Anime & Manga > No. 6
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Autore: _Ella_    26/12/2011    1 recensioni
NeSion
Può avere un odore, il Natale?
Non ne ha davvero idea, ma è impossibile per lui spiegare che tipo di odore sia, forse perché è fine a se stesso.
Come puoi spiegare com’è un profumo di rose, se non dicendo che odora delle rose stesse?
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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So this is Christmas and what have you done?


La città è come un foglio bianco, reso incolore dalla neve soffice che non smette di volteggiare lentamente.
Le strade sono vuote e silenziose, sembra persino che gli animali siano zittiti da un muto stupore, accoccolati tutti contro qualche zerbino, attorno ad un piattino di latte tiepido.
Splendono, le case. Brillano di luci e sorrisi che racchiudono la luce del sole.
Sion sorride, guardando fuori la finestra e non può far a meno di indossare quegli stessi occhi di quand’era bambino: la neve riesce ancora ad incantarlo, così come la magica atmosfera che c’è in giro.
Può avere un odore, il Natale?
Non ne ha davvero idea, ma è impossibile per lui spiegare che tipo di odore sia, forse perché è fine a se stesso.
Come puoi spiegare com’è un profumo di rose, se non dicendo che odora delle rose stesse?
Respira profondamente, senza smettere di sorridere. Eppure, nonostante tutte le luci che brillano, la città sembra addormentata, ferma in un istante di semplice e pura bellezza.
«Credo sia ora che vada.»
Le parole si voce di Nezumi lo risvegliano dall’incanto – se possibile quella voce tuttavia rende la realtà più bella – e il ragazzo si gira, fissandolo con le gote un po’ arrossate per via del calore che c’è lì dentro.
«Non ti fermi?» chiede, ma l’altro scuote la testa e, senza dargli altro tempo, lo saluta con un cenno, prima di uscire «Buon Natale» sussurra quindi alla porta chiusa, poggiando la guancia calda sul vetro gelido ed appannato.
Conosce Nezumi sin da quando era bambino, Sion.
Non sono mai andati a scuola assieme, né hanno mai avuto le stesse amicizie ma, spesso, andava a finire che si incontrassero in un vecchio parco abbandonato e che scambiassero qualche parola, mentre giocavano a chi si arrampicava più in alto.
Probabilmente, anche se lo conosce poco, è la persona che gli sia mai stata più vicina, dopo sua madre e la sua migliore amica, Safu.
Quando Safu se ne è andata, ad esempio, Sion ha trovato conforto solo nella compagnia di Nezumi, anche se questo non faceva nulla per consolarlo. Ma la sua vicinanza lo faceva sentire bene, e la sua voce, perché quando cantava tutto volava via e i pensieri pesanti scoppiavano come bolle di sapone.
Inoltre, da quel momento sembra che Nezumi gli giri attorno più spesso, volutamente. Ad esempio, per guadagnare qualcosa di più per tirare avanti, Karan gli ha offerto di aiutarla al lavoro, andando a fare alcune commissioni per lei.
Si vedono perlopiù di sfuggita, quindi, ma a Sion bastano quei momenti per sentirsi un po’ meglio.
Al rintocco dell’orologio che segna le otto in punto, il ragazzo scrive qualcosa su un bigliettino che poggia al tavolo, afferra il cappotto e, chiudendo la porta esce fuori.
Dire che si gela sarebbe un eufemismo, e Sion se ne rende conto quando ormai è già troppo lontano da casa per prendere qualcosa con cui coprirsi meglio. Cerca inutilmente di riscaldare le mani nelle tasche del cappotto, e alza il colletto per coprirsi meglio il collo dal vento. Nevica ancora, e sente il naso talmente freddo che potrebbe staccarsi da un momento all’altro.
Non ha la più pallida idea di dove si sia cacciato Nezumi, e anche di questo se ne è reso conto troppo tardi; ma ormai è già in giro, quindi tanto vale fare una prova. Non è così grande quel posto, in fondo, prima o poi lo troverà.

