Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: biebsmisteltoe    27/12/2011    2 recensioni
Quando l'amore può volare libero, beh, è da quel momento che si è felici, davvero.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Entrò in quella casa dove aveva vissuto fino all’età di nove anni.
Le sembrava tutto uguale, ogni cosa era rimasta come se la ricordava.
Prese la valigia che era ancora sulla porta e la trascinò di fianco al divano.
Si tolse il cappello blu che appoggiò sul tavolino e sbottonò delicatamente i bottoni dorati del cappotto rosso.
Posò il cappotto sul divano e iniziò a girare per la piccola villetta, fino a quando suonò il campanello.
Andò alla porta e quando aprì si ritrovò una graziosa signora non molto alta, con lunghi capelli neri.
«Ciao, tu devi essere la nuova vicina, io sono Pattie» disse la signora con voce euforica.
«Salve, io sono Charlie, vuole entrare? Le faccio un caffè, scusi per il disordine ma sono appena arrivata» rispose in tutta fretta la ragazza.
Pattie fece un segno di consenso.
Charlie fece accomodare la signora, all’interno della casa e l’accompagnò in cucina.
La ragazza si mise a cercare il caffè, la moka era rimasta sul fornello.
Mentre Charlie era intenta nella ricerca, Pattie tentò di parlarle.
«Ma quanti anni hai?» chiese in modo premuroso la signora.
«Diciotto» rispose in modo distratto la ragazza.
«Ah, hai un anno in più di mio figlio, dovresti conoscerlo, è un bravo ragazzo, anzi perché non vieni a cena da noi stasera?» osservò Pattie.
Charlie era piegata per guardare negli sportelli in basso, ma si alzò e guardò negli occhi la signora.
«Certo, però porto io il caffè, perché non l’ho da offrirle in questo momento» rispose la ragazza.
Pattie acconsentì, si salutarono e uscì di casa.
Charlie andò in bagno e si risciacquò il viso.
Lunghi capelli cioccolato le ricadevano mossi sulle spalle, aveva occhi verdi smeraldo, era abbastanza alta,
anche se non per essere una diciottenne ed era snella.
Era una bellissima ragazza, una delle poche che si potevano incontrare in un paesino come Stratford.
Charlie si rimise il cappotto e il cappellino, per poi uscire di casa.
Stava andando al supermercato per comprare il caffè.
Arrivata lì, sul muretto di fianco alla struttura, c’erano seduti dei ragazzi.
Lei senza darci troppo peso, si affrettò ad entrare nel supermercato.
Si ricordava alla perfezione ogni singolo scaffale, ogni singola corsia, le sembrava di non essersene mai andata da quel paesino.
Prese il pacchetto del caffè, sarebbe venuta il giorno dopo a fare la spesa per la casa, pensò.
Mentre si dirigeva alla cassa, venne affiancata da qualcuno, ma non ci fece caso.
«Ciao, come ti chiami?» chiese il ragazzo coi capelli corti biondi e gli occhi color caramello.
«Non sono affari tuoi» rispose Charlie in modo brusco, mentre continuava a camminare.
«Dai, ho fatto una scommessa con i miei amici, li vedi là fuori che ci guardano dalla vetrina?» domandò il ragazzo indicando un punto.
La ragazza si fermò e guardò in direzione del punto indicato dal ragazzo e vide due ragazzi che scrutavano all’interno del supermercato.
«Io sono Charlie, qual è la scommessa?» chiese diretta lei.
«Io sono Justin e la scommessa è che sarei riuscito a farmi baciare da te» rispose il ragazzo, con fare da latin lover.
«Va bene, ma facciamo in fretta, ho un impegno» concluse Charlie,
che mise la mano dietro il collo del ragazzo e avvicinò il suo volto a quello di lui, per poi fare incontrare le loro labbra.
Poco dopo si staccarono.
Charlie fece per andarsene, ma Justin la bloccò per il braccio.
«Che vuoi ancora?» chiese lei inacidita.
«Vuoi dirmi che non hai provato niente?» chiese sbigottito il ragazzo.
Charlie fece spallucce.
«Cosa vuoi che abbia provato? È stato un bacio con un ragazzino che neanche conosco» mentì lei.
Aveva provato una strana sensazione in quel bacio, una sensazione che non aveva mai provato prima.
«Sicura? Perché io, io, ho provato qualcosa» disse il ragazzo.
Charlie guardò gli occhi color caramello di lui e poi il suo sguardo scese sulle labbra del ragazzo, un brivido le percorse la schiena.
«Mi dispiace, ma io non ho provato nulla» rispose di nuovo lei, stavolta mentre si dirigeva alla cassa.
Justin la seguì, lei pagò la spesa e poi uscì dal supermercato, lui la seguì anche fuori.
«Mi lasci stare? Sono in ritardo, adesso devo andare» disse lei furiosa.
Justin guardò l’orologio e si accorse che anche lui era in ritardo.
  
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