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Autore: E l i z a    27/12/2011    4 recensioni
Ehi ragazza, dimmi
Riesci a sentirlo?
Riesci a sentire questo frenetico rumore?
È un rumore che ti ronza in testa
E ti riempie le orecchie
Girati lentamente
Ora osserva
Ragazza, stai morendo.
Genere: Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Premessa: Allora, questo “Racconto” abbastanza nonsense è frutto della mia mente non molto normale a quanto pare. E' uscito fuori dopo una sana dormita che mi ha completamente sconvolta. Sembrerebbe frutto di una gelosia, o per lo meno così mi hanno detto. Spero che possa piacervi, perche almeno a me, ha inquietato parecchio. Sì forse leggendolo non sarà tanto inquietante, ma fidatevi che sognarlo mette ansia o.o Ah, si, ovviamente nel testo ho dovuto modificare delle cose, nella mia mente e nel sogno era tutto un po' più vago e sfumato, gli ho dato quel qualcosa in più per farlo diventare una storia.. Quindi finisco qui di precisare due cosette e vi lascio alla storia. Buona lettura :D

 

Can you hear it?

 

Ehi ragazza, dimmi
Riesci a sentirlo?
Riesci a sentire questo frenetico rumore?
È un rumore che ti ronza in testa
E ti riempie le orecchie
Girati lentamente
Ora osserva
Ragazza, stai morendo.

 