 La neve continua a scendere e la temperatura si è notevolmente abbassata. A Nezumi sembra di essere in frigo e, stringendosi nel cappotto di pelle nera e aggiustando meglio la sciarpa al collo, si decide finalmente a dirigersi verso casa.
Quando ci arriva, tuttavia, c’è una sorpresa ad attenderlo: accucciato contro la porta, tremante dal freddo e incredibilmente pallido, c’è Sion che – se non fosse per il cappotto – sarebbe tutt’uno con la neve.
Che diamine ci fa qui, questo stupido?
Il ragazzo sospira e, tirando fuori le chiavi dalla tasca, apre la porta.
«Beh, vuoi entrare o starai lì ancora per molto?» sbotta, varcando la soglia senza aspettarlo.
Quando si sono visti poco prima, Sion gli ha detto che quella sera sua madre non è a casa, perché è in Chiesa ad occuparsi della mensa dei poveri, e tornerà tardi. Quindi, immagina, non c’è alcuna possibilità che si fermi lì per poco.
Sta accendendo la stufa, quando sente finalmente la porta chiudersi e, senza pensarci due volte, intima a Sion di sfilarsi il cappotto e gli porge una coperta un po’ vecchiotta che usa quando ha troppo freddo per dormire con una sola coperta sul proprio letto. Il ragazzo ringrazia silenziosamente, gli sorride, e si accomoda vicino la stufa.
Trema ancora per i brividi e lui non può proprio far a meno di trovarlo adorabile. Ha il naso e le guance più rosse, adesso, e continua a leccare le labbra spaccate dal freddo, che sanguinano un po’. Probabilmente ha le mani livide e gelide e a quel punto si sente un po’ in colpa.
Chissà quanto tempo è stato fuori a cercarlo, e quanto ha aspettato seduto fuori al freddo. Solo per lui.
«Aspetta, vieni, siediti qui.»
Afferra la poltrona e la trascina vicino la stufa, intimandogli di sedersi lì perché starà più comodo ed anche più caldo. Sion ringrazia ancora e Nezumi si chiede perché lui non l’abbia ancora fatto.
«Senti… hai mangiato qualcosa?» chiede e l’albino scuote la testa
«Avevo detto a mamma che l’avrei aspettata» spiega, stringendosi nella coperta; i tremiti però sono visibilmente scemati, ciò non toglie che ha ancora un grande freddo, si vede «Si può sapere dove eri andato?»
«In giro» fece sbrigativo, poggiandosi al bracciolo dell’enorme poltrona «E tu? Perché qui?»
«B-beh… pensavo ti sentissi solo. Dopotutto è la Vigilia di Natale, no?» aveva un sorriso mesto sulle labbra, tranquillo, e Nezumi lo trovò davvero bellissimo
«Nh, sai che dramma. Vivo da solo da una vita»
«Si può sempre rimediare» alla sua espressione seria e decisa, il ragazzo dai capelli scuri non poté far a meno di lasciarsi scappare una leggera risata
«Forse hai ragione, Sion.»

Quando Nezumi mi afferrò la mano gelida, sedendosi al mio fianco, sentii un inspiegabile calore. Forse era dovuto dalla sua pelle calda, forse dal calore della stufa che cominciava ad aumentare. Forse era semplicemente la sua vicinanza a darmi quel benessere di cui non riuscivo a fare a meno.
Non ho mai passato il Natale senza mia madre, senza la tavola imbandita o regali da scartare ma, devo ammettere, questa novità non mi dispiace affatto.
La verità è, mentre gli stringo le mani ed appoggio la nuca sulla sua spalla, che mi sento ugualmente a casa.


Ho una terribile faccia tosta a presentarmi qui dopo tutto questo tempo ma, ahimé, ho avuto davvero poco tempo per occuparmi di questa magnificentissima (?) coppia.
Ho scritto, certo, ma non quanto avrei voluto e, in effetti, ho avuto solo il tempo per varie oneshot, per quanto riguarda il fandom di KH.
Non mi sono dimenticata di "We'll meet again", se ve lo state chiedendo, solo che non avevo la minima intenzione di scrivere in fretta e furia e rovinare un capitolo, tutto qui. Voglio ancora continuarla, ho tanta di quella voglia che non avete idea, solo che il tempo è stato quello che è.
Proverò a scriverlo in questi giorni, ignorando le mille materie che devo recuperare alcuni stupidi impegni, giuro.
Per il momento, spero vi piaccia questa piccola shot che è decisamente semplice, forse anche inconcludente, ma boh (?) mi è venuta improvvisamente voglia di scrivere qualcosa di Natalizio e zuccheroso su 'sti due :3
Fatemi sapere e, anche se in ritardo, vi auguro un buon Natale ed un felice anno nuovo *-*
Perché, dopotutto, non è importante dove si sta e con chi, ma l'importante è sentirsi a casa <3

See ya!

OH-OH-OH-OH-OH! BUON NATALE! [cit.]

   
 
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