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Autore: E l i z a    27/12/2011    3 recensioni
Nell'introduzione si sente aria di cambiamenti!
Un giovane ragazzo di diciassette anni e capelli azzurri.
Una giovane ragazza di milleseicento anni e capelli rossi.
Uno studente ed una morta.
E se per una missione la morta facesse morire di paura il vivo?
.. Read me!
Genere: Avventura, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Espada, Jaggerjack Grimmjow, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Echoes.

-Ehi, Aizen ti stava cercando. Dove ti eri cacciata?!- Si sentì la voce di un uomo rimbombare nel luogo.
-Ora sono qui. Ero andata a sbrigare delle faccende.
Un braccio di fronte a Reiko, poggiato al muro, apparve a bloccarle il passaggio. Subito dopo si materializzò una figura alla sua destra, mentre la ragazza attraversava quei lunghi corridoi dipinti di bianco, che a suo parere era un bianco candido, spezzato raramente da qualche riga nera in presenza di porte o finestre.
-Lasciami passare.- Disse lei in tono pacato, chiudendo gli occhi.
-Passerai fra poco, volevo solo sapere cosa hai fatto, sei stata via per così tanto! Posso almeno salutarti?
-Sì, ovviamente,
Nnoitra. Ma ciò che faccio non ti deve interessare.
Il solito ghigno del ragazzo gli solcò il volto.
Si divertiva ad infastidire quella povera donna, poiche lei era sempre tranquilla, non mostrava il suo lato combattivo e violento, a meno che non fosse strettamente necessario.
Non amava combattere, per questo non alzava mai un dito sui suoi compagni, e ciò la rendeva la preferita del capo non che la più odiata ed invidiata dai suoi alleati.
Il fatto che non combattesse con facilità, però, non significava per forza che lei non fosse forte. Anzi, tutto il contrario.
Si può dire che in mezzo a quelle persone era tra le più potenti e coraggiose, anche se spesso pensava di non appartenere a quel mondo, a quella gente così assetata di sangue. Era motivo di grandi liti all'interno del palazzo, non veniva ritenuta degna di tanta fiducia ne di tanta importanza. Nessuno però l'aveva mai vista combattere e per questo tutti, nonostante fossero contrariati, le portavano rispetto. Tranne lui, ovviamente.
-Non farmelo ripetere di nuovo. Lasciami passare.
-Dai non essere sempre così scontrosa! Volevo solo conversare..
-Con te non si può conversare normalmente, quindi spostati.
Quella donna l'aveva sempre incuriosito e divertito, nonché infastidito. Proprio perche non riusciva a farla arrabbiare lo incuriosiva e proprio perche lo ignorava e gli opponeva resistenza lo divertiva. Dire che l'attraeva soprattutto, è alquanto scontato. Lui era attratto da qualsiasi donna le si ponesse di fronte, tranne poche eccezioni. Nonostante questo però la odiava immensamente. La odiava perché una guerriera non poteva essere pacifica. Ed una pacifica come lei non poteva essere più forte di lui.
Però aveva sempre avuto una fottuta paura. Infondo lui rimaneva comunque un essere inferiore, essendo il
numero 6.
-Dai, piccola, divertiti un po'.
Lui rise, una risata soddisfatta. L'aveva appena spinta al muro, passandole un dito sotto al collo e continuando a tenere la mano poggiata sulla parete. Nnoitra era alto, davvero alto, mentre lei era molto minuta. A confronto tutte lo sarebbero state, ma Reiko principalmente era bassina, tanto che lui si dovette chinare parecchio prima di arrivarle all'altezza della faccia.
-Lasciati andare, so che lo vuoi.- Le disse, continuando a sorridere.
-Non te lo ripeterò più, Aizen-sama mi sta aspettando, quindi spostati.
-Aizen-sama di qua, Aizen-sama di là, lascia stare quel coglione, tanto non ho la minima intenzione di togliermi.- Continuò lui senza smettere di ridere. La stava facendo alterare forse? Era proprio così, per la prima volta, ma ci stava riuscendo. Sembrava proprio che provasse dell'odio per lui.
-Oh, non ti starai mica arrabbiando?- Fece per riprendere l'uomo, con tono di finto sbalordimento.
-Affatto, ma non costringermi a farti spostare con la forza, non ti converrebbe.
-Ah, non aspetto altro. E' da quando sei qui che voglio testare la tua forza! Sei all'altezza del tuo titolo, cagna?!
Lei alzò un dito, sempre tenendo la testa bassa e gli occhi socchiusi. Aveva superato il limite. Lo poggiò sullo stomaco del ragazzo e prima che lui potesse opporre resistenza, un bagliore si vide per pochissimi secondi che non diedero a Nnoitra neanche il tempo di realizzare l'accaduto. Un grande eco risuonò nel corridoio vuoto e grande di Las Noches, che vedeva il giovane cadere a terra con gli occhi sbarrati, mentre si portava una mano alla pancia.
-C-che diavolo..?!- Tossì sangue, per poi perdere i sensi.
-
Te l'avevo detto.- Amava pronunciare quella frase. Poi gli voltò le spalle, lasciandolo lì a terra, con l'impossibilità di muoversi.
-Cagna!- fu l'ultimo commento di Nnoitra che si sentì risuonare, prima che la ragazza svoltasse l'angolo.
Per la prima volta Reiko aveva opposto resistenza con la forza ed era stato incredibile, tanto che Nnoitra, da quell'episodio, cominciò a credere che il titolo di
primera espada fosse, per lei, assolutamente meritato.