Ero sola, in quella notte tremendamente buia, difronte a quell'enorme palazzo bianco. Era disabitato, lo conoscevo come le mie tasche. Eppure, stranamente, per la prima volta in vita mia, vidi tutte le luci di quella costruzione accese. C'era qualcuno all'interno? Avevo una paura terribile, ma la mia mente non voleva farmi allontanare da quel posto, anzi, decise che dovevo entrarci. Non volevo, ma le mie gambe iniziarono a muoversi verso l'enorme entrata lontanissima, sembrava essere distante chilometri. Eppure no, non lo era. In pochi istanti eccomi li, davanti a quella porta che sembrava ancora piu grande di quanto non fosse già. Ormai non riuscivo piu a fermarmi, ma non feci in tempo a fare un altro passo che le porte si spalancarono con violenza. Da lì uscì una bambina molto magra, aveva dei lunghi capelli lisci e castani, gli occhi erano dello stesso colore. Cosa ci faceva in un posto cosi tetro?
-Piccola, cosa ci fai qui da sola?
Era sorridente e per nulla impaurita.
-Sto giocando.
Mi disse tirando fuori da dietro la schiena come una specie di telecomando.
-Vuoi vedere la mia bella bambola telecomandata?
Non feci in tempo a rispondere che la bambina iniziò a maneggiare quell'oggetto. Dalle sue spalle un'ombra molto sfocata si faceva spazio tra i mobili rovinati del luogo, diventando via via sempre piu grande. Una sostanza informe di roba mi si avvicinava velocemente, non aveva testa ed era gelatinosa, ma aveva due gigantesche braccia con il quale distruggeva qualsiasi cosa si fosse trovato davanti, ma anche di lato. Iniziai a correre intorno a quell'edificio che sembrava non finire piu, quando finalmente svoltai l'angolo. Un'immensa distesa di erba copriva tutto il terreno che avevo di fronte, era tutto cosi scuro. Mi fermai a guardare quel posto, la paura era sempre piu forte ed i miei battiti acceleravano troppo in fretta. Mi voltai e quello strano mostro era dietro di me, a qualche metro di distanza. Era come se riuscisse a vedermi anche se privo di occhi, e questa sensazione mi trapassava come la lama di una spada. Continuai a guardarmi intorno, non c'era nient'altro che il prato e qualche piccolo fiore qua e là. Per un attimo pensai che quel mostro fosse qualcosa che potessi comandare anche io, dato che, dopo essermi fermata, lui fece lo stesso. Ma purtroppo non era così. Prima di iniziare a correre di nuovo una farfalla mi passò di fronte, era rossa. No, aspetta, era solo coperta di sangue. Quella farfalla iniziò a girare in torno a quel mostro, ma fu subito bloccata dalla forte stretta della mano di quest'ultimo. Mi sentii improvvisamente stretta da qualcosa. Mi era impossibile qualsiasi movimento. Che diavolo stava accadendo? D'un tratto la massa informe lasciò l'esserino che teneva nella mano ed io fui di nuovo libera di camminare. Quella farfalla aveva per caso qualcosa in comune con me? Continuai a correre fino a trovarmi nuovamente all'entrata dell'edificio, dove trovai la bambina che rideva, soddisfatta di come stavano andando le cose. Mi girai nuovamente verso il mostro color arancio, si era bloccato ancora. Questa volta prese la farfalla, e non so come riuscì a inghiottirla. Caddi a terra dolorante tenendomi il petto, che quella farfalla fosse qualcosa che apparteneva a me? Subito dopo fu sputata fuori integra, ed il dolore che provavo svanì all'istante.
-Basta, mi sono stancata di giocare in questo modo, non è divertente vederti scappare disarmata.
La bambina mi prese per mano canticchiando e saltellando e con un'assurda potenza mi trasportò con sé all'interno del palazzo.
-Ora potremo giocare insieme. Vedi di non deludermi, voglio divertirmi.
Eravamo arrivate nel garage dell'edificio, era completamente grigio e di metallo. Ma quel grigio era interrotto ogni tanto da delle macchie di rosso acceso e marrone scuro. Speravo non fosse ciò che pensavo.
-Sì, è sangue.
Continuò la ragazzina, sorridendo anche piu di quanto non stesse gia facendo. Quel corridoio era molto lungo e conduceva ad una stanza completamente al buio, mentre all'altra estremità c'era un ascensore, anch'esso grigio. Mi guardai un po' attorno, quel corridoio era vuoto, privo di scale o qualsiasi altro oggetto anche solo decorativo. L'unica cosa che c'era in quel posto erano tre o quattro luci da muro che rendevano tutto un po' più nitido.
-Prendi quella!
Mi disse la bambina indicando un punto non preciso poco dopo l'ascensore. Era contenta, sembrava spensierata e.. Felice?
-Non c'è nulla lì, solo il muro.
-No, guarda meglio!
Riprese quella ragazzina, tornando ad indicare verso quella direzione. A terra ora c'era una spada.
-Prendila e gioca con me!
-Sei pazza forse? Non ucciderò una bambina!
Sul suo volto sparì il sorriso felice che venne subito rimpiazzata da una cupa espressione triste. Poi svanì anch'essa, lasciando spazio ad un ghigno poco rassicurante.
-Prendila. Non ho intenzione di uccidere una ragazza disarmata.
Al suono di quelle parole indietreggiai bruscamente, mi metteva ansia il modo in cui quella ragazza mi guardava. Uno sguardo che cercava vendetta e sangue. Il mio sangue.
Presi di scatto la spada, e prima che la bambina potesse armeggiare di nuovo con il telecomando lo distrussi.
-Che cazzo farai ora, eh? Mocciosa! Come credi di uccidermi?!
Una strana rabbia stava sovrastando la mia sensazione di paura, ero più determinata che mai a far finire tutto molto in fretta. Ora quella ragazzina sembrava quasi terrorizzata. Iniziò ad indietreggiare e le porte dell'ascensore dietro di lei si aprirono lentamente, lasciando alla bambina il tempo di entrarci. Una volta dentro, tese il braccio verso di me e non seppi neanche io perche feci una cosa simile, ma gettai la spada a terra e le afferrai la mano. Di colpo le porte si chiusero, lasciando il braccio di lei al di fuori di esse. L'ascensore iniziò a salire con molta velocità ed io tenni saldamente la presa sulla mano della ragazza, sentivo che non sarebbe successo nulla di positivo. Da quel braccio iniziò a schizzare sangue, era ormai staccato dal corpo. D'un tratto la testa iniziò a farmi male, come se in essa riuscivo a vedere e sentire ciò che accadeva alla ragazza.

Ehi tu.
Sisi, proprio tu ragazzina.


La bambina all'interno dell'ascensore spalancò gli occhi ancora incredula, mentre il sangue colava lento dal braccio.

Riesci a sentirlo vero?
Questo rumore assordante ti sta lentamente riempiendo le orecchie.
Sai cos'è?
È il battito del tuo cuore.


Improvvisamente si iniziarono a sentire i battiti della ragazza molto piu forti e veloci.
Anche l'immagine di lei nell'ascensore mi pulsava nella testa, veloce ed incessante.

Già.
Ti fa male vero?
Stai morendo ragazzina, accettalo.
Hai voluto giocare, ed ora..
Hai penosamente perso.

 

Fine ~

  
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