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Autore: _Murder_    27/12/2011    3 recensioni
Ridevano e si divertivano come solo loro due, quando stavano insieme sapevano fare. Frank inventava battute squallide, che non avrebbero fatto ridere nemmeno i polli per osservare la faccia impietrita di Gerard e scoppiare in una risata fragorosa e incontrollata. Insieme sempre. Anche nei momenti difficili uniti da un’amicizia indistruttibile, solida come e forse più della roccia. Che poi, la loro era amicizia?
Genere: Angst, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Ridevano  e si divertivano come solo loro due, quando stavano insieme sapevano fare. Frank inventava battute squallide, che non avrebbero fatto ridere nemmeno i polli per osservare la faccia impietrita di Gerard e scoppiare in una risata fragorosa e incontrollata.Insieme sempre. Anche nei momenti difficili uniti da un’amicizia indistruttibile, solida come e forse più della roccia. Che poi, la loro era amicizia? Se due persone che si accoccolavano abbracciati nello stesso letto potevano essere chiamati amici…bhe, sì allora loro erano amici.
Ad interrompere le loro risate intervenne il telefono di Gerard o meglio sua madre. Si affrettò a rispondere con un leggero affanno “Ehm, sì…pronto?!”
“Gerard caro, ti ricordo che alle nove arriveranno gli invitati per la cena. Sono già le otto e trenta. Quando torni? Dovresti pur darmi una mano.”
“Oh scusa mamma. Non ho controllato l’orologio”. Il tempo passava così veloce quando lo trascorreva con Frank. “Arrivo tra una decina di minuti, a dopo.”
“A dopo, caro.”. Chiuse la chiamata ed infilò frettolosamente il suo vecchio telefono nella tasca posteriore dei suoi jeans neri e strappati. “Che palle! Mia madre dice che devo tornare a casa e blablabla” accompagnò queste parole gesticolando teatralmente. Una peculiarità di Gerard era l’espressività. “Sai com’è. Tiene tanto a queste cene di Natale”
“Odio il Natale”
“Anche io Frankie, lo sai. Ma non voglio deludere né lei né Mikes. Quei due sono così simili da farmi quasi paura”
“Sì è vero! Beh…allora saluta tutta la tua famiglia e fai gli auguri da parte mia.”. Si alzarono dal letto di Frank e uscirono dalla sua stanza, scesero le scale e Gerard salutò la madre dell’amico con i soliti convenevoli. “Dai F. Non fare questa faccia! Passerai il Natale con i tuoi cani, io lo passero con tutti i miei parenti. Forse quello messo peggio sono io!”. Frank rise, di nuovo. Lo aveva fatto troppo spesso quella sera e la gola stava cominciando a risentirne. “Hai ragione!” si schirì la voce “Allora auguri G. Ci…ci sentiamo.”
“Certo! Non credere che ti lasci in pace stasera. Ti sommergerò di messaggi sappilo!”
“Perfetto. Ne sarò felice Signor Way.”. Aprì la porta da cui penetrò un freddo pungente. “Arrivederci e grazie per averci scelti!”
“Ciao mio tesssssssssssoro.” La faccia di Gerard si contorceva assumendo una strana espressione. Frank adorava quando l’amico si esibiva nelle sue buffe facce. Si scambiarono un lieve bacio sulla guancia e Gerard richiuse la porta alle sue spalle. Mentre camminava diretto verso casa, tra il vento tagliente, pensò all’orribile serata che avrebbe passato. Benedetto telefono e benedetto Frank, se non ci fossero stati loro la sua vita sarebbe stata più catastrofica di quanto già non fosse.
 