-Scusi Aizen-sama, se l'ho fatta attendere, ma ho avuto un piccolo contrattempo.
-Di che tipo?- Chiese l'uomo sorseggiando del tè in tutta tranquillità.
-Non si preoccupi, l'ho già risolto.
Lui sorrise, come se sapesse cosa fosse successo e ne andasse fiero.
D'altronde era ovvio, il palazzo era suo e la più forte l'aveva scelta lui, come faceva a non sapere ciò che accadeva nella sua dimora, che riguardavano per di più la sua prediletta?
-Bene.- Riprese. -Com'è andata sulla terra?

-Tutto secondo i piani, Aizen-sama. L'unica cosa che vorrei chiederle è un corpo fittizio.
-E perché mai, mia cara?
-Vorrei inserirmi nella vita di quel ragazzo. Lo trovo.. interessante.
-Se è questo quel che ti serve, Aporro ha già qui quel che cerchi.
Aporro andò dalla ragazza e, chinando il capo roseo, le porse la capsula contenente il gigai.
-Eccolo. Basterà solo aprire la capsula, quando sarà necessario, nella metà precisa ed il corpo si materializzerà, Reiko-sama.-
Sama. Adorava anche quando le si appellavano in quel modo, senza nessuno sforzo, come se finalmente qualcuno credeva in lei, oltre ad Aizen.
-Grazie, Aporro.- Sorrise la ragazza. Lui era, insieme a Ulquiorra, Harribel e Starrk, uno tra quelli che potevano meritare un po' di gentilezza in mezzo a quella gentaglia.
-Comunque.- Li interruppe Aizen. -Non è per questo che ti stavo aspettando.
-L'avevo intuito. Cosa c'è che non va?- Il tono della ragazza era uno tra i più rispettosi che si fossero mai sentiti. Forse per riconoscenza, forse perche aveva paura delle conseguenze se si fosse ribellata.
In quell'uomo riponeva fiducia, ma anche terrore. Lo odiava, ma l'adorava e lo ringraziava per l'aiuto che le aveva offerto. Si sentiva in debito e per questo lo seguiva e lo rispettava.

Lui era un magnifico pavone,
adornato di qualcosa di infinito simile alla speranza,
all'adorazione e alla paura.


