
- L'importante è che tu sia felice.
- Certo che lo sono.
- Però devo ammettere che è qualche mese che metto i soldi da parte, quindi temo che dovremo aspettare un bel po' prima di poterci sposare.
Ridiamo entrambi. - Tranquillo, sono molto paziente. Cominciamo a riempire il salvadanaio?
- Mi dispiace. Non posso assicurarti un futuro ricco e agiato con il mio lavoro precario...
- Non me ne frega assolutamente un corno - ribatto, secca.
- Voglio solo che tu sia felice...
- Lo sono: ho te. Anche se vivremo faticando per arrivare a fine mese, sarò felice insieme a te. Supereremo tutte le difficoltà insieme.
- Sicura di volermi sopportare per il resto della tua vita? - mi sussurra ironico all'orecchio.
- Fino alla morte. Tu sei sicuro di volermi sopportare per il resto della tua vita?
- Mai stato più sicuro. Ti amo.
- Ti amo anch'io.
In quel momento, alziamo lo sguardo: fiocchi di neve cominciarono a cadere dal cielo bianco. Lacrime di gioia danzavano nel vento, lievi cristalli unici, ognuno diverso dall'altro. Una di quelle gocce lucenti si posa sul mio naso, sciogliendosi all'istante. Lui mi bacia il naso rosso e bagnato, e aggrotta le sopracciglia.
- Sei congelata - mi dice.
- Sì, ho un po' freddo.
-Allora scaldiamoci.
Lui mi prende per mano e comincia a correre. Nulla è sicuro per il mio futuro, ma quel che è certo è che lui ci sarà, e anch'io ci sarò per lui.
Insieme corriamo nella neve, andando incontro al nostro futuro.


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Auguri di Buon Natale!
Un po' di dolcezza-sdolcinata con questa one-shot tutta miele! Davvero, non so come mi sia uscita una roba da carie del genere!! Non è decisamente il mio genere!
Due giovani che si amano e decidono di sposarsi e vivere insieme. Due giovani come molti, senza nulla di concreto, senza un lavoro fisso, con denaro appena sufficiente a vivere. Due giovani pieni di amore, di gioia e di speranza che guardano positivamente (e ingenuamente) al futuro. Sono i piccoli gesti di quotidianità di due giovani innamorati che rendono ogni giorno speciale.
Ommamma, come sono zuccherosa! Non sono abituata a fare storie così. Tutta colpa del Natale, che ci rende tutti più buoni e romantici.
Buone feste a tutti! Grazie,
Gio.
  
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