Join me in death

Personaggi: Leon Scott Kennedy, Claire Redfield
Genere: Introspettivo, sentimentale
Rating: Verde
Contesto: Resident Evil Degeneration
Avvertimenti: Nessuno in particolare; c’è qualche riferimento a RE2 e Code Veronica, ma nulla di enorme/spoleroso.
Note: Scritta per il prompt “Lo stesso sorriso di allora” per la community Piscina di prompt. Mia seconda fanfic per questo fandom che amo da anni, e che sto “riscoprendo” grazie ad alister_, che si è avvicinata da poco alla serie. Questa storia è dunque tutta per lei, un regalino di Natale in ritardo per ringraziarla di questi mesi in cui ci siamo avvicinate molto e abbiamo delirato sul nostro sfigafandom “ufficiale” e riso (per non piangere) delle disgrazie della nostra povera sezione. Inoltre mi ha scritto una bellissima XiaoJin come regalino, lei che nemmeno li shippa (ma che tra un po’ finirà per farlo a causa mia, testuali parole. Sono il T-Virus XD), e non potevo non ricambiare! Ed ecco questa Cleon un po’ melensa forse, ambientata durante Resident Evil Degeneration: un semplice missing moment, con un paio di battute prese dal film e riadattate, senza troppe pretese se non quella di fangirlare su questi due. Perché loro sono amore, Ada è il male e Angela Miller non conta. E sembra un po’ un uomo, ecco.
Mi riservo la possibilità di trasformarla in una raccolta disomogenea, se l'ispirazione e il tempo me lo concedono. Titolo dall'omonima canzone degli HIM, che fa parte della ost dei film-ciofeca di Resident Evil (quelli con Milla Jovovich. Lei mi piace, i film no <.<).
Spero ti piaccia Giù <3
Enjoy!
 
 
 
 
 
“E così sei qui in… visita di piacere?”
Claire alza la testa verso la voce che l’ha scossa dai suoi pensieri, trovandosi faccia a faccia con Leon.
La ragazza sorride, ricambiando il goffo tentativo di ironia dell’amico.
“Sai com’è, dopo un po’ le tranquille cittadine di periferia mi annoiano…”
Il ragazzo accenna un sorriso, e si siede accanto a lei sulla branda del tendone improvvisato ad infermeria.
Rimangono in silenzio per un po’, mentre osservano il viavai di medici e civili.
“Credevo fossi in Europa alla ricerca di Chris…”
La voce roca di Leon rompe il silenzio. Claire distoglie lo sguardo, mordendosi il labbro inferiore.
“Diciamo che ho avuto qualche… contrattempo” risponde, calcando particolarmente quell’ultima parola. Leon annuisce, non c’è bisogno di spiegazioni su ciò che intende Claire.
Erano insieme quel giorno di sette anni fa a Raccoon City.
Quando finirono in quell’inferno di fiamme e creature che non avrebbero dovuto camminare su questa terra.
“Ero riuscita ad incontrarlo, in Antartide” continua “ma abbiamo dovuto separarci di nuovo. Non lo vedo da allora, ma ogni tanto ricevo sue notizie.”
Leon fa un cenno di assenso con la testa, senza proferire parola.
Claire nota che non le ha chiesto nulla sul perché si trovasse in Antartide, ma la cosa non la stupisce più di tanto; è un agente governativo ormai, probabilmente è a conoscenza di informazioni che lei nemmeno immagina.
Rimane ad osservare Leon in silenzio, e non può fare a meno di notare come sia cambiato in tutti questi anni; nel freddo agente speciale che le siede accanto non c’è traccia del poliziotto gentile che aveva conosciuto anni prima, e che anche nei momenti peggiori non le aveva mai negato un sorriso.
Si accoccola sulla branda, ripensando a quel sorriso che aveva avuto il potere di spronarla a sopravvivere a quell’inferno, riflettendo su quanto la Umbrella fosse riuscita a stravolgere completamente le loro vite.
“Spesso mi chiedo se ciò che faccio serva a qualcosa… se non sarebbe meglio tornare in prima linea o… sparire. Nascondermi aspettando notizie di Chris” dice Claire sottovoce, ma Leon è abbastanza vicino da sentirla chiaramente.
“Hai scelto il ruolo di soccorritore piuttosto che combattere come me” risponde il ragazzo, soppesando le parole “una strada che né io né Chris potevamo seguire. Non eri in torto.”
Claire si volta a guardarlo.
“Farò sparire quel virus dalla faccia della terra.”
La ragazza sorride. “E’ una promessa?”
Leon non risponde, ma rimane ad osservarla per qualche minuto.
Poi, finalmente, sorride.
Quel sorriso dolce che Claire aveva imparato ad amare, e che l’aveva rassicurata nei momenti peggiori.
“Sono davvero contento di averti rivista, Claire…” ammette, per poi correggersi “Voglio dire, so che questa non è la migliore delle circostanze ma… sono contento, davvero.”
Ed ecco che il goffo poliziotto di Raccoon City viene finalmente allo scoperto, rivolgendole lo stesso sorriso di allora, e che ha ancora quel potere incredibile di rassicurarla.
“Sono contenta anche io” risponde, ricambiando il sorriso.
Rimangono di nuovo in silenzio, stavolta senza tensioni e imbarazzi, godendosi semplicemente quegli attimi di quiete.
Prima che l’inferno si scateni di nuovo.