-La Soul Society non sa che stiamo cercando quest'uomo.
Gli occhi della rossa si chiusero in piccole fessure, fissando l'uomo con severa attenzione alle sue parole.
-E ci resta poco tempo, prima che lo vengano a sapere. Dovrai portarlo qui al più presto.
La ragazza annuì, un po' sotto pressione, poi fece un leggero inchino.
-Bene, se hai capito, puoi andare.
Così Reiko venne congedata dalla sala bianca dove risiedeva l'uomo, -seduto su un enorme trono di marmo, anch'esso bianco-, e andò nella sua stanza a riposarsi, per tornare il giorno dopo sulla terra.
La mattina seguente, se cosi poteva essere definita dato il perenno buio del posto, Reiko si alzò presto, si preparò e giunse sul mondo terrestre. Una volta lì, aprì la capsula per entrare nel suo corpo fittizio e si diresse poi verso il liceo frequentato da Grimmjow, indossando l'uniforme della scuola. A prima vista, sembrava davvero una ragazza normale.
*
-Buongiorno!- Salutò la professoressa piena di entusiasmo, dopo aver spalancato la porta dell'aula. -Oggi è qui con me una nuova alunna, entrerà a far parte della vostra classe già da questo momento, quindi siate cordiali con lei!- Fece un sorriso di disperazione, sapendo che la sua richiesta era, per quella classe, una richiesta assurda.
-Vieni pure avanti signorina Ayumi.
La ragazza entrò nella classe, in mano teneva la cartella e la testa era bassa, fissa al pavimento.
-Forza, non essere timida! Presentati alla classe.
-Oh? Si, certo.- Cercava il più possibile di sembrare un'umana a tutti gli effetti, ma da nessuna parte si era mai vista una ragazza dai naturali capelli rossi.
-Io sono Ayumi Reiko ho 16 anni e come avrete capito, mi sono trasferita qui da poco.
L'unico problema era che non riusciva a non sembrare sfacciata.
Nel frattempo scrutò la classe e vide in una delle ultime file il ragazzo dai capelli azzurri. Teneva nella mano sinistra, fra l'indice e il pollice, una matita. Ci stava giocando mentre con la mano destra si reggeva il capo a scrutare il cielo annuvolato fuori dalla finestra.
La giovane fece rieccheggiare il suo reiatsu all'interno della classe, lui se ne sarebbe sicuramente accorto.
Difatti lo vide sbarrare leggermente gli occhi, rimanendo però nella solita posizione ed osservandola con la coda dell'occhio.
-Jeagerjaques, cosa fai? Dormi per caso?- Chiese la professoressa volta verso di lui, leggermente adirata per il poco interesse mostrato dal ragazzo.
Lui sbuffò ridestandosi dai suoi pensieri, e si sdraiò sullo schienale della sedia. La sua visuale adesso era di fronte a lui e poteva osservare la figura della ragazza a pieno. L'espressione che gli si disegnò sul volto non poteva essere definita con un unico aggettivo, ma era un miscuglio di emozioni. Era tra lo sbalordito, il divertito, ma anche un po' tra lo scocciato e il turbato.
L'aveva intrigato quella ragazza dall'aspetto -definito da lui- diverso dal resto degli adolescenti. Ma sarebbe stata comunque un'altra povera vittima dei suoi soprusi.
-Bene, ora basta con le presentazioni, è arrivato il momento di cominciare la lezione. Ayumi, vatti a sedere accanto a Jeagerjaques, siccome è l'unico banco libero. Non ti preoccupare per il suo carattere, con le ragazze è innocuo.
O almeno spero..- Sussurrò sospirando, mentre la ragazza prese il suo posto accanto a Grimmjow.
Lui sbuffò nuovamente, non appena Reiko si mise a sedere. Lei teneva ancora la testa bassa, come ormai era suo solito fare, e gli occhi socchiusi mentre sistemava dei quaderni sul banco.
Si accorse però, che al ragazzo non andava a genio il fatto che qualcuno avesse occupato il banco accanto al suo, soprattutto se ad essere a quel posto era un'altra insulsa adolescente con crisi di esistenza, per di più anche piccola.
-Tranquillo, l'idea di stare qui non piace neanche a me.- Disse la ragazza, non curante della reazione dell'uomo. Ma lui invece si comportò tutto il contrario di come Reiko aveva immaginato. Sorrise. Si limitò a sorridere.
-Cos'hai da sorridere?- Chiese lei, leggermente incuriosita da questa sua inaspettata reazione.
-Mi fa ridere l'arroganza con cui dici le cose. Sei qui da meno di dieci minuti e pensi gia di poterti comportare in modo cosi sfrontato.
-Oh, ma io non sono arrogante, ho solo espresso il mio parere. E mi pare sia condiviso anche da te, no?- Ribattè lei, mentre lo continuava a vedere sorridente con la coda dell'occhio.