*****
 
 
La loro amicizia era nata…no, in realtà esisteva da tempi immemori come se fosse sempre stata con loro dal momento in cui avevano posato gli occhi sul mondo. E da qualche tempo Frank si era reso conto di provare qualcosa di più. Farfalle nello stomaco e rossore sulle gote che bussavano alla sua porta ogni qual volta vedesse Gerard erano sintomi inconfutabili, che testimoniavano che Frank era affetto irreversibilmente da un grave morbo: l’amore. Un morbo da cui si poteva guarire pur con molte difficoltà e da cui si poteva persino diventare immuni. E Frank avrebbe voluto farlo. Avrebbe voluto con tutte le sue forze, con tutta la sua anima e provava e riprovava, si applicava pur di non mandare all’aria tutto con un solo gesto sbagliato, con un’occhiata maliziosa di troppo o con uno scatto che l’avrebbe portato ad avventarsi su Gee, sulle sue labbra così invitanti, come se fosse una delle prede maggiormente prelibate.
Stavano insieme anche quel giorno, questa volta spaparanzati sul divano come due pensionati, a casa di Gerard a guardare un vecchio film scadente, recuperato da quest’ultimo nello scantinato della videoteca in cui lavorava. L’unico aspetto positivo del Natale per loro era il fatto che questo portava con se le vacanze per Frank, che ancora frequentava quell’orribile gabbia di matti impropriamente chiamata ‘liceo’ e qualche giorno di ferie per Gerard. Questo implicava più tempo libero per stare insieme. “Viva il cazzeggio!” urlò ad un certo punto Frank stampando un bacio, con scroscio annesso, sulla guancia dell’altro. “Eeeeh già!” farfugliò Gerard. “Cosa ti affligge mio piccolo fiore di campo? Ti vedo pensieroso.”
“Niiiente. E’ che…c’è una tipa, credo che si chiami Susy, Susan….boh. Fatto sta che la vedo un giorno sì e l’altro pure alla videoteca, non so perché venga visto che non si interessa ai film minimamente. Il mio collega, hai presente Jeremy?...Bene, lui. Pensa che questa mi faccia il filo. Io non credo…non lo so.”
“Fingi di essere gay. Problema risolto.”. Lo disse quasi senza pensarci, come a voler fare una battuta delle sue. Poi realizzò che le parole che aveva pronunciato rappresentavano una miniera d’oro per lui. “Certo, come no! Non sono sicuro che mi venga dietro, non posso mica piantarmici davanti e dirle: ‘Sai, sono gay. Smettila di fare la stalker. Ciao.’. Dai! Poi avrei bisogno di qualcuno che finga di essere il mio ragazzo e chi vorrebbe farlo?! Su evita di sparare cazzate piccolo Frankie!”. Gerard era ovviamente, irrecuperabilmente, infinitamente idiota. “Beh…io sono un ottimo attore, sai Gee?”.

******
 
Quel giorno la videoteca era aperta, mancavano 24 ore alla fine dell’anno e nonostante i buoni propositi tutti sapevano che nulla sarebbe cambiato. Gerard quella mattina si era alzato dal divano su cui si era addormentato la sera prima, con la testa appoggiata alla spalla di Frank che quella mattina l’avrebbe seguito a lavoro per attuare il magnifico piano ‘Togliamo di mezzo l’oca’, la quale pianificazione era costata ai due quasi un’intera notte insonne. Ma sarebbe stato stupendo, soprattutto per Frank che avrebbe guadagnato qualche occhiata languida, qualche toccatina e perché no, due o tre baci.
Tutto andò come stabilito. Susy si presentò in videoteca come di consueto, si aggirò tra gli scaffali colmi di film in dvd o in….”Ma aspetta….quelle sono videocassette?! Esistono ancora?!” Frank rimase un attimo scosso da questo particolare, poi volse i suoi occhi alla ragazza. Era caruccia, anzi no, era proprio bella. Occhi azzurri, lunghi capelli lisci raccolti da una coda di cavallo di un biondo così chiaro da sembrare bianco e corpo formoso al punto giusto. Un ottimo partito insomma. Ma a Gerard non andava a genio, chissà perché. La tizia si avvicino a lui, che intanto conversava ‘amabilmente’ con Frank. “Sei proprio bello oggi, cucciolo. Grazie di essere venuto a trovarmi. Hai illuminato la mia giornata.”. Per tutta risposta Frank prese l’amico per i fianchi, si alzò sulle punte dei piedi e lo baciò. Un bacio a fior di labbra, leggero come il volo di una farfalla ma che dentro Frank provocò un uragano. “Sai che ti adoro, Gee!”. La ragazza indietreggi di qualche passo, si voltò di scatto e a passo svelto si diresse verso la porta, per poi uscire e sbattere la porta con fare schizzinoso.
“Arrivederci e grazie!” urlò Gerard. “Dai bro, dammi il cinque!”
“Grandi ce l’abbiamo fatta. Avevi ragione, sei proprio un ottimo attore.” Frank annuì sorridendo.
– Sì devo proprio esserlo per reprimere ciò che provo…per far finta di non amarti.-
 