-Ragazzi, ragazzi! Abbiamo capito che volete conoscervi, ma non è il momento di scambiare quattro chiacchiere in allegria!- Disse la professoressa guardando Grimmjow e Reiko "socializzare".
-Vedi, non sono l'unico a pensare che tu sia sfacciata.
Lei si limitò ad alzare gli occhi al soffitto ignorandolo, come a fargli intendere che volesse seguire la spiegazione.
Il resto della giornata passò lento tra una lezione e l'altra, quando finalmente la mattinata scolastica terminò. Reiko si accinse ad uscire dalla porta con i suoi libri in mano, mentre Grimmjow le si avvicinò, abbassandosi un po' per poterle parlare sottovoce.
-Sei strana, ragazza. Non avevo mai visto un colore di capelli simile.
Lei lo vide sorridere divertito.
-Cos'hai ancora da sorridere con quel fare arrogante?- Disse Reiko abbassando la testa e chiudendo gli occhi con fare di superiorità.
-Proprio tu mi parli di colori di capelli?
Colpito e affondato. Lei gli aveva risposto come mai nessuno avrebbe fatto, per paura di qualche reazione avventata del ragazzo. Tutti in classe avevano gli occhi fissi su di lei, stupefatti dal coraggio della giovane.
Lui non era il tipo che accettava critiche, soprattutto se riguardavano i suoi capelli, e tutti in quella classe lo sapevano.
Li aveva ripresi dalla madre, non sapeva il motivo di quel colore non esistente in natura, ma non li tinse mai per poter essere definito "normale". L'unica cosa che gli ricordava la donna che l'aveva messo al mondo era quel colore di capelli e lui, per questo, l'amava.
Chiuse gli occhi e strinse i pugni, digrignando i denti, poi s'allontanò a passo svelto dalla ragazza.


 

NdA:
Allora, devo dire che nemmeno qui ci sono tante cose da chiarire. Essendo Grimmjow un umano, è ovvio che ci siano delle caratteristiche riprese dai genitori, e l'idea di fargli avere un legame intenso con la madre mi attirava.
La nostra Reiko è stata inserita in un ambiente umano, ma tranquilli, non vi rimarrà per molto ahah
Mi piaceva l'idea di Grimmjow in classe alle prese con una professoressa, quindi perché no lol
Inoltre la parte iniziale a Las Noches è quasi fondamentale per lo svolgimento di mooolti capitoli a venire, quindi attenzione u.u
Ah si, volevo avvertirvi che avendo inserito la nostra Reiko come primera espada (coro di ohhh), alcuni numeri sono sballati, spero non vi dispiaccia :3
Ne approfitto per ringraziare chi ha recensito il vecchio capitolo e chi recensirà questo, ringrazio chi ha messo la ff nelle seguite e nelle preferite eccetera eccetera.
Hope you like it! :3


Ps. Fanfic rivisitata e messa a nuovo dalla sottoscritta autrice u.u

  
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