****

“Natale con i tuoi, capodanno con chi vuoi!!! O forse quella era Pasqua?!” esclamò Frank entrando a casa dei suoi amici. Fatto sta che anche quel giorno l’avrebbero trascorso insieme. Avevano riunito le loro famiglie. Si sarebbero sicuramente divertiti e per i festeggiamenti ‘dopo mezzanotte’ Gerard aveva in programma qualcosa di veramente speciale per se stesso, Mikey e Frank. “Sarà uno spasso!!” aveva assicurato con fare esaltato, continuando a tenere i ragazzi all’oscuro di tutto. In realtà il grande evento pianificato da Gee non sarebbe stato grande e tantomeno non sarebbe stato un evento se loro fossero stati delle persone normali e non dei nerd accaniti. La serata trascorse tranquilla. Tra chiacchiere allegre e tra le ormai immancabili risate la mezzanotte non tardò ad arrivare. Gerard, che sembrava ormai fuori di senno, spinse Frank e suo fratello verso l’ampia sala da pranzo di casa sua, lasciando i suoi genitori e Linda in cucina ancora a parlottare. Fece sedere i ragazzi sull’ampio divano di pelle, si piantò di fronte a loro dando le spalle al televisore e uscì da sotto il maglione, con tanto di renne ricamate sopra, una confezione. Dalla forma sembrava proprio un…”Videogioco!”. Quando anche Mikey e Frank ebbero realizzato che avrebbero passato le ore seguenti a giocare a ‘Grand Theft Auto V’ per poco non entrarono in iperventilazione. “Cazzo!” dissero all’unisono. “Come hai fatto ad averlo, fratellone?! Sarebbe dovuto uscire fra due giorni!”
“Ho le mie conoscenze.” Si limitò a dire con fare saccente Gerard.
Come previsto passarono la notte a giocare.
“E’ stato il capodanno migliore che potessi anche solo lontanamente immaginare! E tutto grazie a voi!”. Fu come se Gerard parlasse solo con Frank, considerato che Mikey ronfava già da un po’. A quanto sembrava, l’alcol che aveva accompagnato la loro giocata aveva fatto il suo effetto. “Hai ragione G.”
“Usciamo un attimo? Ho bisogno di un po’ d’aria.”. Accaldati com’erano non ebbero bisogno delle loro giacche nonostante il freddo tipico dell’alba. “Gee, senti…ma…perché Susy o come cavolo si chiama non ti piace? E’ una bella ragazza!”
“Semplice, a me piace un’altra persona.”
“Ah sì…e non mi dici niente?! Bel migliore amico, veramente.” face finta di essere offeso “Almeno la o lo conosco?”
“Sì.”
“Sei un uomo di troppe parole G. Con che lettera inizia il nome?”
“Inizia per F”
“F…mhm…F. Non conosco nessuna F. Per cosa finisce?”
“-rank”
“F…rank” non si può dire che la lucidità del più piccolo fosse al massimo in quell’istante, ma dopo lunghi momenti di attesa… “Ma sei tardo o cosa? F – rank. Unisci le cose! Ti ho appena confessato che mi piaci! Un po’ d’intelligenza, su!”. In realtà il ragazzo aveva capito ma i suoi riflessi rallentati non lo aiutavano nell’ardua impresa di formulare una frase che avesse un senso compiuto. L’unica cosa che gli sembrò plausibile fare, fu avvicinarsi a lui per bacialo, prima con foga e poi più lentamente, stringendolo a se.
Sarebbe stato un anno magnifico!
 
 
 
 
 

Murder’s corner:
OHOHOHOHOH buoooon Natale (anche se è già passato, ma vabè sono dettagli). Altra ff nata di getto, un po’ stupida devo dire e boh spero vi piaccia. Recensite perché a Natale siamo tutti più buoni (?) quindi fatemi questo regalo per favore *w* un bacio, alla prossima! Buone feste!
  
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